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Spirito

Sacrilegi alla GMG, il corpo di Nostro Signore stivato in cassoni di plastica

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Ulteriori immagini sacrileghe emergono dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona appena conclusasi.

 

Nuove ondate di indignazione fra i cattolici stanno provocando le immagini che mostrano scatole di plastica grigia appoggiate sopra i tavoli all’interno di una tenda: all’interno delle scatole c’erano le ostie consacrate riservate alla distribuzione durante le messe ufficiali della GMG.

 

I tavoli sono coperti da una tovaglia blu e da una tovaglia d’altare, con candele accese su entrambi i lati dei palchi.

 

Altre immagini ritraggono le scatole impilate l’una sull’altra, con una piccola pianta in vaso posta sopra.

 

 

 

La reazione di vari cattolici in rete è durissima: «sacrilegio».

 

Il famoso YouTuber cattolico Dr. Taylor Marshall ha sostenuto che «chiunque abbia organizzato questo odia Cristo», mentre il blog cattolico tradizionalista Rorate Caeli ha detto che «le focacce e le torte fresche sono conservate con più dignità».

 

Una delle immagini ampiamente diffuse online mostra alcuni giovani partecipanti alla GMG inginocchiati davanti alle scatole impilate, quasi in un atto di riparazione spontaneo, immediato.

 

 

«Le tre persone inginocchiate e in preghiera siamo io ei miei amici. Siamo stati quasi portati alle lacrime quando abbiamo visto che Gesù era letteralmente in un Tupperware, quindi ci siamo inginocchiati e abbiamo recitato un rosario per le offese contro il suo Sacro Cuore» dice Savannah Dudzik, che lavora presso il noto gruppo pro-life Live Action.

 

«Sabato sera, la Giornata Mondiale della Gioventù ha ospitato la lode e l’adorazione al Campo de Grace. Io e i miei amici stavamo tornando dopo aver assistito a questa cerimonia quando abbiamo visto alcune grandi scatole grigie sul tavolo» racconta Savannah.

 

«C’erano forse due o tre persone che pregavano intorno a loro, ed ero onestamente confuso. Non sapevo per cosa stessero pregando, e nemmeno il mio amico. Sono andato da una delle signore e lei ha detto: “Gesù. Gesù è lì dentro”. (Riferendosi alle casse grigie) In quel momento ero infuriata: come osano mancare di rispetto al nostro Signore? Cosa pensano di fare: metterlo in una scatola con quasi zero rispetto … persone che passano davanti senza sapere che è Lui!»

 

«Mentre tornavamo al nostro campeggio, ero furioso, ma durante alcune conversazioni con noi stessi io e i miei amici abbiamo deciso che invece di arrabbiarci senza scopo, avremmo fatto qualcosa al riguardo. Non avremmo protestato o pubblicato sui nostri social media che si trattava di un oltraggio (anche se credo che ci sia un tempo e un luogo per questo). Non avremmo spettegolato con gli altri al riguardo. Stavamo per prendere i nostri rosari, tornare da Gesù e recitare un rosario in riparazione dei peccati contro il suo Sacro Cuore. Quindi è quello che abbiamo fatto».

 

«È una vergogna assoluta mettere l’ostia in un contenitore così indegno per essere adorato» ha dichiarato la Dudzik, aggiungendo un punto fondamentale: «è una vergogna incredibile che molti dei giovani non sapessero nemmeno che questo era il loro Gesù – che è venuto e ha sofferto ed è morto per loro – che dovrebbero inchinarsi per adorare!»

 

Delle pissidi Ikea abbiamo detto nell’articolo precedente. Pare tuttavia che, come avevamo già visto in passato, siano stati usati per contenere il Corpo di Nostro Signore anche bicchieri di plastica, quelli classici usa e getta.

 

 

Qualcuno, tuttavia, ha composto le immagini di quella che era la riverenza verso il Santissimo qualche anno fa e quello che la GMG ha mostrato.

 

Come da esercizio della Settimana Enigmistica, aguzzate la vista, e trovate le differenze.

 

 

Come è possibili che ci sia ridotti così? Cosa è successo? Chi è stato?

 

La soluzione potrebbe essere da film horror, di quelle con le case infestate: è stato lo «spirito» del Concilio Vaticano II.

 

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Spirito

Bergoglio dice che i vescovi conservatori hanno un «comportamento suicida»

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Papa Francesco ha descritto i vescovi «conservatori» come aventi un «atteggiamento suicida» perché chiusi «dentro una scatola dogmatica».

 

Le dichiarazioni sono state fatte durante un’intervista con Norah O’Donnell, giornalista del famoso programma americano di giornalismo di inchiesta 60 Minutes.

