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Geopolitica

426° giorno di guerra

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– Il ministro della cultura e della politica dell’informazione ucraino Alexander Tkachenko ritiene che il Monastero delle Grotte di Kiev, invece dei monaci, potrebbe ospitare un centro di riabilitazione per i militari o un centro di arti e mestieri popolari.

 

– La spesa militare globale ha raggiunto un record di 2,24 trilioni di dollari a causa del riarmo globale dovuto al conflitto ucraino e all’escalation nell’Indo-Pacifico, riferisce SIPRI. Tra i primi tre paesi, prevedibilmente, ci sono Stati Uniti, Cina e Russia, che rappresentavano il 56% di tutta la spesa globale. Il bilancio militare degli Stati Uniti nel 2022 era di 887 miliardi di dollari, ovvero il 39% della spesa globale per la difesa. La Cina è al secondo posto con un budget militare di 292 miliardi di dollari, che è in linea con la politica di militarizzazione attiva del Paese. La Russia ha speso il 34% in più per la difesa nazionale rispetto a quanto precedentemente previsto dal budget militare, che è aumentato a 86,4 miliardi di dollari, collocando la Russia al terzo posto in termini di spesa militare. Tuttavia, il rapporto rileva che le cifre possono differire dalla realtà in assenza di dati.

 

– Medvedev: se avete in mano un qualche tipo di arma, e come ex presidente so di cosa si tratta, dovete essere preparati in una certa situazione ad usarla. Tutti questi fattori non dovrebbero essere sottovalutati dai nostri potenziali avversari.

 

– Le immagini satellitari delle fortificazioni russe sulla riva sinistra del Dnepr al 18 aprile.

 

– Le aziende italiane non hanno intenzione di lasciare il mercato russo e, inoltre, hanno piani per nuovi investimenti, ha affermato Vittorio Torrembini, presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia. «Tranne le aziende del settore petrolifero e del gas, sono rimaste tutte. Alcune hanno ridotto il numero dei dipendenti, ma nessuno ha lasciato la Russia … La Russia è un grande mercato, ha un significato geopolitico e geoeconomico. Questo non è il Nepal, questa è la Russia», ha detto Torrembini.

 

– In occasione di un incontro con Lavrov il segretario delle nazioni unite Guterres ha consegnato una lettera per Putin in cui si propone l’espansione dell’«accordo sul grano».

 

– L’Azerbaigian ha installato un posto di blocco sul corridoio di Lachin, l’unica strada che collega l’Armenia e il Nagorno-Karabakh. Il ministro degli esteri armeno ha chiesto l’intervento delle forze di interposizione russe che, in realtà, negli ultimi mesi poco hanno potuto contro le mosse di Baku.

 

– Dal primo maggio la Turchia un dazio del 130% sulle importazioni di grano, orzo e mais, esclusi i prodotti provenienti da Singapore e Bosnia. Tali misure influenzeranno le importazioni di merci dall’Ucraina, che è il più grande fornitore di grano e orzo in Turchia. Si prevede che questo proteggerà i produttori agricoli turchi durante il periodo di raccolta, che dovrebbe essere buono quest’anno. In precedenza, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria hanno rifiutato il grano ucraino e altri prodotti. I Paesi lo hanno fatto sia per proteggere i propri agricoltori e l’industria agricola, sia per motivi di scarsa qualità del grano stesso, in cui sono stati trovati pesticidi vietati nell’UE. L’Unione Europea sta discutendo l’introduzione di un divieto sull’importazione di cereali e altri alimenti dall’Ucraina e Bruxelles intende risarcire 100 milioni di euro agli agricoltori colpiti. Le perdite degli agrari nella stessa Slovacchia ammontano già a circa 200 milioni di euro.

 

– Richard Haass, Presidente del Council on Foreign Relations, scrive un pezzo su Foreign Affairs tracciando una strategia per uscire dalla guerra in Ucraina.
Si tratta di fornire il massimo sostegno per recuperare tutto il territorio possibile quest’anno e poi congelare il conflitto.

