Guerra cibernetica
Hacker legati a Israele rivendicano un attacco informatico contro i benzinai in Iran
Un gruppo di hacker ampiamente segnalato come legato a Israele si è assunto la responsabilità di un attacco informatico che lunedì ha paralizzato la rete iraniana di carburante per i consumatori.
Secondo Reuters, citando il ministro del Petrolio iraniano, Javad Owji, circa il 70% delle stazioni di servizio della Repubblica Islamica sono state colpite da interruzioni del servizio a causa dell’attacco informatico. Secondo quanto riferito, l’interruzione ha costretto molte stazioni di servizio a operare manualmente, provocando lunghe file di auto e folle inferocite.
Un gruppo chiamato Gonjeshke Darande, o «Passero predatore» in persiano, ha affermato di essere dietro l’attacco in un post sulla piattaforma di social media X.
(1/2) ما گروه "گنجشک درنده" بار دیگر سیستم سوخت رسانی ملی رژیم جمهوری اسلامی را هدف حمله سایبری قرار دادیم.
خامنه ای! همانطور که قبلا تذکر دادیم در مقابل تحریکات شرورانه تو در منطقه عکس العمل نشان خواهیم داد.— Gonjeshke Darande (@darandegonjeshk) December 18, 2023
گوشه کوچکی از اثبات فعالیت ما در شبکه:
– شناسه ایستگاه های سوخت
– اطلاعات سیستمهای پرداخت
– چند عکس از لحظاتی که داخل شبکه بودیم
– شبکه اصلی روابط مدیریت ایستگاه سوختبرای کسب اطلاعات بیشتر به کانال تلگرام ما مراجعه کنید: https://t.co/J7QViTA3OX pic.twitter.com/GNpjPDuvRH
— Gonjeshke Darande (@darandegonjeshk) December 18, 2023
«Noi, Gonjeshke Darande, oggi abbiamo effettuato un altro attacco informatico, distruggendo la maggior parte delle pompe di benzina in tutto l’Iran. Questo attacco informatico arriva in risposta all’aggressione della Repubblica islamica e dei suoi delegati nella regione», si legge nel post.
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Gli hacker affermano di aver avvertito i servizi di emergenza iraniani prima dell’attacco informatico di ridurre al minimo i danni ai civili.
(1/2) As in our previous operations, this cyberattack was conducted in a controlled manner while taking measures to limit potential damage to emergency services. pic.twitter.com/vkgpGat85J
— Gonjeshke Darande (@darandegonjeshk) December 18, 2023
«Come nelle nostre operazioni precedenti, questo attacco informatico è stato condotto in modo controllato adottando misure per limitare potenziali danni ai servizi di emergenza», hanno scritto gli hacker.
«Abbiamo inviato avvisi ai servizi di emergenza in tutto il Paese prima dell’inizio dell’operazione e ci siamo assicurati che una parte delle stazioni di servizio in tutto il Paese rimanessero illese per lo stesso motivo, nonostante il nostro accesso e la nostra capacità di interrompere completamente il loro funzionamento».
Il gruppo si è rivolto anche al leader iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, in un post su X, «Khamenei, giocare con il fuoco ha un prezzo».
L’Iran è stato oggetto di numerosi attacchi informatici negli ultimi tempi. Secondo quanto riportato dai media statali, in passato il gruppo di hacker filo-israeliani aveva rivendicato attacchi informatici contro stazioni di servizio, reti ferroviarie e fabbriche di acciaio del Paese.
Nel frattempo, l’agenzia di protezione civile iraniana ha dichiarato lunedì che è in corso un’indagine mentre stanno ancora esaminando tutte le possibili cause dei disagi.
Non si tratta del primo attacco del genere che subisce l’Iran.
Come riportato da Renovatio 21, un attacco hacker aveva bloccato le stazioni di benzina di tutto l’Iran nell’autunno 2021. All’epoca, tuttavia, si disse che l’attacco cibernetico fosse «anonimo».
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Immagine di Farhad Mohammadi Majd via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Guerra cibernetica
Internet down in tutto il mondo a causa del crash del sistema di Cloudfare
Martedì, piattaforme di rilievo come X e ChatGPT hanno subito un’interruzione temporanea a causa di un guasto al servizio del fornitore di infrastrutture internet Cloudflare. Anche downdetector.com, tool diffuso per monitorare i disservizi online, è stato colpito dal malfunzionamento.
Poco prima di mezzogiorno UTC, l’azienda ha comunicato sulla sua pagina di stato di aver rilevato un «degrado interno del servizio» e di essere al lavoro per chiarirne le cause.
«L’interruzione di Cloudflare ha avuto ripercussioni sui servizi in tutto il mondo. Durante questo periodo, Downdetector ha ricevuto oltre 2,1 milioni di segnalazioni su tutti i servizi interessati», ha scritto il sito web di monitoraggio Downdetector su X.
I server di Cloudflare operano come «reverse proxy», deviando il flusso di traffico web attraverso la propria infrastruttura per schermare i clienti da rischi cibernetici. Tutelano quasi un quinto di tutti i siti globali.
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I principali portali che ne fanno uso hanno registrato disagi sporadici.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, un guasto esteso a Amazon Web Services (AWS) aveva provocato blackout diffusi sui servizi digitali. Un singolo intoppo può ripercuotersi su milioni di fruitori.
Il co-fondatore ed ex CEO di Binance, Changpeng «CZ» Zhao, ha commentato su X l’interruzione di Cloudflare: «la blockchain ha continuato a funzionare».
Non è ancora chiaro cosa possa essere successo. Alcuni ipotizzano che potrebbe essere stato un attacco alla schermatura offerta da Cloudfare di modo da fare disaccoppiare un particolare sito o sistema dal servizio, così da poter attaccare quest’ultimo, ma si tratta, come sempre nell’ambito cibernetico, di pure speculazioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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