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Geopolitica

358° giorno di guerra

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– Situazione surreale: mentre i media occidentali dicono che Bakhmut/Artemovsk sta per cadere, Prigozhin smentisce e afferma che non è attesa come imminente la resa della città.

 

Bloomberg: La macchina da guerra mondiale sta finendo le munizioni. Ogni giorno in Ucraina, gli eserciti avversari si sparano fino a 30.000 proiettili l’uno contro l’altro. Sono più di 200.000 alla settimana, quasi 1 milione al mese, senza contare granate, mine, bombe a mano e altre munizioni. Il consumo di munizioni dell’Ucraina «supera molte volte» l’attuale tasso di produzione degli alleati, ha affermato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg.

 

Reuters stima in 800 miliardi di $ la spesa sino ad ora sostenuta dalla UE per affrontare la crisi energetica derivante dall’ abbandono del gas russo.

 

– La Duma chiede alle Nazioni Unite di avviare un’indagine internazionale sul sabotaggio del Nord Stream e di consegnare alla giustizia chi è coinvolto nell’attentato terroristico.

 

– Secondo il Financial Times Biden intenderebbe autorizzare il trasferimento di F16 all’Ucraina.

 

– Il rapporto della commissione UE non esclude un nuovo rialzo dei prezzi del gas e una carenza nella prossima stagione invernale.

 

– Arrivo di un missile a Kirovograd

 

– Milley, capo di Stato maggiore USA: per la Russia è impossibile vincere militarmente, per l’Ucraina è molto difficile liberare tutto il territorio. La finestra per la trattativa è ancora aperta.

 

– Il primo ministro Mikhail Mishustin ha firmato l’ordinanza che permette a Gazprom Neft di creare la propria organizzazione di sicurezza privata per proteggere le proprie infrastrutture.

 

– Crosetto: L’Ucraina negli ultimi giorni ha chiesto all’Italia i mezzi di protezione contro le armi nucleari, biologiche e chimiche che probabilmente noi daremo.

 

– Immagini dal villaggio liberato di Paraskoveevka a Nord di Bakhmut

 

– Il ministro degli Esteri israeliano è arrivato a Kiev, dove incontrerà Zelens’kyj.

 

– Ministero degli Esteri russo: La Russia è pronta ad adottare misure compensative equivalenti se l’UE decide di confiscare i suoi beni.

 

– Il ministero degli Esteri francese ha invitato i suoi cittadini a lasciare la Bielorussia.

 

– Nuovo appello dell’ambasciata Usa ai connazionali che vivono in Russia, invitati a lasciare urgentemente il paese. Secondo l’ambasciata le possibilità di offrire sostegno delle autorità consolari sono limitate, e potrebbero ridursi ulteriormente.

 

– Il Parlamento lettone ha approvato emendamenti alla legge sul sostegno alla popolazione civile dell’Ucraina, che consentirà il trasferimento al governo ucraino delle auto confiscate ai conducenti ubriachi.

 

– Dmitrij Yakushchenko, quello che i Wagner dovevano aver ammazzato a martellate in testa per tradimento, compare in un video e racconta di essere stato perdonato.

 

– La fregata Admiral Gorshkov con missili Zircon a bordo, è arrivata ieri nel porto di Città del Capo (Sudafrica). Dal 17 al 27 febbraio si terranno esercitazioni navali congiunte di Russia, Cina e Sudafrica. Come si legge nel comunicato del Ministero della Difesa sudafricano, le esercitazioni si svolgeranno «nell’Oceano Indiano nelle aree della città portuale di Durban e di Richards Bay». Le manovre mirano a «rafforzare le già prospere relazioni» tra Federazione Russa, Cina e Sudafrica, ha sottolineato il dipartimento militare

 

– Nuland: stiamo costruendo l’esercito ucraino del futuro, che sarà in grado di resistere alla Russia anche dopo la fine della guerra.

 

– Stoltenberg: dobbiamo prepararci ad una situazione di stallo con la Russia che potrebbe durare molti anni.

