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Geopolitica

597° giorno di guerra

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– La Russia intende ritirare la ratifica del trattato che vieta i test nucleari: secondo il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov non c’è altra via d’uscita, perché il rifiuto degli Stati Uniti di ratificare il trattato ne impedisce la piena entrata in vigore. La ripresa dei test da parte della Russia è possibile, ma solo se gli Stati Uniti intraprenderanno un passo del genere. Secondo il ministero degli Esteri russo, nel sito dei test del Nevada ci sono segnali che i preparativi per i test «sono in corso o erano in corso fino a poco tempo fa».

 

– John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale USA, ha detto che la fornitura a Kiev dei missili a più lungo raggio ATACMS, di cui si parla da mesi, non è esclusa, ma dipenderà dall’andamento del conflitto.

 

– L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha approvato una risoluzione che riconosce Putin come un «dittatore» e la Russia come una «dittatura».
La risoluzione è stata approvata all’unanimità. Tutti i paesi del Consiglio d’Europa hanno chiesto di non riconoscere la legittimità di Putin dopo la fine del suo mandato.

 

– Il Partito repubblicano ha sostenuto a stragrande maggioranza la nomina di Jim Jordan alla carica di presidente della Camera dei Rappresentanti. Jordan, sostenuto da Trump, è contrario agli aiuti all’Ucraina.

 

– I finanziamenti stanziati per l’Ucraina si stanno avvicinando al capolinea, cercheremo di andare avanti fino a che potremo, ma l’assistenza non è illimitata, ha affermato John Kirby, coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per una assistenza a lungo termine, ha aggiunto, servono ulteriori stanziamenti del Congresso.

 

– Il vicepresidente della Commissione europea Schinas ha affermato che la Turchia «deve scegliere da che parte della storia vuole stare». «Con noi, con l’Unione Europea, la NATO, i nostri valori, lo spirito dell’Occidente, o con Mosca, Teheran, Hamas e Hezbollah. La risposta deve essere chiara».

 

– Non c’è accordo sul formato delle trattative armeno azere. Aliyev ha ignorato il vertice della UE tenutosi a Granada il 5 ottobre. Pashinyan ha rifiutato di partecipare al vertice della CSI a Bishkek, che si terrà oggi.

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– Il presidente Volodymyr Zelens’kyj vuole visitare Israele in segno di solidarietà con il paese durante l’operazione a Gaza. L’Ufficio del Presidente ha inviato una richiesta ufficiale all’Ufficio del primo ministro israeliano con la richiesta di coordinare la visita.

 

– Il coordinatore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca Kirby dice che la Corea del Nord ha fornito alla Russia armi da utilizzare in Ucraina trasportate in più di 1.000 container. Si tratterebbe di equipaggiamento militare e munizioni.

 

– Stoltemberg: la NATO deve garantire sostegno continuo all’Ucraina e garantire il suo ingresso nell’alleanza, a favore del quale si sono espressi tutti i membri. Più la sosterremo, più forte sarà, prima finirà la guerra.

 

– Le banche centrali mondiali stanno acquistando quantità record di oro per diversificare le loro riserve di dollari, come riporta Business Insider. Hanno acquistato 387 tonnellate di oro nella prima metà del 2023, dopo averne acquistate 1.083 tonnellate l’anno scorso. «La tendenza sembra far parte di un più ampio movimento internazionale noto come “de-dollarizzazione”, volto a ridurre la dipendenza dal dollaro per il commercio e gli investimenti dopo che gli Stati Uniti hanno usato la supremazia del dollaro per imporre sanzioni economiche contro alcuni paesi. Cina e Russia hanno guidato la campagna anti-dollaro, mentre i paesi BRICS stanno valutando la prospettiva di una moneta comune».

 

– La Russia rappresenta la più grande minaccia alla sicurezza nazionale della Moldavia, ha affermato Maia Sandu. Secondo lei, Chisinau ne parla «per la prima volta apertamente e in modo molto chiaro».

