Terrorismo
Elicotteri israeliani hanno sparato sulle persone che scappavano dal rave?
Filmati inquietanti dei primi giorni della guerra tra Israele e Hamas sono diventati oggetto di controversia quando un importante testata israeliana, Ynet, ha pubblicato filmati suggerendo con forza che si tratta di elicotteri israeliani che sparano indiscriminatamente sui civili «circa un’ora dopo l’inizio del conflitto», cioè dall’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre.
I media fact checker – compresi quelli dei Community Notes del nuovo Twitter – insistono che il clip non mostra le forze dello Stato Ebraico che sparano sui partecipanti del rave, e che le forze israeliane invece «hanno sparato principalmente all’interno dei Kibbutzim su direttiva dei soldati dell’IDF sul campo, precisamente, come affermato nella fonte, che non potevano distinguere».
Sebbene sia documentato che Hamas abbia massacrato la maggior parte degli oltre 1.400 israeliani morti nell’attacco, l’implicazione è che le forze israeliane incaricate di respingere l’assalto di Hamas potrebbero aver contribuito al bilancio delle vittime, con i piloti delle forza di difese israeliane (IDF) che sparavano dalle cannoniere in difficoltà a distinguere tra chi era Hamas e chi era un civile israeliano.
Mentre il filmato ha iniziato a circolare poco dopo l’attacco, il principale quotidiano israeliano YNetnews sembra essere stato il primo ad approfondire le riprese della telecamera pilota a bordo di uno o più elicotteri Apache AH-64 che hanno risposto all’attacco Nova del 7 ottobre.
Il filmato prodotto dall’IDF (pubblicato per la prima volta il mese scorso) mostra le cannoniere che sparano su una moltitudine di obiettivi, inclusi veicoli e gruppi di persone. I possibili obiettivi includono Hamas e civili israeliani, e forse gruppi di civili palestinesi che si stavano riversando attraverso la recinzione del confine di Gaza violata.
Quando il filmato è stato inizialmente diffuso, l’IDF lo ha presentato come se mostrasse gli invasori di Hamas mentre venivano distrutti, scrive Zerohedge. Dopo ulteriori analisi, insieme al rapporto Ynet, si è sollevato lo spettro di un «fuoco amico» su larga scala che potrebbe essersi verificato.
Quello che segue è solo un breve clip postato dal noto account Twitter Syrian Girl, mentre il montaggio video completo di cinque minuti può essere visualizzato sul sito di Ynetnews.
BREAKING????: Israel admits apache helicopters fired on their own civilians running from the Supernova music festival.
“The pilots realised that there was tremendous difficulty in distinguishing within the occupied outposts and settlements who was a terrorist and who was a… pic.twitter.com/wv6wR710qO
— Syrian Girl ???????????? (@Partisangirl) November 9, 2023
More footage from the Israel Apache helicopters shooting at cars:
“The Apache pilots testify that they fired a huge amount of munitions, emptied the ‘belly of the helicopter’ in minutes, flew to re-arm and returned to the air, again and again. But it didn’t help and they… pic.twitter.com/Op19FdoWiN— Syrian Girl ???????????? (@Partisangirl) November 9, 2023
Il corrispondente militare di YNet, Yoav Zitun, ha descritto come i primi elicotteri sulla scena dipendessero da un numero limitato di truppe e personale di sicurezza a terra, che chiamavano obiettivi ai centri di comando utilizzando telefoni cellulari e WhatsApp. «Mentre i piloti lottavano per distinguere tra terroristi e civili, è stata presa la decisione di dare priorità all’immediato arresto dell’afflusso di terroristi di Hamas e delle folle potenzialmente pericolose di Gaza che violano il confine» scrive il giornalista.
Ma quello che risulta chiaro dai video del 7 ottobre, ormai ampiamente visti sul posto, emersi quasi in tempo reale, è che masse di raver israeliani correvano, si nascondevano e cercavano rifugio in molte direzioni. Altri sono stati portati via a bordo di motociclette di Hamas durante i rapimenti. Ma secondo quanto sostiene l’articolo, i piloti israeliani, incapaci di distinguere gli obiettivi, hanno scatenato il fuoco delle mitragliatrici pesanti sulle persone sottostanti, che potrebbero aver incluso i partecipanti ai concerti.
