Geopolitica
Il Paese più violento del mondo ha fatto un anno senza omicidi

Il presidente del Salvador Nayib Bukele ha annunciato giovedì una serie senza omicidi senza precedenti, per un totale di 365 giorni da quando è entrato in carica quasi quattro anni fa. Il paese latinoamericano era considerato il più violento del mondo fino al 2016.
«Abbiamo concluso il 10 maggio 2023 con 0 omicidi a livello nazionale», ha detto Bukele su Twitter. «Con questo, sono 365 giorni senza omicidi, un anno intero».
Il video pubblicato di 90 secondi ha definito lo sviluppo senza precedenti nella storia di El Salvador. A partire dal 2009, il Paese era considerato il più violento dell’America Latina, con un omicidio ogni due ore. Nel 2015, ha avuto oltre 6.600 omicidi, il paese più mortale al mondo che non era in guerra.
Cerramos el 10 de mayo de 2023, con 0 homicidios a nivel nacional.
Con este, son 365 días sin homicidios, todo un año. pic.twitter.com/NlSqVxXdhx
— Nayib Bukele (@nayibbukele) May 11, 2023
L’anno senza omicidi non è stato consecutivo, ma piuttosto cumulativo nei quattro anni di presidenza di Bukele. Prima che entrasse in carica nel giugno 2019, il Paese aveva registrato solo due giorni senza omicidi in 15 anni.
Ora El Salvador è «il Paese più sicuro dell’America Latina», ha affermato il presidente salvadoregno.
«Il Paese non ha mai registrato un tale ciclo di pace, dalla sua nascita come repubblica», ha commentato un utente dei social.
Bukele ha attribuito il drastico cambiamento alla sua guerra contro le gang che martoriavano il Paese. Il suo governo ha dichiarato lo stato di emergenza nel marzo 2022, in mezzo a un forte aumento della violenza delle bande nella nazione di 6,5 milioni sull’Oceano Pacifico. Designando la famigerata Mara Salvatrucha (MS-13), Barrio 18 e altre bande come terroristi, il suo governo ha finora incarcerato oltre 65.000 sospetti criminali.
Fuori dalla capitale è stata costruita una mega-prigione chiamata Centro per il Confinamento del Terrorismo (CECOT), con una capacità di 40.000 detenuti in massima sicurezza. Si tratta della più grande struttura penitenziaria delle Americhe.
Le immagini uscite dal nuovo carcere antiterrorismo – cioè, antimafia – sono piuttosto impressionanti.
???????? | Nayib Bukele ordena trasladar a los primeros 2.000 pandilleros al Centro de Confinamiento del Terrorismo (CECOT).
"Esta será su nueva casa, donde vivirán por décadas, mezclados, sin poder hacerle más daño a la población." ¿Apoyas que Bukele someta a los delincuentes? pic.twitter.com/kyXUQL1XYY
— Eduardo Menoni (@eduardomenoni) February 24, 2023
Parallelamente alla repressione delle bande, Bukele ha abbracciato le riforme economiche, introducendo il Bitcoin come valuta legale alla pari del dollaro USA – nonostante le obiezioni del FMI – e abolendo tutte le tasse e le tariffe nel settore della tecnologia dell’informazione.
Visitando El Salvador a marzo, l’agenzia Associated Press aveva riferito che i salvadoregni ordinari sono stati sollevati e si sono goduti la vita quotidiana senza essere terrorizzati dalla criminalità organizzata.
Ciò tuttavia, non avviene senza il lamento degli immancabili «esperti di diritti umani» basati negli USA, i quali – riportava AP – temevano che El Salvador possa diventare uno «Stato di polizia».
Il presidente Bukele, 42 anni, fu protagonista di un’intervista di un’ora nello show TV di Tucker Carlson su Fox News, ora cancellato.
Erano state discusse tematiche come l’immigrazione e la violenza, nonché l’attuale ruolo degli USA nel mondo.
Parlando con Carlson, Bukele ha attribuito l’emigrazione di massa dall’America centrale agli Stati Uniti alla «mancanza di opportunità economiche» e alla «mancanza di sicurezza» della regione, descrivendo lo stato delle cose come «immorale». L’emigrazione, ha dichiarato, non solo mette a dura prova gli Stati Uniti, ma impedisce anche sforzi interni per migliorare le condizioni di vita in El Salvador.
In una intervista con un’altra testata poco dopo il suo insediamento, Bukele aveva dichiarato: «condivido la stessa preoccupazione che il presidente Trump [ha sull’immigrazione], ma per ragioni diverse (…). Lui non vuole che la nostra gente se ne vada; io non voglio che la nostra gente se ne vada».
La sinistra americana, ovviamente, ha schiumato, chiamando Bukele, che si oppone al matrimonio monosessuale, all’eutanasia e all’aborto anche in caso di stupro ed incesto e «il dittatore Bitcoin».
Per gli ideologi goscisti con la pancia piena non ha importanza, ovviamente, che i cittadini salvadoregni che per anni sono stati terrorizzati, mutilati, massacrati dalle bande criminali ora vivano la loro vita sentendosi sicuri.
Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
«Momento Francesco Ferdinando»: alti funzionari di Brusselle temono lo scoppio della guerra in Europa