 

– Borrel: la UE costruirà rapporti con gli altri paesi tenendo conto delle relazioni che questi intratterranno con Russia e Cina.

 

– La polizia ucraina controlla i passaporti dei credenti sul territorio del Monastero delle Grotte di Kiev.

 

– I droni da combattimento e da ricognizione ucraini si stanno avvicinando sempre di più a Mosca. Dall’inizio dell’anno, almeno sette droni sono caduti o sono stati abbattuti nell’area metropolitana. A giudicare dai media, ci sono già più di una decina di diversi produttori di droni in Ucraina e alcuni sono in grado di assemblare UAV con un raggio di volo di oltre mille chilometri.

 

– Il ministero della Difesa russo critica sempre più pesantemente l’«accordo sul grano» accusando gli ucraini di utilizzare i corridoi logistici a fini militari.

 

– Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha dichiarato che non andrà né in Russia né in Ucraina fino a quando non saranno create le condizioni per porre fine al conflitto.

 

– Il Pentagono ha inviato in Ucraina 43 dipendenti della Cyber National Mission Force per svolgere «operazioni difensive nell’interesse di Kiev». Di solito, il CNMF comprende dipendenti della NSA e dell’agenzia di intelligence del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

 

– Immagini di Bakhmut da parte ucraina.

 

– Viceministro degli Esteri ucraino Melnyk: siamo grati ai nostri alleati per il loro aiuto militare. Ma non è abbastanza. L’Ucraina ha bisogno di 10 volte di più per porre fine all’aggressione russa quest’anno. Pertanto chiediamo ai nostri partner di superare tutte le linee rosse artificiali e di destinare l’1% del PIL per le consegne di armi in Ucraina.

 

– Il ministero della difesa russo comunica che il nuovo carro T14 viene utilizzato in Ucraina, anche se, finora, non in prima linea.

 

– Zelens’kyj ha firmato una legge sulla “decolonizzazione” che vieta i toponimi associati alla Russia, ai suoi monumenti o eventi storici.

 

– Secondo il Financial Times in vista del G7 che si terrà in Giappone il mese prossimo, gli Usa hanno proposto di vietare il transito delle merci in Russia, ma UE e Giappone hanno espresso perplessità.

 

– Sono 34 i diplomatici tedeschi espulsi dalla Russia, in risposta ad una misura simile di Berlino, che ha accusato parte del personale della missione diplomatica russa di spionaggio.

 

– Altro video proveniente dalle forze ucraina sulla devastazione di Bakhmut.

 

– Il Wall Street Journal riporta che i principali produttori di armi europei stanno assumendo personale in vista di un aumento della produzione.

 

– Divieto di transito su territorio russo di merci di diverse tipologie nell’ undicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, allo studio a Bruxelles.

 

– Il New York Times si esercita nelle previsioni sull’offensiva ucraina. Secondo il quotidiano avverrà in maggio, sarà diretta a sud verso il mare di Azov e impiegherà 12 brigate da 4.000 uomini.

 

– La quantità di danni diretti inflitti alle infrastrutture, agli impianti industriali e alla logistica durante il conflitto è aumentata fino a quasi 50 miliardi di dollari, ha affermato Sergey Tsivkach, direttore esecutivo dell’ufficio di promozione e sostegno agli investimenti UkraineInvest.

 

– Mezzi ucraini distrutti dall’artiglieria russa a Bakhmut.

 

– Vice primo ministro Alexandr Novak: La Russia sta passando alle valute nazionali per pagamenti delle risorse energetiche, sono richiesti lo yuan e il rublo

 

– Il traffico di container di Rotterdam, il più grande porto container d’Europa, attraverso il quale passa circa un terzo di tutti i container trasportati attraverso gli hub nordeuropei, è stato di 3,2 milioni di TEU nei primi tre mesi del 2023, in calo dell’11,6% rispetto all’anno precedente e del 13,5% rispetto al 2019. Il rapporto dell’Autorità Portuale di Rotterdam ha attribuito il calo del traffico di container alla quasi completa cessazione del commercio di container con la Russia, che ha ridotto i volumi di trasbordo nel porto dell’8% e un forte calo della domanda di consegna sulle rotte nel commercio con l’Asia (-14%).

