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Geopolitica

429° giorno di guerra

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– L’Ucraina sarebbe pronta per una controffensiva: le truppe stanno aspettando la decisione del comando, ha detto il ministro della Difesa ucraino Alexej Reznikov.

 

– Zelens’kyj: libereremo sicuramente la Crimea, quando avvicineremo i russi scapperanno.

 

– L’Ucraina ha chiesto alla Polonia e alla UE di riprendere le importazioni agricole e il transito di prodotti agricoli. Il rappresentante del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko ha affermato di aver presentato note all’ambasciata polacca e alla delegazione della UE in Ucraina sull’inaccettabilità della situazione relativa alle restrizioni commerciali all’importazione di prodotti agricoli ucraini.

 

– Eni avvia la produzione di GNL in Congo. Martedì Eni e il governo della Repubblica del Congo hanno lanciato un progetto di liquefazione del gas da 5 miliardi di dollari che dovrebbe raggiungere una capacità produttiva di 3 milioni di tonnellate all’anno nel 2025. Il progetto rientra nella strategia italiana per ridurre la dipendenza dalla Russia. Ad agosto, Eni ha acquisito un impianto di liquefazione galleggiante per produrre ed esportare GNL dal Congo e ha dichiarato di voler rendere operativo l’impianto nella seconda metà del 2023.

 

– Sui canali russi sono apparsi video di semoventi M109 che transitano dalla stazione di Verona. I russi suggeriscono che siano diretti in Ucraina. La circostanza è impossibile da verificare.

 

– Vladimir Putin non potrà entrare in Moldavia, ha detto il primo ministro Dorin Recean. Secondo lui, esiste un elenco di persone a cui è vietato l’ingresso in Moldavia, ma è ancora segretato. Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha risposto al divieto di ingresso in Moldavia ai funzionari russi, affermando che nessuno vuole andarci, e che non esiste più questo Paese.

 

– Le rilevazioni di aprile indicano che in Russia l’inflazione si attesta stabilmente sotto il 3%. Ricordiamo che i tassi di sconto della Banca Centrale sono ancora fermi al 7,5%.

 

– Mikhail Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, dice che la guerra è scoppiata a causa della politica dei paesi occidentali che hanno indotto l’Ucraina a rinunciare alle armi nucleari.

 

– Un centro culturale russo è stato incendiato a Cipro. Secondo quanto riferito, persone non identificate hanno lanciato bottiglie molotov contro l’edificio del centro di cultura e scienza nella città di Nicosia.

 

– La Gran Bretagna non è obbligata a partecipare all’eliminazione delle conseguenze dell’uso di proiettili con uranio impoverito, che Londra fornisce a Kiev, ha detto il vice ministro della Difesa britannico James Heappey. Ha detto che ora le munizioni sono controllate dalle forze armate ucraine e il ministero della Difesa britannico non controlla i luoghi in cui vengono utilizzate le munizioni all’uranio impoverito.

 

– La controffensiva che tarda – Perché la controffensiva ucraina tarda? Ecco le ragioni principali secondo CNN.
1) la linea di difesa russa. «I russi hanno avuto quasi 6 mesi per costruire un complesso di difesa. Sfondarlo sarà un’enorme impresa». La difesa russa è costituita da «fossati anticarro, barriere, campi minati e trincee che si estendono per centinaia di miglia lungo il tortuoso fronte meridionale». Le immagini satellitari confermano i timori dei giornalisti occidentali, mostrano «migliaia di posizioni difensive su un vasto territorio» nella parte Sud-Est della regione di Zaporozhye. 2) La seconda ragione è la mancanza dell’elemento sorpresa. «Le autorità ucraine hanno riconosciuto che, a differenza della riconquista di parte della regione di Kharkiv nello scorso settembre, potrebbero non avere l’elemento sorpresa in una controffensiva più ampia». 3) La terza ragione è il vantaggio dell’esercito russo nell’aria. «Questo potrebbe essere fondamentale per rallentare l’avanzata dell’Ucraina».

 

– Il comandante in capo delle Forze Armate alleate della NATO in Europa, il generale americano Christopher Cavoli, ha affermato che oltre il 98% di attrezzature militari promesse è già stato consegnato a Kiev. A sua volta, il consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino Mikhail Podolyak ha affermato che «Kiev dubita della valutazione del Pentagono che l’Ucraina abbia ricevuto oltre il 98% delle attrezzature militari promesse dall’Occidente».

