Connettiti con Renovato 21

Droga

L’Europa sta per essere invasa dal Captagon, la droga della jihad

Pubblicato

il

L’Europa sta per essere invasa da enormi quantità di Captagon, una droga molto diffusa in Medio Oriente. Lo riporta Bloomberg.

 

«L’Europa si sta preparando per il possibile afflusso di una droga che ha conquistato il Medio Oriente mentre i cambiamenti politici e le repressioni nel Golfo spronano i produttori in Siria e Libano a conquistare nuovi mercati» scrive la testata americana, che specifica che il Captagon – nome scientifico fenetillina o amfetaminoetilteofillina o amfetillina – è considerabile come una «cocaina dei poveri» che può costare poco più di due euro a pastiglia.

 

Il Captagon è stato a lungo parte della scena di rave e feste clandestine nei Paesi del Golfo Arabo, dove in teoria vigerebbe la sharia, tuttavia la situazione è destinata a cambiare dopo che le autorità islamiche hanno dato priorità alla sua eradicazione.

 

Bloomberg quindi procede a tirare fuori un vecchio argomento: quello per cui la colpa della diffusione del Captagon è della Siria di Assad e dei suoi alleati.

 

«Venduto da circa 3 a 25 dollari per compressa, il Captagon in pillola di tipo anfetaminico è principalmente prodotto e trafficato da individui e gruppi legati al presidente siriano Bashar Al-Assad e al suo alleato, la milizia libanese Hezbollah, secondo il Dipartimento di Stato e il Tesoro degli Stati Uniti, il Ministero degli Esteri del Regno Unito e ricercatori indipendenti», scrive Bloomberg.

 

Si tratta di una vecchia accusa della propaganda occidentale, che parrebbe in realtà – come nel caso delle armi chimiche, sgonfiatosi quasi subito – effetto di una proiezione vera e propria: a suo tempo venne detto che il Captagon fosse assai popolare nell’ISIS, che di Assad era nemica giurata, con alcuni che suggerivano che fosse distribuita alla popolazione dello Stato Islamico in determinate occasione, come nel linciaggio collettivo di condannati a morte consumatosi a Raqqa, capitale dell’IS, nel 2014.

 

I due sentenziati erano due soldati dell’esercito regolare siriano. L’esecuzione della condanna è stata il selvaggio calpestamento da parte della folla impazzita, che ha ridotto i due esseri umani in una poltiglia sanguinante.

 

Secondo il Réseuau Voltaire, l’intera città æ un tempo conosciuta per il suo festival di letteratura – era divenuta dipendente dal Captagon: «nei fatti, gli abitanti di Raqqa che hanno preso parte alle uccisioni, inclusi i minori, sono stati trasformati in drogati. Per due anni, i jihadisti li hanno riforniti di copie del Corano e caramelle trattate con polvere di Captagon (cioè, cloridrato di fenetilina). Questa anfetamina, mischiata all’hashish, è la base del trattamento dispensato dai jihadisti. Dopo due anni, la popolazione è divenuta sufficientemente intossicata da partecipare a simili crimini».

 

Le storie di Captagon nell’IS portarono la sostanza ad essere chiamata, ad un certo punto, «la droga della jihad», con i guerriglieri takfiri che la mischiano spesso alla caffeina, per poi consumarla ma anche trafficarla in tutta la regione in cambio di danaro e armi.

 

Secondo quanto scrive Bloomberg, l’Arabia Saudita e gli alleati del Golfo hanno recentemente sollecitato il presidente Assad ad arginare il flusso di Captagon dalla Siria come parte di rapporti diplomatici ripristinati, ora che Damasco è stata inclusa nuovamente dalla Lega Araba. I sauditi a maggio avrebbero sequestrato otto milioni di pasticche.

 

 

Esattamente un anno prima, un altro maxi sequestro di Captagon era stato effettuato in Iraq, altra zona in passato occupata dall’ISIS.

 

La droga, che aumenta l’attenzione e permette di ignorare sonno e fame, è stata sintetizzata negli anni Sessanta in Germania dalla farmaceutica Degussa AG come versione più blanda delle metanfetamine. Nella sua forma medica tratta tipicamente disturbi come disturbi da deficit di attenzione (dei cosiddetti bambini «ipercinetici», con diagnosi di ADHD) e narcolessia, nonché pure per il trattamento della depressione. Pur all’epoca non troppo conosciuta e diffusa, nel 1986 l’Organizzazione Mondiale della Sanità la segnalò nella Convenzione sulle Sostanze Psicotrope.