 

– Il ministro dell’energia ucraino Galushchenko ha affermato che durante l’inverno, blackout per attacchi russi al settore energetico, saranno possibili, ma il sistema è pronto, e quindi eventuali interruzioni di corrente non dureranno a lungo.

 

– L’FMI ha migliorato le previsioni di crescita del PIL russo per quest’anno dall’1,5% al 2,2%. Nonostante le sanzioni, quest’anno il PIL russo potrebbe crescere del 2,5% e superare in termini di tasso di crescita non solo l’Unione Europea, ma forse anche gli Stati Uniti, scrive il NYT.

 

– Charles Brown, nuovo capo dei capi di stato maggiore congiunti USA, ha detto che la «controffensiva» ucraina continuerà durante l’inverno e che il sostegno statunitense rimarrà invariato.

 

– La scorsa settimana il segretario di Stato Antony Blinken ha avvertito un piccolo gruppo di legislatori che, stando alle informazioni disponibili al dipartimento di stato, l’Azerbaigian potrebbe presto invadere l’Armenia. Lo riferisce Politico.

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– La posizione dei repubblicani, che bloccano l’assistenza militare americana all’Ucraina, potrebbe ostacolare l’offensiva delle forze armate ucraine, scrive il Financial Times. «Anche una pausa temporanea nel sostegno potrebbe iniziare a ostacolare la strategia e le tattiche militari ucraine nel giro di poche settimane, rischiando di frenare la controffensiva ucraina, allentare la pressione sulle forze russe e consentire loro di riconquistare la loro capacità di combattimento».

 

– Nel primo viaggio all’estero di quest’anno, Putin visita il Kirghizistan dove incontra il presidente Japarov. Il piccolo Paese è uno dei più vicini alla Russia nella regione dell’Asia Centrale.

 

– Putin: «Israele ha subito un duro attacco e ha diritto alla difesa ma bisogna impegnarsi nella risoluzione del conflitto palestinese in modo pacifico… È necessario costituire lo Stato palestinese con capitale a Gerusalemme Est».

 

– Nadeshdin, liberale, contrario alla guerra, sarà candidato alle elezioni presidenziali. Secondo molti del campo di opposizione sarà un oppositore fantoccio come Sobchak nel 2018. Altri si chiedono perché l’establishment dovrebbe correre il rischio di legittimare il pacifismo.

 

– Putin ha firmato un decreto che obbliga diversi gruppi di società esportatrici a rimpatriare e vendere gli utili in valuta estera. Dopo la firma il rublo ha registrato un rafforzamento alla borsa di Mosca.

 

– Centinaia di migliaia di ucraini stanno facendo tutto il possibile per evitare la mobilitazione nelle Forze Armate ucraine, ha dichiarato il vice ministro della Difesa del paese, Natalia Kalmykova. «Purtroppo, vediamo molte situazioni (…) in cui la gente non vuole ed evita in ogni modo la mobilitazione, la necessità di difendere il proprio paese. (…) Ci sono moltissime persone, si parla di decine, centinaia di migliaia di persone che creano le condizioni per evitare la mobilitazione [dell’esercito ucraino]», ha dichiarato Kalmykova in un’intervista al canale televisivo Rada.

 

– L’amministrazione Biden sta intensificando gli sforzi per trasferire in Ucraina i beni russi congelati in Occidente, scrive the Washington Post citando fonti. «Gli Stati Uniti sono diventati molto più aperti all’idea non solo di confiscare, ma anche di utilizzare le riserve russe», ha detto uno degli interlocutori del giornale.

 

– Putin: la questione palestinese è nel cuore di ogni musulmano, che la percepisce come un’ingiustizia di livello inverosimile.

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–  Un servizio su un canale tv ucraino parla dell’invio di mercenari stranieri dall’Ucraina in Israele.