 

– Il deposito petroliero di Sebastopoli in fiamme. Nell’attacco sono state danneggiate quattro petroliere. Le operazioni di spegnimento si prolungheranno almeno fino a sera.

 

– Accordo fra la commissione UE e 5 paesi dell’est Europa. Questi revocheranno i divieti all’importazione del grano ucraino in cambio di 100 milioni di sussidi comunitari ai loro agricoltori.

 

– Ministro degli Esteri cinese: per quanto sia complicata la crisi ucraina, deve essere risolta attraverso negoziati. Il colloquio tra Xi Jinping e Zelensky è un passo importante verso la risoluzione politica del conflitto.

 

– È di 23 morti, compresi 6 bambini, il bilancio finale della distruzione di un condominio nella città da Uman’ (Ucraina centrale) provocata dall’attacco missilistico russo di venerdì sera.

 

– Soldati russi al fronte

 

– A Nikolaev è mancata la corrente elettrica e gas dopo l’attacco notturno dei missili Kalibr.

 

– Stoltenberg: I paesi della NATO hanno completato l’addestramento e hanno armato oltre 9 brigate delle forze armate dell’Ucraina. Inoltre i paesi della NATO hanno fornito il 98% dell’assistenza promessa all’Ucraina, inclusi 1.550 veicoli corazzati, 230 carri armati e enormi quantità di munizioni.

 

Bloomberg: le UE valuta di concedere deroghe alla disciplina di bilancio ai paesi membri che faranno investimenti straordinari nella produzione di munizioni.

 

– La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione che obbliga le autorità a rivelare i dati sul numero di militari statunitensi in Ucraina.

 

– Erdogan e Putin hanno avuto una conversazione telefonica, ha riferito il canale televisivo turco TRT. I media turchi pubblicano le foto di Erdogan, che, secondo loro, sono state scattate durante la conversazione con Putin.

 

– Erdogan e Putin partecipano online alla cerimonia di consegna del combustibile nucleare alla centrale nucleare di Akkuyu.

 

Washington Post: l’Intelligence americana nota che alcuni stati, tra cui Brasile, Egitto, India e Pakistan, non sono inclini a sostenere Washington nel confronto con Mosca e Pechino. Questa informazione sarebbe tratta da leak di documenti super segreti.

 

– Il Brasile ha rifiutato di inviare munizioni alla Germania per il loro successivo trasferimento all’Ucraina, per non diventare parte del conflitto militare, ha affermato il presidente brasiliano Luis Inácio Lula da Silva.

 

– Missili Kalibr in partenza dal Mar Nero.

 

– Le autorità polacche hanno sfrattato con esecuzione forzata la scuola dell’ambasciata russa a Varsavia. La Russia protesta denunciando una violazione della Convenzione di Vienna.

 

– Una modifica legislativa consente all’esercito russo di impiegare i coscritti nelle missioni estere di mantenimento della pace (tale non è la guerra in Ucraina).

 

– L’Unione europea ha investito sia nell’invio di armi a Kiev sia nel sostegno ai rifugiati «miliardi in più del previsto», secondo Bloomberg. Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia stanno gradualmente riducendo gli aiuti economici e invitano gli ucraini ad andare a lavorare.

 

– L’Ucraina ha rispettato tutte e sette le raccomandazioni della Commissione Europea per il paese candidato all’Unione Europea e si aspetta un rapporto dalle autorità europee entro la fine della primavera, ha detto il primo ministro ucraino Denis Shmygal.

 

– L’orrore di Bakhmut continua

 

– La Merkel dice da avere usato «ogni mezzo a sua disposizione» per cercare di prevenire l’attuale conflitto in Ucraina. Fra l’altro afferma di aver «parlato molto» con Poroshenko e Zelensky per indurli ad attuare i protocolli di Minsk, ma senza successo.

 

– Ucraina e Pakistan stringono la loro partnership militare. In cambio della fornitura di proiettili a Kiev, l’Ucraina fornirà a Islamabad motori e pezzi di ricambio per elicotteri Mi-17. Secondo the Economic Times, è stato firmato un contratto per un valore di 1,5 milioni di dollari. Ucraina e Pakistan hanno stretti legami militari e industriali. Tra il 1991 e il 2020, i paesi hanno stipulato contratti di armi per un valore di quasi 1,6 miliardi di dollari.