 

Il Captagon è stato visto circolare ovunque in varie zone di guerra, dalla Libia al Sudan. Dove c’è violenza e instabilità, c’è il Captagon. Reuters ritiene che sia ancora prodotti in zone dell’Arabia e in Europa orientale. All’inizio del conflitto russo-ucraino, voci che si rincorrevano in ambienti afferenti a Mosca hanno sostenuto che vi sarebbero stati ritrovamenti massivi di pastiglie di Captagon e laboratori dedicati.

 

La propaganda sul Captagon è usata per minare il rapporto ritrovato tra Assad e i Paesi arabi, un segno chiaro della fine dell’egemonia americana in Medio Oriente, persino presso gli alleati storici.

 

 

Continua a leggere

Droga

Gli USA valutano la possibilità di dichiarare il fentanyl «arma di distruzione di massa»

Pubblicato

il

Da

Tom Homan, responsabile delle politiche di frontiera del presidente Donald Trump, ha suggerito che le autorità statunitensi dovrebbero considerare di classificare il fentanyl come arma di distruzione di massa (WMD).

 

Parlando a un forum sulla difesa organizzato da Axios, Homan ha evidenziato la gravità della crisi, con circa 73.000 morti all’anno negli Stati Uniti attribuibili al fentanyl, sottolineando che il tema merita «almeno una discussione».

 

Ha invitato i funzionari a elaborare raccomandazioni da sottoporre al Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) per un’ulteriore valutazione.

Aiuta Renovatio 21

La crisi del fentanyl ha spinto Trump a imporre dazi a numerosi paesi, accusati di contribuire alla catena di approvvigionamento che alimenta l’epidemia. L’amministrazione ha anche intensificato i controlli alle frontiere con Messico e Canada e condotto operazioni contro presunte navi di narcotrafficanti al largo del Venezuela.

 

Queste misure, secondo l’amministrazione Trump, mirano a interrompere le rotte di contrabbando e smantellare le reti di produzione legate alla crisi degli oppioidi. Tuttavia, gli economisti avvertono che dazi così estesi potrebbero inasprire i rapporti con i principali partner commerciali e rallentare il commercio globale.

 

Nel 2024, la Drug Enforcement Administration (DEA) ha sequestrato oltre 380 milioni di dosi letali di fentanyl, di cui 262 milioni entro settembre. Tuttavia, i dati preliminari dei Centers for Disease Control and Prevention indicano un calo del 26,9% dei decessi per overdose nel 2024, con circa 80.000 morti rispetto ai 110.037 del 2023, il livello più basso dal 2019.

 

Dal 2019, il DHS ha valutato la possibilità di designare il fentanyl come arma di distruzione di massa in determinate circostanze. Diversi tentativi legislativi per riclassificare il farmaco sono stati presentati, ma nessuno è stato approvato.

 

Un disegno di legge della deputata Lauren Boebert, proposto quest’anno, obbligherebbe il DHS a classificare formalmente il fentanyl come arma di distruzione di massa.

 

Come riportato da Renovatio 21, il dibattito sul ruolo del fentanil come arma massiva è risalente.

 

Nel 2022, il fentanil avrebbe ucciso più di 71 mila cittadini americani. L’overdose è oggi la prima causa di morte degli americani di età compresa tra 18 e 45 anni. Come riportato da Renovatio 21, abbiamo assistito anche allo sconvolgente aumento di overdosi tra donne incinte.

 

Come riportato da Renovatio 21, i cartelli della droga messicani portano oltreconfine il fentanil (di fabbricazione cinese) tramite la massa di migranti e pure con incursioni di droni, che utilizzano talvolta pure in versione armata.

 

La pandemia ha portato un aumento delle morti per overdose tale che tra il 2020 e il 2021 si è raggiunta la cifra di 100 mila morti: una vera ecatombe. Già due anni fa era chiarissimo che le morti per droga superavano quelle per il COVID.

 

Il fentanil può provenire da laboratori in Messico che utilizzano sostanze chimiche fornite dalla Cina. Altre volte, pare che il fentanil arrivi direttamente negli USA dalla Cina, addirittura tramite ordini che è possibile piazzare online. I cartelli messicani possono produrre fentanil, ma la materia prima o il prodotto già pronto arriva decisamente dalle coste cinesi.