 

– Il ministero degli esteri russo smentisce le voci di una uscita della Russia dal WTO: «sarebbe un regalo ai nostri nemici».

 

– Ramzan Kadyrov: l’assistente del capo della Repubblica Cecena, comandante delle forze speciali Akhmat Apty Alaudinov, è stato avvelenato pochi giorni fa. Alaudinov ha ricevuto una lettera impregnata di una sostanza velenosa. Grazie a misure tempestive adottate, sono state evitate gravi conseguenze. Il generale e il suo aiutante sono attualmente in una clinica di Mosca e sono in via di guarigione

 

– L’Iran si è offerto di trasportare gas turkmeno e russo ai consumatori in qualsiasi direzione, compresa l’Asia meridionale, ha affermato Reza Novshadi, amministratore delegato della società iraniana di ingegneria e sviluppo del gas (IGEDC). Il paese è pronto a fornire gas al Pakistan. Secondo lui, un gasdotto con una capacità di 100 milioni di metri cubi al giorno è già in costruzione fino al confine. Ha osservato che ora l’Iran ha la capacità di trasferire fino a 100 milioni di metri cubi di gas al giorno, ovvero circa 36,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. La dichiarazione dei vertici della compagnia iraniana è stata fatta subito dopo l’incontro tra il presidente turkmeno Serdar Berdymukhamedov e il presidente di Gazprom Alexei Miller, dove si è discusso delle prospettive di cooperazione nel settore del gas.

 

– Dopo tanto parlare di confisca di beni russi in occidente il presidente della Duma Volodin lancia un’idea: facciamoci una botta di conti di quanto abbiamo perso con la distruzione di Nordstream e rifacciamoci sulle proprietà occidentali in Russia.

 

– Regione di Kherson, missile anticarro sulla riva del fiume Dnepr.

 

– Gli ambasciatori UE non sono riusciti a mettersi d’accordo sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, scrive Politico. Una delle questioni controverse era la proposta di vietare l’importazione di gomma sintetica dalla Russia, utilizzata per produrre pneumatici. Nel 2021 l’UE l’ha importata per 700 milioni di dollari. Italia e Germania si oppongono alle sanzioni sulla gomma sintetica russa, la Polonia le sostiene.

 

– Tajani, dopo un colloquio con il ministro degli esteri cinese: nell’anniversario dall’inizio della guerra Xi Jinping inviterà con un discorso le parti alla pace. Il portavoce del governo cinese dice di non sapere nulla del discorso di pace di cui parla Tajani.

 

– Video propagandistico ucraino ringrazia la Danimarca per aver ceduto a Kiev TUTTI gli obici Caesar a disposizione del suo esercito.

 

Financial Times: le compagnie aeree europee hanno difficoltà a competere con quelle cinesi, perché le prime sono costrette a scegliere rotte più lunghe verso l’Asia per aggirare la Russia a causa delle sanzioni. Il direttore generale di Air France-KLM, Ben Smith, ha affermato che le compagnie aeree cinesi hanno un “vantaggio ingiusto” rispetto ai vettori europei in quanto sono autorizzate a sorvolare la Russia e utilizzare rotte più brevi verso l’Europa, riducendo ad esempio i tempi di volo tra Parigi e Seoul di tre ore.

 

– Stoltenberg: La NATO addestra l’esercito ucraino dal 2014, i partner della NATO forniscono alle forze armate ucraine le armi e l’addestramento necessari dal 2014.

 

– FMI: l’Ucraina ha bisogno di finanziamenti da 40 a 48 miliardi di dollari per far funzionare la sua economia quest’anno.

 

– Il Pentagono: Francia e Italia hanno deciso di fornire all’Ucraina nuovi sistemi di difesa aerea e la Norvegia concederà a Kiev 7,5 miliardi di dollari in cinque anni per assistenza militare e di altro tipo.

 

– Ankara continua a fornire armi all’Ucraina, nonostante la catastrofe nel paese e l’assistenza della Russia nella sua liquidazione, ha affermato Alexei Yerkhov, ambasciatore russo in Turchia
«Le forniture continuano. La loro nomenclatura tende ad espandersi. Traete voi le conclusioni».

