Geopolitica
Battaglione Azov addestrato da istruttori NATO nel 2021. I prigionieri neonazi di Mariupol’ liberati in Turchia tornano al fronte
Istruttori militari della NATO provenienti dalla Danimarca e dal Regno Unito hanno addestrato soldati ucraini presso una base del Battaglione Azov, nonostante l’esclusione di Azov dai finanziamenti militari statunitensi a causa del suo radicalismo. Lo riporta Sputnik che cita documenti dall’ambasciata danese che la testata governativa russa avrebbe visionato.
Tali documenti circolano ora in rete attraverso un filmato dell’agenzia di Stato russa RIA NOVOSTI postato da diversi utenti su Twitter
Una nota dell’ambasciata danese del 21 maggio 2021 informava il ministero della Difesa ucraino dell’arrivo di sei istruttori della 56ª brigata dell’esercito ucraino a Berdjansk e Urzuf, dove si trovava la base principale di Azov.
???????????????? European NATO instructors were training "Azov" long before the start of the special operation
Military instructors from Denmark and the UK traveled to Ukraine during 2021 for combat training of Azov unit* militants.
???????? Due to ties with neo-Nazism, the organization was… pic.twitter.com/G3p08rsCkp
— Zlatti71 (@djuric_zlatko) August 6, 2023
«Questi siti erano stati precedentemente indagati dalle forze dell’ordine russe e i materiali trovati lì indicano direttamente l’addestramento intensivo di cittadini ucraini mobilitati da parte di ufficiali occidentali, utilizzando metodi di guerra criminali, che gli Azov conoscevano bene», avrebbe detto a Sputnik un ufficiale delle forze dell’ordine.
Nonostante il fatto che il battaglione Azov sia stato riconosciuto dagli Stati Uniti come organizzazione neonazista, le forze della NATO sono state direttamente coinvolte nell’addestramento delle formazioni armate nazionaliste, hanno osservato.
«Questa è la prova degli intensi preparativi di Kiev per le operazioni di combattimento attivo sotto la supervisione della NATO”, ha concluso l’ufficiale delle forze dell’ordine».
Come riportato da Renovatio 21, uno scandalo in Danimarca fece ipotizzare che elementi dell’Intelligence militare danese spiassero gli alleati della UE per conto di Washington. A inizio 2022 fu arrestato Lars Findsen, l’uomo che ha guidato entrambe le agenzie di Intelligence danesi, il quale è stato detenuto per oltre un mese con l’accusa di «rivelazione di informazioni altamente riservate dai servizi di intelligence».
Secondo notizie uscite nell’ultimo anno anche il Canada avrebbe un ruolo nell’addestramento di truppe neonaziste ucraine, cosa che è costata le pesanti critiche del centro israeliano di cacciatori di nazisti Simon Wiesenthal.
Un uscito di Yahoo! News uscito settimane prima dello scoppio del conflitto aveva rivelato un programma di addestramento CIA per paramilitari ucraini atto a «uccidere i russi».
La settimana scorsa è tornato al fronte uno dei volti più esposti del Battaglione Azov durante i primi giorni del conflitto, Denys Prokopenko, che era stato catturato dai russi dopo l’assedio dell’acciaieria Azovstal’ a Mariupol’.
Prokopenko, avvenente e telegenico, piaceva molto alle TV italiane, che raccoglievano i suoi messaggi. Una volta catturato finì in TV la moglie, mediaticamente esposta nel perorare la causa del marito anche presso il papa e i deputati di Washington.
L’uomo faceva parte di quei prigionieri tenuti in Turchia, che aveva promesso di non farli uscire fino alla fine del conflitto. I combattenti ucraini potevano ricevere visite e pure, come riportato, il massimo encomio dello Stato ucraino, il premio «Eroe dell’Ucraina», elargito da Zelens’kyj.
La Turchia, dopo un incontro tra Erdogan e Zelens’kyj, non ha mantenuto la parola nell’accordo con la Russia, riconsegnando a Kiev i miliziani, riaccolti in patria come eroi.
In immagini diffuse su Telegram è possibile ora vedere il Prokopenko tra esercitazioni e operazioni.
«La cosa più importante per oggi è che l’esercito ucraino ha preso l’iniziativa strategica in prima linea e sta avanzando ogni giorno, tornare in prima linea è il nostro obiettivo principale», aveva detto a luglio Prokopenko.
Il Battaglione Azov, ora ritenuto da Facebook come non pericoloso, continua a godere di grande popolarità presso il mainstream internazionale.
Come riportato da Renovatio 21, almeno un veterano di Azov ha partecipato ad una sorta di paralimpiade militare tenutasi di recente, con grottesca premiazione a Disney World, tra pupazzi giganti e tatuaggi con il Sonnenrad, il sole nero SS, talvolta coperti, talvolta no.
Le atrocità commesse dal Battaglione Azov sono state sminuite con fastidio da Zelens’kyj durante interviste con TV americane.
