Geopolitica
L’ex ministro delle finanze tedesco ammette che la corruzione in Ucraina è «dilagante»
«L’Ucraina è ora governata da un oligarca che fa sempre più affidamento sugli aiuti esteri. Uno stato in cui la corruzione è dilagante e non ci sono vere strutture democratiche», ha detto l’ex ministro delle finanze tedesco Oskar Lafontaine al Frankfurter Allgemeine Zeitung.
L’ex ministro ha sottolineato che in Ucraina i partiti e i mass media indipendenti sono vietati e che l’affermazione della democrazia e dell’indipendenza richiederà molto tempo.
Il quotidiano ungherese Magyar Nemzet riporta di una recente indagine anti-corruzione ha identificato 30 funzionari ucraini sospettati di appropriazione indebita di fondi, tra cui dipendenti dei dipartimenti di edilizia e manutenzione, nonché rappresentanti di strutture commerciali in tutta l’Ucraina. I procuratori affermano che 15 di loro erano membri di gruppi criminali organizzati.
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La Procura generale dell’Ucraina ha annunciato la scorsa settimana di aver scoperto un piano su larga scala per sottrarre più di 3,7 milioni di dollari dal bilancio dello Stato, fondi che erano stati destinati alle Forze armate ucraine per finanziare di tutto, dal riscaldamento all’elettricità ai lavori di costruzione di infrastrutture militari.
I procuratori affermano che alcuni di questi beni sono stati acquistati a prezzi notevolmente più alti rispetto a quelli di mercato. Alcuni degli imputati sono anche accusati di abuso di potere e negligenza nel servizio militare. Uno degli imputati, il capo di un dipartimento regionale di edilizia e manutenzione, è sospettato di aver acquistato illegalmente attrezzature commerciali, terreni e altri beni di valore per un valore di 285.000 $ registrati a nome di un intermediario.
Il giornale magiaro elenca diversi scandali, tra cui quello del gennaio 2023, quando il vice ministro della Difesa aveva annunciato che il ministero della Difesa ucraino aveva rescisso i contratti con le aziende di proprietà di un imprenditore coinvolto nello scandaloso approvvigionamento di vestiario per le forze armate.
Nello stesso mese, il Servizio di sicurezza dell’Ucraina annunciò di aver arrestato un colonnello delle Forze armate ucraine e l’amministratore delegato di una società di forniture per la difesa con l’accusa di corruzione.
In Ucraina, la corruzione ad alto livello è al secondo posto tra le principali preoccupazioni degli ucraini dopo la guerra russo-ucraina, ha rivelato un sondaggio condotto dall’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione. I risultati della ricerca precedentemente presentata dal portale di notizie della Transcarpazia Kárpáti Igaz Szó mostrano che il 71,6% della popolazione considera questo il secondo problema più grande del paese e il 73 percento degli imprenditori la pensa allo stesso modo.
Secondo l’87,9% della popolazione e l’81,3% delle aziende, il livello di appropriazione indebita nel Paese è aumentato rispetto al 2022. Molti ritengono responsabile Zelens’kyj, con il 47,5% dei cittadini e il 48,3%dei rappresentanti aziendali che affermano che la lotta alla corruzione è responsabilità del presidente e del suo ufficio, scrive Remix News.
Al contrario, il 36,9% degli intervistati e il 32,4%degli imprenditori affermano che l’agenzia anticorruzione, o il Consiglio supremo, è quella che dovrebbe intervenire per frenare la corruzione. Le risposte includevano anche affermazioni secondo cui il Consiglio dei ministri e i ministeri possono essere ritenuti responsabili della diffusione della corruzione.
La corruzione in Ucraina ha ricevuto molta attenzione ultimamente. Klay Thompson, che ha un account molto seguito su X, ha denunciato i miliardi aggiuntivi che il presidente degli Stati Uniti Biden sta inviando all’Ucraina, al che un commentatore ha affermato: «Zelens’kyj ha davvero portato a termine uno dei più grandi furti di denaro di tutti i tempi».
Elon Musk ha risposto, definendo lo Zelens’skyj «all-time champ», «Campione di tutti i tempi» della materia.
All-time champ
— Elon Musk (@elonmusk) December 30, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, lo Zelens’kyj era già stato insultato da Trump come «il più grande venditore della storia».
«Penso che Zelens’kyj sia il più grande venditore della storia. Ogni volta che entra nel Paese, se ne va con 60 miliardi di dollari», aveva detto Trump ai suoi sostenitori durante un comizio a settembre, prima del voto.
Le provocazioni contro il presidente ex comico di Kiev sono continuate anche dopo le elezioni, con il primogenito di Trump, Don jr., a parlare di fine dei tempi della «paghetta» per lo Zelens’kyj.