In una scena del filmato straziante, la cui data è anch’essa controversa, si vede una piccola automobile sfrecciare attraverso un campo aperto prima che la cannoniera in bilico la colpisse direttamente. Non c’è modo di sapere solo dal filmato se fosse pieno di civili israeliani o combattenti di Hamas, o quale livello di fiducia avessero le fonti di terra dell’IDF prima dell’abbattimento (nota: per filmati più chiari e completi, vai qui ) :
Dato che il filmato sta diventando virale sui social media (quasi un mese dopo essere apparso per la prima volta tramite fonti israeliane), alcuni fact-checker hanno cercato di sottolineare che in realtà mostra elicotteri israeliani che sparano solo contro i terroristi di Hamas.
Una «Community Note» su Twitter da allora ha affermato quanto segue: «Questo video è del 9 ottobre 2023 e mostra elicotteri d’attacco israeliani AH-64 Apache che ingaggiano militanti di Hamas con mitragliatrici da 30 mm e missili Hellfire».
BREAKING:
Footage has emerged of an Israeli helicopter killing many people at an October 7 concert in Israel.
The IDF basically fired on everyone fleeing that concert using helicopters.
Still unconfirmed. pic.twitter.com/cEWiEpUB4y
— Megatron (@Megatron_ron) November 9, 2023
Tuttavia questa stessa nota della community è fuorviante, poiché afferma che il video è «del 9 ottobre»: si tratta semplicemente della data in cui è stato pubblicato per la prima volta su Twitter e non la data in cui il filmato è stato catturato a bordo dell’Apache.
Fondamentalmente, l’articolo in lingua inglese su YNet pubblicato il 16 ottobre dal corrispondente militare Yoav Zitun ha intitolato il filmato in questione come segue: “Filmato di elicotteri che attaccano il primo giorno di guerra con Hamas”.
La versione originale dell’articolo in ebraico su YNet, pubblicata il giorno prima, il 15 ottobre, indica la stessa cosa. Secondo una traduzione automatica dall’ebraico: «Documentazione dell’attacco aereo sulla Striscia all’inizio della guerra (foto: portavoce dell’IDF)», «circa un’ora dopo l’inizio dell’attacco terroristico».
Fact Check:
The footage showcased is NOT of IDF helicopters firing on unidentified targets at the Nova concert. What it showcases is an Apache pilot firing on those trying to infiltrate from/return to Gaza.
Even the source he links never mentions the concert. https://t.co/kyyY0IRa1P— Tal Hagin (@talhagin) November 9, 2023
«L’aeronautica israeliana ha iniziato a ricostruire gli eventi che hanno innescato l’inizio della guerra con Hamas. La nebbia di guerra ostacolò non solo le forze di terra ma anche le squadre aeree inviate nei cieli del Negev occidentale nelle prime ore di quel sabato nero» ha commentato Ynet.
«Il primo paio di elicotteri d’attacco, in pronto intervento per la regione di Gaza, sono arrivati nell’area da una base nel nord, circa un’ora dopo l’inizio dell’attacco terroristico. Questo anche se lo squadrone principale degli elicotteri Apache era di stanza più vicino alla Striscia di Gaza, presso la base aerea di Ramon».
«A Ramon il personale ha intuito subito che qualcosa di straordinario stava accadendo. Hanno agito prontamente, ma un elicottero da combattimento ha raggiunto la zona del conflitto solo alle 8:32».
«Mentre i piloti faticavano a distinguere tra terroristi e civili, è stata presa la decisione di dare priorità all’immediato arresto dell’afflusso di terroristi di Hamas e delle bande potenzialmente pericolose di Gaza che violavano il confine. Durante la giornata di intensi combattimenti, 28 elicotteri da combattimento hanno ricaricato il loro intero arsenale, inclusi centinaia di proiettili di artiglieria da 30 mm e missili Hellfire».
«Il ritmo iniziale degli attacchi contro le migliaia di infiltrati era sconcertante, con i piloti che alla fine rallentavano i loro attacchi e selezionavano meticolosamente gli obiettivi».
In quest’ultima frase parrebbe implicito il suggerimento che i piloti in un primo tempo non siano stati troppo meticolosi.
Il corrispondente militare di YNet ha inoltre sottolineato che i piloti erano così confusi da ciò che vedevano a terra, che hanno iniziato essenzialmente a fare ipotesi plausibili su quali fossero gli obiettivi di Hamas e chi fossero i civili.