 

– A Yerevan e in altre città del paese si è svolta la tradizionale fiaccolata in memoria delle vittime del genocidio armeno.

 

– Molti dei MiG-29 consegnati a Kiev da Polonia e Slovacchia sono difettosi e vengono smantellati per i pezzi di ricambio; lo riporta l’Economist. Alcuni dei Fulcrum non sarebbero in condizioni di volo e vengono utilizzati come fonte di ricambi.

 

– Ursula von der Leyen ha affermato che l’UE ha stanziato 1,5 miliardi di euro per l’Ucraina nell’ambito del programma di assistenza macrofinanzaria.

 

– Il Pacifico occidentale ha la più grande concentrazione di navi da guerra e forze navali dalla seconda guerra mondiale – Mappa aggiornata delle esercitazioni in corso:
Cina: in corso due nuove esercitazioni militari, con 2 portaerei cinesi che operano contemporaneamente per la prima volta. Il gruppo americano Carl Vinson Carrier Strike Group è entrato nell’Oceano Pacifico, con una presenza record degli Stati Uniti nella regione. 18 navi da guerra russe passano vicino al Giappone. Alle diverse esercitazioni nel Pacifico occidentale questo fine settimana hanno partecipato i militari di Stati Uniti, Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Filippine, Australia, Cina, Russia e Corea del Nord.

 

– Anche oggi Prigozhin fa parlare di sé. Dice di aver sentito una conversazione intercettata in cui gli Ucraini danno istruzioni di uccidere i feriti della Wagner. Ordina di non fare più prigionieri e di uccidere chiunque stia sul campo di battaglia.

 

– In vista del vertice annuale BRICS, 19 Paesi fanno domanda di adesione. Bloomberg ha riferito del crescente numero dei paesi che fanno domande di adesione dopo che i paesi BRICS hanno annunciato all’inizio di quest’anno di essere aperti all’espansione. L’ambasciatore sudafricano presso i BRICS Anil Suklal ha confermato che 13 Paesi hanno presentato domanda ufficiale di adesione, mentre altri sei paesi hanno presentato domanda informale.

 

– I funzionari occidentali credono che l’Ucraina sia coinvolta nell’omicidio di Daria Dugina, scrive il Washington Post con riferimento ai funzionari ucraini. Secondo il WaPo, gli Stati Uniti controllano anche molte operazioni militari con armi avanzate donate dall’Occidente. Gli ufficiali militari statunitensi in una base in Europa approvano effettivamente gli obiettivi degli attacchi, identificati grazie all’Intelligence statunitense.

 

– In una intervista ad Al Arabiya Zelensky dice che l’esercito ucraino non si ritirerà da Bakhmut/Artemovsk, perché se lo facesse i russi attaccherebbero Slovyansk e Kramatorsk. Dice anche che l’offensiva ucraina di primavera ci sarà.

 

– Conferenza stampa di Lavrov all’ONU: mi sembra chiaro che la prossima linea difensiva della NATO sarà il Mar Cinese Meridionale.

 

– Crescita degli investimenti diretti esteri in Cina nel primo trimestre del 2023.
Russia  +680.3%
Francia  +635,5%
Canada  +179,7%
Germania  +60,8%
Giappone  +47,7%
Svizzera  +47,4%
Corea del Sud  +36,5%
(Fonte: Ministero del Commercio Cinese)

 

– Su pressione di Washington e Londra, che in precedenza avevano sanzionato cittadini ciprioti, Cipro ha stretto le maglie del suo sistema sanzionatoria, bloccando i conti di 13 persone fisiche e giuridiche e chiudendo i conti a 4.000 clienti russi.

 

Bloomberg sottolinea che le raffinerie europee sono in difficoltà a causa della rinuncia al petrolio russo ed all’interruzione delle forniture dal Kurdistan iracheno, a causa di una disputa delle autorità curde con il governo centrale.

 

– Riprese dei droni marini ucraini che la notte scorsa hanno cercato di attaccare il porto di Sebastopoli. Tutti e tre sono stati distrutti.