 

– Secondo il New York Times gli USA hanno fornito all’Ucraina rilevatori di radiazioni che dovrebbero servire a rilevare l’uso, da parte dei Russi, di armi nucleari.

 

– «Questa è Bakhmut. Questa è Bakhmut. Ecco»

 

– Il vice primo ministro russo Marat Khusnullin ha visitato Artiomovsk e ha dichiarato che in futuro la città sarà ricostruita.

 

– Decreto di Putin: i residenti dei «nuovi territori» che non hanno preso la cittadinanza russa possono essere espulsi se vengono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale.

 

– Secondo il canale russo di opposizione Brief in Russia, dopo un anno di sostanziale stabilità, potrebbero crescere i prezzi della benzina causa la pressione del fisco sulle aziende energetiche che vedono ridursi anche i profitti dell’export.

 

– L’ Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato una risoluzione che definisce «genocidio» la «deportazione in Russia di bambini» ucraini.

 

– Missile russo colpisce Nikolaev.

 

– Finché la Crimea fa parte della Russia, il sistema politico russo non vacillerà, ha dichiarato il leader dell’opposizione russa Garry Kasparov. «Sono illusioni che in Russia ci siano alcune possibilità per una divisione nelle élite, che il regime può in qualche modo vacillare, che ci sarà una sorta di resistenza, indignazione della gente: finché Putin controlla la Crimea, niente di tutto ciò accadrà».

 

– L’inviato speciale dell’UE per le sanzioni David O’Sullivan dopo aver incontrato il presidente uzbeko Mirziyoev, dice di aver ricevuto la promessa che l’Uzbekistan non aiuterà la Russia ad aggirare le sanzioni.

 

– La Russia ha sostenuto il prolungamento della vita operativa della Stazione Spaziale Internazionale fino al 2028. L’anno scorso il capo di Roskosmos aveva comunicato il ritiro dal progetto nel 2024.

 

– Zelens’kyj in un’intervista ha dichiarato che porta sempre una pistola e sa come usarla, nel caso in cui l’esercito russo voglia farlo prigioniero.

 

– I ministri della Difesa russo e cinese hanno discusso questioni di reciproco interesse a margine della riunione dei ministri della difesa degli stati membri della SCO a New Delhi.

 

– Giovedì un tribunale del Kirghizistan, ha ordinato la chiusura della filiale locale di Radio Free Europe/Radio Liberty, finanziata dagli Stati Uniti, i cui rappresentanti hanno criticato la sentenza definendola «oltraggiosa».

 

– Alcuni mezzi corazzati russi, fra cui un T90 ed un BMP-3, sono stati avvistati negli Stati Uniti, a cui sono stati forniti presumibilmente per motivo di studio dalle forze ucraine che li hanno catturati.

 

– Il Presidente russo Vladimir Putin ha visitato ieri il nuovo parco industriale Rudnevo, che fa parte della zona economica speciale Technopolis a Mosca.
Accompagnato dal sindaco della capitale, Sergej Sobjanin, il presidente ha preso conoscenza della costruzione della zona industriale, ha visitato l’officina di produzione dei droni ed esaminato il modello del parco industriale assieme a una mostra di produttori e operatori di sistemi aerei senza pilota. Nel nuovo parco industriale Rudnevo, la cui costruzione è stata avviata alla fine del 2020, oggi è in corso la formazione di un cluster di velivoli senza pilota: il Centro federale per i sistemi aerei senza pilota. Sono già stati costruiti 18 edifici di produzione con una superficie totale di 120.000 metri quadrati, compresa la produzione pilota e un ufficio di progettazione. 17 aziende dispiegheranno le loro strutture nel sito industriale, la maggior parte delle quali produrrà droni di varie classi.

 

– Putin firma la legge che limita la vendita dei vaporizzatori in Russia. Vietati ai minorenni, limitata la pubblicità, prezzo minimo fissato per decreto e divieto di aggiunta di aromi che possano aumentare la dipendenza.