 

– Putin: La Russia ha praticamente trovato un’alternativa al mercato europeo del gas. L’Iran sta discutendo la possibilità di acquisti di gas russo. La Russia aumenterà le forniture energetiche in Asia, costruirà nuove rotte e riordinerà quelle esistenti.

 

– Il rapporto della Commissione sulla postura strategica del congresso USA afferma che il paese deve investire in spese militari eccezionali per essere in condizione di combattere una guerra simultanea contro Russia e Cina.

 

– Reuters: Quest’anno la Cina ha risparmiato quasi 10 miliardi di dollari grazie agli acquisti record di petrolio dai paesi sottoposti a sanzioni occidentali. Una conseguenza involontaria delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e da altri paesi a Russia, Iran e Venezuela è stata la riduzione dei costi di importazione del petrolio per le raffinerie cinesi.

 

– Procedimento penale a carico dell’ex consigliere di Zelens’kyj, Olekyj Arestovich. Negli ultimi mesi ha fatto molte dichiarazioni politicamente ambigue, ma la denuncia è arrivata per un’uscita sulle donne (che, secondo lui, «vogliono essere scopate e strangolate»).

 

– Il ministro della cultura russo ha negato la licenza di distribuzione per Fiaba, l’ultimo film del regista Sokurov. Il regista nei mesi passati si era espresso criticamente nei confronti della situazione politica, pur decidendo di restare in Russia.

 

– I produttori cinesi Haier, Xiaomi e Hisense hanno strappato a Samsung la leadership nel mercato russo dei televisori.

 

– I media ucraini affermano che il calciatore ucraino Rasputko, dopo una partita in Belgio, è fuggito dalla sede del club Shakhtar e ha chiesto asilo politico all’ambasciata russa in Belgio. Presumibilmente si trova già sul territorio russo.

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

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Macron «spera» di non dover andare in guerra contro la Russia. Qualcuno lo fermi

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Sono arrivate nuove, incredibili dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron.   In un video pubblicato da lui stesso sabato su Twitter, il Macron ha detto che mentre Parigi cerca di evitare un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino, potrebbe essere necessario un intervento per dissuadere la Russia dall’avanzare troppo.   L’Unione Europea «perderebbe ogni credibilità e sicurezza» se la Russia dovesse prevalere, ha detto Macron nella clip postata su X, rispondendo alla domanda se la Francia «entrerà in guerra».  

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«Il nostro futuro e la nostra sicurezza sono in gioco in Ucraina», ha affermato l’uomo dell’Eliseo, sottolineando che oltre a fornire più attrezzature militari a Kiev, le nazioni dell’UE devono essere «pronte ad agire» se «i russi si spingono troppo oltre».   «Quindi no, spero con tutte le mie forze che non dovremo andare in guerra», ha detto, insistendo sul fatto che la Francia è una «potenza di pace». Tuttavia, Parigi deve continuare ad armarsi per «proteggere la pace», ha continuato Macron, sottolineando che l’intervento deve rimanere un’opzione se gli interessi del Paese sono minacciati.   «Dobbiamo essere dissuasivi e credibili nei confronti dei nostri avversari, a volte dicendo loro: “Se andate troppo oltre e se minacciate i nostri interessi, la mia stessa sicurezza, allora non escludo di intervenire”», ha detto.   «Si tratta solo di dire: se andate troppo lontani e minacciate gli interessi della Francia e la sicurezza dell’Europa, allora non escludiamo nulla» scrive sul messaggio. Quali siano gli interessi della Francia in gioco non è noto, a meno che non si tratti dell’Africa coloniale francese, oramai passata in larga parte sotto la diretta influenza di Mosca – a causa anche dell’antipatia ingeneratasi contro Parigi e le sue missioni militari, accusate di addestrare e manovrare i terroristi islamici che sostenevano di voler combattere.   I commenti di Macron hanno fatto eco alle sue precedenti dichiarazioni su un potenziale dispiegamento di truppe in Ucraina. A febbraio, il presidente francese ha rifiutato di escludere la prospettiva dell’intervento della NATO sul terreno, sostenendo che la credibilità dell’UE «sarebbe ridotta a zero» se l’Ucraina venisse sconfitta.   Pochi mesi dopo ha esortato i Paesi UE ad aumentare le spese militari e la produzione di armi per ridurre la dipendenza da Washington.   In un’intervista all’Economist all’inizio di questo mese, il presidente francese ha raddoppiato il suo impegno, definendo il Cremlino la principale minaccia alla sicurezza dell’UE e affermando che mantenere la possibilità di schierare truppe in Ucraina è necessario come «campanello d’allarme», mentre difendeva il suo  approccio come «ambiguità strategica».   Mosca ha criticato il «discorso pericoloso» di Macron , con il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov che sostiene che il presidente francese potrebbe usare la russofobia e tattiche allarmanti per soddisfare la sua ambizione di guidare l’Unione Europea.   Come riportato da Renovatio 21, le minacce francesi hanno invece trovato terreno fertile in Finlandia, Paese appena divenuto membro della NATO.