 

– Nikolay Peskov, figlio del portavoce del Cremlino, ha raccontato perché è entrato nel gruppo Wagner: è stata una mia iniziativa, e assolutamente la mia decisione. Quando ho preso la decisione di partecipare all’operazione speciale, all’inizio non sapevo come arrivarci. Perché quando tutto è iniziato, non c’erano tante informazioni quante ce ne sono ora sui Wagner. Quindi, sì, dovevo andare da mio padre. Ho chiesto come posso contattarli e lui mi ha aiutato in questo.

 

– Il Sudafrica non ha intenzione di ritirarsi dalla Corte penale internazionale. L’amministrazione presidenziale ha chiarito che il capo dello Stato «ha fatto un lapsus a causa di un errore nel commento». «Il Presidente desidera chiarire che il Sudafrica rimane uno dei firmatari dello Statuto di Roma e continuerà a battersi per l’applicazione uniforme e coerente del diritto internazionale».

 

– Una sequenza interessante degli eventi in Sudan.

Il 24 agosto 2022, gli Stati Uniti aprono l’ambasciata in Sudan, 25 anni dopo la sua chiusura.
Il 28 settembre 2022, l’ambasciatore degli Stati Uniti ha messo in guardia il Sudan dal finalizzare l’accordo sulla base navale russa (a Port Sudan).
L’11 novembre 2022, il capo del Dipartimento di Stato americano, Blinken, ha dichiarato che gli Stati Uniti sostengono i processi di formazione rapida di un governo civile.
Il 5 dicembre 2022 è stato concluso un accordo quadro tra i leader militari e i leader dei partiti democratici.
Il 7 dicembre 2022, Blinken minaccia un divieto di viaggi per la possibile rottura dell’accordo quadro.
Il 12 febbraio 2023, il Sudan ha confermato l’accordo con la Russia per una base navale. I protagonisti sono Lavrov e Burkhan.
Il 16 febbraio 2023, l’amministrazione Biden ha stanziato 288 milioni di dollari in aiuti umanitari al Sudan.
Il 9 marzo 2023, Victoria Nuland ha visitato il Sudan per «discutere di democratizzazione».
L’8 aprile 2023 si è intensificato il conflitto tra l’esercito sudanese (generale Burkhan) e il gruppo paramilitare della RRF (Dagalo).
Il 22 aprile 2023 gli Stati Uniti evacuano il personale diplomatico.

 

– Causa una forte tempesta magnetica ieri si è osservata una non comune Aurora Boreale a San Pietroburgo, e in parte addirittura nella regione di Mosca.

 

 

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia e Intel Slava Z.

 

 

 

Immagine da Telegram

 

 

 

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Geopolitica

«La Russia farà tutto il possibile per evitare uno scontro globale, ma non si lascerà minacciare». Discorso di Putin alla parata della Vittoria

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Il 9 maggio si è svolta la tradizionale parata per il «giorno della Vittoria» del 9 maggio, data in cui i russi ricordano la fine della «Grande Guerra Patriottica», ossia la Seconda Guerra Mondiale, in cui Mosca prevalse sulla Germania nazista.

 

Si trattava del 79° anniversario della conclusione di una guerra vittoriosa che costò alla Russia diecine di milioni di vite umane.

 

Oltre al presidente Putin – che riveste il ruolo di comandante in capo delle forze armate della Federazione Russa  – erano presenti sullo stand anche il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, il presidente della Repubblica del Kazakistan Kassym-Jomart Tokaev, il presidente della Repubblica del Kirghizistan Sadyr Japarov, il presidente della Repubblica del Tagikistan Emomali Rahmon, il presidente del Turkmenistan Serdar Berdimuhamedov e Il presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, il presidente della Repubblica di Cuba Miguel Mario Díaz-Canel y Bermúdez, il presidente della Repubblica di Guinea-Bissau Umaro Mokhtar Sissoco Embaló e il presidente della Repubblica democratica popolare del Laos Thongloun Sisoulith. Prima della sfilata, Vladimir Putin ha accolto nella Sala Araldica del Cremlino i capi di Stato stranieri giunti a Mosca per le celebrazioni.