Le origini ideologiche naziste (o meglio, ucronaziste) di Azov sono state apertamente e ripetutamente insabbiate sia dagli algoritmi dei social che dall’operato indefinibile dei giornalisti d’Italia e di tutto il mondo, arrivando persino a togliere dal web vecchi articoli che raccontavano la pura verità su svastiche e violenze.
Immagine di 7th Army Training Command via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Geopolitica
Netanyahu esclude la creazione di uno Stato palestinese
Israele non tollererà la nascita di uno Stato palestinese, in quanto il suo obiettivo ultimo sarebbe l’annientamento dell’«unico e solo Stato ebraico», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Tali parole sono state pronunciate domenica a Gerusalemme, in occasione di una conferenza stampa bilaterale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Mentre quest’ultimo ha rinnovato l’impegno di Berlino per la fondazione di un’entità palestinese autonoma, Netanyahu ha espresso un netto dissenso, argomentando che un tale Stato sarebbe «dedito a distruggerci proprio alle nostre porte».
«A Gaza avevano già uno Stato, uno Stato di fatto, e lo hanno usato per tentare di annientare l’unico e solo Stato ebraico», ha proseguito Netanyahu, alludendo all’enclave palestinese controllata de facto dal gruppo armato Hamas.
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Israele, ha precisato il premier, vede una «via per perseguire una pace più estesa con gli Stati arabi» e per «instaurare una pace concreta con i vicini palestinesi», purché non implichi la creazione di un’entità sovrana indipendente.
Netanyahu ha più volte rigettato la formula dei due Stati caldeggiata dal Consiglio di Sicurezza ONU, che contempla un’entità palestinese entro le linee di cessate il fuoco pre-Guerra dei Sei Giorni del 1967, con Gerusalemme Est quale capitale.
Il piano di partizione ONU del 1947 delineava Stati distinti per ebrei e arabi, ma una serie di conflitti successivi consentì a Israele di conquistare gran parte del territorio destinato ai palestinesi.
Il leader israeliano ha rilevato che l’occupazione della Cisgiordania – ritenuta illegittima dal diritto internazionale – continua a essere al centro del dibattito, ma ha lasciato intendere che lo status quo perdurerà nell’immediato futuro.
Il Netanyahu tre mesi fa all’Assemblea Generale ONU aveva ribadito che «uno Stato palestinese non si realizzerà».
Come riportato da Renovatio 21, papa Leone XIV negli scorsi giorni ha dichiarato che uno Stato palestinese è l’unica soluzione al conflitto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
La Danimarca taglia gli aiuti all’Ucraina per la corruzione. Mosca: i crimini di Kiev alla Corte Internazionale
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Geopolitica
Zakharova: l’UE che odia la Russia «è caduta nella follia politica». Il comandante NATO: l’alleanza può «creare dilemmi» a Mosca
Continua l’escalation tra Europa e Russia.
Nel suo consueto briefing con la stampa, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che la Russia sta preparando un pacchetto di misure di ritorsione nel caso in cui l’UE procedesse al furto dei beni russi congelati, come è attualmente oggetto di accese discussioni all’interno dell’UE.
«Qualsiasi azione illegale riguardante i nostri beni statali incontrerà sicuramente una dura risposta… Si sta già lavorando a misure di ritorsione nel caso in cui i beni russi vengano sequestrati, ovvero rubati». La Zakharova ha affermato che questa “strategia inizialmente zoppa e imperfetta, imposta all’intera UE dalla sua ala ostile alla Russia, si è trasformata in follia politica. Il loro desiderio di infliggere danni alla Russia ha la precedenza su tutto il resto… Non può essere classificato come altro che furto».
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L’UE, ha aggiunto, a differenza degli emissari americani Steve Witkoff e Jared Kushner che «cercano risultati, non solo pubbliche relazioni», sta sabotando gli sforzi di pace a ogni passo. «Tutto ciò comporta il rischio di un’ulteriore escalation e incoraggia i neonazisti, e ora i terroristi neonazisti in Ucraina, a commettere nuovi crimini barbari».
Nel frattempo, il Comandante della NATO, Generale Alexus Grynkewich il 4 dicembre in un discorso ai giornalisti presso il quartier generale militare della NATO a Mons, in Belgio, ha suggerito che la NATO potrebbe diventare più «proattiva» in risposta alle presunte minacce ibride russe.
«Le minacce ibride sono un problema reale, e credo che possiamo prevedere che si verificheranno più spesso», ha affermato, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, affermando che alcuni recenti incidenti in Europa sono stati sconsiderati e altri intenzionali e aggiungendo che è importante identificare chi c’è dietro gli incidenti ibridi e che l’Alleanza sapeva che dietro alcuni di essi c’era la Russia. «Pensiamo anche ad essere proattivi… Se la Russia sta cercando di crearci dei dilemmi, allora forse ci sono modi in cui potremmo crearne anche noi a loro», ha affermato, aggiungendo che la NATO è un’alleanza difensiva e «non c’è nulla di offensivo in questo».
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Immagine di Valsts kanceleja/State Chancellery via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 4.0
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