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Sorveglianza

«Campi di quarantena» in preparazione negli USA

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Il Dipartimento della Salute dello Stato di Washington  sta pubblicizzando una nuova opportunità di lavoro:  divenire dipendenti  in strutture di quarantena e isolamento che verranno utilizzate per ospitare gli americani che non sono in grado di mettersi in quarantena a casa.

 

Come scrive Summit News, difficile evitare  il timore che il programma possa essere utilizzato per detenere con la forza le persone.

 

L’annuncio «Isolation & Quarantine Team Consultants» offre un impiego «continuo» con uno stipendio fino a 4.286 dollari al mese.

 

Difficile evitare  il timore che il programma possa essere utilizzato per detenere con la forza le persone

La struttura si trova «all’interno di un motel nella contea di Lewis» e i dipendenti avranno il compito di provvedere al «trasporto da e verso la struttura in furgoni che sono stati modificati per separare il flusso d’aria per proteggere il conducente».

 

«I membri del team provvedono a tutti gli aspetti del soggiorno dell’ospite, tra cui la fornitura di servizi di lavanderia, la consegna di prodotti per l’igiene, la consegna di cibi pronti o alimenti per microonde agli ospiti», afferma la descrizione nell’offerta di lavoro.

 

«Le persone che risultano positive al COVID-19 o che sono esposte a qualcuno che risulta positivo sono invitati a isolarsi o mettersi in quarantena (I & Q)lontano da altre persone per 10-14 giorni al fine di ridurre il rischio di trasmissione del virus ad altri», afferma il sito web del Dipartimento della Salute dello stato di Washington.

 

«La maggior parte delle persone è in grado di isolarsi o mettere in quarantena nelle proprie case. Nello Stato di Washington, fornire I & Q è responsabilità delle giurisdizioni locali».

 

«La maggior parte delle persone è in grado di isolarsi o mettere in quarantena nelle proprie case. Nello Stato di Washington, fornire I & Q è responsabilità delle giurisdizioni locali».

«La struttura statale di isolamento e quarantena è stata creata per individui che non sono residenti nello stato di Washington ma viaggiano nel nostro Stato e risultano positivi al COVID-19 o che sono stati esposti a qualcuno che risulta positivo e non ha una residenza o un altro luogo in cui trascorrere il loro periodo di isolamento o quarantena di 10-14 giorni».

 

La pubblicità per le persone che lavorano in strutture di quarantena segue la pubblicazione del CDC all’inizio di questa estate di un documento di pianificazione COVID-19 che suggeriva di trasferire «individui ad alto rischio» in «zone verdi« o «campi» per tenerli lontani dal resto della popolazione.

 

Il documento si chiama «Interim Operational Considerations for Implementing the Shielding Approach to Prevent COVID-19 Infections in Humanitarian Settings» («Considerazioni operative provvisorie per l’implementazione dell’approccio di protezione per prevenire le infezioni da COVID-19 in contesti umanitari») ed è stato originariamente pubblicato sul sito web ufficiale del CDC il 26 luglio 2020.

 

Lo scopo del documento strategico è «ridurre il numero di casi gravi di COVID-19 limitando il contatto tra gli individui a più alto rischio di sviluppare malattie gravi (“alto rischio”) e la popolazione generale (“basso rischio”)».

 

Secondo il CDC, per raggiungere questo obiettivo, «le persone ad alto rischio verrebbero temporaneamente trasferite in zone sicure o “verdi” stabilite a livello di famiglia, quartiere, campo/settore o comunità a seconda del contesto e dell’ambiente. Avrebbero contatti minimi con i membri della famiglia e altri residenti a basso rischio».

 

L’idea dei «campi di concentramento» COVID, ideati per la quarantena o per il contenimento di renitenti alle disposizioni sanitarie, è stata discussa da subito e in alcuni casi realizzata

L’idea dei «campi di concentramento» COVID, ideati per la quarantena o per il contenimento di renitenti alle disposizioni sanitarie, è stata discussa da subito e in alcuni casi realizzata.

 

La Nuova Zelanda ha abbracciato la proposta ancora un anno fa.

 

I lager pandemici hanno fatto capolino in Canada, dove era in discussione da molto tempo.

 

Ad inizio hanno si parlò di strutture di detenzione per dissidenti anche in Germania.

 

L’Australia, Paese non più considerabile come democratico, ha già i suoi campi di quarantena, da cui escono video allucinanti.