 

«Un conservatore è qualcuno che si aggrappa a qualcosa e non vuole vedere oltre», ha detto Francesco rispondendo a una domanda sui «vescovi conservatori negli Stati Uniti» che l’intervistatrice della TV statunitense CBS ha descritto come contrari agli «sforzi di Francesco di rivisitare insegnamenti e tradizioni».

 

«È un atteggiamento suicida perché un conto è tenere conto della Tradizione e considerare le situazioni del passato, un’altra è chiudersi in una scatola dogmatica», ha dichiarato papa Francesco, parlando in lingua spagnuola.

 

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I suoi commenti facevano parte di un’intervista di un’ora con la O’Donnell della CBS realizzata alla fine di aprile, di cui solo una piccola parte era stata pubblicata. Ora sarà trasmessa per intero alla TV americana questa domenica e lunedì.

 

In un precedente spezzone dell’intervista fatto uscire, il Bergoglio – di fatto non nuovo all’insulto verso chi percepisce come altro da sé – denigrava i critici della tesi del cambiamento climatico definendoli «sciocchi».

 

«Ci sono persone che sono sciocche, e sciocche anche se mostri loro delle ricerche; non ci credono», aveva dichiarato l’argentino. «Perché? Perché non capiscono la situazione o per il loro interesse, ma il cambiamento climatico esiste».

 

Come scrive LifeSite, da tempo Francesco sembra esprimere malcontento nei confronti dei cattolici americani, spesso utilizzando la sua descrizione di «rigido» quando si riferisce a loro.

 

Alcuni episcopati statunitensi si sono distinti nel difendere elementi dell’insegnamento cattolico, spesso in apparente contrapposizione alla posizione di Francesco – compresi uomini come l’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone (che ha negato la comunione all’abortista Nancy Pelosi, divieto poi di fatto annullato dal Pontefice) e soprattutto come il vescovo Joseph Strickland e il cardinale Raymond Burke.

 

Come noto, è possibile dire che sia Strickland che Burke sono stati puniti: il primo è stato incredibilmente rimosso dalla sua diocesi di Tyler, in Texas, il secondo ha perso l’assistenza sanitaria vaticana ed è costretto a pagare l’affitto del suo appartamento in via della Conciliazione.

 

Il Burke era stato insultato da Bergoglio anche quando era stato male, con allusione alle sue posizioni sui vaccini – posizioni che Renovatio 21 conosce bene, avendo organizzando proprio con il cardinale Burke un convegno su vaccini e linee cellulari da feto abortito a Roma nel 2019.

 

La soluzione, forse, è quella offerta dal presidente argentino Milei, che nel tempo aveva chiamato Bergoglio «imbecille», «rappresentante del maligno», e di lì a peggio: tre mesi fa, in Vaticano, Francesco ha abbracciato tra grandi sorrisi il Milei, come niente fosse.

 

Che per entrare nelle simpatie del papa bisogni sintonizzarsi con il suo mondo di contumelie continue?

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Immagine screenshot da Twitter
 

 

 

 

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Spirito

Crocifisso vietato al municipio di Varsavia

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La capitale della Polonia, Varsavia, ha dato istruzioni ai dipendenti pubblici di non esporre crocifissi e altri simboli religiosi sul posto di lavoro, scatenando la reazione dei gruppi conservatori.   Secondo il quotidiano Gazeta Wyborcza, ai funzionari non sarà permesso appendere croci e crocifissi ai muri o tenerli sulle scrivanie. Tuttavia, i dipendenti pubblici potranno comunque indossare croci sul posto di lavoro.   Le nuove norme fanno parte di un insieme più ampio di norme pensate per contrastare la discriminazione. Ai funzionari è stato chiesto di utilizzare un linguaggio neutro rispetto al genere, di rivolgersi alle persone con i loro pronomi preferiti e di non discriminare le coppie dello stesso sesso.

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«Varsavia è la prima città in Polonia ad adottare un documento del genere», ha detto la portavoce del municipio Monika Beuth.   Alcuni politici e gruppi religiosi hanno risposto sostenendo che tali norme sono inappropriate in un Paese a maggioranza cattolica. «Penso che questa decisione non sia necessaria», ha detto Szymon Holownia, presidente del Sejm, il Parlamento polacco. «Ho trovato un gran numero di croci sui muri del Sejm. Anche se personalmente non appenderò croci negli uffici pubblici, non penso che oggi in Polonia sia necessaria una guerra per decidere se le croci debbano essere tolte dai muri».   Il deputato conservatore Sebastian Kaleta ha promesso di chiedere alla procura di verificare se le politiche della capitale violano qualche legge, mentre il gruppo di attivisti cattolici Ordo Iuris ha invitato i cittadini a presentare denunce al municipio.   Il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski ha difeso le nuove regole e ha criticato «l’hype nei media». Ha spiegato che le linee guida sono state messe in atto per garantire un ambiente inclusivo e sostenere la laicità della Polonia.   «Ognuno ha diritto alla propria fede, o alla sua mancanza. Tra questi figurano i dipendenti pubblici e gli impiegati. Chiunque venga in ufficio per gestire i propri affari ha il diritto di sentirsi in un ufficio neutrale. Così semplicemente», ha scritto giovedì il sindaco su X. «Nessuno intende intraprendere una battaglia contro alcuna religione a Varsavia».   Intervenendo in una conferenza stampa, Trzaskowski ha affermato che le norme non si applicheranno agli ospedali, alle scuole e ai centri di assistenza sociale. Ha inoltre chiarito che, sebbene le linee guida impediscano lo svolgimento di cerimonie religiose negli edifici governativi, non si applicheranno alle «celebrazioni storiche tradizionali», come la commemorazione della rivolta dei cittadini di Varsavia del 1944 contro l’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale.

