Politica
I conservatori britannici, ad un passo dall’estinzione, vogliono richiamare come leader di partito Boris Johnson

Il Partito Conservatore britannico è sceso al quarto posto tra i principali partiti del Paese. La drammatica caduta nei consensi sta alimentando le richieste di un ritorno dell’ex primo ministro Boris Johnson in politica come leader dei Tory.
Un sondaggio YouGov del 20 maggio ha posizionato i Tory al quarto posto, mentre il Reform UK Party di Nigel Farage è in cima alla lista con il 29% degli intervistati pronti a votarlo, seguito dal Partito Laburista al governo (22%) e dai Liberal Democratici (17%).
Il tabloid britannico The Sun riporta che sarebbe imminente la defenestrazione dell’attuale leader del Partito Tory, la nera Kemi Badenoch, i vecchi amici di Boris Johnson stanno cospirando per riportare in patria l’ex primo ministro. «Alcuni dei vecchi amici di Boris Johnson sono tornati a scambiarsi messaggi e sono in trattative per farlo tornare», ha dichiarato una fonte al Sun.
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Ciò avviene dopo dopo che un voto segreto dei Tory ha mostrato che l’unico leader che avrebbe sconfitto Farage alle elezioni era Johnson.
Johnson è stato leader del partito dal 2019 al 2022 e la sua eredità sono state le feste di fine mandato durante il lockdown per il COVID-19 e, nel 2022, il sabotaggio del proposto accordo di pace tra Russia e Ucraina, che avrebbe posto fine al conflitto militare entro pochi giorni dal suo inizio.
Il Johnsone si era «ritirato dalla politica» dopo essere stato estromesso dalla carica di primo ministro e si è concentrato sulla gravidanza con la sua seconda moglie. Sono già al quarto figlio dal loro matrimonio nel 2021.
Il Sun riporta che, nonostante i timori del Partito Conservatore che il partito sia «sull’orlo dell’estinzione», trovano speranza in un sondaggio di More in Common che ha rilevato che i Tory guidati da Johnson sarebbero in testa alle urne con il 26%, seguiti dai Riformisti al 23% e dai Laburisti al 22%. Tuttavia, se Boris Johnson sarà davvero la Grande Speranza Bianca dei Tory è una questione aperta scrive EIRN.
La realtà è il crollo del sistema partitico britannico, dove nessuno dei partiti tradizionali è riuscito nemmeno ad avvicinarsi al 50% nei sondaggi e dove cresce l’opposizione alla guerra e alle politiche economiche neoliberiste che dominano la politica.
Johnson è stato accusato di aver fatto fallire la pace tra Russia e Ucraina raggiunta con un accordo a Istanbul già nelle prime settimane del conflitto scoppiato nel 2022. Lui respinge le accuse, ma la fornitura di armi agli ucraini è assurta a livelli altissimi. Un anno fa si è fatto fotografare con uno stendardo del Battaglione Azov, simbolo runico ancora visibile, assieme ad alcuni combattenti.
Come riportato da Renovatio 21, Johnson avrebbe tentato due anni fa di convincere Trump a sostenere Kiev. Un discorso identico fu fatto agli italiani che andavano alle elezioni, cui il premier uscente britannico disse, in sostanza, cambiate pure il governo, ma non la politica di sostegno all’Ucraina.
Durante il lockdown (che fu inflitto in forma molto intensa ai cittadini britannici) emersero articoli su festini, con tracce di cocaina, del suo governo. Johnson dapprima aveva rifiutato i lockdown, dopo, persuaso da scenari apocalittici elaborati da enti come l’Imperial College e da un’intubazione in ospedale dopo aver lui stesso contratto il COVID, è stato visto ospitare il miliardario vaccinale mondialista Bill Gates.
Il recente libro di memorie di Johnson ha fatto rivelazioni interessanti, come il progetto di invadere l’Olanda con un commando militare per sequestrare i preziosi vaccini AstraZeneca, la microspia trovata nel suo water dopo una visita di Netanyahu nonché l’ammissione che il COVID è «interamente artificiale» e fuggito dal laboratorio di Wuhano.
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Immagine di Think London via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Politica
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Politica
Nuove mozioni di sfiducia per la Von der Leyen

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dovrà affrontare due ulteriori mozioni di sfiducia distinte al Parlamento europeo all’inizio di ottobre. Lo riporta Politico martedì, citando un’e-mail interna della presidente del Parlamento, Roberta Metsola.
Le mozioni saranno discusse durante la sessione plenaria dal 6 al 9 ottobre e provengono da due gruppi opposti: i Patrioti per l’Europa (destra) e gruppo della Sinistra del Parlamento europeo.
I Patrioti per l’Europa hanno criticato von der Leyen per scarsa trasparenza e responsabilità, in particolare sugli accordi commerciali dell’UE con gli Stati Uniti e il Mercosur, dichiarando che l’UE è «più debole che mai» a causa delle sue carenze nel gestire le sfide più pressanti.
La Sinistra, invece, ha puntato il dito contro la gestione dell’UE del conflitto Israele-Hamas a Gaza, accusando la Commissione di inerzia e di non aver chiesto conto a Israele delle sue azioni.
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Entrambe le mozioni sono state presentate il 10 settembre, il primo giorno utile dopo un precedente voto di sfiducia a luglio, legato allo scandalo Pfizergate. Quel voto, promosso dall’eurodeputato rumeno di destra Gheorghe Piperea, riguardava la sparizione di messaggi tra von der Leyen e il CEO di Pfizer durante i negoziati per un grande acquisto di vaccini COVID-19, con il caso, finito in tribunale, degli SMS con Albert Bourla «spariti» nel nulla.
La Von der Leyen, ex medico e controverso ex ministro della Difesa tedesco (nonché moglie di uno specialista in mRNA), ha respinto le accuse come «bugie» e bollato i critici come complottisti, agenti di Putin (poi definito «predatore») e no-vax.
La mozione di sfiducia estiva è fallita con 175 voti a favore e 360 contrari, ben lontano dai due terzi necessari su 720 deputati. Il presidente ungherese Vittorio Orban aveva manifestato il suo desiderio di vedere la defenestrazione dell’Ursula.
Le mozioni di sfiducia sono rare al Parlamento europeo: prima di luglio, l’ultima era stata presentata nel 2014 contro Jean-Claude Juncker, il presidente della commissione noto per la sua «sciatica» che alcuni tuttavia pensavano essere altro.
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Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Politica
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