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Roditori danneggiano le armi occidentali in Ucraina
Parte dell’attrezzatura militare fornita all’Ucraina dall’Occidente è diventata inutilizzabile dopo essere stata danneggiata dai roditori. Lo riporta il quotidiano francese Le Figaro, che cita un combattente francese nelle file delle forze di Kiev.
Le armi ecologiche fornite all’esercito ucraino dai sostenitori stranieri degli ucraini sono «a volte inadatte alla realtà del fronte” e “non escono bene” in un conflitto reale, si legge in un articolo giovedì.
Come prova della sua affermazione, Le Figaro ha fornito il resoconto di un combattente francese senza nome, il quale si è lamentato del fatto che «i roditori hanno mangiato i cavi di alcuni dei veicoli» utilizzati dalle forze armate ucraine.
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«Alcune delle guaine protettive dei cavi elettrici sono fatte di fibra di mais», che attira topi e ratti, ha detto, riferendosi all’attrezzatura bellica offerta dall’Occidente. La testata francese sottolinea che «il fenomeno è marginale, ma racconta la storia del confronto tra l’equipaggiamento militare occidentale e la realtà».
«I veicoli occidentali sono stati concepiti come una vetrina tecnologica. Ma nel fango e nel freddo, non sempre funzionano», ha detto il combattente francese.
«Per fortuna, gli ucraini avevano ancora qualche briciola» nel loro arsenale, ha aggiunto, riferendosi al vecchio armamentario di fabbricazione sovietica.
A dicembre, il ministero della Difesa britannico aveva avvertito che un autunno mite e l’abbondanza di cibo proveniente dai campi lasciati incolti a causa delle ostilità avevano alimentato un aumento della popolazione di roditori nelle zone di conflitto tra Russia e Ucraina, scrive RT.
Topi e ratti «cercano probabilmente rifugio in veicoli militari e posizioni difensive», ha affermato il ministero della guerra londinese, secondo il quale i temibili roditori «esercitano un’ulteriore pressione sul morale dei soldati» e «rappresentano un pericolo per l’equipaggiamento militare masticando i cavi».
Nello stesso mese, il presidente russo Vladimir Putin ha osservato che «il mito dell’invulnerabilità dell’equipaggiamento militare occidentale è crollato» durante i combattimenti in Ucraina. Non è chiaro se si riferisse anche al danno murino inflitto al sostegno materiale offerto dai Paesi NATO a Kiev.
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C’erano gli ubiqui hacker russi, ora siamo ben oltre: topolini filorussi in azione, sabotatori muridi contro il regime Zelen’skyj.
Che la prossima fornitura militare miliardaria da spedire in Ucraina sia una fornitura di gatti? Per ogni carrarmato, un micio dentro? Per ogni unità antiaerea, un gattaccio a fare le fusa a fianco dei missili?
Un tempo, per combattere la peste, si faceva. È così che i vicentini, secondo una delle versioni leggendarie sulla loro nomea felinofaga, furono detti magnagati, perché ne importavano da Venezia grandi quantità.
Ora, per combattere la Russia, si deve tornare a quel modello. Gatti per il nazionalismo integralista ucraino contro i sorci dello Zar. CIA e Dipartimento di Stato ne stanno discutendo? Porteranno via i nostri gatti domestici, come hanno rapito per Kiev le nostre tasse?
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Animali
Fiume infestato dai coccodrilli pronto per le Olimpiadi in Australia
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«Mentre nuotavo sotto il ponte, ho sentito e visto cose a cui non dovremmo pensare troppo», ha detto Jolien Vermeylen, triatleta che si è classificata 24ª, aggiungendo che le acque non avevano esattamente il sapore di «Coca-Cola o Sprite». Tra le cose che ha veduto è possibile ipotizzare non vi fossero coccodrilli, tuttavia grandi toponi forse sì. Renovatio 21 ha teorizzato una volonta precipua, di natura esoterico-giacobina, nella persecuzione fisica degli atleti: è il caso di parlare di vero sadismo della Francia repubblicana, che ha tra i suoi eroi, del resto, il marchese De Sade – il quale nelle 120 giornate di Sodoma descrive appunto la tortura di masse di giovani…Canadian Olympic athlete vomits 🤮 after swimming in the contaminated waters of the Seine River.
Despite France spending €1 billion on a cleanup operation before the Paris Olympics. “Did I vomit once? No, I vomited 10 times, the last four kilometers were brutal, and I started… pic.twitter.com/Y6hC1IjQKZ — Juan Torres (@juanpodcast1) August 1, 2024
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Animali
Grave crisi nel mondo degli avvoltoi, il Sudafrica si dispera. Mentre continua la violenza razzista contro i bianchi
Il governo sudafricano ha espresso preoccupazione per il drastico declino delle popolazioni di avvoltoi, sottolineando che la loro continua diminuzione potrebbe avere serie conseguenze ambientali. Nonostante i problemi che affliggono il Paese – come la cruenta violenza razzista sui bianchi – Pretoria pensa bene di occuparsi dei problemi dei pennuti, e disperarsene.