 

ANSA: archiviata l’inchiesta sul caso Metropol, cioè la presunta trattativa tenutasi al prestigioso hotel di Mosca in un meeting dell’ottobre 2018, tra Gianluca Savoini (il presidente dell’associazione Lombardia-Russia), altri due italiani e tre presunti intermediari russi riguardo un commercio di petrolio che, stando alle accuse lette sui giornali, avrebbe dovuto essere finalizzato ad alimentare con 65 milioni di dollari le casse della Lega. Il GIP di Milano che ha accolto la richiesta dei PM archiviando le posizioni dei tre italiani, che erano indagati per corruzione internazionale.

 

 

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia e Intel Slava Z.

 

 

 

Immagine da Telegram

 

 

 

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Geopolitica

Birmania, ancora scontri al confine, il ministro degli Esteri tailandese annulla la visita al confine

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Il primo ministro Sretta Thavisin ha rinunciato alla visita, ma ha annunciato la creazione di un comitato ad hoc per gestire la situazione. Nel fine settimana, infatti, si sono verificati ulteriori combattimenti lungo la frontiera tra Myanmar e Thailandia e migliaia di rifugiati continuano a spostarsi da una parte all’altra del confine. Per evitare una nuova umiliazione l’esercito birmano ha intensificato i bombardamenti.

 

Il primo ministro della Thailandia Sretta Thavisin questa mattina ha cancellato la visita che aveva in programma a Mae Sot, città al confine con il Myanmar, e ha invece mandato al suo posto il ministro degli Esteri e vicepremier Parnpree Bahidda Nukara.

 

Nei giorni scorsi era stata annunciata la creazione di «un comitato ad hoc per gestire la situazione derivante dai disordini in Myanmar», ha aggiunto il premier. «Sarà un meccanismo di monitoraggio e valutazione» che avrà come scopo quello di «analizzare la situazione complessiva» e «dare pareri e suggerimenti per gestire in modo efficace la situazione».

 

La Thailandia, dopo i ripetuti fallimenti da parte dell’ASEAN (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) di far rispettare l’accordo di pace in Myanmar, sta cercando di evitare che un esodo di rifugiati in fuga dalla guerra civile si riversi sui propri confini proponendosi come mediatore. «Il ruolo della Thailandia è quello di fare tutto il possibile per aiutare a risolvere il conflitto nel Paese vicino, e un ruolo simile è atteso anche dalla comunità internazionale», ha dichiarato ieri il segretario generale del primo ministro Prommin Lertsuridej.

 

Durante il fine settimana si sono verificati ulteriori scontri a Myawaddy (la città birmana dirimpettaia di Mae Sot), nello Stato Karen, tra le truppe dell’esercito golpista e le forze della resistenza, che hanno strappato il controllo della città ai soldati, grazie anche al cambio di bandiera della Border Guard Force, che, trasformatasi nell’Esercito di liberazione Karen (KLA), è passata a sostenere la resistenza e sta combattendo per la creazione di uno Stato Karen autonomo.

 

Giovedì scorso, l’Esercito di Liberazione Nazionale Karen (KNLA, una milizia etnica da non confondere con il KNA) aveva annunciato di aver intercettato l’ultimo gruppo di militari rimasto, il battaglione di fanteria 275. Alla notizia, l’esercito ha risposto con pesanti bombardamenti, lanciando l’Operazione Aung Zeya (dal nome del fondatore della dinastia Konbaung che regnò in Birmania nel XVIII secolo), nel tentativo di riconquistare Myawaddy ed evitare così un’altra umiliante sconfitta.

 

The Irrawaddy scrive che l’aviazione birmana ha sganciato nei pressi del Secondo ponte dell’amicizia (uno dei collegamenti tra Mae Sot e Myawaddy) circa 150 bombe, di cui almeno sette sono cadute vicino al confine thailandese dove sono di stanza le guardie di frontiera. Si tratta di una tattica a cui l’esercito birmano sta facendo ricorso sempre più frequentemente a causa delle sconfitte registrate sul campo a partire da ottobre, quando le milizie etniche e le Forze di Difesa del Popolo (PDF, che fanno capo al Governo di unità nazionale in esilio, composto dai deputati che appartenevano al precedente esecutivo, spodestato con il colpo di Stato militare) hanno lanciato un’offensiva congiunta. Una tattica realizzabile, però, solo grazie al continuo sostegno da parte della Russia. Fonti locali hanno infatti dichiarato che gli aerei e gli elicotteri «utilizzati per bombardare i villaggi e per consegnare rifornimenti e munizioni» a «circa 10 chilometri dal confine tra Thailandia e Myanmar» erano «tutti russi».