In alcuni casi, le congetture si riducevano al fatto che le persone stessero camminando o correndo via dalla scena:
«I terroristi di Hamas hanno deliberatamente giocato un gioco d’astuzia con i piloti degli elicotteri e gli agenti delle forze speciali. I briefing hanno rivelato che ai terroristi era stato consigliato di avanzare con cautela negli insediamenti e negli avamposti militari, di camminare e non correre, per sembrare israeliani. Questa tattica di inganno persistette per qualche tempo finché i piloti Apache si resero conto che tutti i vincoli dovevano essere ignorati. Solo intorno alle 9 del mattino alcuni di loro hanno deciso autonomamente di usare proiettili di artiglieria contro i terroristi senza chiedere l’approvazione delle autorità superiori».
Nel frattempo, anche i canali filo-palestinesi e filo-Hamas hanno iniziato a riprendere e far eco a queste affermazioni, affermando che molte delle auto distrutte mentre fuggivano dal luogo del festival erano il risultato di un attacco aereo israeliano o di altre armi pesanti.
#Israel's military released footage showing hundreds of scorched and damaged cars moved from the Nova music festival, which it claims that Hamas attacked.
The cars have been apparently targeted with highly destructive weapons that Hamas does not reportedly own. pic.twitter.com/EO7pcfujG1
— Quds News Network (@QudsNen) November 8, 2023
La possibilità che molti civili israeliani siano potuti morire tragicamente a causa del fuoco amico è stata sollevata in diverse altre indagini.
Ad esempio, Max Blumenthal di The Grey Zone ha precedentemente compilato numerose interviste ad operatori di carri armati e piloti israeliani le cui testimonianze sono coerenti con la suddetta analisi di Ynet.
Secondo le fonti citate da Bluementhal «gran parte dei bombardamenti a Be’eri sono stati effettuati da equipaggi di carri armati israeliani. Come ha notato un giornalista del quotidiano i24 sponsorizzato dal Ministero degli Esteri israeliano durante una visita a Be’eri, “case piccole e pittoresche [sono state] bombardate o distrutte” e “prati ben tenuti [sono stati] divelti dalle tracce di un veicolo blindato, forse un carro armato».
Anche gli elicotteri d’attacco Apache hanno avuto un ruolo importante nella risposta dell’esercito israeliano il 7 ottobre. I piloti hanno detto ai media israeliani di «essersi precipitati sul campo di battaglia senza alcuna informazione di intelligence, incapaci di distinguere tra combattenti di Hamas e non combattenti israeliani, e tuttavia determinati a “svuotare la pancia” dei loro velivoli».
«Mi trovo in un dilemma su cosa sparare, perché ce ne sono così tanti», ha commentato un pilota Apache.
Terrorismo
Due militari e un civile statunitensi uccisi da un «uomo armato dell’ISIS» in Siria. Trump promette la ritorsione
Il Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha annunciato sabato che personale militare e civile americano è rimasto vittima di un’imboscata tesagli da un «lupo solitario dell’ISIS» in Siria, con un bilancio di tre morti e tre feriti.
Secondo le forze armate USA, l’attentatore è stato «neutralizzato e ucciso» nel corso dell’azione. Il CENTCOM non ha precisato il luogo esatto dell’incidente né ha reso note le identità delle vittime, in linea con le procedure del Pentagono.
Il presidente Donald Trump ha promesso una «ritorsione molto seria» per l’attacco, attribuendone la responsabilità al gruppo terroristico Stato Islamico (IS, ex ISIS)
.
«Si è trattato di un attacco dell’ISIS contro gli Stati Uniti e la Siria, avvenuto in una zona molto pericolosa del Paese non completamente sotto controllo», ha scritto Trump su Truth Social. «Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa è estremamente indignato e sconvolto per questo episodio».
Sostieni Renovatio 21
Stando ai media locali, l’agguato è avvenuto nelle vicinanze di Palmira, nella Siria centrale, dove una pattuglia mista composta da forze governative siriane e truppe statunitensi è stata presa di mira. Nell’attacco sono rimasti feriti almeno due militari siriani.
Dopo l’episodio, il traffico sull’autostrada Damasco-Deir ez-Zor è stato temporaneamente interrotto e l’area attorno a Palmira è stata isolata. Diversi velivoli militari americani sono stati avvistati sorvolare la zona a bassa quota, come documentato da video circolati online.
Il Ministero dell’Interno siriano ha dichiarato di aver allertato in anticipo la coalizione a guida statunitense su un «possibile» attacco dell’ISIS. Il portavoce Anwar al-Baba, in un intervento televisivo, ha tuttavia lamentato che precedenti segnalazioni su una «possibile infiltrazione dell’ISIS» erano state ignorate dalle «forze alleate».
