Geopolitica
Un carro armato israeliano bombarda accidentalmente un avamposto egiziano

Le guardie di frontiera egiziane sono state ferite dai frammenti di un carro armato israeliano che ha colpito una delle loro torri di guardia durante la guerra di Israele con Hamas.
L’incidente è avvenuto domenica al checkpoint egiziano vicino a Kerem Shalom, dove si uniscono i confini di Israele, Gaza ed Egitto. Il portavoce delle forze armate egiziane, il colonnello Gharib Abdel-Hafez Gharib, ha descritto i danni come «minori» e non ha rivelato quante guardie di frontiera siano state ferite dai frammenti di granata.
«La parte israeliana ha espresso immediatamente il suo rammarico per l’incidente involontario», ha detto Gharib in una nota. «È successo e le circostanze dell’incidente sono oggetto di indagine».
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno rilasciato una dichiarazione domenica scorsa, esprimendo «dispiacere per l’incidente». Il carro armato «ha sparato accidentalmente e ha colpito una postazione egiziana», e l’incidente è sotto inchiesta, secondo la dichiarazione.
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L’incidente è avvenuto il giorno dopo che l’Egitto ha aperto il valico con Gaza per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere i palestinesi assediati. Sabato, secondo quanto riferito, solo 20 dei circa 200 camion degli aiuti che aspettavano da giorni per entrare a Gaza sono stati autorizzati a entrare nel territorio. Un secondo convoglio, composto da 14 camion, è passato domenica attraverso il valico di frontiera di Rafah per entrare a Gaza.
Israele ed Egitto sono stati coinvolti in diversi conflitti armati nel corso della storia. Uno dei conflitti più noti è stato il conflitto arabo-israeliano del 1948-1949, che è scoppiato immediatamente dopo la dichiarazione di indipendenza di Israele nel 1948. L’Egitto è stato uno degli Stati che ha partecipato a questo conflitto contro lo Stato Ebraico.
In seguito, ci sono stati altri conflitti tra Israele ed Egitto, inclusa la guerra del 1956 (Crisi di Suez), la guerra dei sei giorni nel 1967 e la guerra del Kippur nel 1973. Tuttavia, nel 1979, Israele e l’Egitto hanno firmato un accordo di pace storico chiamato Accordo di Camp David, che ha posto fine allo stato di guerra tra i due Paesi e ha portato a una normalizzazione delle relazioni diplomatiche ed economiche tra di loro.
Ospite il presidente USA Jimmy Carter, i Camp David Accords furono siglati dal premier israeliano Menachem Begin e dal presidente egiziano Anwar Sadat. La stipula avuto un impatto significativo sulla politica nel Medio Oriente. Il trattato, tuttavia, fu respinto da molti nel mondo arabo, compresi i Fratelli Musulmani
Il 6 ottobre 1981 Sadat fu assassinato durante la parata annuale della vittoria tenuta al Cairo per celebrare l’attraversamento del Canale di Suez da parte dell’Egitto. Un ufficiale dell’esercito, radicalizzato nell’islamismo, sparò con il suo fucile d’assalto contro Sadat mentre era davanti alla tribuna, ferendo mortalmente il presidente.
L’Egitto è stata la culla dei Fratelli Musulmani, la prima vera sigla islamista del mondo moderno, ancora presente in moltissimi Paesi. Hamas ne è una derivazione palestinese; tuttavia, la dirigenza di Hamas prese le distanze dalla Fratellanza nel 2017.
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Immagine di Michael Shvadron, Israel Defense Forces via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Lavrov all’ONU parla di rinazificazione tedesca: «hanno lo stesso obiettivo di Hitler»

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Geopolitica
Falliscono i colloqui Siria-Israele

I negoziati tra Israele e Siria hanno subito un «ostacolo dell’ultimo minuto» a causa della richiesta israeliana di stabilire un corridoio sicuro in territorio siriano. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti.
Israele aveva proposto l’apertura di un «corridoio umanitario» verso la provincia di Sweida per fornire aiuti, ma Damasco ha rifiutato, considerandola una violazione della sovranità nazionale, ha riportato Reuters venerdì. Le forze israeliane hanno occupato la Siria meridionale dopo la caduta del governo di Bashar Assad a dicembre.
Fonti siriane e statunitensi hanno indicato che la richiesta di Gerusalemme Ovest ha fatto naufragare l’accordo.
Venerdì mattina, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’avvio dei colloqui tra i due Paesi. «Le vittorie di Israele sull’asse terroristico iraniano hanno aperto possibilità di pace impensabili due anni fa. Prendiamo la Siria: oggi abbiamo avviato seri negoziati con il nuovo governo siriano», ha dichiarato il premier dello Stato Giudaico.
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Nelle ultime settimane, Damasco e Gerusalemme Ovest erano vicine a un’intesa sui punti principali di un accordo, dopo mesi di trattative mediate dagli Stati Uniti. L’inviato speciale USA per la Siria, Tom Barrack, aveva dichiarato martedì che le parti erano prossime a un accordo di «de-escalation».
Secondo i termini proposti, Israele avrebbe interrotto i suoi attacchi, mentre la Siria si sarebbe impegnata a non dispiegare macchinari o equipaggiamenti pesanti vicino al confine israeliano. Una zona demilitarizzata avrebbe incluso la provincia di Sweida, dove centinaia di drusi sono stati uccisi negli ultimi mesi.
I negoziati si svolgono mentre il presidente ad interim siriano, Ahmed al-Sharaa (precedentemente noto come il terrorista jihaddista al-Jolani, che ha guidato la rimozione di Assad, ha compiuto una visita storica a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Al-Jolani ha espresso la speranza di raggiungere un accordo di sicurezza, sottolineando che Damasco non sta «creando problemi a Israele». «Siamo noi ad avere paura di Israele, non il contrario», ha affermato.
Sharaa-Jolani ha anche ridimensionato le possibilità di un accordo storico che preveda il riconoscimento di Israele da parte della Siria.
Lo Stato Ebraico, che ospita una minoranza drusa di 120.000 persone i cui uomini servono nell’esercito israeliano, ha dichiarato di voler proteggere i drusi in Siria, giustificando i suoi attacchi militari con la necessità di difenderli.
Come riportato da Renovatio 21, Israele arma e finanziai combattenti drusi nella Siria meridionale.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto era stato riportato che Siria ed Israele stavano tenendo colloqui inediti a Parigi, mediati dagli Stati Uniti. Due mesi fa al-Jolani aveva lasciato capire che potrebbe rinunciare alla rivendicazione di sovranità del Paese sulle alture del Golan occupate da Israele in cambio della normalizzazione dei rapporti con lo Stato Ebraico.
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Immagine di Israel Defense Forces via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
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