Geopolitica
Riappare Tucker Carlson. Lo hanno licenziato perché sta per partire la guerra totale alla Russia?
Il giornalista televisivo americano Tucker Carlson, ospite della trasmissione giornalistica più seguita del Paese, è riapparso dopo essere stato licenziato dal suo canale, Fox News.
Il licenziamento sarebbe avvenuto d’improvviso lo stesso lunedì, con una telefonata fattagli dai vertici dell’azienda dieci minuti prima che uscisse un comunicato stampa che annunciava che Fox News e Carlson si erano «divisi».
Secondo le prime ricostruzioni, dietro al repentino, e per molti versi inspiegabile, licenziamento ci sarebbero stati Suzanne Scott, la CEO di Fox News, e Lachlan Murdoch, erede dell’impero mediatico britannico-australiano-statunitense presidente di Fox Corporation. Tuttavia, indiscrezioni uscite successivamente dicono che la decisione l’avrebbe presa Rupert Murdoch stesso, il capostipite della famiglia e dominus maximus di Fox.
Fox News, come noto, ha accettato di pagare una cifra vicina agli 800 milioni di dollari ad un’azienda di informatica elettorale che l’aveva portata in tribunale per affermazioni fatte su Fox durante le elezioni 2020.
Non è ancora chiaro il motivo del brutale licenziamento. È emersa una denuncia di una ex dipendente che lavorava nel gruppo di Carlson che avrebbe accusato lo staff di sessismo e antisemitismo. Tuttavia a molti risulti improbabile che sia questa la causa.
La «depiattaformazione» di Carlson è stata festeggiata grandemente dalla sinistra americana (con la giovane deputata Alexandra Ocasio-Cortez che ha dichiarato «le cose belle accadono… depiattaformare funziona!»), dai comici di tarda serata (che sono oramai camerieri del potere incapaci di far ridere) e perfino da membri del Pentagono e dell’apparato militare-industriale, di cui Carlson era divenuto nemico giurato.
Di fatto, Carlson era l’unica voce nel mainstream che si opponesse alla guerra in Ucraina e ai vaccini mRNA, i lockdown e alla transessualizzazione della società. Estremamente popolare nonostante gli attacchi (compresi senatori che, poche settimane fa, chiedevano pubblicamente a Murdoch di interrompere la sua trasmissione), totalizzava con la sua trasmissione dieci volte l’audience della CNN. Come riportato da Renovatio 21, Carlson in questi anni ha affrontato anche tabù che si pensava inscalfibili come il ruolo della CIA nell’assassinio del presidente Kennedy e il ruolo giocato dagli psicofarmaci nelle stragi di massa perpetrate da psicopatici.
La sua trasmissione era divenuta una piattaforma per voci dissonanti, e non è un caso che in uno degli ultimi episodi avesse ospitato lungamente Robert F. Kennedy junior, fresco di candidatura alle primarie democratiche per le presidenziali 2024.
Il programma, seguito da milioni di cittadini, era arrivato ad avere un potere materiale sulla società e sulla politica americana: ciò è apparso chiaro quando, forte delle migliaia di ore di telecamere di sorveglianza fornitegli dal nuovo speaker della Camera Kevin McCarthy, aveva dimostrato che il 6 gennaio non è stata una rivolta violenta, e che il famoso QAnon Shaman era stato addirittura scortato nel palazzo da agenti di polizia che gli aprivano le porte, e che lui poi ringraziava profusamente. Pochi giorni dopo la trasmissione QAnon Shaman, al secolo Jacob Chansley detto Angeli, è stato fatto uscire dal carcere e posto in un’altra struttura.
Ieri sera Carlson è riapparso alle 20, l’ora abituale del suo programma che andava in onda cinque giorni alla settimana, ma su Twitter, dove in un breve video, dove sembra riprendere il suo classico tono catodico, parla per due minuti della situazione degli Stati Uniti, senza fare allusioni dirette al suo futuro, ma lasciando capire che intende a continuare il suo lavoro.