 

La parata è iniziata quando la bandiera nazionale della Russia e lo Stendardo della Vittoria sono stati portati sulla Piazza Rossa. La parata è stata guidata dal comandante in capo delle forze di terra russe, generale dell’esercito Oleg Salyukov, ed è stata seguita dal ministro della Difesa ad interim Sergej Shoigu, scrive il sito ufficiale del Cremlino.

 

La colonna in marcia sulla Piazza Rossa comprendeva 30 reggimenti cerimoniali di oltre 9.000 membri del personale di servizio, tra cui oltre 1.000 soldati che prendevano parte all’operazione militare speciale.

 

La colonna motorizzata era guidata dal leggendario «carro armato della Vittoria» il T-34. Veicoli corazzati multiuso Tigr-M, VPK Ural e KAMAZ, ambulanze da campo protetto Linza, sistemi missilistici tattici operativi Iskander-M, lanciatori di difesa aerea S-400 Triumf, sistemi missilistici mobili terrestri Yars e veicoli corazzati BTR-82A hanno quindi attraversato la Piazza Rossa.

 

La parata del Giorno della Vittoria si è conclusa con una parte aerea con i jet Su-30M e MiG-29 pilotati dalle pattuglie acrobatiche Russkiye Vityazi (Cavalieri russi) e Strizhi che hanno sorvolato la Piazza Rossa nella famosa formazione a forma di losanga del Diamante cubano, seguita da sei Su- 25 aerei da combattimento dipingono il cielo con i colori della bandiera russa.

 

L’accompagnamento musicale è stato fornito dall’orchestra militare combinata della guarnigione di Mosca.

 

Quello che segue è il discorso del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

 

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Cittadini della Russia,

 

Cari veterani,

 

Compagni soldati e marinai, sergenti e sergenti maggiori, guardiamarina e sottufficiali,

 

Compagni ufficiali, generali e ammiragli,

 

Soldati e comandanti, personale in prima linea che partecipa all’operazione militare speciale,

 

Mi congratulo con te per il Giorno della Vittoria! Questa è la nostra festa sacra principale, veramente nazionale.

 

Oggi onoriamo i nostri padri, nonni e bisnonni. Difesero la loro terra natale e schiacciarono il nazismo, liberarono i popoli d’Europa e dimostrarono un eroismo senza precedenti in combattimento e sul fronte interno.

 

Oggi assistiamo a tentativi di distorcere la verità sulla Seconda Guerra Mondiale. Questa verità è una piaga per coloro che hanno sviluppato l’abitudine di basare la propria politica effettivamente coloniale sulla doppiezza e sulla menzogna.

 

Stanno abbattendo monumenti a coloro che hanno realmente combattuto il nazismo, erigendo monumenti ai traditori e ai complici di Hitler e cancellando la memoria dell’eroismo e dello spirito nobile dei liberatori e del grande sacrificio che fecero per il bene di tutta la vita sulla Terra.

 

Nutrire sentimenti revanscisti, prendersi gioco della storia e cercare di giustificare gli attuali seguaci nazisti fa parte di ciò che costituisce una politica comune delle élite occidentali per alimentare conflitti regionali, conflitti interetnici e interreligiosi e per contenere centri sovrani e indipendenti. dello sviluppo globale.

 

Rifiutiamo le pretese eccezionaliste di qualsiasi Paese o alleanza. Sappiamo a cosa può portare questa ambizione incontrollata. La Russia farà tutto il possibile per evitare uno scontro globale, ma non si lascerà minacciare. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento.

 

L’Occidente vorrebbe dimenticare le lezioni della Seconda Guerra Mondiale, ma ricordiamo che il destino dell’umanità è stato deciso durante le colossali battaglie di Mosca, Leningrado, Rzhev, Stalingrado, Kursk, Kharkov, Minsk, Smolensk e Kiev, e nell’intenso e sanguinosi combattimenti da Murmansk al Caucaso e alla Crimea.

