Geopolitica
«L’Europa dovrebbe essere costruita attorno all’Ucraina»: parla il premier di Kiev

L’Ucraina è il fulcro attorno al quale si sta costruendo la nuova geometria dell’Europa, ha affermato il primo ministro di Kiev Denis Shmigal.
Nel suo discorso al vertice economico UE-Ucraina tenutosi giovedì a Bruxelles, Shmigal ha cercato di convincere l’Unione ad accelerare il processo per far diventare il suo Paese un membro a pieno titolo.
«Oggi l’Ucraina non è solo un Paese in guerra», ha detto, riferendosi al conflitto con la Russia. «È il fulcro attorno al quale si sta costruendo la nuova geometria dell’Europa».
«Non siamo una zona cuscinetto. Non siamo una zona grigia. Siamo una nuova opportunità per l’Europa di riscoprire la propria identità», ha aggiunto il premier di Kiev.
Parlando della guerra tariffaria globale recentemente scatenata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Shmigal ha esortato l’UE a «riconoscere la nuova realtà», in cui «il libero scambio non garantisce più la sicurezza. L’energia non è più apolitica e le catene di approvvigionamento non sono più neutrali».
Ha invitato le aziende dell’Europa occidentale a investire nelle risorse naturali dell’Ucraina e ha sottolineato il vasto potenziale di cooperazione in settori quali il ripristino e l’utilizzo degli impianti di stoccaggio del gas, le energie rinnovabili, l’agricoltura e l’informatica.
L’Ucraina potrebbe diventare «il cuore industriale dell’Europa», il che garantirebbe il riarmo e l’autonomia difensiva dell’UE, ha affermato il primo ministro.
A Kiev è stato concesso lo status di candidato all’UE nel 2022, pochi mesi dopo l’escalation con Mosca, in cui l’Unione ha pienamente sostenuto l’Ucraina. Tuttavia, Bruxelles non ha mai fissato una tempistica definitiva per l’adesione del Paese.
Per entrare a far parte dell’Unione, l’UE ha richiesto all’Ucraina di attuare una serie completa di riforme della governance, di contrastare la corruzione dilagante e di armonizzare la propria legislazione con il diritto comunitario. La piena adesione richiede inoltre l’approvazione unanime di tutti i paesi dell’UE; paesi come l’Ungheria sono attualmente scettici al riguardo.
La Russia, categoricamente contraria all’adesione dell’Ucraina alla NATO, non si opporrà alla sua adesione all’UE, ha dichiarato a febbraio il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. «È un diritto sovrano di qualsiasi Paese. Stiamo parlando di integrazione, processi economici e, ovviamente, nessuno può imporre nulla a nessun Paese. Non lo faremo», ha spiegato.
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Immagine di Gov.pl via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Poland
Geopolitica
La Colombia accusa gli Stati Uniti di aver iniziato una «guerra»

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Geopolitica
Svelato il profilo dell’accordo tra Israele e Hamas

Il piano di cessate il fuoco per Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump prevede il ritiro delle forze israeliane da vaste aree dell’enclave palestinese e la liberazione degli ostaggi rimanenti da parte di Hamas entro pochi giorni. Lo riportano varie testate giornalistiche internazionali.
Una fonte egiziana coinvolta nei negoziati ha dichiarato a Sky News Arabia che i mediatori hanno raggiunto un accordo per un «cessate il fuoco completo» e un «ritiro graduale dell’esercito israeliano dal 70% di Gaza».
Nel frattempo, la testata israeliana Ynet ha riportato che le forze israeliane dovrebbero ritirarsi entro 24 ore lungo una linea prestabilita, lasciando a Israele il controllo di circa il 53% dell’enclave. Questo includerebbe il ritiro delle IDF da Gaza City e da diverse altre aree centrali, secondo l’articolo.
L’agenzia Reuters scrive che Hamas rilascerebbe tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore dall’approvazione del governo israeliano. In cambio, Israele libererebbe 250 palestinesi condannati all’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza detenuti dal 2023, incluse tutte le donne e i minori. Hamas detiene ancora circa 48 ostaggi, di cui Israele ritiene che circa 20 siano ancora in vita.
Dopo aver annunciato un progresso significativo nei negoziati, Trump ha dichiarato a Fox News che gli ostaggi saranno probabilmente rilasciati lunedì, promettendo che Gaza «sarà ricostruita».
«Gaza… diventerà un posto molto più sicuro… altri Paesi della zona aiuteranno la ricostruzione perché hanno enormi quantità di ricchezza e vogliono che ciò accada», ha affermato Trump, senza specificare quali nazioni siano coinvolte.
Nonostante l’apparente passo avanti, rimangono diverse questioni irrisolte, come la governance di Gaza nel dopoguerra e il destino di Hamas, che Israele ha giurato di eliminare completamente. Il piano di pace originale di Trump prevedeva un ruolo amministrativo limitato per l’Autorità Nazionale Palestinese, che governa parti della Cisgiordania, ma solo dopo significative riforme.
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Immagine di Jaber Jehad Badwan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Il Cremlino: i colloqui Russia-USA sull’Ucraina sono in «seria pausa». Nessun incontro Trump-Putin in agenda

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