 

Incredibile che i Paesi che hanno martellato quotidianamente in tutti i modi le coscienze dei cittadini sugli orrori dei campi di concentramento ora stiano attivamente partecipando alla loro ricostruzione.

 

L’aforisma per cui «chi non conosce la storia, è destinato a ripeterla» è da gettare nel cestino.

 

A quanto pare, invece, «chi conosce la storia, specie quella del III Reich, può trovare un bel manuale di istruzioni»

 

 

 

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Sorveglianza

L’Inghilterra sperimenta sistema di pagamento ferroviario tramite tracciamento smartphone della posizione in tempo reale

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In Inghilterra verrà lanciato un nuovo sistema di tariffe ferroviarie basato sul GPS che monitorerà gli spostamenti dei passeggeri tramite i loro smartphone e addebiterà loro il costo in un secondo momento, eliminando la necessità di acquistare i biglietti in anticipo. Lo riporta Reclaim the Net.

 

Sebbene venga promosso come un passo avanti verso un’esperienza di viaggio più semplice ed efficiente, il sistema si basa fondamentalmente sul monitoraggio della posizione in tempo reale, richiamando l’attenzione sul ruolo crescente della sorveglianza nei servizi pubblici di routine.

 

La sperimentazione è iniziata il 1° settembre sulle tratte ferroviarie dell’East Midlands Railway tra Leicester, Derby e Nottingham. Più avanti nel mese, il servizio sarà esteso ai servizi Northern Rail nello Yorkshire, comprese le fermate di Leeds, Sheffield, Harrogate, Doncaster e Barnsley.

 

Sono disponibili complessivamente 4.000 posti per coloro che si registrano tramite i siti web degli operatori ferroviari. I partecipanti utilizzeranno un’app che genera un codice a barre da scansionare ai tornelli. Una volta scansionato, il GPS del telefono si attiva, registrando gli spostamenti del passeggero durante la giornata.

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Il sistema calcola quindi il costo in base alla distanza percorsa e fattura il costo al passeggero a fine giornata. Gli operatori affermano che la tariffa sarà sempre la più economica possibile per la tratta percorsa.

 

Il ministro delle ferrovie, Lord Peter Hendy, ha descritto l’attuale struttura di biglietteria come «troppo complicata e un ammodernamento che avrebbe richiesto molto tempo per essere adattata al XXI secolo (…) Attraverso queste sperimentazioni stiamo facendo proprio questo, rendendo l’acquisto dei biglietti più comodo, più accessibile e più flessibile (…) Mettendo l’esperienza dei passeggeri al centro del nostro processo decisionale, stiamo modernizzando le tariffe e l’emissione dei biglietti, rendendo più semplice e facile per le persone scegliere il treno», ha affermato.

 

Mentre i funzionari continuano a presentare il progetto come una vittoria in termini di praticità e prezzo, la tecnologia introduce un nuovo livello di sorveglianza di routine in un ambiente di transito già ricco di dati.

 

La preoccupazione maggiore non riguarda solo la tecnologia in sé, ma la facilità con cui questo tipo di monitoraggio sta diventando routine. Per andare da A a B, ora è necessario generare un registro dettagliato di dove si va, quando si va e con quale frequenza.

 

Questi dati si accumulano rapidamente e non restano archiviati in un silos. Possono essere associati a nomi, comportamenti, schemi e persino alle persone con cui si viaggia. Con la diffusione di questo tipo di sistema, diventa sempre più difficile evitare un monitoraggio costante negli spazi pubblici.

 

Non esiste inoltre una linea chiara su come verranno gestiti questi dati. Chi ne avrà accesso, per quanto tempo verranno conservati e per quali altri scopi potrebbero essere utilizzati sono tutte questioni aperte.

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L’idea è tutta una questione di praticità, ma saltare la coda per i biglietti potrebbe comportare la rinuncia al controllo su dove finiscono i propri dati. Una volta registrata la cronologia delle posizioni, difficilmente rimane memorizzata. Può essere condivisa, analizzata e integrata in sistemi che vanno ben oltre i viaggi in treno.

 

Si tratta di un passo ulteriore verso una società della biosorveglianza totale, di cui è stato un prodromo la pandemia, con vari esempi (in primis, l’Australia), tra cui, sembra, qualche comune italiano, che hanno utilizzato le capacità geolocalizzative degli smartphone per tracciare gli spostamenti fuori casa, allora proibiti, dei cittadini.

 

Ora, con la scusa dei viaggi in regalo, si attirano gli avventati nella trappola del controllo totale. Il lettore di Renovatio 21 sa che sarà probabilmente lo stesso con l’euro digitale, il cui lancio è sempre più imminente.

