Spirito
«Una Chiesa che non crede più in Gesù Cristo» non è più la Sua Chiesa: il card. Müller contro modernisti e World Economic Forum
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF, ora Dicastero), ha tenuto diversi discorsi durante un viaggio pastorale negli Stati Uniti, in cui ha ricordato con forza al suo pubblico che i leader della Chiesa cattolica devono rimanere fedeli agli insegnamenti stabiliti da Gesù Cristo stesso e non cercare di adattarli allo spirito dei tempi.
«Una Chiesa che non crede più in Gesù Cristo non è più la Chiesa di Gesù Cristo», ha dichiarato il cardinale. Il discorso e due omelie sono state pubblicate dal sito pro-life nordamericano LifeSite.
Il cardinale tedesco ha criticato il «relativismo nella dottrina» e ha detto al suo pubblico che i vescovi della Chiesa cattolica «che tradiscono la loro missione divina per evitare di essere accusati di proselitismo o di essere rigoristi per difendere la morale cristiana hanno dimenticato il senso e la ragione della loro esistenza».
Sostieni Renovatio 21
Questi commenti fanno seguito al Sinodo sulla sinodalità, recentemente conclusosi a Roma, nel quale altre commissioni continuano a discutere questioni quali l’ordinazione femminile e gli insegnamenti morali della Chiesa.
Il cardinale Müller chiarisce che si tratta di una rinascita dei modernisti paragonabile a quella dell’epoca di papa Pio X: «I vescovi e i teologi che hanno dimenticato che solo in Cristo ci è data la pienezza della grazia e della verità, o che – come i modernisti dell’inizio del XX secolo – pensano di poter sviluppare gli insegnamenti di Cristo secondo il proprio piacimento, dovrebbero ricordare le parole di san Paolo: “se ancora cercassi piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo (…)e di fatto non l’ho mica ricevuto da un uomo, nè io ne fui ammaestrato, ma l’ho avuto per rivelazione di Gesù Cristo” (Gal 1,10-12)»
«Lo Spirito Santo non aggiorna la Tradizione presumibilmente morta per il presente attraverso profetesse auto-nominate, come pensavano i montanisti nel III secolo». Il cardinale Müller menziona altre idee eretiche, ad esempio quelle di Gioacchino da Fiore, che parlava del futuro «Regno dello Spirito». Una versione contemporanea di queste ideologie è, secondo il cardinale, il Grande Reset del World Economic Forum. «Oggi», ha continuato il cardinale, «questo materialismo storico è chiamato il Nuovo Ordine Mondiale del “World Economic Forum” di Davos, con Klaus come suo dio e Yuval Harari come suo profeta di questo mondo senza il Dio vivente e ispirato dal cosiddetto transumanesimo, che non è altro che un puro nichilismo».
Durante la «crisi delle società tradizionalmente cristiane» e la questione se la Chiesa si adatti ancora «al nostro tempo», il prelato ha ricordato alla congregazione che la crisi della Chiesa è “creata dall’uomo ed è sorta perché ci siamo adattati comodamente allo spirito di una vita senza Dio».
«Ecco perché nei nostri cuori tante cose non sono state redente e desiderano una gratificazione sostitutiva», ha continuato il porporato tedesco.
L’antidoto alla crisi del nostro tempo è la fede. «Ma chi crede non ha bisogno di ideologie», ha aggiunto Müller. «Chi spera non ricorrerà alla droga».
Oltre alla sua visita a Philadelphia, il cardinale Müller si è recato anche a South Bend, Indiana, dove ha tenuto un discorso accademico sulla teologia all’Holy Cross College e ha onorato San Tommaso d’Aquino in un’omelia alla Basilica del Sacro Cuore dell’Università di Notre Dame. Invitato a celebrare l’800° anniversario di questo dottore della Chiesa, il cardinale tedesco ha onorato la Summa theologiae di Tommaso d’Aquino come un «enorme capolavoro» e lo ha descritto come un uomo umile che non si è presentato come un «filosofo autonomo che, alla fine del suo pensiero, postula o afferma Dio come un’idea necessaria della ragione». Invece, Tommaso d’Aquino «si vede come un “insegnante della verità cattolica” ( Summa theologiae I. prol.), che presenta l’auto-rivelazione di Dio come verità e vita di ogni essere umano, e che è definitivamente diventata realtà storica in Gesù Cristo».