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Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina. Putin ha sostenuto che truppe di Stati NATO già stanno operando sul fronte ucraino, e che l’Occidente sta flirtando con la guerra nucleare e la distruzione della civiltà.   Gli stessi francesi, secondo un sondaggio, sono contrari all’idea di soldati schierati su territorio ucraino proposta da Macron, il quale, bizzarramente, ha poi chiesto un cessate il fuoco per le Olimpiadi di Parigi della prossima estate.   C’è da augurarsi, che qualcuno capisca che è il caso di fermare l’escalation di Macron, sempre più folle ed oscura. Nelle scorse settimane, quando il francese dichiarò che con un’Ucraina sconfitta i missili russi avrebbero minacciato Parigi, intervenne il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, dicendo di comprendere «la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione».   Bisognerebbe che altri comincino a far sentire la voce della pace davanti alla spirale di devastazione con cui sembra flirtare il Macron.   Macron, in politica interna, ha incredibilmente accelerato riguardo a temi etici con manovre anticristiane ed antiumane come il rilancio dell’eutanasia e la costituzionalizzazione dell’aborto. Tutto questo avviene mentre fioccano, anche dall’altra parte dell’oceano, speciose voci sulla sua vita privata.   Renovatio 21 ha ipotizzato spiegazioni del comportamento del presidente d’Oltralpe su di un piano metafisico, preternaturale.   Per cui ci chiediamo: sia il caso di considerare, davvero, un esorcismo? Si dice che Pio XII ne avesse celebrato uno, a distanza, su Adolfo Hitler. Il demone di una guerra mondiale che distruggerebbe ancora una volta l’Europa, magari lasciando non solo rovine fumanti, ma anche radioattive, è ancora qui…

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Geopolitica

La Nuland spiega perché gli USA non volevano che l’Ucraina dialogasse con la Russia

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L’Ucraina non è mai stata in grado di ottenere una soluzione favorevole per porre fine al perdurante conflitto con la Russia e quindi Washington non ha mai effettivamente incoraggiato Kiev a negoziare con Mosca, l’ex sottosegretario di Stato americano per gli affari politici ed ex vicesegretario di Stato ad interim Victoria Nuland ha affermato.

 

L’ex funzionario e uno dei principali sostenitori del sostegno militare all’Ucraina ha affermato in un’intervista a Politico pubblicata sabato. Gran parte dell’intervista ruotava attorno al conflitto ucraino, con la Nuland che ne ripeteva la tipica narrativa americana mainstream.

 

«Cominciamo dal fatto che Putin ha già fallito nel suo obiettivo. Voleva appiattire l’Ucraina. Voleva assicurarsi che non avessero sovranità, indipendenza, libertà d’azione, nessun futuro democratico – perché un’Ucraina democratica, un’Ucraina europea, è una minaccia al suo modello per la Russia, tra le altre cose, e perché è il primo elemento costitutivo per il suo più grande ambizioni territoriali», ha affermato la Nuland.