L’Unione Europea è sempre più preoccupata che le tensioni con la Russia possano degenerare in un conflitto su larga scala, in uno scenario che alcuni funzionari paragonano in privato alla reazione a catena seguita all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, che scatenò la Prima Guerra Mondiale. Lo riporta il sito Politico.
Oggi i leader dell’UE si riuniranno a Copenaghen per discutere strategie di contenimento della Russia, in risposta a una serie di incidenti con droni in Europa.
Secondo Politico, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sta spingendo per una discussione «senza precedenti» sulla postura militare dell’UE, andando oltre le competenze tradizionali del blocco e includendo progetti come un «muro di droni» per neutralizzare droni considerati ostili.
L’agenzia di stampa riferisce che i partecipanti al summit concorderanno sul fatto che la Russia rappresenta una «minaccia» per l’UE e sosterranno l’accordo, convinti che «non fare nulla renderebbe più probabile una guerra totale».
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Tuttavia, diplomatici anonimi hanno rivelato a Politico che le possibili azioni per scoraggiare la Russia sono «pieni di rischi», con alcuni funzionari che avvertono privatamente di un possibile «momento Francesco Ferdinando», ovvero un’escalation improvvisa che potrebbe trascinare il continente in un conflitto. Il termine richiama l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914, che innescò una rapida sequenza di alleanze e ultimatum, portando alla Prima Guerra Mondiale.
I vertici militari dell’UE ritengono che il blocco sia già coinvolto in una «forma di guerra a bassa intensità con la Russia», sottolineando che storicamente le guerre sono state finanziate con debito pubblico. Tuttavia, Politico nota che convincere tutti i membri dell’UE, alcuni già alle prese con difficoltà economiche, ad aumentare il bilancio per la difesa potrebbe essere molto complesso.
L’allerta è cresciuta dopo un recente episodio in cui Varsavia ha denunciato la violazione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi durante attacchi contro l’Ucraina, alimentando un dibattito nella NATO sull’eventualità di abbattere velivoli intrusi. Mosca ha smentito le accuse, sostenendo che Varsavia non ha fornito prove, e ha definito «irresponsabili» le discussioni sull’abbattimento di aerei russi.
Mosca ha ripetutamente dichiarato che «la Russia non ha alcuna intenzione» di attaccare la NATO, esprimendo però preoccupazione per il fatto che i funzionari occidentali «stiano iniziando a parlare seriamente di una Terza Guerra Mondiale come possibile scenario».
Come riportato da Renovatio 21, il politologo russo Dmitrij Trenin ha scritto in un saggio ampiamente circolato in Russia che la Terza Guerra Mondiale è già iniziata e che l’opzione atomica è sul tavolo. Due anni fa un altro politologo russo, Fedor Lukjanov, aveva dichiarato che il conflitto mondiale era già iniziato. Stesso pensiero espresso a settembre 2023 al Forum di sicurezza di Kiev dal capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina Oleksyj Danilov.
In questi anni moniti in questo senso sono venuti anche da figure apicali del Cremlino come Sergej Lavrov e Dmitrij Medvedev.
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Il premier magiaro Vittorio Orban ha più volte significato che la situazione Ucraina, e l’entrata di Kiev nella NATO, significherebbe la Terza Guerra Mondiale. Medesimi pensieri sono giunti dal candidato presidente romeno Georgescu e dal premier slovacco Robert Fico.
Alla fine del 2024 il generale tedesco in pensione Harald Kujat ha parlato di una «catastrofe centrale del XXI secolo» dicendo che mai l’umanità è stata così prossima alla Terza Guerra. Analisi sulla pericolosità del momento presente erano state condivise anche dal cardinale Gerardo Mueller.
In un discorso pre-elettorale dello scorso anni, Donald Trump aveva invocato la necessità di salvare gli USA da un conflitto globale, destinazione delle politiche dell’amministrazione Biden. Tre anni fa Trump aveva accusato direttamente i neocon e il Deep State dicendo che «la Terza Guerra Mondiale non è mai stata così vicina».
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Geopolitica
Mosca: l’invito di Putin a Trump è ancora valido

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Geopolitica
Putin: la Russia è fiera della riunificazione con il Donbass

Mosca prova orgoglio per l’annessione di quattro ex regioni ucraine alla Russia, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Le repubbliche del Donbass, Donetsk e Lugansk, insieme alle regioni di Kherson e Zaporozhye, hanno scelto di separarsi dall’Ucraina e unirsi alla Russia tramite referendum tenuti nel settembre 2022.
In un discorso video trasmesso martedì dal Cremlino, Putin ha definito il territorio «terra ancestrale russa», la cui popolazione «ha scelto in modo indipendente e libero di unirsi alla Russia».
«Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare e ne siamo orgogliosi. Abbiamo offerto sostegno ai nostri fratelli e sorelle nel compiere una scelta ferma e responsabile», ha detto Putin.
Il presidente della Federazione inoltre sottolineato che la Russia sta «difendendo i suoi interessi nazionali fondamentali, la memoria e i valori condivisi, la lingua, le tradizioni, la cultura e la fede russe, nonché il sacro diritto di onorare le gesta dei suoi antenati».
Le regioni a prevalenza russofona di Donetsk e Lugansk hanno proclamato l’indipendenza dopo il colpo di stato di Kiev del 2014, appoggiato dall’Occidente. Nello stesso anno, la Crimea ha votato per unirsi alla Russia. Da allora, l’Ucraina ha introdotto diverse leggi che limitano l’uso della lingua russa nei luoghi di lavoro, nell’istruzione e nei media, conducendo una campagna per cancellare i legami storici con l’Impero russo e l’Unione Sovietica.
L’Ucraina e la maggior parte dei paesi non riconoscono i nuovi confini della Russia, mentre le forze ucraine continuano a occupare parti di queste regioni.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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