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Come riportato da Renovatio 21, La politica polacca in questi mesi è in subbuglio. Quattro mesi fa il governo neoeletto ha fatto arrestare l’ex ministro degli Interni Mariusz Kamisnki. Al contempo, l’élite politica polacca sta affrontando un grande scandalo di diplomi falsi.   Con il nuovo governo filo-europeista, l’aborto sta avanzando al Parlamento polacco, dopo anni in cui era stato messo in stallo da continui interventi finiti anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.   Il nuovo governo di Varsavia – dove la lobby LGBT sembra molto attiva – sta inoltre aprendo la strada al matrimonio gay, e discutendo cambiamenti per il finanziamento della chiesa. Il governo precedente aveva fatto approvare una legge per vietare l’educazione sessuale a scuola.   La società polacca è quindi sempre più spaccata, come dimostra anche la denuncia di un genitore di bambina prodotta in provetta contro l’ex governo per un testo scolastico in cui si criticava la fecondazione in vitro.

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Immagine di Adrian Grycuk via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Poland
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Il Patriarca latino di Gerusalemme entra nella Striscia di Gaza

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Un comunicato stampa del Patriarcato latino di Gerusalemme, datato 16 maggio 2024, annuncia che, per la prima volta dall’attentato del 7 ottobre 2023, il cardinale Pierbattista Pizzaballa è entrato a Gaza.

 

Il Patriarca «era accompagnato da Sua Eccellenza Fra’ Alessandro de Franciscis, Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, da padre Gabriele Romanelli, parroco di Gaza e da una piccola delegazione. Si sono recati presso la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia per una visita pastorale», si precisa.

 

«Hanno incontrato la popolazione sofferente per incoraggiarla e trasmettere un messaggio di speranza, solidarietà e sostegno. Sua Beatitudine ha celebrato la messa nella chiesa parrocchiale insieme alla comunità locale. Durante il suo soggiorno, Sua Beatitudine ha effettuato una visita di cortesia alla parrocchia ortodossa di San Porfirio», si legge nel comunicato.

 

«Il senso della mia visita è innanzitutto stare con loro, baciarli, abbracciarli e sostenerli il più possibile», confida il cardinale Pizzaballa in un video postato su YouTube. «Da molto tempo desideravo e desideravo vederli», assicura il patriarca latino, che ogni anno prima di Natale visitava abitualmente questa piccola comunità, riferisce cath.ch.

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Una popolazione cattolica prigioniera

Dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre e la guerra che ne è seguita, la comunità cattolica di Gaza vive chiusa in se stessa. Condivide le condizioni imposte dall’esercito israeliano all’intera popolazione. Anche due fedeli sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dai soldati israeliani nel cortile della parrocchia il 16 dicembre.

 

«Prima della guerra la comunità cattolica contava 135 persone. Oggi si tratta di circa 90 persone», spiega a I.MEDIA Farid Jubran, impiegato del Patriarcato latino e firmatario del comunicato stampa, ripreso da cath.ch. «È una comunità in guerra, sconvolta, stanca, ma con molta fede e coraggio. Una testimonianza di fede immensa», aggiunge.

 

Nel suo videomessaggio, il cardinale Pizzaballa spiega che la sua venuta è anche un’occasione per «vedere cosa possiamo fare per migliorare le loro condizioni e aiutarli in ogni modo possibile».

 

«Questa visita costituisce anche il primo passo di una missione umanitaria congiunta del Patriarcato Latino e del Sovrano Ordine di Malta, in collaborazione con il Malteser International e altri partner, volta a fornire cibo vitale e aiuti medici alla popolazione di Gaza», conclude il Comunicato stampa del Patriarcato.

 

È prevista la permanenza del sacerdote di Gaza, padre Gabriel Romanelli, che viaggiava con la delegazione. Il 7 ottobre 2023 si trovava fuori dalla Striscia di Gaza ed è rimasto bloccato a Betlemme. È lui che Papa Francesco chiama con maggiore regolarità per avere notizie dalla comunità di Gaza.

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