Le Forze Democratiche Siriane (SDF), a guida curda e che controllano il Nord-Wst della Siria, hanno rivolto agli Stati Uniti le «più sentite condoglianze» per l’accaduto. Le SDF, storiche alleate di Washington nella regione, hanno rinnovato l’impegno a «contrastare il terrorismo» e promesso una risposta «decisa e immediata» nei confronti dei responsabili e di chi li sostiene.
Nella nota, le SDF non hanno fatto cenno al governo di Damasco, con il quale i rapporti restano tesi. Da mesi Damasco tenta di riportare sotto il proprio controllo diretto i territori SDF, senza però ottenere risultati concreti.
Gli Stati Uniti mantengono da anni una presenza militare in Siria, sostenendo le SDF nel nord-est e gruppi ribelli minori nel sud del Paese. Dopo il repentino collasso del regime di Bashar al-Assad alla fine dell’anno scorso e l’ascesa al potere degli islamisti guidati da al-Sharaa, il Pentagono ha ampliato la cooperazione militare anche con le nuove autorità.
Negli ultimi mesi, forze di sicurezza statunitensi e siriane hanno effettuato numerose operazioni congiunte, presumibilmente dirette contro le cellule dell’ISIS. Gli USA avevano schierato fino a 2.000 militari in Siria, ma l’amministrazione Trump ha annunciato all’inizio del 2025 l’intenzione di ridurre la presenza e il numero di basi gestite dal Pentagono nel Paese.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Terrorismo
Il sospettato di terrorismo saudita che ha ucciso 6 persone e ne ha ferite centinaia al mercatino di Natale tedesco si scaglia contro le vittime durante il processo
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Terrorismo
L’afghano della sparatoria di Washington aveva collaborato con la CIA
Rahmanullah Lakanwal, il presunto responsabile dell’attentato mortale contro due militari della Guardia Nazionale a Washington DC, aveva collaborato con la CIA durante l’occupazione americana dell’Afghanistan.
Mercoledì l’uomo, cittadino afghano, ha aperto il fuoco a bruciapelo contro due appartenenti alla Guardia Nazionale della Virginia Occidentale che stavano effettuando un pattugliamento. Il giorno dopo è deceduta la specialista dell’Esercito Sarah Beckstrom, mentre il sergente maggiore dell’Aeronautica Andrew Wolfe versa ancora in condizioni critiche.
Secondo le autorità, Lakanwal è arrivato negli Stati Uniti nel settembre 2021 grazie a un visto speciale riservato agli afghani a rischio – inclusi quelli che avevano lavorato con le forze occidentali – dopo la riconquista talebana del Paese.
Sostieni Renovatio 21
Giovedì il direttore della CIA John Ratcliffe ha confermato che il sospettato era stato ammesso negli USA «in virtù del suo precedente impiego con il governo statunitense, compresa la CIA, come membro di una forza partner a Kandahar», rapporto terminato subito dopo l’evacuazione caotica dell’agosto 2021.
«Questo individuo – e purtroppo tanti altri come lui – non avrebbe mai dovuto mettere piede qui», ha dichiarato Ratcliffe, facendo eco alle dure critiche del presidente Donald Trump nei confronti del «disastroso» ritiro ordinato dall’amministrazione Biden.
Anche il direttore dell’FBI Kash Patel ha confermato che Lakanwal «manteneva rapporti in Afghanistan con forze alleate» e che tali legami sono attualmente oggetto di indagine.
Il servizio pashto della BBC ha intervistato un ex comandante che aveva operato accanto a Lakanwal: questi lavorava come specialista GPS in un’unità denominata Scorpion Forces, inizialmente sotto il controllo diretto della CIA e poi passata alla Direzione Nazionale per la Sicurezza afghana. Sempre secondo l’ex comandante, Lakanwal contribuì inoltre a proteggere le truppe USA all’aeroporto di Kabul nelle ultime, concitate settimane del ritiro.
Lakanwal ha lasciato Kandahar per Kabul cinque giorni prima dell’ingresso dei talebani nella capitale (agosto 2021) ed è stato evacuato in aereo verso gli Stati Uniti appena sei giorni dopo.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Spirito2 settimane fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Vaccini2 settimane faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Pensiero5 giorni faDi tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo
-



Intelligenza Artificiale1 settimana faL’AI renderà il lavoro «facoltativo» e il denaro «irrilevante»: Musk come Marx e i sovietici