 

Per i primi tre lunghi e duri anni della Grande Guerra Patriottica, l’Unione Sovietica, insieme a tutte le repubbliche che la costituivano, combatté i nazisti praticamente da sola, mentre praticamente tutta l’Europa lavorava per sostenere la macchina da guerra nazista.

 

Ma lasciatemi sottolineare: la Russia non ha mai sminuito l’importanza del Secondo Fronte o dell’assistenza alleata. Onoriamo il valore di tutti i membri della Coalizione Anti-Hitler, del Movimento di Resistenza, del movimento clandestino e dei guerriglieri, così come il coraggio dimostrato dai popoli cinesi che lottano per la loro indipendenza contro l’aggressione militarista del Giappone. Ricorderemo per sempre e non dimenticheremo mai la nostra lotta comune e le tradizioni ispiratrici  dell alleanza.

 

Amici!

 

La Russia sta attraversando un momento difficile e spartiacque della sua storia. Il destino della nostra Patria e il suo futuro dipendono da ciascuno di noi.

 

Oggi, nel Giorno della Vittoria, lo sentiamo ancora più acutamente e non manchiamo mai di trarre ispirazione dalla nostra generazione di vincitori coraggiosi, nobili e saggi, e dal modo in cui hanno amato l’amicizia e sono rimasti saldi di fronte alle avversità, fidandosi sempre di se stessi e dei propri figli. paese e nutrivano un amore sincero e disinteressato per la loro Patria.

 

Celebriamo il Giorno della Vittoria sullo sfondo dell’operazione militare speciale. Tutti coloro che vi sono impegnati, in prima linea, sono i nostri eroi. Siamo onorati dalla vostra forza d’animo e dal vostra  abnegazione. Tutta la Russia è con voi.

 

Anche i nostri veterani credono in voi e sono preoccupati per voi. Il fatto che rimangano coinvolti emotivamente nelle vostre vite e nel vostro eroismo è un legame indissolubile che unisce questa generazione eroica.

 

Oggi onoriamo la memoria radiosa di coloro le cui vite furono tolte dalla Grande Guerra Patriottica, la memoria di figli, figlie, padri, madri, nonni, bisnonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, familiari, persone care e amici .

 

Chiniamo la testa mentre custodiamo il ricordo dei veterani della Grande Guerra Patriottica che non sono più con noi. In memoria dei civili che sono morti nei barbari bombardamenti e negli attacchi terroristici commessi dai neonazisti, e dei nostri fratelli d’armi caduti nella lotta contro il neonazismo e nella giusta lotta per la Russia.

 

Dichiaro un minuto di silenzio.

 

[è seguito un momento di silenzio]

 

I nostri cari veterani, compagni e amici!

 

Il 9 maggio è sempre una data emozionante e toccante. Ogni famiglia ha a cuore i suoi eroi, guarda le loro fotografie, i loro volti cari e amati, ricorda i loro familiari e le loro storie di guerra e di fatica.

 

I Giorni della Vittoria uniscono tutte le generazioni. Andiamo avanti facendo affidamento sulle nostre tradizioni secolari e fiduciosi che insieme garantiremo un futuro libero e sicuro alla Russia.

 

Gloria alle valorose Forze Armate! Per la Russia! Per la vittoria!

 

Evviva!

 

Vladimir Vladimiroch Putin

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

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Geopolitica

Lo sceicco emiratino Mohamed bin Zayed è stato il primo a congratularsi con Putin per il suo insediamento

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Il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, è apparentemente il primo leader straniero a congratularsi con Vladimir Putin per il suo insediamento per il quinto mandato come presidente russo, avvenuto martedì scorso.   «Esprimo le mie congratulazioni al presidente Vladimir Putin per il suo insediamento come presidente della Russia. Gli Emirati Arabi Uniti si impegnano a collaborare con partner internazionali negli sforzi per rafforzare il dialogo globale, lo sviluppo e la cooperazione a beneficio di tutti i popoli», ha scritto il leader degli Emirati Arabi Uniti in un post su X in inglese, arabo e russo.   Al Nahyan è stato anche tra i primi leader stranieri a congratularsi con Putin per la sua schiacciante vittoria alle elezioni presidenziali del mese scorso, nelle quali si è assicurato il record dell’87,28% dei voti. In una telefonata con Putin il 20 marzo, ha affermato che non vede l’ora di continuare a lavorare insieme per rafforzare le relazioni bilaterali tra Emirati Arabi Uniti e Russia.

