Bizzarria
Autobus satanico 666 abolito in Polonia
La località baltica di Hel, nella provincia polacca della Pomerania, non sarà più servita dalla linea dell’autobus 666. Lo ha annunciato mercoledì l’operatore di trasporto locale PKS Gdynia.
All’origine del cambio potrebbero esserci alcuni reclami da parte di gruppi cattolici
La linea di trasporto pubblico sarà rinumerata a partire dal 24 giugno, ha dichiarato al portale di notizie Trojmiasto il dirigente della compagnia di trasporti Marcin Szwaczyk.
«Abbiamo cambiato il numero da 666 a 669, [per essere] meno controverso e meno evidente», ha detto Szwaczyk. «Per noi, la cosa più importante è che gli autobus funzionino e che le linee siano servite correttamente. Il numero di linea è secondario».
Già nel 2006 il predecessore dell’azienda aveva assegnato i numeri da 650 a 664 alle linee di autobus che operavano durante l’anno scolastico e da 665 a 669 ai servizi stagionali. Ad un certo punto, i visitatori di lingua inglese hanno notato il gioco di parole nel prendere la Route 666 per «Hell» – cioè l’inferno – e la linea è diventata un’attrazione turistica.
Il percorso dei meme è diventato così popolare tra i visitatori esterni che Hel, una comunità di circa 10.000 residenti, è diventata a volte sovraffollata durante la stagione balneare estiva. Alcuni turisti hanno fatto il viaggio nella penisola solo per prendere l’autobus dalla cifra anticristica.
Sebbene il bus satanico si sia dimostrato utile per gli affari, è stato percepito in modo meno caritatevole da certuni. La Polonia, ricordiamo, è Paese tradizionalmente cattolico, e quindi con il numero della Bestia di cui si parla nell’Apocalisse di San Giovanni si può scherzare fino ad un certo punto.
Nel 2018, il quotidiano cattolico Fronda ha definito il gioco di parole una «stupidità satanica» e ha sostenuto che prendeva in giro in modo frivolo «l’orrore della morte dell’anima e la separazione dall’amore di Dio», sostenendo che la trovata di fatto «diffondeva propaganda anticristiana». La testata ha detto che avrebbe chiesto al governo polacco di intervenire a meno che PKS Gdynia non cambiasse il numero di rotta.
«La linea dell’autobus 666 che va a Hel, per dirla in breve e senza mezzi termini, colpisce l’ordine cristiano dello stato polacco e le sue fondamenta, e quindi – il benessere di tutti noi», ha osservato la Fronda.
Ora che la società ha ceduto alle pressioni, Szwaczyk ha affermato di essere stata inondata di lamentele dall’altro campo. «Siamo scioccati dal numero di sostenitori della vecchia numerazione che ci hanno contattato», ha detto a Trojmiasto, aggiungendo che potrebbe essere possibile il ritorno della linea 666, forse non quest’anno, ma forse il prossimo.
Un caso non dissimile era capitato al vertice della politica nazionale, e sopra i cieli di Nuova York, quando la controversa famiglia del genero dell’ex presidente Trump, Jared Kushner, acquistò un ambito grattacielo dalla fame maledetta, il famigerato 5th Avenue 666 – grande palazzo della Quinta strada della Grande Mela sito proprio al numero civico 666. L’investimento non andò a buon fine, e l’edificio rimase praticamente vuoto.
Il Kushner sarebbe stato poi accusato dai giornali di usare la sua influenza di consigliere del presidente per raccogliere danari che facessero rientrare la famiglia dell’investimento, in particolare andando a chiedere ai regni petroliferi del Golfo.
Il palazzo, ad ogni modo, fu ribattezzato dalla gestione Kushner – famiglia ebrea ortodossa – «5th 660».
Abbiamo tuttavia, una considerazione da fare riguardo a diavoli e trasporti pubblici: non è che ogni autobus è un autobus per l’inferno, ora che i malori tra i conducenti sono così frequenti?
Non è che ora ogni scuolabus può essere 666 senza bisogno del numero davanti?
Immagine da Twitter
Bizzarria
Adolf Hitler vince ma cambia nome
Adolf Hitler Uunona, 59 anni, consigliere regionale namibiano da venti anni in carica, ha annunciato che rinuncerà ufficialmente al secondo nome «Hitler» dopo essere stato rieletto per il quinto mandato consecutivo nel distretto di Ompundja (regione di Oshana).
Membro del partito al potere Swapo, Uunona ha sempre goduto di un largo consenso locale nonostante il nome che, a livello internazionale, genera inevitabilmente sconcerto. Gli elettori della sua circoscrizione lo hanno costantemente premiato per il suo impegno nella lotta anti-apartheid e per i risultati concreti ottenuti sul territorio.
«Ho già provveduto a cancellare “Hitler” dai miei documenti ufficiali», ha dichiarato ai media namibiani. «D’ora in poi voglio essere chiamato semplicemente Adolf Uunona».
Il lettore di Renovatio 21 sa che la faccenda dell’Hitler negro è risalente.
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L’ex Hitler ha spiegato che ilpadre gli impose quel nome decenni fa senza conoscerne il peso storico né i crimini associati al dittatore nazista; per lui, all’epoca, era semplicemente un nome tedesco abbastanza diffuso nell’ex colonia dell’Africa sud-occidentale tedesca (1884-1915). Solo crescendo il consigliere prese coscienza del macabro retaggio e cominciò a dissociarsene pubblicamente.
«Ho sempre chiarito di non condividere in alcun modo l’ideologia nazista», ha ribadito il già Hitler. «Il mio impegno politico è radicato nella liberazione della Namibia e nello sviluppo delle nostre comunità rurali». In privato, familiari e collaboratori lo chiamano da tempo soltanto «Adolf», un’abitudine che ora desidera estendere a ogni contesto ufficiale.
Il caso richiama la complessa eredità coloniale tedesca in Namibia, dove nomi di origine teutonica restano relativamente comuni. Proprio in quel periodo (1904-1908) le truppe tedesche perpetrarono il genocidio degli Herero e dei Nama, un capitolo storico ancora poco noto a livello globale. Tuttavia, il fatto che esistano nel Paese africani bambini chiamati come il famigerato dittatore nazionalsocialista prova che forse la storia degli orrori coloniali non è esattamente conosciuta, o sentita, dalle popolazioni indigine.
Nonostante l’attenzione mediatica internazionale, lo Hitler namibiano continua a dominare le urne: nelle recenti elezioni locali ha nuovamente stravinto a Ompundja con un margine schiacciante. Per i suoi elettori, il curriculum di vent’anni di servizio concreto – strade, acqua, scuole e sostegno alle famiglie – pesa infinitamente più di un nome che il consigliere ha deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle.
Renovatio 21 ritiene che si tratti di un caso in cui qualcuno potrebbe gridare alla frode elettorale: uno vota Hitler, e poi si trova uno qualsiasi, anzi un Uunona. È giusto?
Il cittadino sincero-democratico deve porsi a questo punto la domanda: se la democrazia vuole Hitler, perché toglierlo? Cioè, non è che lo si toglie, semplicemente, gli si cambia nome…
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Immagine dell’Oshana Regional Country
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L’enigma dell’italofonia delle bici giapponesi
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Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Arte
Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate
Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».
Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.
Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.
«Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».
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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.
«Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.
Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.
Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.
Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.
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Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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