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La potente figura per la politica eurasiatica americana ha insistito sul fatto che Kiev può ancora «avere successo» nel conflitto, anche se ha evitato la domanda se crede che l’Ucraina possa sottrarre i suoi ex territori alla Russia, inclusa la penisola di Crimea, che si è staccata da Kiev all’indomani del colpo di stato di Maidan del 2014. e si unì a Mosca dopo un referendum.

 

«Può sicuramente arrivare a un punto in cui sarà abbastanza forte, credo, e dove Putin sarà abbastanza ostacolato da sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di forza. Spetterà al popolo ucraino quali dovrebbero essere le sue ambizioni territoriali», ha detto, aggiungendo che «qualunque cosa venga decisa sulla Crimea, non può essere rimilitarizzata in modo tale da diventare un pugnale nel cuore del centro dell’Ucraina».

 

La Nuland ha quindi  rivelato che Washington non ha mai effettivamente spinto Kiev a negoziare con Mosca, sostenendo che la sua «posizione negoziale» non è mai stata abbastanza forte, anche alla fine del 2022.

 

«Allora non erano in una posizione abbastanza forte. Non sono in una posizione abbastanza forte adesso. L’unico accordo che Putin avrebbe concluso allora, l’unico accordo che avrebbe concluso oggi, almeno prima di vedere cosa accadrebbe nelle nostre elezioni, è un accordo in cui dice: £Ciò che è mio è mio, e ciò che è tuo è negoziabile”. E questo non è sostenibile», ha affermato.

 

Victoria Nuland è stata ampiamente percepita come una delle figure chiave dietro l’intera crisi ucraina iniziata con gli eventi di Maidan, che alla fine hanno fatto cadere il presidente democraticamente eletto dell’Ucraina, Viktor Yanukovich, nel 2014.

 

All’epoca sottosegretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici, si presentò pubblicamente tra gli attivisti del Maidan, distribuendo pasticcini. La vicenda divenne ampiamente nota come «i biscotti della Nuland», fungendo da esempio da manuale del coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel colpo di Stato.

 

La Nuland è una cosiddetta neoconservatrice. I neocon sono un gruppo di discepoli, in genere di origini ebraiche, del filosofo ebreo tedesco trapiantato in USA Leo Strauss. Si dice, professore all’Università di Chicago, lo Strauss aveva un lato essoterico – le sue lezioni pubbliche – ed uno esoterico, a cui impartiva un insegnamento segreto ad un gruppo di studenti scelti.

 

La Nuland è una neocon per formazione e matrimonio, avendo sposato Robert Kagan, attivissimo fulcro, con il fratello e il padre, dei think tank neocon che hanno stabilito la politica estera americana degli anni 2000, per esempio la guerra in Iraq. Sono gli stessi, che, all’interno di un gruppo chiamato Progetto per un nuovo secolo americano (PNAC) nel 2000 vergarono il rapporto Ricostruire le difese dell’America dove si parlava della necessità di «una nuova Pearl Harbor», poi per coincidenza concretatasi con il megaterrorismo dell’11 settembre 2001.

 

Come riportato da Renovatio 21, è significativo anche il video in cui, mesi fa, annunziava in conferenza stampa che il Nord Stream 2 sarebbe stato terminato nel caso la Russia avrebbe invaso l’Ucraina.

 

Dopo la sua ammissione in udienza al Senato riguardo ai biolaboratori USA in Ucraina, la Duma – il Parlamento russo – l’ha invitata a Mosca a spiegarsi, tuttavia la Nuland-Kagan non pare aver accettato l’invito.

 

Ad agosto era volata in Niger per incontrare la giunta golpista e metterla in guardia contro l’arruolamento dell’appaltatore militare privato russo Wagner. Prigozhin, al sentirlo, gioì.