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Gli Emirati Arabi Uniti sono emersi come un partner commerciale chiave per la Russia in Medio Oriente dall’inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, che ha portato i Paesi occidentali a imporre sanzioni senza precedenti a Mosca.   Le relazioni economiche tra i due Stati si sono espanse rapidamente negli ultimi due anni, con un fatturato commerciale in aumento di oltre il 60% solo nel 2023. Gli Emirati Arabi Uniti sono anche tra i maggiori investitori regionali nell’economia russa, e sono la base di Telegram, l’app social di messaggistica creata da russo Pavel Durov, ora popolarissima in tutto il mondo grazie all’assenza di censura.   Il sovrano di Abu Dhabi, detto anche MbZ, è considerato una sorta di monumento per la politica nella regione e non solo. Di recente il giornalista Tucker Carlson ha riferito che molti leader internazionali lo consultano per la sua saggezza, che a detta dell’americano deriverebbe anche dal fatto di ammettere talvolta di non avere la soluzione a determinati problemi.   MbZ è ritenuto mentore e confidente del più giovane Mohammed bin Salman, l’uomo forte di Ryadh, detto anche MbS. MbZ e MbS sarebbero apparsi in resoconti giornalistici in cui i due scherzavano sul fatto di avere «nel taschino» l’uomo di Trump per il Medio Oriente, il genero ebreo Jared Kushner. Ad ogni modo, gli Emirati il risultato degli sforzi di Trump furono gli Accordi di Abramo.   Secondo la classifica stilata da Bloomberg sulle dinastie più ricche del mondo, la Casata dei Nahyan, la famiglia del presidente degli Emirati Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, che si è aggiunta alla lista per la prima volta, è emersa come la dinastia più abbiente a livello globale.   Lo sceicco è inoltre al centro dell’operazione vaticana di avvicinamento all’islam (come visto, appunto, ad Abu Dhabi), nonché di sincretismo generale (come visto ad Astana).

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Secondo la testata di inchiesta The Intercept che ha fatto riferimento alle e-mail hackerate dell’ambasciatore emiratino in USA Yousef Al Otiaba, un cittadino americano Khaled Hassen avrebbe ricevuto 10 milioni di dollari nel 2013 per un presunto accordo per tortura dopo una causa presentata alla corte federale di Los Angeles contro tre alti reali di Abu Dhabi, tra cui Mohamed bin Zayed. Nel 2021 vi fu polemica quando fu eletto presidente dell’Interpol l’alto funzionario del ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti Ahmed Naser al-Raisi, accusato da ONG e attivisti di aver avallato violenze e abusi nelle carceri.   MbZ è noto per la sua opposizione ai Fratelli Musulmani e all’Iran e i suoi proxy, ed apparentemente all’integralismo islamico in generale. Da quando sono diventati presidente de facto, gli Emirati Arabi Uniti hanno partecipato alla guerra contro l’ISIS e sono stati ufficialmente parte dell’intervento guidato dall’Arabia Saudita nello Yemen fino a quando gli Emirati Arabi Uniti non hanno ritirato le loro truppe nel 2019. Gli Emirati Arabi Uniti non sono d’accordo con l’approccio dell’Arabia Saudita nella guerra per il suo sostegno ad Al -Islah, un partito che gli Emirati Arabi Uniti considerano vicino ai Fratelli Musulmani; ma mantiene il suo sostegno al Consiglio di transizione meridionale.   Lo sceicco ruppe con l’amministrazione Obama sull’accordo sul nucleare iraniano e ha sostenuto il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano.   Come riportato da Renovatio 21, Abu Dhabi – emirato retto da MbZ – a inizio 2023 aveva suggellato con Pechino un accordo sullo sviluppo del nucleare civile.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
 
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Il presidente colombiano Petro chiede alla Corte Penale Internazionale di emettere un mandato di arresto per Netanyahu

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La Corte penale internazionale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite devono agire per prevenire il «genocidio» del popolo palestinese nella città densamente popolata di Rafah, nel sud di Gaza, ha affermato venerdì il presidente colombiano Gustavo Petro.