 

«There is no such thing as free cheese» dice un detto anglofono: non esiste una cosa come il formaggio gratis. Cioè, secondo la saggezza murina che manca ai molti roditori come a molti umani, se il formaggio è gratis, probabilmente è una trappola.

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Immagine di Simon via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

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Pensiero

Massacro trans di bambini, ecco lo stragista ideale dei «conservatori». Per un futuro di sorveglianza totale

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Erano passate poche ore dal massacro di Minneapolis che già fioccavano in rete teoria di tutti i tipi. Et pour cause: come è stato notato da molti, non era mai accaduto che emergessero così tante informazioni su uno stragista scolastico.   Ricordiamo il caso del Tennessee: ci sono voluti mesi e mesi prima che il famigerato «manifesto» dell’assassina transessuale Audrey Hale fosse pubblicato – e pubblicato perché trapelato in barba alle forze dell’ordine. E invece qui i diari del mostro sono subito fruibili, persino in formato video. C’è tutto, disegni, scritti, meme, confessioni… ogni cosa è subito in chiaro, in tutta la sua portata allucinante.   Alcuni notano ancora la differenza che vi è tra il caso di Robert Westman e di Thomas Matthew Crooks, il coetaneo che sparò al candidato presidente Donald Trump durante il comizio di Butler in Pennsylvania. Del Crooks non si sa ancora nulla: caso più unico che raro di ventenne che non ha una vera traccia su internet, né social media né altro. Curioso.

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Qualcuno specula di un nuovo caso MK-Ultra, dicendo che il programma di controllo mentale della CIA non è mai stato veramente fermato. Puntano il dito contro il padre del massacratore, James, che lavorerebbe per ESRI, produttore di un software di Intelligence geospaziale (cioè, satelliti) usato anche dalla CIA.   Il padre racconta che il ragazzo avrebbe avuto una delusione d’amore recente. La madre – che aveva lavorato proprio per la scuola della strage – invece ha rifiutato di collaborare con la polizia, e ora si sarebbe data alla macchia, rendendosi latitante. Secondo fonti del giornalista indipendente Andy Ngo, a spingere per la transessualizzazione di Robert sarebbe stato più il padre che la madre, definita come «cristiana devota», che sarebbe stata in qualche modo indotta a firmare per la «transizione» sessuale del figlio.   La realtà è che, al di là dei tantissimi dettagli contingenti che continuano ad affiorare, vi sono elementi che rendono il caso un vero e proprio ideale per i conservatori americani – o meglio, per i neocon.   Ci ha riflettutto sopra Kim Iversen, giornalista americana di origini scandinavo-vietnamite, un tempo considerabile come moderata, ora piuttosto lanciata su temi come quello di Israele e della sua totale influenza sugli USA – la bella Kim, per coincidenza, ha subito in questi ultimi giorni un furto di identità, con un’auto comprata a suo nome, nonché una misteriosa effrazione in casa sua mentre stava registrando una puntata del suo show YouTube.   Incurante di tutto, la Iversen mette in fila un po’ di spunte che fanno quasi pensare che si tratti di una figura desiderabile per la propaganda del vecchio conservatorismo USA: l’assassino è trans, e la demonizzazione della classe certo non dispiace ai conservatori vecchio stile; l’assassino scrive in cirillico, pare quindi avere simpatia per la Russia, nemico immortale dei neocon; l’assassino scrive su fucili e caricatori messaggi contro lo Stato Ebraico («Israele deve cadere», ad esempio) e la narrativa dell’«olocausto» («6 milioni non erano abbastanza»): ed ecco una leva interessante contro la nuova destra americana, i MAGA, che a differenza dei conservatori non sembra avere più riflessi pavloviani pro-Israele.   Insomma: lo Westman parrebbe quasi un babau concepito per la propaganda neocon, sempre più disperata per il fatto di aver perduto completamente il favore verso Israele del popolo di sinistra in America e di buona parte di quello della destra. Forse per questo, dicono alcuni, a Gaza accelerano: sanno di avere poco tempo, quando la generazione dei boomer morirà, non resterà in Occidente più nessun appoggio per lo Stato Giudaico…   Sono annotazioni, analisi, speculazioni. Tuttavia altri rilievi usciti dopo il massacro sono invece certezze.   La strage dei bambini cattolici di Minneapolis avrebbe potuto essere evitata se fosse stato installato uno strumento di rilevamento delle minacce basato sull’intelligenza artificiale, ha dichiarato mercoledì a Fox News – la TV dei conservatori americani, il canale tramite il quale necon portarono gli USA alla guerra in Iraq – proprio un ex agente delle forze speciali israeliane.   Parlando della sua piattaforma GIDEON, il fondatore Aaron Cohen ha affermato che l’attacco alla scuola cattolica dell’Annunciazione, in cui sono morti due bambini, non sarebbe mai avvenuto se le forze dell’ordine avessero utilizzato il suo software di polizia predittiva.    