 

– L’agenzia giapponese Kyodo News afferma, citando l’intelligence, che la Cina ha deciso di triplicare il suo potenziale nucleare entro il 2035.

 

Financial Times: l’Indonesia, leader nell’estrazione di nichel, propone alla Russia, alle Filippine e ad altri paesi di formare un’organizzazione sulla falsariga dell’OPEC per controllarne i prezzi.
Il nichel viene utilizzato per produrre batterie nei veicoli elettrici, nella metallurgia, nell’aerospaziale, nell’elettronica e in altri settori, soprattutto, nell’industria militare.

 

– Secondo uno studio del Royal United Services Institute britannico le vendite di combustibile e tecnologia nucleari russi all’estero sono aumentate di oltre il 20% nel 2022.
Il 20% del combustibile usato dagli Usa viene dalla Russia.

 

– Il ministro dell’Interno tedesco ha chiesto una distribuzione più equa dei rifugiati ucraini nella UE. «La Polonia ha finora accolto più di 1,5 milioni di rifugiati ucraini, la Spagna – 160.000. Non si può andare avanti così. Se c’è un nuovo grande flusso migratorio dall’Ucraina, allora i rifugiati dovrebbero essere meglio distribuiti in Europa».

 

 

 

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia e Intel Slava Z.

 

 

 

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Geopolitica

Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

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Israele ha condotto un «attacco di precisione» contro «i vertici di Hamas», hanno annunciato martedì le Forze di difesa israeliane (IDF), poco dopo che numerose esplosioni hanno scosso il quartier generale del gruppo militante palestinese a Doha, in Qatar.

 

Da parte delle forze dello Stato Ebraico, si tratta di una violazione territoriale inedita, perché – a differenza di casi analoghi in Libano e Iran – condotta in uno Stato «alleato» di Washington e dell’Occidente, cui fornisce capitale e gas. L’attacco pare essere stato diretto ai negoziatori di Hamas, i quali avevano ricevuto dal presidente americano Trump un invito al tavolo della pace poco prima.

 

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto l’operazione in coordinamento con l’agenzia di sicurezza Shin Bet (ISA). Le IDF non hanno indicato il luogo esatto preso di mira dall’attacco.

 

«L’IDF e l’ISA hanno condotto un attacco mirato contro i vertici dell’organizzazione terroristica Hamas», ha dichiarato l’IDF in una nota. «Prima dell’attacco, sono state adottate misure per mitigare i danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione e di intelligence aggiuntiva».

 

L’annuncio è arrivato dopo che almeno dieci esplosioni avrebbero scosso il quartier generale di Hamas a Doha. I filmati che circolano online mostrano che l’edificio è stato gravemente danneggiato. Secondo diversi resoconti dei media che citano fonti di Hamas, l’attacco ha preso di mira il team negoziale del gruppo, che stava discutendo l’ultima proposta statunitense sulla cessazione delle ostilità con Israele.

 

Il Qatar ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas».

 

 

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L’attacco israeliano a Doha è stato un «momento cruciale» per l’intera regione, ha affermato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, condannando l’attacco come «terrorismo di Stato».

 

L’attacco a sorpresa non sarà «ignorato» e il Qatar «si riserva il diritto di rispondere a questo attacco palese», ha dichiarato il primo ministro in una conferenza stampa. «Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta affinché l’intera regione dia una risposta a una condotta così barbara».

 

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Al-Thani ha attaccato duramente il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di compromettere la stabilità regionale in nome di «deliri narcisistici» e interessi personali. Il Qatar continuerà il suo impegno di mediazione per risolvere le persistenti ostilità con Hamas, ha affermato.

 

Il primo ministro quatarino ha ammesso che lo spazio per la diplomazia è ormai diventato molto ristretto e che l’attacco ha probabilmente fatto deragliare il ciclo di negoziati dedicato all’ultima proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

 

«Per quanto riguarda i colloqui in corso, non credo che ci sia nulla di valido dopo aver assistito a un attacco del genere», ha affermato.