«Buonasera, sono Tucker Carlson», ha esordito forse parodiando il classico saluto della sua ex trasmissione, per poi dire che una delle cose che si nota quando ci si prende un po’ di «tempo libero» è quante brave persone ci siano nel Paese e «quanto siano incredibilmente stupide la maggior parte dei dibattiti che si vedono in televisione. Sono completamente irrilevanti. Non significano niente».
Good evening pic.twitter.com/SPrsYKWKCE
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) April 27, 2023
«Tra cinque anni non ci ricorderemo nemmeno di averli avuti… eppure, allo stesso tempo, gli argomenti innegabilmente grandi – quelli che definiranno il nostro futuro – non sono praticamente discussi affatto. Guerra, libertà civili, scienza emergente, cambiamento demografico, potere delle multinazionali, risorse naturali. Quand’è stata l’ultima volta che hai sentito un dibattito legittimo su uno di questi problemi?»
«Dibattiti del genere non sono consentiti nei media americani», ha continuato Carlson, aggiungendo «Entrambi i partiti politici, e i loro donatori, hanno raggiunto un consenso su ciò che li avvantaggia – e collaborano attivamente per chiudere qualsiasi conversazione al riguardo».
«Improvvisamente gli Stati Uniti sembrano uno stato a partito unico», ha detto Carlson.
Tuttavia, «le nostre attuali ortodossie non dureranno. Sono cerebralmente morte. Nessuno crede loro davvero. La vita di quasi nessuno è migliorata da loro. Questo momento è troppo intrinsecamente ridicolo per continuare, e quindi non lo continuerà».
«Le persone al potere lo sanno, per questo sono isterici e aggressivi. Hanno paura. Hanno rinunciato alla persuasione, ricorrono alla forza. Ma non funzionerà. Quando le persone oneste dicono ciò che è vero, con calma e senza imbarazzo, diventano potenti. Allo stesso tempo, i bugiardi che hanno cercato di metterli a tacere si rimpiccioliscono e diventano più deboli. Questa è la ferrea legge dell’universo: prevalgono le cose vere».
«Dove puoi ancora trovare americani che dicono cose vere?» ha concluso Carlson in quello che è sembrato un annuncio della continuazione del suo lavoro. «Non sono rimasti molti posti, ma ce ne sono alcuni – quanto basta. Finché riesci a sentire le parole, c’è speranza. A presto».
Gli ascolti di Fox News nel frattempo sono crollati, con perdite, nello slot delle ore 20, di circa il 50%. Un disastro che si aggiunge che nel giorno dell’annuncio del licenziamento il titolo di Fox in borsa ha perso valore per la cifra di circa 600 milioni di dollari.
La decisione di liberarsi di Carlson è totalmente antieconomica, e quindi, riteniamo, davvero inquietante.
Di fatto, potrebbe essere il presagio di qualcosa di spaventoso: rimuovere l’unica voce – la più ascoltata – contraria al regime Zelens’kyj (definito da Carlson come un «dittatore dell’Est Europa in tuta da ginnastica») potrebbe significare l’intenzione dei vertici americani di andare verso una guerra aperta, totale contro la Russia: un qualcosa che, comunicatogli dagli alti vertici, potrebbe aver messo Murdoch con le spalle al muro.
La Terza Guerra Mondiale è già messa in cantiere a Washington? Partirà con attacchi diretti della famosa «controffensiva di primavera» ucraina, su cui tanto si sta speculando?
Le notizie fornite ai grandi media in queste ore riguardo ad attacchi alla Russia da parte di Kiev fermati dagli USA e ad attentati a Putin con droni kamikaze fanno parte dell’operazione psicologica per confondere le acque?
Non possiamo saperlo: ma sappiamo che questo è oramai un modo compiutamente più che orwelliano, dove alla stampa non sarà concesso di dire nulla che sia contrario al grande allineamento di potere politico e interesse dei grandi potentati economici mondialisti.
Il senso del Grande Reset che ci stanno infliggendo è tutto qua: nessuna resistenza, nessuna domanda è possibile. Sottomettiti, obbedisci. E domani fai pure da carne da cannone nella guerra termonucleare contro chi ancora non ha ceduto completamente al Nuovo Ordine Mondiale.
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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