Geopolitica
Il presidente del Consiglio europeo dice che l’UE deve smetterla di fare prediche al mondo
L’Unione Europea deve smettere di «fare prediche» alle altre parti del mondo ed essere più rispettosa nei confronti dei suoi partner se intende combattere la crescente influenza di Russia e Cina, ha affermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
In un’intervista al Financial Times pubblicata venerdì, Michel ha ammesso che il blocco è diventato «convinto di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato» e spesso non riesce a fare uno sforzo per capire perché altri paesi possano pensarla diversamente.
Il Michel ha osservato che nell’UE esiste un «riflesso che è vicino a una forma di lezione» quando si comunica con i paesi in via di sviluppo con cui il blocco ha firmato accordi di cooperazione strategica, commerciale o politica.
«Non siamo sempre molto bravi in termini di comunicazione, in termini di spiegazioni, in termini di dialogo con loro e di dimostrazione di un certo rispetto nei loro confronti», ha dichiarato il presidente del Consiglio Europeo, suggerendo che l’UE riveda il suo approccio all’applicazione delle norme e dei regolamenti ai partner commerciali, citando come esempio le norme sulla pesca.
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«Usiamo il vocabolario: cartellino giallo o cartellino rosso», ha detto, sottolineando che «le parole che usiamo sono davvero umilianti perché diamo l’impressione di essere un giocatore in campo e allo stesso tempo l’arbitro».
Le osservazioni del Presidente della CE sono arrivate mentre decine di leader mondiali erano riuniti in Russia per partecipare al 16° Summit dei BRICS. La lista degli invitati includeva i presidenti di Egitto, Emirati Arabi Uniti e Turchia, un membro della NATO e paese candidato all’UE.
Michel ha suggerito che il fatto che i leader di questi Paesi, che sono anche «molto vicini» all’UE dal punto di vista economico e militare, abbiano scelto di partecipare al vertice dei BRICS suggerisce che «vogliono inviare un messaggio al resto del mondo».
«Uno degli emiri nei paesi del Golfo una volta mi disse che se c’è un vuoto, molto rapidamente qualcuno lo riempirà. E se non ci sei tu, ci sono altri», ha ricordato Michel, sottolineando che l’UE deve trovare «un nuovo approccio» per conquistare i Paesi che desiderano diversificare le loro alleanze economiche e di sicurezza.
Le dichiarazioni di Michel sono tra i primi segni di una montante coscienza nelle stanze dei bottoni occidentali che il mondo, soprattutto dopo la guerra ucraina, sta lavorando per fare a meno dell’Occidente: la quantità di adesioni ai BRICS e la de-dollarizzazione sono questioni, tuttavia, che dovevano far scattare campanelli di allarme ben prima.
Tuttavia, non è detto che l’apparato europeo, che è burocrazia allo stato elefantiaco, sia in grado di reagire nonostante i suoi vertici si stiano rendendo conto che l’influenza dell’UE sta degradandosi verso lo zero.
Come riportato da Renovatio 21, durante il summit BRICS di Kazan, dove la Turchia (membro NATO e aspirante membro UE) partecipava dopo la sua richiesta di ingresso nel gruppo, una importante società aerospaziale turca è stata colpita da un attacco terroristico vicino ad Ankara.
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Immagine di European Parliament via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Sanzioni sul petrolio, Trump ora è «completamente sul piede di guerra con la Russia»: parla Medvedev
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