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Lo scorso maggio aveva dichiarato che la Crimea costituiva un «obiettivo legittimo» dell’esercito ucraino. In Sudafrica aveva definito la titanica questione della de-dollarizzazione globale in corso «una chiacchiera».

 

Poche settimane fa era tornata a Kiev, facendo scattare, anche simpaticamente, la diplomazia del Cremlino, che disse che, come l’altra volta nel 2014, quando distribuì biscotti alla gente in piazza Maidan, la visita del vicesegretario per gli affari eurasiatici non portava nulla di buono.

 

Il nome di Victoria Nuland è stato fatto in messaggio di Donald Trump contro la prospettiva della Guerra Mondiale.

 

«Per decenni, abbiamo avuto le stesse persone, come Victoria Nuland e molte altre come lei, ossessionate dall’idea di spingere l’Ucraina verso la NATO, per non parlare del sostegno del Dipartimento di Stato alle rivolte in Ucraina… Queste persone hanno cercato lo scontro per molto tempo, proprio come nel caso dell’Iraq e di altre parti del mondo, e ora stiamo vacillando sull’orlo della Terza Guerra Mondiale. E molte persone non lo vedono, ma io lo vedo e ho avuto ragione su molte cose».

 

Ricordiamo, infine, il messaggio finale di Gonzalo Lira, registrato al confine tra Ucraina e Ungheria, dove stava cercando di scappare in moto per chiedere asilo politico. Negli ultimi attimi di libertà prima di essere catturato e messo in prigione – dove ha trovato la morte – Lira rivelò che lo avevano informato che Victoria Nuland conosceva bene il suo caso, e che lo odiava visceralmente.

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Geopolitica

Più di 15 mila morti e 33 mila feriti nel conflitto in Sudan

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La catastrofe umanitaria sta continuando anche in Sudan, anche se il mondo pare ignorarla per concentrarsi su Gaza e sull’Ucraina.   In una dichiarazione rilasciata dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato che «sono stati segnalati più di 15.000 morti e 33.000 feriti dall’inizio del conflitto nell’aprile dello scorso anno».   «Quindici milioni di persone hanno bisogno di assistenza sanitaria umanitaria urgente», da quando è iniziato il conflitto tra l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces («Forze di Sicurezza Rapida») nell’aprile 2023, ha dichiarato l’etiope al vertice dell’OMS, affermando inoltre che ci sono 9 milioni di sfollati sudanesi, metà dei quali sono bambini.   «Oltre il 70% degli ospedali negli stati colpiti dal conflitto e quasi la metà delle strutture sanitarie nel resto del Paese non funzionano. Quelli che funzionano sono sopraffatti dalle persone in cerca di cure, molte delle quali sono sfollate», ha il Tedros.

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Come riportato da Renovatio 21,due mesi fa la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, aveva avvertito che la guerra di 11 mesi «rischia di innescare la più grande crisi alimentare del mondo».   «Vent’anni fa, quella del Darfur fu la più grande crisi alimentare del mondo e il mondo si mobilitò per rispondere», aveva dichiarato la vedova McCain, riferendosi alla regione occidentale del Sudan. «Ma oggi il popolo sudanese è stato dimenticato».   Il WFP aveva ammesso di non essere in grado di raggiungere il 90% delle persone che affrontano «livelli di emergenza di fame», affermando quindi che solo il 5% della popolazione del Sudan «può permettersi un pasto sostanzioso al giorno».   Le tensioni in Sudan hanno portato perfino all’attacco all’ambasciata saudita a Karthoum, mentre l’OMS ha parlato di «enorme rischio biologico» riguardo ad un attacco ad un biolaboratorio sudanese.   Gli USA sono stati accusati l’estate scorsa di aver sabotato gli sforzi dell’Egitto per portare la pace in Sudan.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno di guerra ha avuto come ulteriore effetto di lasciare quello di il Paese senza seminaristi.

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