Geopolitica
Continuano gli scontri a Tripoli

Scontri armati sono scoppiati durante la notte nella capitale libica, Tripoli, meno di 24 ore dopo che il Governo di unità nazionale (GNU) del paese nordafricano, riconosciuto a livello internazionale, ha dichiarato di aver completato le operazioni militari e ripristinato la stabilità nella città.
I combattimenti sono ripresi nella tarda serata di martedì e, secondo quanto riferito, sono proseguiti fino a mercoledì, con spari ed esplosioni udite in diversi quartieri. Testimoni oculari citati dai media locali hanno riferito che le milizie sono state viste mobilitarsi lungo le principali arterie stradali, tra cui l’autostrada Al-Shat, la rotatoria di Fashloum e nei pressi dell’aeroporto di Mitiga, costretto a sospendere le operazioni.
La Libia resta divisa tra fazioni rivali e ha assistito a ripetute esplosioni di violenza dopo la rivolta del 2011, sostenuta dalla NATO, che ha rovesciato Muammar Gheddafi.
Le ultime tensioni sono seguite all’assassinio di Abdulghani al-Kikli, noto come Ghaniwa, capo dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA), affiliato al governo.
Secondo quanto riferito, è stato colpito a morte nel sud di Tripoli lunedì. Si dice che fazioni armate alleate con il Primo Ministro Abdulhamid al-Dbeibah abbiano rapidamente invaso le posizioni dell’SSA ad Abu Salim e in altri distretti in seguito all’incidente.
JUST IN: Deadly clashes in #Tripoli, capital city of #Libya is being continued. In fact, various militia groups fighting each other for power. These clashes are between Rada and militants of the Libyan Government of National Unity.
The situation is very hostile and getting worse. pic.twitter.com/nh065bMF4L— World Safety (@nickngei2) May 14, 2025
Libya is now in a state of civil war as violence breaks out between militant factions in Tripoli. There’s the UN-backed government, which is hated by the public, and it is fighting against armed groups that want to overthrow it.
Libya has been a mess since Hillary Clinton and… pic.twitter.com/wWAYBbfmxF
— Ian Miles Cheong (@stillgray) May 14, 2025
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Martedì, il ministero della Difesa ha annunciato di aver ripreso il pieno controllo delle aree prese di mira. Ore dopo, tuttavia, sono ripresi gli scontri tra unità filogovernative e forze affiliate al gruppo miliziano Special Deterrence Force (Rada), secondo quanto riportato dal quotidiano locale Libya Herald.
Il ministero della Difesa ha rilasciato una dichiarazione mercoledì, annunciando un «cessate il fuoco in tutti gli assi di tensione all’interno della capitale» volto a «proteggere i civili, preservare le istituzioni statali ed evitare un’ulteriore escalation», affermando che unità neutrali sono state dispiegate per calmare i focolai.
La missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) aveva in precedenza condannato «l’accelerata escalation della violenza a Tripoli» e le mobilitazioni di truppe segnalate in altre parti del Paese, avvertendo che la situazione «potrebbe rapidamente sfuggire al controllo».
La missione ha espresso «profonda preoccupazione» per le segnalazioni di vittime civili e ha ribadito la sua richiesta di «un cessate il fuoco immediato e incondizionato in tutte le regioni», sollecitando l’apertura di corridoi sicuri per evacuare i civili bloccati nelle aree ad alto conflitto.
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Pakistan e Afghanistan concordano il cessate il fuoco

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Geopolitica
Israele accusa Hamas di aver restituito il corpo sbagliato

Uno dei corpi restituiti martedì da Hamas non appartiene a nessuno degli ostaggi tenuti prigionieri dal gruppo armato palestinese a Gaza, hanno affermato le Forze di difesa israeliane (IDF).
Lunedì Hamas ha liberato gli ultimi 20 ostaggi israeliani ancora in vita in cambio del rilascio di quasi 2.000 prigionieri palestinesi, nell’ambito di un accordo mediato da Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia. Martedì, il gruppo ha iniziato a consegnare i cadaveri dei prigionieri deceduti a Israele, restituendone sette in due lotti tramite la Croce Rossa.
Tuttavia, le IDF hanno dichiarato mercoledì in una dichiarazione su X che un esame presso l’istituto forense Abu Kabir ha rivelato che uno dei quattro corpi del secondo lotto «non appartiene a nessuno degli ostaggi». Si ritiene che i resti appartengano a un palestinese, hanno aggiunto.
🟡Following the completion of examinations at the National Institute of Forensic Medicine, the fourth body handed over to Israel by Hamas does not match any of the hostages.
Hamas is required to make all necessary efforts to return the deceased hostages.
— Israel Defense Forces (@IDF) October 15, 2025
Gli altri tre corpi sono stati confermati come appartenenti ai prigionieri. Sono stati identificati come il sergente maggiore Tamir Nimrodi, 18 anni, Uriel Baruch, 35 anni, ed Eitan Levy, 53 anni, si legge nel comunicato.
Il capo di stato maggiore delle IDF, tenente generale Eyal Zamir, ha dichiarato in precedenza che Israele «non avrà pace finché non restituiremo tutti [gli ostaggi]. Questo è il nostro dovere morale, nazionale ed ebraico». Hamas detiene ancora i corpi di 21 prigionieri deceduti.
Questa settimana, rifugiati palestinesi e combattenti di Hamas sono tornati a Gaza City e in altre aree dell’enclave, dopo il ritiro parziale delle forze dell’IDF, in linea con l’accordo. A Gaza sono stati segnalati scontri sporadici tra Hamas e fazioni rivali.
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Immagine di Chenspec via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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