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«Sto per lanciare la prima piattaforma di rilevamento delle minacce tramite intelligenza artificiale di GIDEON America, creata appositamente per le forze dell’ordine», ha affermato Cohen, aggiungendo: «Esamina Internet 24 ore su 24, 7 giorni su 7, utilizzando un’ontologia di livello israeliano per estrarre un linguaggio di minaccia specifico e poi lo indirizza alle forze dell’ordine locali».   «È un detective attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non dorme mai e ci aiuterà a fronteggiare questi attacchi», ha aggiunto Cohen.   Cohen ha descritto GIDEON come «il primo sistema di intelligenza artificiale in tempo reale progettato per rilevare le minacce online prima che si trasformino in attacchi. Reti anonime che segnalano il comportamento e prevedono il pericolo».   Su YouTube è caricato un video che ne spiega funzionamento e potenzialità.  

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Secondo quanto è dato di capire, il sistema analizza l’intera rete Internet aperta, inclusi Reddit, Discord, chat dei videogame e blog marginali, alla ricerca di segnali d’allarme chiave come «accumulo di lamentele, linguaggio da martire, pianificazione tattica, scouting scolastico e indottrinamento estremista».   È stata notata la simiglianza di tale piattaforma di polizia predittiva con il rilevamento delle minacce pre-crimine in stile Minority Report, film che partiva dagli incubi distopici del romanziere Philip K. Dick per descrivere una società dove i reati sono puniti prima ancora che avvengano.   Il fatto è che questo GIDEON non è l’unico software di questo tipo: più grande, ed esperto, è Palantir, programma di cui recentemente si parla moltissimo per descrivere l’influenza che il Venture Capitalist Peter Thiel (creatore con Elon Musk di PayPal) eserciterebbe occultamente sul governo Trump, a partire dal vicepresidente JD Vance, che aveva lavorato in un fondo dello stesso Thiel e la cui carriera politica sarebbe stata da questi promossa.   Secondo i critici, il Thiel da anni agirebbe in fusione con spezzoni dello Stato profondo, in ispecie militare, americano. Alcuni quindi si spingono a dire che vi sarebbe una sorta di golpe di Palantir in atto in USA, con una società di sorveglianza AI ad occupare sempre più largamente le stanze dei bottoni. Con questa idea un ragazzo si era dato fuoco a Nuova York fuori dal tribunale che stava processando l’allora candidato presidente Trump.   Al di là degli allarmi, la meccanica dietro alle grandi stragi – lo abbiamo imparato con amarezza dall’11 settembre 2001, e poi ancor di più con la pandemia – pare la medesima: ad un evento pauroso lo Stato risponde con maggior controllo sul cittadino, che a questo punto è pienamente giustificato dal pericolo, al punto da passare sopra alle Costituzioni dei Paesi sedicenti democratici.   Qualcuno ha cominciato a chiamarlo «liberalismo emergenziale», in realtà sarebbe più giusto definirlo più semplicemente biototalitarismo, perché abbiamo appreso che esso intende estendersi in ogni dimensione dell’esistenza umana, persino – pensate a vaccino e green pass – a livello biomolecolare, subcellulare, genetico, cioè al controllo della base stessa della vita

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Ancora nel 2020 Renovatio 21 ricordava come il leader del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab avesse pubblicato un libro di 195 pagine, COVID-19: The Great Reset, nel quale, sulla scorta di una frase attribuita a Winston Churchill, incoraggiava gli industriali e chi ricopre ruoli decisionali a «fare buon uso della pandemia, non lasciando che questa crisi vada sprecata».   Diviene chiaro, quindi, che – sempre all’interno della triade tesi-antitesi-sintesi dell’idealismo di Hegel, sempre caro alle élite – chi produce crisi produce anche opportunità.   Chi produce massacri, crea la possibilità di manipolazione sociale – specie verso il controllo capillare dell’essere umano.   In fondo, non è così difficile da capire. Certo, realizzarlo, ad un certo punto, è angosciante e mostruoso. Ma questo è il tempo che ci è stato dato da vivere. E tirarsi indietro non solo non è possibile, ma è proprio quello che vogliono i commendatori del sacrificio umano.   Roberto Dal Bosco

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Immagine da Twitter; modificata
     
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Internet

Il nuovo aggiornamento di Instagram eroderà ulteriormente la vostra privacy

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I nuovi aggiornamenti di Instagram sono ritenuti come problematici per la privacy degli utenti. Lo riporta Reclaim The Net.

