Persecuzioni
India, i fondamentalisti indù piantano la loro bandiera sulle chiese cristiane

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
A Jhabua in Madhya Pradesh le celebrazioni per il nuovo Ram Mandir di Ayodhya sono diventate una nuova occasione per intimidazioni ai cristiani. La polizia non raccoglie le denunce citando “pressioni dall’alto”. La diocesi locale chiede protezione.
Una bandiera color zafferano sul tetto di una chiesa per «celebrare» l’inaugurazione del Ram Mandir, il grande tempio simbolo del nazionalismo indù.
Proprio alla vigilia della fastosa celebrazione presieduta ad Ayodhtya nell’Uttar Pradesh dal premier Narendra Modi, a centinaia di chilometri di distanza nel distretto di Jhabua, nello Stato del Madhya Pradesh domenica 21 gennaio un nutrito gruppo di fondamentalisti indù ha preso di mira alcune chiese cristiane, inneggiando a Ram, la divinità indù a cui il nuovo tempio è dedicato.
Virali sono diventate in rete le immagini di un uomo che si arrampica sul tetto della chiesa evangelica di Matasula, un villaggio a maggioranza tribale, per piazzare la bandiera simbolo dei nazionalisti indù sopra alla croce.
«È successo intorno alle 16 – racconta il pastore Kidar Singh che guida una comunità affiliata alla Church of South India-. «Erano oltre 50 e volevano installare bandiere color zafferano sulla mia casa e sulla cima della chiesa. Hanno minacciato di far demolire la chiesa con la falsa accusa di conversione illegale».
Scene simili si sono ripetute anche in altri tre villaggi della zona. Tutto questo nonostante in Madhya Pradesh molti esponenti di altre religioni abbiano espresso messaggi di felicitazioni per l’inaugurazione del Tempio. Anche il vescovo cattolico di Jhabua, mons. Peter Kharadi, ha espresso congratulazioni e auguri «a nome dell’intera comunità cristiana cattolica».
Il vescovo pentecostale Paul Muniya, delle chiese Shalom a cui appartengono le altre tre sale di preghiera dei villaggi dove sono state issate le bandiere, ha dichiarato ad AsiaNews che la polizia ha cercato di convincerli a non sporgere denuncia. «Ci hanno consigliato di gestire la situazione con amore, come insegna la nostra religione» ha raccontato. «Hanno assicurato che interverranno se un simile incidente si ripeterà, ma per ora non faranno nulla perché hanno detto che c’è molta pressione dall’alto».
Padre Rockey Shah, della diocesi cattolica di Jhabua, ha dichiarato ad AsiaNews: «abbiamo incontrato il sovrintendente della polizia e ha parlato di mantenere la pace. La Chiesa ha in programma due importanti eventi nel fine settimana per i quali abbiamo chiesto di rafforzare la nostra sicurezza. Il 26 gennaio, tutte le nostre istituzioni educative cristiane celebrano in grande stile la Festa della Repubblica indiana e il 27 gennaio ci sarà l’ordinazione episcopale del vescovo di Jhabua».
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Immagine da AsiaNews
Persecuzioni
Chiesa installa una recinzione di filo spinato contro i vandali piromani anticattolici

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Persecuzioni
Nigeria: oltre 200 cristiani uccisi nello Stato di Benue