 

Venerdì il gabinetto di guerra israeliano ha approvato una «misurata espansione» dell’operazione militare in corso a Rafah, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha promesso che Gerusalemme Ovest continuerà la sua campagna militare contro i militanti di Hamas e «combatterà con le unghie» se gli Stati Uniti interromperanno le forniture di armi.

 

«Netanyahu non fermerà il genocidio», ha scritto Petro su X, reagendo alla dichiarazione del leader israeliano. «Ciò implica un mandato d’arresto internazionale da parte della Corte penale internazionale».

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Il leader colombiano ha poi suggerito che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU debba «considerare la creazione di una forza di mantenimento della pace nel territorio di Gaza».

 

In un discorso del Labor Day a Bogotà all’inizio di questo mese, Petro ha promesso di interrompere le relazioni diplomatiche con la leadership «genocida» di Israele, esprimendo solidarietà con i palestinesi di Gaza i cui «bambini sono morti, smembrati dalle bombe».

 

Diversi media hanno riferito il mese scorso che la Corte penale internazionale potrebbe accusare Netanyahu e diversi altri funzionari di alto rango di crimini di guerra per la guerra in corso a Gaza. Secondo la testata statunitense Axios, Netanyahu ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden l di impedire alla Corte penale internazionale di perseguitare lui, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi.

 

Sia i deputati repubblicani che quelli democratici degli Stati Uniti hanno avvertito la Corte penale internazionale delle «conseguenze» nel caso in cui avesse perseguito funzionari israeliani. Secondo quanto riferito, un gruppo di legislatori repubblicani sta ora escogitando sanzioni contro la Corte.

 

Israele ha lanciato un’operazione militare contro Hamas a Gaza in seguito alla mortale incursione del gruppo militante del 7 ottobre, che ha causato la morte di oltre 1.200 persone, mentre centinaia di israeliani sono stati presi in ostaggio. Secondo le autorità sanitarie controllate da Hamas, l’operazione punitiva delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha provocato la morte di 35.000 palestinesi, per lo più civili.

 

A gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) ha affermato in una sentenza che era «plausibile» che l’esercito israeliano avesse commesso un genocidio nell’enclave palestinese densamente popolata.

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Come riportato da Renovatio 21, in settimana governo colombiano aveva ufficialmente notificato all’ambasciatore israeliano la fine delle relazioni diplomatiche e l’intenzione di ritirare il personale correlato, decidendo tuttavia che i servizi consolari dovrebbero essere mantenuti sia a Tel Aviv che a Bogotá.

 

Bolivia e Belize hanno interrotto le relazioni con Israele all’inizio della guerra, mentre Cile e Honduras hanno richiamato i loro ambasciatori da Israele.

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente venezuelano Maduro ad inizio anno aveva dichiarato che Israele ha lo stesso sostegno occidentale di Hitler. Il Nicaragua è andato oltre, attaccando anche i Paesi «alleati» dello Stato ebraico come la Repubblica Federale Tedesca, portando Berlino davanti alla Corte Internazionale per complicità nel genocidio di Gaza.

 

In Sud America Israele sembra godere del favore parossistico – definito «chiaro ed inflessibile sostegno» – del presidente argentino Milei, uomo consigliato da rabbini che sarebbe in procinto di «convertirsi» al giudaismo, che ha addirittura fatto partecipare l’ambasciatore israeliano ad un gabinetto di crisi del governo di Buenos Aires, destando scandalo nella comunità diplomatica del suo Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il Milei ha definito il presidente colombiano Petro «assassino terrorista», provocando così l’espulsione di tutti i diplomatici argentini da Bogotá.

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