 

Meta sta lanciando tre nuovi aggiornamenti del social network basato su immagini. Uno di questi «porta la piattaforma in un territorio che dovrebbe far scattare un serio campanello d’allarme per chiunque tenga alla privacy», scrive il sito.

 

Le prime due modifiche sono relativamente innocue: una nuova opzione per ripubblicare i Reel pubblici e una scheda «Amici» che mostra i post che i tuoi contatti hanno apprezzato o commentato.

 

La terza è molto più invasiva: la nuova «Friend Map» di Instagram, un sistema di tracciamento in tempo reale che ti consente di condividere la tua posizione esatta con i contatti scelti e di vedere a tua volta la loro.

 

«Meta lo presenta come un modo per “restare aggiornati con gli amici”, ma il suo vero valore è per l’azienda, non per te» nota Reclaim The Net.

 

La funzionalità rispecchia la «Snap Map» di Snapchat (società che in passato ha accusato Facebook di copiare le sue funzioni) e verrà introdotta inizialmente negli Stati Uniti prima di essere lanciata a livello globale.

 

«A differenza di un incontro per un caffè, questo tipo di “connessione” significa fornire a Meta un feed costante su dove ti trovi, quando ci sei e con quale frequenza ci vai» scrive RTN.

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Se attivata, la Friend Map utilizza il GPS del telefono, insieme a segnali Bluetooth e Wi-Fi, per determinare la tua posizione. Se hai già taggato la tua posizione in post o Storie, potresti aver già dato i permessi necessari. Reel, Storie e post taggati possono apparire sulla mappa per 24 ore, insieme alle «Note» dei follower condivisi.

 

Instagram specifica che la condivisione della posizione è inizialmente disattivata all’apertura della mappa, ma non è chiaro se successivamente verrà chiesto di riattivarla. Una volta concessi i permessi, l’app potrebbe accedere alla tua posizione ogni volta che la usi.

 

Rivelare la propria posizione in tempo reale è uno dei dati più rivelatori che si possano condividere online. Rivela la propria casa, il proprio posto di lavoro, le proprie abitudini quotidiane e i luoghi che si visitano più spesso. Queste informazioni sono una miniera d’oro per gli inserzionisti, che possono tracciare le proprie abitudini per proporre prodotti mirati, e per i governi, che possono utilizzarle senza mandato se pubblicate pubblicamente.

 

È stato notato che esiste quindi anche una minaccia concreta dello stalking. Le organizzazioni che si occupano di violenza domestica avvertono da tempo che il monitoraggio della posizione in tempo reale è uno strumento potente a disposizione degli aggressori per monitorare e controllare le vittime. La normalizzazione di questo tipo di sorveglianza aumenta ulteriormente i rischi, soprattutto per i bambini.

 

«Se ti viene chiesto di abilitare la Mappa Amici, rifiuta» scrive RTN, che dà istruzioni su come disattivarla:

 

Su Instagram:

Vai a Messaggi.
Tocca “Mappa” in alto.
Apri Impostazioni.
Selezionare “Nessuno” e confermare.
Sul tuo dispositivo:

iOS: in Privacy e sicurezza, rimuovi l’accesso alla posizione di Instagram o disattiva “Condividi la mia posizione”.

Android: nelle impostazioni di localizzazione, rimuovi l’autorizzazione di Instagram o disattiva completamente i servizi di localizzazione.

 

Non si tratta di una singola funzionalità. Fa parte di una spinta costante delle Big Tech per normalizzare la condivisione di una quantità sempre maggiore di dati personali, con il pretesto di «connessione» e «comodità».

 

La vostra posizione è preziosa e mantenerla riservata è uno dei modi più efficaci per proteggervi da sorveglianza, tracciamento e profilazione.

 

«Non è necessario fornire a Meta una mappa in tempo reale della tua vita per rimanere vicino ai tuoi amici. Rifiutare questo tipo di tracciamento non è solo una scelta personale, ma è anche una presa di posizione contro la costante erosione della privacy digitale».

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Immagine di Santeri Viinamäki via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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