Il cardinale Müller ha proposto Tommaso d’Aquino come soluzione per superare le idee di una presunta dialettica tra «Dio e il mondo» o di «un’opposizione inconciliabile tra natura e grazia, o tra conoscenza razionale e fede», e infine tra «rivelazione e ragione».
«L’apparente opposizione tra cristianesimo e modernità, nella filosofia e nelle scienze empiriche, ha una delle sue origini nel rifiuto della sintesi tommasiana tra fede e ragione», ha affermato il cardinale tedesco.
«In sostanza, la colossale opera di San Tommaso è una confutazione e un superamento dello gnosticismo e dell’idealismo antichi e moderni, che con il suo dualismo metafisico lacera l’essere in una contraddizione dialettica irrisolvibile e priva le persone di ogni speranza di comunione con Dio nella verità e nell’amore e ci consegna tutti a un nichilismo esistenzialista o cosmologico».
«La chiave ermeneutica della comprensione cattolica del cristianesimo è l’analogia di natura e grazia, ragione e fede, volontà e amore. La fede si basa sull’autorità di Dio che si rivela nella testimonianza vivente degli apostoli e della Chiesa. Tuttavia, la sacra dottrina usa anche la ragione umana, non, certo, per provare la fede, poiché ciò distruggerebbe la meritorietà della fede, ma piuttosto per chiarire alcune altre cose che sono trattate in questa dottrina. Poiché infatti la grazia perfeziona la natura e non la distrugge, la ragione naturale deve servire la fede, proprio come l’inclinazione naturale della volontà serve allo stesso modo la carità. Ecco perché in 2 Corinzi 10:5 l’Apostolo dice: “… facendo prigioniero ogni intelligenza fino all’ubbidienza di Cristo” (Tommaso d’Aquino, Summa theologiae I q. 8 a. 8. ad 2)».
L’elogio del cardinale Müller all’opera di San Tommaso d’Aquino, così come la sua insistenza sulla lealtà generale dei pastori della Chiesa cattolica agli insegnamenti di Nostro Signore e al Magistero perenne della Chiesa sono un incoraggiamento per i cattolici del nostro tempo.
«La Chiesa sa che siamo perduti senza il Vangelo di Cristo. Nel suo grembo, Maria ha concepito Dio stesso, che è nato da lei: Gesù Cristo, l’unico Salvatore del mondo intero. Lui solo può salvare il mondo; e francamente, anch’io non vorrei essere salvato da nessuno se non da Lui, vero Dio e vero uomo» ha detto il cardinale a chiusura della sua omelia di Philadelphia.
Aiuta Renovatio 21
«Chiediamo alla Madre di Dio di intercedere per noi, affinché diventiamo più degni di ricevere l’autore della vita, il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, un solo Dio per tutti i secoli dei secoli».
Senza Cristo, dice il porporato, non vi è nessuna Chiesa.
«La Chiesa, infatti, non è un’organizzazione puramente umana che dovrebbe dimostrare la sua utilità o rilevanza sistemica di fronte al mondo. La sua essenza e missione sono fondate sulla sua sacramentalità, che deriva dall’unità Dio-uomo di Cristo. Ecclesia catholica est Christus praesens visibilis: la Chiesa cattolica è la presenza visibile di Cristo».