Nel suo discorso di lunedì, il ministro delle Foreste, della Pesca e dell’Ambiente Dion George ha dichiarato che solo nel 2025 due episodi di avvelenamento di massa hanno causato la morte di centinaia di avvoltoi.
A maggio, almeno 123 avvoltoi sono morti dopo essersi nutriti della carcassa avvelenata di un elefante nel Parco Nazionale Kruger in Sudafrica. Le guardie forestali sono riuscite a salvare e curare circa 83 degli uccelli sopravvissuti.
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Un altro caso di avvelenamento di massa si è verificato nella riserva di caccia di Lionspruit, a Mpumalanga, dove oltre 100 avvoltoi sono stati uccisi.
«Se questi eventi continuano senza controllo, la perdita di migliaia di avvoltoi potrebbe avere conseguenze devastanti per l’ambiente e la salute pubblica», ha avvertito il ministro, invitando i sudafricani a contribuire attivamente alla protezione degli avvoltoi, sottolineando il rischio di estinzione di diverse specie senza un intervento coordinato.
Un rapporto di BirdLife International del 2025 stima che gli avvoltoi abbiano un valore economico di 1,8 miliardi di dollari all’anno per la regione della Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe (SADC). Il rapporto identifica l’avvelenamento come la principale causa di morte degli avvoltoi in Africa (61%), seguito dall’uso legato a credenze tradizionali (29%) e dall’elettrocuzione da infrastrutture energetiche (9%).
Vulpro, la principale organizzazione sudafricana per la conservazione degli avvoltoi, ha registrato almeno 191 incidenti legati alle linee elettriche tra il 2020 e il 2025.
Nell’Africa meridionale, l’avvelenamento secondario da carcasse contaminate e le uccisioni per scopi tradizionali continuano a rappresentare gravi minacce: nel 2019, un avvelenamento di massa in Botswana ha causato la morte di oltre 500 avvoltoi in grave pericolo di estinzione, secondo il rapporto.
Nel 2024, il Sudafrica ha adottato un piano di gestione della biodiversità multispecie per sette specie di avvoltoi, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi di conservazione a livello nazionale fino al 2033.
Tuttavia, l’IOL ha riportato ad agosto che venti pulcini di avvoltoio sono nati nella riserva di caccia privata di Shamwari, in Sudafrica, durante questa stagione riproduttiva. Questo risultato segue il trasferimento, un anno fa, di 160 uccelli da Hartebeespoort a nuovi recinti a Shamwari da parte dell’organizzazione ambientalista VulPro.
Non solo il Sudafrica pensa ai pennuti invece che agli esseri umani. Aggiungiamo pure che si tratta di pennuti orribili – proprio quello che si dice un brutto uccello.
Nel 2022 la divisione per l’uguaglianza della Corte Suprema del Sudafrica ha stabilito che la canzone «Kill the Boers» non costituisce un caso di «incitamento all’odio». Chiedere il massacro di un’intera classe sociale, se non di un’intera razza non è hate speech, se a farlo cantare alle masse è Julius Malema, leader marxista-leninista del partito Economic Freedom Fighers (EFF), panafricanista, anticapitalista, antimperialista, con una certa passione, si dice, per le BMW che guiderebbe anche con un po’ troppa velocità.
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Come riportato da Renovatio 21, ancora due anni fa Musk, che non ha problemi a parlare di un vero e proprio «genocidio bianco» in Sudafrica, aveva accusato il New York Times di supportare gli appelli al massacro razziale in corso.
Il principale vettore dell’ascesa del canto genocida è senza dubbio il Malema, che scandisce lo slogan sterminatore saltellando in stadi dinanzi a migliaia e migliaia di seguaci, aggiungendo «shoot to kill», «spara per uccidere» – in pratica la caccia, ma non all’avvoltoio, al bianco.
Come riportato da Renovatio 21, vari gruppi boeri da anni ritengono di essere oggetti di una vera persecuzione se non di una pulizia etnica, con abbondanza disperante episodi di crimine, torture e violenza efferata di ogni sorta.
Come riportato da Renovatio 21, Ernst Roets, responsabile politico del Solidarity («Movimento di Solidarietà»), un network di organizzazioni comunitarie sudafricane che conta più di 500.000 membri, ha dichiarato che, nonostante le indicibili violenze e torture subite dalle comunità bianche in Sud Africa, nel prossimo futuro «l’Europa sarà peggio».
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Immagine di Derek Keats via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi
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