 

L’attacco israeliano è avvenuto due giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva lanciato un altro «ultimo avvertimento» ad Hamas, sostenendo che Israele aveva già accettato termini non specificati di un accordo da lui proposto e chiedendo al gruppo di rilasciare gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Poco dopo, anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dato al gruppo un “ultimo avvertimento”, minacciando Hamas di annientamento e intimando ai militanti di deporre le armi. In seguito alle minacce, Hamas aveva dichiarato di essere pronta a «sedersi immediatamente al tavolo delle trattative» dopo aver ascoltato quelle che ha descritto come «alcune idee da parte americana volte a raggiungere un accordo di cessate il fuoco».

 

Tuttavia nelle ultime ore è emersa la condanna del presidente statunitense contro l’attacco israeliano. In una dichiarazione pubblicata martedì su Truth Social, Trump ha criticato l’attacco aereo di Israele contro un complesso di Hamas a Doha, sottolineando che la decisione di portare a termine l’operazione all’interno del Qatar è stata presa unilateralmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e non da Washington.

 

Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America».

 

«Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me».

 

Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE».

 

Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio».

 

La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».

 

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Nell’operazione circa 15 aerei da guerra israeliani hanno sparato almeno dieci munizioni durante l’operazione di martedì, uccidendo diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya. Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti all’attacco, descritto come un tentativo di assassinare i negoziatori impegnati a raggiungere un possibile accordo.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito sul fatto che l’attacco ad Hamas in Qatar è stato un’azione unilaterale e che nessun altro paese è stato coinvolto nell’operazione.

 

«L’azione odierna contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele si assume la piena responsabilità», si legge in una nota.

 

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l’attacco israeliano definendolo una «flagrante violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Qatar». «Tutte le parti devono impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, non per distruggerlo», ha detto ai giornalisti.

 

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Geopolitica

Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

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La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.   Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».   «Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.   Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.

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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.   «Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.   Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.   Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.

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Geopolitica

Museo dell’Olocausto ritira post perché leggibile come filo-Gaza

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Un museo dell’Olocausto di Los Angeles ha cancellato un post sui social media contenente uno slogan da tempo associato all’Olocausto, dopo che alcune persone hanno affermato che alludeva alla guerra di Gaza.

 

Il messaggio, condiviso con i 24.000 follower su Instagram dell’Holocaust Museum di Los Angeles nel fine settimana, mostrava un’immagine di mani e avambracci di diverse tonalità di pelle – tra cui una con un tatuaggio dell’Olocausto – uniti in un cerchio. La didascalia recitava: «Mai più non può significare solo mai più per gli ebrei».

 

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Sebbene inizialmente alcuni abbiano elogiato il post come un riconoscimento delle sofferenze dei palestinesi, esso ha subito suscitato reazioni negative da parte dei gruppi ebraici, spingendone alla sua rimozione.

 

In seguito il museo ha affermato che il post faceva parte di una campagna pianificata in precedenza «intesa a promuovere l’inclusività e la comunità», non «una dichiarazione politica che riflette la situazione attuale in Medio Oriente».

 

Sebbene il post non menzionasse Gaza, alcuni commentatori filo-israeliani hanno esortato i donatori a tagliare i finanziamenti all’istituzione. La rimozione del post, a sua volta, ha portato voci filo-palestinesi ad accusare il museo di fare marcia indietro su un principio universale anti-genocidio.

 

 

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Un post condiviso da Holocaust Museum LA (@holocaustmuseumla)

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Il museo di Los Angeles, fondato nel 1961 dai sopravvissuti all’Olocausto, è attualmente chiuso per ristrutturazione fino a giugno 2026. Si è impegnato a «fare meglio» e a garantire che i post futuri siano «progettati in modo più attento».

 

Si tratta di un caso di fulminea rieducazione infraebraica non dissimile a quello capitato, alle nostre latitudini, allo storico universitario Ariel Toaff, figlio del notissimo rabbino romano Elio Toaff, il cui libro sul sacrificio rituale ebraico fu ritirato rapidamente dalle librerie per uscire in una versione «potata».

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Immagine di Lamoth via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

 

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