«Una Chiesa che non crede più in Gesù Cristo non è più la Chiesa di Gesù Cristo. I vescovi che tradiscono la loro missione divina per evitare di essere accusati di proselitismo o di essere rigoristi per difendere la morale cristiana hanno dimenticato il senso e la ragione della loro esistenza. Quel relativismo nella dottrina non rende il cristianesimo adatto al presente, un fatto che è stato portato alla nostra attenzione in modo impressionante da Papa Benedetto XVI»
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Arte
Svelate le vetrate contemporanee per la Cattedrale di Notre-Dame
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Una sostituzione fortemente controversa
La decisione di installare vetrate contemporanee nella Cattedrale di Notre-Dame è un’iniziativa personale di Emmanuel Macron, annunciata durante la sua visita al cantiere l’8 dicembre 2023 e sostenuta dall’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich. «Che vengano cambiate e che portino l’impronta del XXI secolo», dichiarò il Presidente all’epoca. La sostituzione delle vetrate di Viollet-le-Duc, sopravvissute all’incendio del 2019, aveva scatenato un’accesa controversia. Nel luglio 2024, la Commissione Nazionale per il Patrimonio e l’Architettura ha respinto il progetto, sostenendo che la creazione artistica non dovrebbe sacrificare elementi del patrimonio di interesse pubblico. La Tribune de l’Art ha lanciato una petizione che, ad oggi, ha raccolto quasi 300.000 firme. L’associazione Sites & Monuments ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo di Parigi per annullare o risolvere l’appalto pubblico. Il ricorso è stato respinto dal tribunale a fine novembre.Aiuta Renovatio 21
Nel frattempo, lo Stato vuole trarre profitto dal restauro di Notre-Dame
Didier Rykner, il dinamico direttore de La Tribune de l’Art, che si oppone a questa sostituzione, ha appena pubblicato un editoriale in cui denuncia l’avidità dello Stato, che pretende fondi privati per coprire spese che dovrebbero essere a suo carico. Come sottolinea il giornalista, l’istituzione pubblica responsabile della conservazione e del restauro della Cattedrale di Notre-Dame non dovrebbe essere mantenuta. «Ora che le tracce dell’incendio sono scomparse, non vi è alcuna giustificazione per cui questa struttura, creata esclusivamente per questo restauro, continui a funzionare». «Notre-Dame ha ora bisogno di restauro, ma questi lavori dovrebbero continuare, come di consueto, sotto la direzione del DRAC Île-de-France, ovvero il ministero della Cultura, senza bisogno di un’istituzione pubblica. Un’istituzione del genere, i cui costi di gestione sono considerevoli, non è più giustificata, a meno che non si decida di creare istituzioni pubbliche per il restauro di tutti i principali monumenti statali…» Inoltre, permane un «surplus» di fondi privati donati per il restauro della cattedrale più famosa del mondo, che sarà utilizzato per il restauro dell’abside e degli archi rampanti che la sostengono, e anche, a quanto pare, per la sacrestia, i tre grandi rosoni e le facciate nord e sud del transetto. Ma Philippe Jost, direttore dell’istituzione pubblica, chiede altri 140 milioni. E Didier Rykner ha concluso: «non dobbiamo più dare un solo centesimo a Notre-Dame per sostituire uno Stato in rovina che si rifiuta di adempiere ai propri obblighi. Le cattedrali, come Notre-Dame, devono essere restaurate e mantenute dal loro proprietario, lo Stato. E l’istituzione pubblica, che ha fatto la sua parte e ora vuole deturpare la cattedrale rimuovendo le vetrate di Viollet-le-Duc, non ha più ragione di esistere. Deve essere chiusa».Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Il cardinale Zen risponde alle critiche del sacerdote cinese e avverte che la Chiesa potrebbe imitare il crollo anglicano
Il cardinale Joseph Zen, 93enne vescovo emerito di Hong Kong, ha risposto a un articolo di un sacerdote cinese che accusava coloro che, come Zen, criticano l’ultima nomina episcopale nella Cina continentale di mostrare «stupidità», «malizia» o una «personalità distorta». Lo riporta LifeSite.
Nel suo articolo che celebrava il ritiro del vescovo Zhang Weizhu dalla diocesi di Xinxiang e la consacrazione del vescovo Li Jianlin, padre Han Qingping ha accusato Zen in termini appena velati: «se qualcuno, semplicemente perché la sceneggiatura non si sviluppa secondo le proprie aspettative, allora “nega o addirittura ricorre a dicerie e calunnie” (della bella scena sopra menzionata)… questa è puramente una manifestazione del fatto che “non è stupido” ma “malvagio” o “ha un disturbo della personalità”, proprio come un certo cardinale».