 

«Dal 2013, la Cina è stata la principale fonte del fentanyl che ha inondato il mercato delle droghe illecite degli Stati Uniti (…) alimentando l’epidemia di droga più mortale nella storia degli Stati Uniti. Sia l’amministrazione Obama che quella Trump hanno dedicato un significativo capitale diplomatico per convincere la Cina a reprimere la fornitura di fentanyl dalla Cina agli Stati Uniti, con la Cina che ha finalmente annunciato nell’aprile 2019 che la produzione, la vendita e l’esportazione di tutti i farmaci di classe fentanyl sono vietate, ad eccezione delle aziende autorizzate a cui il governo cinese ha concesso licenze speciali» scrive un saggio della Brookings Institution intitolato Fentanyl and geopolitics: Controlling opioid supply from China.

Iscriviti al canale Telegram

«Nonostante il fatto che la Cina sia orgogliosa di avere una forte posizione e reputazione antidroga – scriveva nel suo essay Vanda Felbab-Brown – è altamente improbabile che la Cina inizi una cooperazione antidroga con gli Stati Uniti (…) a meno che non inizi a sperimentare la propria epidemia di oppioidi sintetici. Inoltre, il significativo deterioramento delle relazioni USA-Cina potrebbe minare ulteriormente la volontà della Cina di applicare diligentemente il nuovo regolamento sul fentanyl».

 

In poche parole, diventa chiaro a tutti che il traffico di fentanil esiste per volontà cinese. Si tratta di una vera arma biologica stealth lanciata sulla società americana. Uno strumento geopolitico, una bomba che uccide la popolazione avversaria e ne disgrega la società.

 

Parimenti, è difficile non vedere che potrebbe trattarsi di una vendetta contro il mondo angloide, che fece subire al Regno di Mezzo l’orrore delle guerre dell’oppio.

 

Come riportato da Renovatio 21il Pentagono sta finanziando un vaccino contro il fentanil – si tratterebbe del primo caso di vaccino comportamentale, una porta che si apre su una società del controllo biologico sempre più distopica.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

 

Continua a leggere

Droga

La mafia ebraica, quella siciliana e il traffico di droga USA nel periodo interbellico

