Geopolitica
Le forze russe conquistano l’ultima roccaforte del Donbass
Le truppe russe hanno conquistato la città chiave di Velyka Novosilka. Lo riportano i giornali russi.
I funzionari ucraini avrebbero finalmente confermato che l’area è stata invasa. Alcuni resoconti russi indicano anche che i soldati ucraini sarebbero stati quasi circondati durante la ritirata. Kiev sostiene che non c’è stato alcun accerchiamento, mentre le riprese russe delle operazioni di bonifica sul terreno indicano che alcune unità ucraine potrebbero essere state abbandonate.
I media mainstream non stanno parlando della situazione, la cui direzione era visibile ancora un mese fa. Tuttavia sui social media stanno circolando ampiamente filmati geolocalizzati che mostrano truppe russe che issano bandiere sul centro della città. Velyka Novosilka rappresenterebbe l’ultima grande roccaforte che ha impedito alle truppe russe di invadere l’Ucraina centrale e l’oblast’ di Dnipropetrovsk.
La città è stata resa vulnerabile agli attacchi russi dopo che l’Ucraina si è ritirata da Vuhledar, circa 30 chilometri a Est. Gli ucraini avevano inizialmente affermato che Vuhledar era strategicamente «non importante», tuttavia la perdita sembra essersi rivelata disastrosa.
🇷🇺❗️Velikaya Novosyolka has been liberated by the #Russian Armed Forces – The Ministry of Defense officially announced!
Meanwhile, sources in #Ukraine have already declared it strategically unimportant, while others report that the Ukrainians are heroically defending. 😀 pic.twitter.com/B1e12LVoQZ
— Иван ☦ (@lll_Tatarinov_H) January 26, 2025
‼️🇷🇺🪖💪 Russian flag flies over Velikaya Novosyolka.
As a result of active offensive operations by units of the 5th Separate Guards Tank Brigade of the 36th Army and the 40th Guards Marine Brigade of the Vostok Group of Forces, Velikaya Novosyolka has been liberated (Donetsk… pic.twitter.com/qleNqNWHb2
— Maimunka News (@MaimunkaNews) January 26, 2025
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Secondo alcuni osservatori, la ritirata iniziale della Russia verso est nel 2022 è stata erroneamente interpretata dai media occidentali come un segno di resa da parte di Vladimir Putin, ma la Russia stava in realtà riformando le proprie linee per eseguire una nuova strategia di logoramento. La guerra di logoramento annulla i vantaggi tattici della guerra di manovra comunemente utilizzata dagli eserciti della NATO.
I continui guadagni russi mettono in discussione il contesto dei colloqui di pace organizzati dalla nuova amministrazione Trump, scrive Zerohedge. È improbabile che Putin accetti un accordo che richieda alla Russia di rinunciare a qualsiasi parte del territorio del Donbass. La Russia quindi gode di una leva negoziale completa.
Trump ha segnalato che anche il presidente ucraino Zelens’kyj è restio a entrare nei negoziati e insiste nel continuare la guerra. Lo Zelens’kyj sembra agire partendo dal presupposto che gli USA o l’UE saranno alla fine costretti a schierare truppe al fronte e che l’Ucraina non sarà tenuta a rinunciare ad alcun territorio. Ciò, si tradurrebbe in una nuova guerra mondiale – l’unica speranza del regime di Kiev per rimanere in sella.
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Immagine screenshot da Twitter
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Ebrei VIP chiedono sanzioni contro Israele
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Geopolitica
Putin: la risposta della Russia agli attacchi Tomahawk sarebbe «schiacciante»
La risposta della Russia a un attacco ucraino con missili Tomahawk di fabbricazione statunitense sarebbe «molto seria, se non schiacciante», ha dichiarato giovedì il presidente Vladimir Putin ai giornalisti. Fornire a Kiev armi a lungo raggio di questo tipo rappresenterebbe «un tentativo di escalation», ha avvertito.
Kiev ha più volte richiesto i missili Tomahawk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha sollevato la questione durante un incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca la scorsa settimana. Secondo Axios, Zelens’kyj non è riuscito a ottenere la consegna dell’arma. Funzionari americani avevano precedentemente indicato che l’opzione poteva essere considerata, ma la decisione finale spettava a Trump.
Parlando mercoledì alla Casa Bianca durante un incontro con il Segretario Generale della NATO Mark Rutte, Trump non ha chiarito se gli Stati Uniti potrebbero fornire i missili a Kiev in futuro, ma ha sottolineato che il loro utilizzo richiede un addestramento lungo e intensivo. I missili hanno una gittata massima di circa 2.500 km.
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«Sarebbe un’escalation. È un tentativo di escalation», ha commentato Putin riguardo a una possibile consegna. «Se il territorio russo fosse colpito con un’arma del genere, la risposta sarebbe molto seria, se non addirittura schiacciante», ha aggiunto, invitando i leader occidentali a «rifletterci».
Mosca aveva già avvertito che, pur non influenzando lo stato del campo di battaglia ucraino, la consegna dei Tomahawk ridurrebbe le prospettive di pace e danneggerebbe gravemente le relazioni tra Stati Uniti e Russia.
Putin ha discusso la questione con Trump in una telefonata la scorsa settimana. La consegna dei missili avrebbe «gravemente compromesso le prospettive di una soluzione pacifica», aveva dichiarato allora. In seguito alla chiamata, Trump ha affermato che fornire i Tomahawk a Kiev «non sarebbe stato facile» per gli Stati Uniti e ha sostenuto che Washington non dovrebbe esaurire il proprio arsenale per l’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, Trump nelle scorse ore ha annullato il vertice con Putin a Budapest. Al contempo, gli USA hanno posto nuove sanzioni sul petrolio russo.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Trump annulla l’incontro a Budapest con Putin
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