«Questo mi ha toccato nel profondo», ha risposto il cardinale Zen sul suo blog personale, pubblicato in lingua inglese su X. «Non ammetto di essere una “cattiva persona” o di avere un “disturbo della personalità”, ma sono davvero abbastanza “stupido” da “prenderla sul personale”».
Aiuta Renovatio 21
«Per sfogare il suo risentimento verso questo malvagio cardinale, padre Han improvvisamente devia dall’argomento nel paragrafo finale per parlare del cosiddetto sinodo sulla “sinodalità”», ha osservato Sua Eminenza.
«Ciò che ho definito “comportamento suicida della Chiesa” non si riferisce all’intero cosiddetto sinodo, né all’intera questione della “sinodalità”; si riferisce solo all”attuazione della cosiddetta fase esecutiva del Sinodo basata sul cosiddetto Documento conclusivo”», ha spiegato il porporato.
Il cardinale Zen ha affermato che l’attuazione del documento finale rischia di creare disunità nella Chiesa.
«Sia il segretario generale del sinodo che il suo relatore ammettono che diverse diocesi possono avere interpretazioni molto diverse di quel documento (da un sostegno entusiastico a una forte opposizione); secondo queste diverse interpretazioni, diverse regioni avranno “prove” diverse», ha scritto il principe di Santa Romana Chiesa.
«In definitiva, la nostra Chiesa non ha forse accettato lo stesso tipo di ‘diversità’ della Comunione anglicana?», ha chiesto il cardinale, avvertendo che la Chiesa cattolica romana potrebbe presto trovarsi ad affrontare un futuro disastroso simile: «di conseguenza, la Chiesa d’Inghilterra conserva solo circa il 10% dei credenti anglicani del mondo; il restante ottanta percento si è separato per formare la Global Anglican Future Conference, non accettando più la guida spirituale dell’arcivescovo di Canterbury!»
Papa Francesco si è lasciato alle spalle «caos e divisione», aveva scritto il porporato di Hong Kongo in un post sul blog di novembre. «La nostra più grande speranza è che papa Leone unisca la Chiesa sul fondamento della verità, radunandoci tutti nella missione dell’evangelizzazione. Dobbiamo offrire le nostre preghiere e i nostri sacrifici per papa Leone».
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Il cardinale Zen non ha esitato a condividere le sue preoccupazioni sul processo sinodale. Dopo la morte di Francesco, Sua Eminenza aveva avvertito gli elettori prima del conclave che la Chiesa si trova ad affrontare una «questione di vita o di morte» mentre si confronta con esso. In un commento pubblicato nel febbraio 2024, Sua Eminenza aveva affermato di sperare che «questo Sinodo sulla “sinodalità” possa concludersi con successo».
Per molti anni, lo Zen ha rimproverato il Vaticano per la sua indulgenza nei confronti del Partito Comunista Cinese in merito alla nomina dei vescovi. Allo stesso tempo, ha concluso il suo post sottolineando la sua devozione alla Cattedra di San Pietro.
«La mia critica a certe azioni papali nasce proprio dalla mia profonda riverenza per il Papa», ha affermato, citando diversi versetti del Vangelo, tra cui Matteo 14 e Luca 22, che fanno riferimento al momento in cui San Pietro – che non era ancora papa – dubitò di Nostro Signore mentre camminava sulle acque e quando Cristo gli disse che lo avrebbe rinnegato tre volte, rispettivamente.
A ottobre, il cardinale Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT all’interno della Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha emesso alcuna condanna in seguito. Lo troviamo davvero incomprensibile!», ha esclamato, chiedendo che venissero compiuti sacrifici di preghiera e digiuno.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
L’arcivescovo Gänswein esorta papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe in latino
Aiuta Renovatio 21
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Spirito2 settimane fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Vaccini2 settimane faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Pensiero5 giorni faDi tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri
-



Spirito1 settimana faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo
-



Intelligenza Artificiale1 settimana faL’AI renderà il lavoro «facoltativo» e il denaro «irrilevante»: Musk come Marx e i sovietici