Il problema della corruzione in Ucraina, in special modo nell’esercito, è ben conosciuta all’Intelligence americana. Secondo il reporter premio Pulitzer Seymour Hersh le spie di Washington al cambio al dicastero della guerra voluto da Zelens’kyj dissero di considerare il nuovo ministro come più corrotto del precedente.
Viktor Medvedchuk, politico ucraino del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato imprigionato e scambiato, ha definito Kiev come una «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.
Commenti analoghi vennero fatti dall’ex viceministro polacco Piotr Kulpa, che disse che gli ucraini avevano rubato circa la metà degli aiuti americani. L’ex presidente della Commissione Europea Juncker ebbe a dire un anno fa che l’Ucraina era troppo corrotta per aderire alla UE.
Prima della guerra, tutti i giornali del mondo riportavano la classifica dei Paesi più corrotti al mondo, dove ai primi posti svettava placidamente proprio l’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, sospetti di riciclaggio di immani quantità di danaro da parte dei democrati in Ucraina sono stati avanzati nel caso di FTX, il banco di criptovalute fallito, il cui CEO Sam Bankman-Fried, secondo donatore dei Democrats dopo Giorgio Soros, aveva posto in essere uno schema di donazioni internazionali in criptovalute lodato da Zelens’kyj.
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Immagine di European Parliament / European Union 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Mearsheimer: l’Europa occidentale si trova di fronte a un «futuro desolante»
Secondo il politologo statunitense John Mearsheimer, capofila della scuola realista nello studio delle relazioni internazionali, l’Europa occidentale è destinata a un «futuro tetro» a causa del conflitto ucraino, provocato – a suo avviso – dall’Occidente e in particolare dagli Stati Uniti.
In un’intervista concessa al politologo Glenn Diesen e diffusa martedì, Mearsheimer ha spiegato che la guerra ha generato un’insicurezza profonda nel Vecchio Continente e ha creato «enormi difficoltà» nelle relazioni tra Washington e gli alleati europei.
Il professore di scienze politiche all’Università di Chicago ha osservato che la collaborazione su piani politici, militari ed economici si è complicata, citando i recenti negoziati come esempio di come gli europei stiano «litigando con gli USA su come gestire l’Ucraina».
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L’Europa, ha proseguito Mearsheimer, è «in guai seri» per due motivi principali legati al declino dell’impegno americano nel continente, che attribuisce in gran parte alla «presenza storica di una robusta forza militare statunitense in Europa».
Dopo la Guerra Fredda, governi di Washington e Bruxelles hanno esteso la NATO proprio per «collocare l’ombrello di sicurezza americano sulle teste degli europei orientali e occidentali», ha ricordato.
Tuttavia, questo equilibrio è ora minacciato da un «profondo mutamento nella distribuzione del potere» a livello globale. Negli anni Novanta e nei primi 2000 gli USA potevano mantenere massicci contingenti in Europa, ma l’ascesa della multipolarità li ha spinti a «rivolgere l’attenzione all’Asia».
Le sue parole riecheggiano il discorso tenuto da Mearsheimer al Parlamento europeo all’inizio di novembre, dove ha proclamato la fine dell’era unipolare con l’emergere di Cina e Russia come superpotenze. «Gli Stati Uniti non sono più l’unica grande potenza mondiale», ha concluso il professore statunitense a Brusselle.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva sostenuto in un’intervista che i governi occidentali continuano a perseguire politiche mirate a indebolire la Russia fino a privarla definitivamente del suo status di grande potenza.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva preconizzato ancora nel 2015 lo sfascio dell’Ucraina, accusando, già all’ora, l’Occidente di portare Kiev verso la sua distruzione invece che verso un’era florida che sarebbe seguita alla neutralità dichiarata dagli ucraini.
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Il politologo appartiene alla schiera delle grandi figure politiche americane che hanno rifiutato la NATO, talvolta prima ancora che nascesse. Uno è George Frost Kennan (1904-2005), ex ambasciatore USA in URSS, lucido, geniale mente capofila della scuola «realista» delle Relazioni Estere (quella oggi portata avanti accademicamente proprio da Mearsheimer) e funzionario di governo considerato «il padre della guerra fredda».
Mearsheimer è noto altresì per il controverso libro La Israel lobby e la politica estera americana, tradotto in Italia da Mondadori. Il libro contiene una disamina dell’influenza di Tel Aviv sulla politica americana, e identifica vari gruppi di pressione tra cui i Cristiani sionisti e soprattutto i neocon.
Il cattedratico statunitense ha anche recentemente toccato la questione israeliana dichiarando che le intenzioni dello Stato Ebraico sarebbero quelle di allargare il più possibile il conflitto nell’area di modo da poter svuotare i territori dai palestinesi: «più grande è la guerra, maggiore è la possibilità di pulizia etnica».
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Immagine di Maarten via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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