 

Bangkok è stata presa alla sprovvista dalla situazione. Sabato un proiettile vagante ha colpito il retro di una casa sulla parte thailandese del confine, senza ferire nessuno, ma l’episodio ha costretto il Paese a rafforzare le proprie difese di confine, aumentando i controlli su coloro che attraversano i due ponti che collegano Myawaddy e Mae Sot, al momento ancora aperti.

 

La polizia thai ha anche arrestato 15 birmani e due thailandesi che stavano cercando di fuggire in Malaysia in cerca di migliori opportunità di lavoro. Il gruppo ha raccontato di aver valicato il confine a Mae Sot grazie all’aiuto di intermediari. Viaggi di questo tipo rischiano di diventare sempre più frequenti con l’esacerbarsi della violenza in Myanmar, sostengono gli esperti, i quali si aspettano un prosieguo dei combattimenti, almeno finché non comincerà la stagione delle piogge, che ogni anno pone un freno agli scontri.

 

Ma la Thailandia ha anche inviato aiuti in Myanmar (sebbene tramite enti gestiti dai generali) e attivato una risposta umanitaria a Mae Sot. Il Governo di unità nazionale in esilio ha ringraziato Bangkok per aver fornito riparo e assistenza ai rifugiati, prevedendo tuttavia ulteriori sfollamenti. Almeno 3mila persone – perlopiù anziani e bambini – hanno varcato il confine solo nel fine settimana, ha dichiarato due giorni fa il ministro degli Esteri Parnpree Bahidda Nukara, ma circa 2mila sono tornati a Myawaddy lunedì.

 

Il mese scorso Parnpree aveva annunciato che il Paese avrebbe potuto ospitare fino a 10mila rifugiati birmani a Mae Sot e dintorni.

 

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Geopolitica

L’Iran minaccia ancora una volta di spazzare via Israele

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha minacciato Israele di annientamento se tentasse di attaccare nuovamente l’Iran.   Raisi è arrivato in Pakistan lunedì per una visita di tre giorni. Martedì ha parlato delle recenti tensioni tra Teheran e Gerusalemme Ovest in un evento nel Punjab.   «Se il regime sionista commette ancora una volta un errore e attacca la terra sacra dell’Iran, la situazione sarà diversa, e non è chiaro se rimarrà qualcosa di questo regime», ha detto Raisi all’agenzia di stampa statale IRNA.   Israele non ha mai riconosciuto ufficialmente un attacco aereo del 1° aprile sul consolato iraniano a Damasco, in Siria, che ha ucciso sette alti ufficiali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). Teheran ha tuttavia reagito il 13 aprile, lanciando decine di droni e missili contro diversi obiettivi in ​​Israele.   L’Iran si è scrollato di dosso una serie di esplosioni segnalate vicino alla città di Isfahan lo scorso venerdì, che si diceva fossero una risposta da parte di Israele. Lo Stato degli ebrei non ha riconosciuto l’attacco denunciato, pur criticando un ministro del governo che ne ha parlato a sproposito. Teheran ha scelto di ignorarlo piuttosto che attuare la rapida e severa rappresaglia promessa.   La Repubblica Islamica ha promesso in più occasioni di spazzare via, distruggere o annientare il «regime sionista», espressione con cui spesso chiama Israele.