Nella notte tra venerdì e venerdì 13 giugno, i Fulani hanno massacrato più di 200 cristiani nello Stato di Benue, in Nigeria, prendendo di mira le famiglie sfollate, bruciando gli edifici in cui alloggiavano mentre dormivano e uccidendo a colpi di machete chiunque tentasse di fuggire.
Le famiglie alloggiavano in edifici trasformati in alloggi temporanei a Yelewata, nella zona del governo locale di Guma, vicino a Makurdi, quando gli aggressori hanno fatto irruzione gridando “Allah Akhbar”, prima di uccidere le persone a loro piacimento.
In un comunicato inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, il clero ha affermato che in serata la polizia ha respinto i Fulani che stavano tentando di assaltare la chiesa di San Giuseppe, dove dormivano 700 sfollati. Poi sono tornati alle case degli sfollati, incendiando le porte, prima di aprire il fuoco in un’area dove dormivano più di 500 persone.
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Durante il massacro, durato tre ore, sono state uccise almeno 200 persone. Questo bilancio delle vittime lo rende la peggiore atrocità mai commessa in una regione che sta vivendo un’improvvisa impennata di attacchi, mentre si profilano segnali di un’offensiva concertata da parte di «banditi» per costringere un’intera comunità ad abbandonare la zona.
I funzionari della Chiesa stanno ora lavorando per assistere un gran numero di persone che avevano cercato rifugio a Yelewata, dopo essere sopravvissute agli attacchi dei Fulani e che ora sono fuggite dalla città per cercare rifugio nei paesi e nei villaggi vicini.
Il parroco della città, padre Ukuma Jonathan Angbianbee, ha raccontato di essere scampato per un pelo alla morte insieme agli sfollati, gettandosi a terra nel presbiterio della chiesa ai primi spari. «Quando abbiamo sentito gli spari e visto i Fulani, abbiamo messo la nostra vita nelle mani di Dio. Stamattina ringrazio Dio di essere vivo» ha detto.
Padre Jonathan ha descritto la sua visita al mercato: «quello che ho visto è stato davvero orribile. La gente era stata massacrata. C’erano cadaveri sparsi ovunque».
Un rapporto della Fondazione per la Giustizia, lo Sviluppo e la Pace (FJDP) affermava: è stato un orrore, uno spettacolo che nessuno dovrebbe vedere». «Alcuni sono stati ustionati in modo tale da essere irriconoscibili: neonati, bambini, madri e padri sono stati massacrati» ha aggiunto. Padre Jonathan ha affermato che alcuni erano così gravemente ustionati che era difficile identificarli.
Il sacerdote ha spiegato che Yelewata aveva ospitato migliaia di sfollati dai villaggi vicini perché era considerata relativamente sicura, trovandosi sulla strada principale per Abuja, ma ora era in gran parte deserta e molte persone avevano cercato rifugio nelle vicine città di Daudu e Abagena.
Padre Jonathan ha affermato che lui e altri hanno identificato gli aggressori come Fulani e che l’attacco è stato attentamente coordinato, con i militanti che sono entrati in città da diverse angolazioni e hanno approfittato delle forti piogge per lanciare l’assalto. Ha affermato: «non vi è alcun dubbio sull’identità degli autori dell’attacco. Erano senza dubbio Fulani».
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Padre Jonathan ha anche criticato le forze di sicurezza, affermando che gli agenti di polizia che hanno impedito ai militanti di accedere alla chiesa erano scarsamente equipaggiati e non sono stati in grado di prevenire l’attacco al vicino mercato.
L’attacco di venerdì sera si inserisce in un’ondata di attacchi nello Stato di Benue, in particolare nella regione di Makurdi, che è cattolica per oltre il 95%. Più di 100 persone sono state uccise nella regione di Gwer West, nella diocesi di Makurdi, in attacchi iniziati tre settimane fa, che hanno causato oltre 5.000 sfollati.
I leader della Chiesa hanno ripetutamente chiesto aiuto alla comunità internazionale, affermando che è in corso un piano dei militanti jihadisti per impadronirsi dei terreni e procedere a una pulizia etnica della regione per eliminare ogni presenza cristiana.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
Proteste anti-LGBT in Moldavia, la polizia butta a terra un sacerdote

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Moldovan police shoved an Orthodox priest who was protesting against the Pride march. Insane what’s happening in Europe. https://t.co/lbuJVXJW7e pic.twitter.com/NjanVWb5Yz
— Ian Miles Cheong (@stillgray) June 15, 2025
Un altro filmato mostrava la polizia maltrattare un uomo con un bambino piccolo in braccio. In una di queste, il padre evita a malapena di far cadere la testa del bambino sul marciapiede mentre viene spinto dagli agenti.New footage of Chisinau cops PINNING Orthodox priest moments before they chucked him to ground
Russian Orthodox Church CONDEMNS cop violence against Moldovan priest https://t.co/QkbPIsfHp1 pic.twitter.com/JOVCj6njO3 — RT (@RT_com) June 15, 2025
The price of “EU Freedom?”
Moldovan Security forces tore a child from his fathers arms at a counter LGBTQ March in Moldovas capital. An Orthodox priest was also beaten during a disturbing crack down by police. pic.twitter.com/aAAPCNeNh6 — Chay Bowes (@BowesChay) June 15, 2025
‼️🇲🇩 #Moldovan police beat priests and fathers with children, protecting the parade of perverts
— Leonard Frank (@LeoonfrankFrank) June 15, 2025
▪️Today, in the center of #Chisinau, there was mass action in support of family and traditional values, this is the largest demonstration in their defense in recent years.
▪️However,… pic.twitter.com/h4pmFJdzE6
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