Economia
L’UE approva il primo pagamento da 4,2 miliardi di euro a Kiev

Gli ambasciatori del Consiglio europeo hanno votato a favore dell’invio della prima tranche del piano da 50 miliardi di euro per finanziare l’Ucraina fino al 2027.
Noto come Ukraine Facility, il programma è stato istituito l’estate scorsa con l’obiettivo di fornire un «sostegno finanziario prevedibile» a Kiev.
«Oggi gli ambasciatori hanno adottato la prima tranche del regolamento del piano per l’Ucraina, aprendo la strada al trasferimento di quasi 4,2 miliardi di euro per sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina», ha annunciato la presidenza ungherese del Consiglio su X.
Ora il consiglio deve seguire una procedura scritta per erogare effettivamente i fondi.
Secondo il Consiglio Europeo, lo strumento per l’Ucraina è stato concepito «come uno strumento flessibile adattato alle sfide senza precedenti del sostegno a un paese in guerra e che garantisce prevedibilità, trasparenza e rendicontazione dei fondi».
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L’UE ha infine approvato fino a 50 miliardi di euro per il progetto, a partire da quest’anno e fino al 2027, «per tutti i tipi di supporto». Il denaro verrà erogato tramite sovvenzioni, prestiti, investimenti e aiuti diretti.
Il piano è stato effettivamente lanciato a marzo, con circa 7,8 miliardi di euro inviati in base ad accordi «ad interim e preliminari». I pagamenti trimestrali regolari previsti dal Piano Ucraina dipenderanno dal fatto che Kiev soddisfi i «requisiti pre-concordati», secondo Bruxelles.
Il finanziamento di mercoledì è separato dal programma per prestare all’Ucraina circa 1,4 miliardi di euro dagli interessi maturati sui beni sovrani russi congelati nell’UE dal 2022. Mosca ha accusato Bruxelles di «furto» per aver congelati più di 200 miliardi di euro di beni della Banca Centrale russa dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.
Le preoccupazioni legali hanno impedito all’UE di sequestrare direttamente i fondi, ma il blocco si è arreso alle pressioni degli USA per utilizzare invece gli interessi da essi derivanti. Il valore dei prestiti a tempo indeterminato generati in questo modo è stato stimato in 3 miliardi di euro all’anno.
La prima rata, pari a 1,4 miliardi di euro, sarà inviata a Kiev all’inizio di agosto, ha affermato il commissario per la politica estera dell’UE Josep Borrell.
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Immagine di Vincent WR via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Economia
Importatori indiani pagano petrolio russo in yuan

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Cina
La Cina impone controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare

Il ministero del Commercio cinese, ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali. Lo riporta il quotidiano del Partito Comunista Cinese in lingua inglese Global Times.
Questi controlli riguardano «l’estrazione, la fusione e la separazione delle terre rare, la produzione di materiali magnetici e il riciclaggio delle risorse secondarie delle terre rare». Le aziende potranno richiedere esenzioni per casi specifici. In assenza di esenzioni, il ministero della Repubblica Popolare obbligherà gli esportatori a ottenere licenze per prodotti a duplice uso non inclusi in queste categorie, qualora sappiano che i loro prodotti saranno utilizzati in attività connesse alle categorie elencate.
Il precedente tentativo del presidente statunitense Donald Trump di avviare una guerra tariffaria con la Cina si è rivelato un fallimento, principalmente a causa del dominio preponderante della Cina nell’estrazione e nella lavorazione dei minerali delle terre rare. Delle 390.000 tonnellate di ossidi di terre rare estratti nel 2024, la Cina ne ha prodotte circa 270.000, rispetto alle 45.000 tonnellate degli Stati Uniti, e detiene circa l’85% della capacità di raffinazione globale.
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La decisione odierna della Cina avrà certamente un impatto a Washington, soprattutto in vista dell’incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping previsto per fine mese. Oggi si è registrata una corsa all’acquisto delle azioni di MP Materials, il principale concorrente statunitense della Cina nella produzione di terre rare.
All’inizio dell’anno, il dipartimento della Difesa statunitense aveva investito in MP Materials, dopo che Trump aveva evidenziato il divario tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, tale investimento è stato considerato insufficiente e tardivo.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Economia
Ritrovato morto a Kiev un trafficante di criptovalute

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