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Martedì, parlando a Lahore, il Raisi ha promesso di continuare a «sostenere onorevolmente la resistenza palestinese», denunciando gli Stati Uniti e l’Occidente collettivo come «i più grandi violatori dei diritti umani», sottolineando il loro sostegno al «genocidio» israeliano a Gaza.   Nel suo viaggio diplomatico il Raisi ha promesso di incrementare il commercio iraniano con il Pakistan portandolo a 10 miliardi di dollari all’anno. Le relazioni tra i due vicini sono difficili da gennaio, quando Iran e Pakistan hanno scambiato attacchi aerei e droni mirati a “campi terroristici” nei rispettivi territori.   Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni Teheran ha dichiarato pubblicamente di sapere dove sono nascoste le atomiche israeliane. Nelle scorse settimane lo Stato Ebraico aveva dichiarato di essere pronto ad attaccare i siti nucleari iraniani.   Negli ultimi mesi l’Iran ha accusato Israele di aver fatto saltare i suoi gasdotti. Hacker legati ad Israele avrebbero rivendicato un ulteriore attacco informatico al sistema di distribuzione delle benzine in Iran.   Sei mesi fa l’Iran ha arrestato e giustiziato tre sospetti agenti del Mossad. All’ONU il ministro degli Esteri iraniano aveva dichiaato che gli USA «non saranno risparmiati» in caso di escalation.   Come riportato da Renovatio 21, anche da Israele a novembre 2023 erano partite minacce secondo le quali l’Iran potrebbe essere «cancellato dalla faccia della terra».

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Geopolitica

Fosse comuni negli ospedali di Gaza

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Il capo dei diritti delle Nazioni Unite Volker Turk ha dichiarato martedì di essere «inorridito» dalla distruzione delle strutture mediche di Nasser e Al-Shifa a Gaza da parte delle truppe israeliane e dalle notizie di fosse comuni scopertevi.

 

Le autorità palestinesi hanno riferito di aver trovato decine di corpi in fosse comuni presso l’ospedale Nasser di Khan Younis questa settimana, dopo che era stato abbandonato dall’IDF. Sono stati segnalati corpi anche nel sito di Al-Shifa a seguito di un’operazione delle forze speciali israeliane.

 

Secondo il servizio di emergenza civile di Gaza gestito da Hamas, citato dall’agenzia Reuters, finora sono stati trovati un totale di 310 corpi in una fossa comune presso l’ospedale Nasser, la principale struttura sanitaria nel sud di Gaza. Secondo quanto riferito, altre due fosse comuni sarebbero state identificate ma non ancora scavate.

 

«Sentiamo il bisogno di lanciare l’allarme perché chiaramente sono stati scoperti più corpi», ha detto Turk, rivolgendosi a un briefing delle Nazioni Unite tramite un portavoce.

 

«Alcuni di loro avevano le mani legate, il che ovviamente indica gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, e queste devono essere sottoposte a ulteriori indagini”, ha affermato il responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite.

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L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha detto che sta lavorando per corroborare i rapporti dei funzionari palestinesi, sostenendo che alcuni dei corpi erano sepolti sotto cumuli di rifiuti e includevano donne e anziani.

 

Israele afferma di essere stato costretto a combattere all’interno degli ospedali perché i militanti di Hamas usano le strutture come basi, un’affermazione che il personale medico e lo stesso gruppo militante negano. Il governo dello Stato Ebraico ha riferito che le sue forze hanno ucciso circa 200 militanti ad Al-Shifa e hanno evitato di danneggiare i civili.

 

Turk ha anche criticato gli attacchi israeliani su Gaza degli ultimi giorni, che secondo lui hanno ucciso soprattutto donne e bambini.

 

Il dirigente onusiano ha messo ancora una volta in guardia Israele da un’incursione su vasta scala nella città di Rafah, nel sud di Gaza, dove circa 1,4 milioni di sfollati palestinesi hanno cercato rifugio dall’inizio del conflitto Hamas-Israele. L’offensiva potrebbe portare a «ulteriori crimini atroci», ha avvertito il Turk.

 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene che Israele non può raggiungere il suo obiettivo di «vittoria totale» senza lanciare un’offensiva su Rafah.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Turko ha dichiarato il 18 marzo che «la portata delle continue restrizioni poste da Israele all’ingresso di aiuti a Gaza, insieme al modo in cui continua a condurre le ostilità, possono equivalere all’uso della fame come metodo di guerra, che è un crimine di guerra».

 

Il portavoce di Türk, Jeremy Laurence, ha sottolineato che «Israele, in quanto potenza occupante, ha l’obbligo di garantire la fornitura di cibo e assistenza medica alla popolazione in misura adeguata ai suoi bisogni e di facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie per fornire tale assistenza».

 

Un mese fa l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva affermato che gli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania sono aumentati a livelli record e rischiano di eliminare ogni possibilità pratica di uno Stato palestinese.

 

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