Pubblicato

il

Da

Secondo Alfred W. McCoy nel suo The Politics of Heroin: CIA Complicity in the Global Drug Trade, dagli anni venti del Ottocento negli Stati Uniti la malavita ebraica aveva controllato lo smercio dell’eroina per le strade americane. Si era creata questa situazione soprattutto perché la mafia siciliana aveva seguito una linea tradizionale ed idealistica in cui vietava al suo interno gli affari riguardanti prostituzione e narcotraffico.   In questo modo, questo tipo di affari venne prese completamente in mano da potenti gangster ebrei come Irving «Waxey Gordon» Wexler, Arnold Rothstein o Louis «Lepke» Buchalter.    Nel 1917 il New York Kehillah, un’agenzia della comunità ebraica, aveva pubblicato una serie di studi sul problema della droga a New York City. I risultati raccontavano come su 283 spacciatori di droga catalogati si potevano contare tra loro, 83 ebrei, 23 italiani, 8 irlandesi, 5 afroamericani e 3 greci. Riguardo lo specifico caso dello smercio della cocaina riscontrarono come l’85% fossero costituito da ebrei e il restante 15% da italiani. 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Allo stesso modo quando il proibizionismo cominciò nel 1920, altri criminali ebrei cominciarono i loro affari, Benjamin «Bugsy» Siegel, Arthur Schulz e Meyer Lansky e in breve tempo avevano preso il controllo del contrabbando di liquori. Negli anni Venti, delle diciassette maggiori organizzazioni, sette erano ebree, cinque italiane, tre irlandesi. Prima dell’inizio della guerra i nomi più noti vennero piano piano fatti fuori o arrestati, l’unico che rimase e che continuò la sua ascesa fu Lansky grazie ad un’alleanza con gli italiani.    Dagli anni Trenta però una nuova generazione di malavitosi italiani cominciarono a prendere il potere all’interno della mafia. In seguito anche a una guerra senza precedenti che lasciò sul campo più di sessanta gangsters uccisi si cominciò a modificare il codice d’onore della tradizione. Il carismatico capofila di questa nuova ondata di giovani mafiosi era Salvatore C. Lucania, meglio conosciuto come Lucky Luciano.    Dopo una serie di «riunioni» dove eliminò la vecchia guardia, delineò la sua idea di riorganizzazione del cartello in un sistema più moderno e di respiro mondiale. Vincendo il supporto delle ventiquattro famiglie mafiose americane, Luciano fu in grado di far diventare la mafia la più importante organizzazione criminale americana, mettendo in atto tecniche organizzative pionieristiche per l’epoca.   L’alleanza con la malavita ebraica, in particolar modo con la persona di Meyer Lansky, durò oltre quarant’anni contribuendo a farla diventare la caratteristica principale della criminalità organizzata americana.    L’eroina era un sostituto interessante per l’alcool. Nonostante i numeri dei tossicodipendenti non fossero comparabili, l’eroina aveva dei notevoli vantaggi. La sua recente entrata nella famiglia delle sostanze proibite la rendeva attraente per via di un mercato enorme ancora da esplorare. Era più leggera e si trasportava con meno spesa. Le sue fonti produttive limitate la rendevano facile da monopolizzare.    L’eroina oltretutto si rendeva perfettamente complementare all’altro nuovo segmento di mercato esplorato da Luciano: l’organizzazione della prostituzione su una scala mai vista prima. L’unione tra tossicodipendenza e prostituzione organizzata divenne il marchio di fabbrica della mafia di Luciano negli anni trenta. Nel 1935 controllava duecento bordelli solamente a New York e circa mille duecento prostitute, unendo questo alle scommesse e dal controllo dei sindacati la mafia aveva nuovamente raggiunto la sua sicurezza finanziaria.    Attraverso minacce e taglio dei prezzi la svolta data da Luciano si fece sentire presto nelle strade di New York. Con il crollo della purezza dell’eroina, fumarla non produceva più gli effetti desiderati, costringendo i consumatori a doversela iniettare sotto pelle. Secondo uno spacciatore di Times Square: «gli italiani stavano vendendo merda piena di chimica e acidi… sono talmente tanto affamati di soldi che l’hanno tagliata almeno una mezza dozzina di volte».   Verso la fine degli anni Trenta, in ogni caso, l’organizzazione di Luciano cominciò a perdere colpi. Lo schema quasi industriale con cui aveva costruito il suo monopolio sulla prostituzione soprattutto, si rivoltò contro di lui. Le prostitute si organizzarono per denunciarlo. Thomas Edmund Dewey quindi, procuratore distrettuale di New York, dopo aver già condannato Waxey Gordon, riuscì a infliggere una pena dai trenta ai cinquant’anni a Luciano e ai suoi nove coimputati italiani ed ebrei, per prostituzione forzata.   Durante gli anni Trenta la quasi totalità delleroina arrivava da raffinerie posizionate a Shanghai e a Tientsin, con qualche eccezione della Marsiglia dei corsi e della tratta del Medio Oriente in mano ai fratelli Eliopoulos. Con la fine della guerra le raffinerie cinesi avevano appena ricominciato a produrre ma con l’arrivo a Shanghai di Mao Tse-Tung e del suo esercito, tutti i trafficanti dovettero sparire. I fratelli Eliopoulos si erano ritirati con l’arrivo del conflitto e i marsigliesi soffrirono dell’alleanza con la Gestapo che li aveva infine portati alla rovina o all’esilio. La mafia in Sicilia allo stesso modo era ridotta ai minimi termini avendo sofferto vent’anni di oppressione da parte della polizia fascista di Mussolini.    Con larrivo della guerra, l’attenzione maniacale derivata dalla potenziale presenza di spie aveva reso gli accessi al territorio statunitense praticamente invalicabili. La maggioranza dei tossicodipendenti erano stati forzati a trovare una soluzione alla mancanza di materia prima e di conseguenza il consumo di eroina negli Stati Uniti si era ridotto al minimo storico. Assieme a questo, gli operatori logistici illegali del traffico di stupefacenti avevano sofferto della mancanza di introiti e avevano raggiunto un livello di debolezza mai visto.

Aiuta Renovatio 21

Con la tossicodipendenza ai minimi storici nella società americana e la malavita mondiale ridotta in ginocchio da anni di distruzione e oppressione militare, la possibilità di far scomparire per sempre il narcotraffico era alla portata di mano della polizia americana. Al contrario, invece, la volontà della CIA fu quella di utilizzare questi canali irregolari per produrre dei proxy coperti in grado di operare nel momento del bisogno al lontano da sguardi indiscreti e senza necessità di ottenere l’approvazione del congresso o, peggio ancora, del popolo americano. Operazioni clandestine pagate dal narcodollaro a favore della lotta al comunismo.   La stessa situazione si può ritrovare a pochi decenni di distanza incontrando però attori diversi che seguono uno schema simile. La filiera produttiva latino americana venne preferita a quella asiatica ma allo stesso modo gruppi di proxy favoriti da ufficiali della CIA spinsero l’afflusso di cocaina prima e del suo surrogato povero, il crack, in seguito negli Stati Uniti. La quantità enorme di coca raffinata che arrivò in quegli anni negli Stati Uniti portò a stravolgere la cultura dell’epoca, non solo americana.    Ne parlò in anticipo sui tempi Gary Webb con i suoi articoli online nel 1996 sul sito del San José Mercury News che divennero poi Dark Alliance: The CIA, the Contras and the Crack Cocaine Explosion. Venne screditato apertamente dal gotha del giornalismo e dell’intellighenzia americana che produssero contro di lui svariati rapporti negando l’esistenza di prove e assieme anche qualsiasi possibilità di replica.   La vita di Webb, in seguito anche a una profonda depressione conseguenza delle difficoltà che dovette affrontare, terminò con quello che è stato ritenuto un suicidio frutto di ben due colpi di pistola alla testa.    Marco Dolcetta Capuzzo

