Spirito
Trump accetta in dono la reliquia della Vera Croce di Cristo da un sacerdote carmelitano

Mercoledì un frate carmelitano hanno donato all’ex presidente Donald Trump una reliquia della Vera Croce e uno scapolare marrone, un sacramentale di lana indossato attorno al collo che funge da segno di protezione da parte della Madre di Dio.
Il filmato condiviso dall’account Catholics for Catholics X mostra padre Justin Maria, O. Carm., che consegna gli oggetti sacri a Trump dopo un comizio a New York City.
«Certo, mi piace», si sente dire Trump, anche se il resto dell’audio è difficile da distinguere a causa della musica di sottofondo ad alto volume.
Okay, so President Trump was enrolled into the Brown Scapular Confraternity by a Carmelite while the YMCA plays in the arena. Mary is working something here 😳
— Catholics for Catholics 🇺🇲 (@CforCatholics) September 20, 2024
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Dopo che padre Justin Maria ha impartito la benedizione a Trump e gli ha offerto lo scapolare e la reliquia, si vede Trump che ordina al sacerdote di consegnarli a un assistente non identificato.
Le reliquie della Vera Croce sono frammenti della croce su cui Gesù Cristo fu crocifisso e morì nel 33 d.C. e , in quanto tali, sono considerate dai cattolici tra le reliquie più venerabili della Chiesa.
Lo Scapolare marrone della Madonna del Monte Carmelo fu donato per la prima volta dalla Beata Vergine a San Simone Stock nel 1251, come ausilio alla salvezza di coloro che lo indossano.
«Questo sarà un privilegio per voi e per tutti i Carmelitani, che chiunque muoia con questo abito non patisca il fuoco eterno», disse la Vergine Maria a San Simone Stock. La Chiesa cattolica ha continuato a estendere questo privilegio a tutti i laici che sono investiti di questo scapolare e lo indossano per sempre.
Solo i cattolici possono essere investiti dello scapolare, ma i non cattolici possono comunque indossarlo. Come sacramentale, dispone alla grazia coloro che ne fanno uso, compresi i non cattolici.
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Necrocultura
«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone

L’incontro tra il capo della chiesa sinodale e il capo della chiesa d’Inghilterra avrà come punto culminante una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina, all’insegna della retorica ambientalista del “grido della terra” e della “conversione ecologica”.… pic.twitter.com/9gBObOg2h9
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 21, 2025
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Immagine di Luca Aless via Wikimedia CC BY-SA 3.0
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Spirito
Turchia, scoperte pagnotte di 1.300 anni con l’immagine di Cristo Seminatore

Nel sito di Topraktepe, nella Turchia meridionale, un gruppo di ricercatori ha scoperto cinque pani carbonizzati recanti iscrizioni e immagini religiose. Uno raffigura Cristo che semina il grano, accompagnato da una dedica in greco, mentre gli altri recano croci maltesi.
La scoperta è avvenuta a Topraktepe, un sito identificato come l’antica città bizantina di Irenopolis, situata nell’attuale provincia turca di Karaman, in Anatolia. Gli archeologi hanno rinvenuto cinque pagnotte carbonizzate che, secondo gli esperti, potrebbero essere state utilizzate durante le celebrazioni liturgiche da una comunità cristiana rurale dedita principalmente all’agricoltura, risalenti al VII o VIII secolo.
«Questi pani, risalenti a oltre 1.300 anni fa, gettano nuova luce su un affascinante capitolo della vita bizantina. Dimostrano che la fede andava oltre preghiere e cerimonie, manifestandosi in oggetti che davano un significato spirituale a un bisogno umano fondamentale: il pane», ha spiegato uno dei membri del team di scavo.
I ricercatori hanno affermato che i pani si sono conservati dopo che un incendio, probabilmente domestico, li ha improvvisamente carbonizzati, preservandone la forma e la decorazione. I funzionari provinciali hanno definito la scoperta «uno degli esempi meglio conservati finora identificati in Anatolia», secondo il quotidiano Posta .
Il sito di Topraktepe aveva già portato alla luce resti di necropoli, camere scavate nella roccia e fortificazioni, ma pochi oggetti riflettevano così direttamente la devozione quotidiana dei suoi abitanti. «Questa scoperta è interpretata come prova del valore simbolico dell’abbondanza e del lavoro nella spiritualità dell’epoca», ha aggiunto una dichiarazione ufficiale citata da Star.
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Come sottolinea Anatolian Archaeology, queste scoperte «forniscono prove materiali dirette di pratiche cristiane provinciali, raramente accessibili al di fuori di fonti scritte. Questo risultato conferisce al sito un interesse molto speciale per lo studio dell’espressione locale e provinciale del cristianesimo bizantino».
Gli studiosi hanno sottolineato che queste testimonianze rurali differiscono dalle forme di culto urbane di Costantinopoli, dimostrando come la religiosità contadina rimanesse strettamente legata al ciclo agricolo. Irenopoli, situata lungo una rotta commerciale, viveva di agricoltura e pastorizia; pertanto, la raffigurazione di Cristo come seminatore rifletteva fedelmente la vita e lo spirito di questa comunità cristiana.
Secondo La Vanguardia, i ricercatori collegano l’iscrizione al brano del Vangelo di San Giovanni (6,35): «Io sono il pane della vita». Questa scoperta, quindi, introduce un nuovo contesto archeologico a una delle metafore più profonde della fede cristiana.
Il team di archeologi prevede di condurre analisi chimiche e botaniche per determinare quali tipi di cereali e lieviti siano stati utilizzati nella preparazione del pane. Stanno anche cercando di stabilire se si trattasse di pane eucaristico, utilizzato nelle celebrazioni liturgiche, o di pane benedetto distribuito ai fedeli.
Va ricordato che il cristianesimo orientale utilizza, per la maggior parte delle chiese o dei riti, pane lievitato, non pane azzimo. Ma va anche notato che il pane antidoron, benedetto, ma non consacrato, veniva distribuito ai fedeli alla fine della messa, come talvolta avviene ancora con il pane benedetto.
Inoltre, sperano di individuare una cappella vicina che sarebbe stata utilizzata per conservare i pani prima dell’uso. «La conservazione del pane liturgico del VII o VIII secolo è estremamente rara. I pani di Topraktepe offrono quindi una finestra unica sul culto cristiano primitivo», ha concluso il team di ricerca.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Spirito
Papa Leone ribadisce la condanna della Chiesa contro l’usura: «corruzione del cuore umano»

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