Fertilità
I dottori della provetta ora rifiutano l’idea che l’infertilità sia una malattia
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità «l’infertilità è una malattia del sistema riproduttivo maschile o femminile definita dal mancato raggiungimento di una gravidanza dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali regolari non protetti».
Sebbene i termini di ogni definizione possano essere contestati, l’OMS afferma chiaramente che l’infertilità è un disturbo fisico.
L’American Society for Reproductive Medicine si è appena allontanata da questo approccio per accogliere metodi non convenzionali per ottenere un bambino. La sua posizione ufficiale è stata modificata per includere «infertilità sociale»: «L’infertilità è una malattia, condizione o stato caratterizzato da uno qualsiasi dei seguenti elementi:»
- L’incapacità di ottenere una gravidanza di successo sulla base della storia medica, sessuale e riproduttiva del paziente, dell’età, dei risultati fisici, dei test diagnostici o di qualsiasi combinazione di questi fattori.
- La necessità di un intervento medico, incluso, ma non limitato a, l’uso di gameti o embrioni di donatori al fine di ottenere una gravidanza di successo sia come individuo che con un partner.
- Nei pazienti che hanno rapporti sessuali regolari e non protetti e senza alcuna eziologia nota per entrambi i partner indicativa di compromissione della capacità riproduttiva, la valutazione deve essere iniziata a 12 mesi quando la partner ha meno di 35 anni di età e a 6 mesi quando la partner ha 35 anni di età più.
In altre parole, le coppie gay, gli uomini o le donne single, le coppie in cerca di madri surrogate sono tutte considerate sterili.
«Questa definizione rivista riflette che tutte le persone, indipendentemente dallo stato civile, dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, meritano pari accesso alla medicina riproduttiva. Questa definizione inclusiva aiuta a garantire che chiunque cerchi di costruire una famiglia abbia un accesso equo al trattamento e alle cure per l’infertilità», ha affermato il CEO dell’ASRM, Jared Robins.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine su licenza Envato
Fertilità
Un ingrediente comune presente in shampoo e lozioni può compromettere la fertilità femminile per generazioni
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- Meno follicoli ovarici, che contengono cellule uovo immature.
- Aumento dell’atresia follicolare, ovvero più follicoli muoiono o si rompono prima di poter rilasciare un ovulo maturo.
- Cellule uovo di qualità inferiore, che non sono sane o non funzionano come dovrebbero per maturare e promuovere la normale crescita dell’embrione.
- Livelli più bassi di ormone antimulleriano, un indicatore chiave della fertilità femminile e della riserva ovarica.
- Una maggiore morte delle cellule ovariche specializzate (cellule della granulosa) è essenziale per lo sviluppo degli ovuli, contribuendo a ridurre i livelli dell’ormone antimulleriano e a ridurre la quantità di ovuli sani.
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Fertilità
I leggings stanno facendo diventare le donne sterili?
Da anni i leggings – che un tempo si chiamavano fuseaux, o «fusò» nei cartelli delle bancarelle nei mercati cittadini – dominano il guardaroba occidentale da decenni. Indossati al supermercato, nei locali o durante la messa domenicale, sono diventati il simbolo della moda «athleisure»: pratica, comoda e onnipresente. Tuttavia, ciò che per molte donne rappresenta una scelta di libertà e comfort, potrebbe nascondere un lato meno noto e potenzialmente preoccupante.
Molti dei modelli dei marchi più venduti sono realizzati in tessuti sintetici come poliestere, nylon o elastan (spandex). Materiali che offrono elasticità e resistenza, ma che, secondo alcuni studi, potrebbero interferire con il sistema ormonale e la fertilità.
Uno dei riferimenti più citati è una ricerca condotta alcuni decenni fa su animali: a un gruppo di cagne furono fatti indossare «pantaloni» in tessuti diversi – 100% poliestere, 100% cotone, lana e miscele poliestere-cotone. I risultati mostrarono che circa il 75% delle femmine vestite con indumenti in poliestere non rimase incinta, mentre quelle in cotone o lana registrarono un tasso di gravidanza del 100%.
Secondo i ricercatori, il poliestere e le sue miscele avrebbero generato un campo elettrostatico in grado di interferire con la comunicazione ormonale, effetto però reversibile dopo la rimozione del tessuto.
Un esperimento simile, condotto su cani maschi, ha evidenziato una riduzione della conta spermatica nei soggetti che indossavano biancheria in poliestere. In alcuni casi, i valori si sono normalizzati nel tempo; in altri, le alterazioni sono risultate più persistenti.
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Da qui il dubbio: se i tessuti sintetici possono influire sulla fertilità animale, è possibile che abbiano effetti analoghi sull’essere umano?
Il nylon, altro materiale comune nei leggings e nell’abbigliamento sportivo, è noto per rilasciare microplastiche che possono penetrare nell’organismo attraverso la pelle. Studi recenti suggeriscono che tali particelle possano alterare gli ormoni e danneggiare la qualità degli ovuli e dello sperma.
Inoltre, molti tessuti sintetici vengono trattati con ftalati, PFAS e coloranti — sostanze chimiche classificate come interferenti endocrini. «Alti livelli di questi composti sono stati associati a tempi più lunghi per concepire, scarsa qualità degli ovuli e dello sperma e rischio di aborto spontaneo», spiega la dottoressa Lora Shahine, esperta di fertilità.
In un contesto in cui la fertilità è già messa alla prova da fattori come lo stress, l’età sempre più avanzata della maternità, l’obesità o le infezioni sessualmente trasmissibili, l’iniezione mRNA COVID, anche l’abbigliamento potrebbe giocare un ruolo minore ma non trascurabile.
Chi desidera «vestirsi bene anche per la salute», dunque, potrebbe valutare un ritorno ai materiali naturali: cotone, lino o lana. Forse meno elastici, ma – secondo alcune ricerche – decisamente più amici della fertilità.
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