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine: foto segnaletica di Bugsy Siegel, dipartimento di Polizia di Nuova York, 12 aprile 1928. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Continua a leggere

Droga

La Colombia accusa gli USA di aver ucciso un pescatore colpendo la sua imbarcazione. Trump: «Petro è uno spacciatore»

Pubblicato

il

Da

Il presidente colombiano Gustavo Petro ha accusato gli Stati Uniti di aver ucciso un pescatore innocente, Alejandro Carranza, durante un’operazione che il presidente Donald Trump ha descritto come un attacco a una nave coinvolta nel traffico di droga.

 

Da settembre, le forze armate statunitensi hanno distrutto diverse imbarcazioni nei Caraibi nell’ambito della campagna di Trump contro i «narcoterroristi» che trafficano cocaina e fentanyl.

 

Secondo Petro, il 16 settembre, Carranza, un pescatore senza legami con il narcotraffico, è stato ucciso.

 

Petro ha dichiarato su X che funzionari statunitensi hanno commesso un omicidio e violato la sovranità colombiana nelle acque territoriali, sottolineando che l’imbarcazione di Carranza era alla deriva per un guasto al motore e aveva inviato un segnale di soccorso. Petro ha chiesto spiegazioni agli Stati Uniti.

 

Sostieni Renovatio 21

Petro e Trump hanno un conflitto di lunga data: il presidente colombiano ha accusato Trump di violazioni dei diritti umani nella sua lotta contro l’immigrazione clandestina. Recentemente, gli Stati Uniti hanno revocato il visto a Petro dopo che questi aveva incitato i soldati americani a disobbedire agli ordini di Trump.

 

Sabato, Trump ha annunciato che un colombiano e un ecuadoriano, catturati su un «sottomarino per il trasporto di droga», saranno deportati nei loro paesi per essere processati. In precedenza, Trump aveva dichiarato che l’imbarcazione era stata distrutta, uccidendo due dei quattro «noti narcoterroristi» a bordo.

 

Sulla piattaforma social Truth Trump ha accusato Petro di essere direttamente uno «spacciatore» che sta accrescendo la produzione di droga nel Paese.

 


Iscriviti al canale Telegram

«Il presidente Gustavo Petro, della Colombia, è un leader del narcotraffico illegale che incoraggia fortemente la produzione massiccia di droga, in grandi e piccole piantagioni, in tutta la Colombia. È diventato di gran lunga il più grande business della Colombia, e Petro non fa nulla per fermarlo, nonostante i pagamenti e i sussidi su larga scala dagli Stati Uniti che non sono altro che una truffa a lungo termine nei confronti dell’America» scrive il presidente USA.

 

«DA OGGI, QUESTI PAGAMENTI, O QUALSIASI ALTRA FORMA DI PAGAMENTO O SUSSIDI, NON SARANNO PIÙ EFFETTUATI ALLA COLUMBIA», continua, nel suo classico maiuscolo..

 

«Lo scopo di questa produzione di droga è la vendita di enormi quantità di prodotto negli Stati Uniti, causando morte, distruzione e caos» conclude Trump. Petro, un leader di basso livello e molto impopolare, con una bocca fresca nei confronti dell’America, farebbe meglio a chiudere immediatamente questi campi di sterminio, o gli Stati Uniti li chiuderanno per lui, e non sarà fatto in modo carino».

 

Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa Trump aveva definito gli attacchi alle imbarcazioni venezuelane come un «atto di gentilezza».

 

Il presidente ha altresì dichiarato che gli USA sono ora in «conflitto armato» con i cartelli della droga. Che questa guerra possa coinvolgere anche un paio di presidente sudamericani a questo punto sembra più che probabile.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine da Twitter

 

Continua a leggere

Più popolari