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Vaccini

Fra vaccinazioni obbligatorie e intimidazioni: il PNPV 2017-2019

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La campagna mediatica statuita per far calare un’ombra di terrore e di livore discriminatorio contro quei genitori che hanno scelto, anche con tutte le dovute giustificazioni culturali, di non vaccinare i propri figli contro il morbillo, sembra non avere fine. Se ne è parlato già per due volte consecutive nei precedenti articoli [qui e qui], eppure sembra che questo focoso dibattito non abbia un termine, cosicché, per ravvivarlo senza rischiare di farlo spegnere, si vanno a tirar fuori tutte le più assurde illazioni in materia di scienza e di statistica.

 

Uno degli ultimi impegni concreti a questo proposito lo si è notato nella trasmissione “Nemo“, trasmessa su Rai 2 il 30 Marzo scorso e dove tra un mescolamento di “Nemici di Papa Francesco” e deliri ateistici-liberal surreali di Vittorio Sgarbi, si è parlato anche di vaccini. Il taglio dato al servizio faceva ben comprendere da quale parte lo stesso volesse piegare, nonostante si sia dato spazio anche a qualche genitore contrario alle vaccinazioni di massa, e nonostante si sia cercato di dire che se i “contrari” iniziano a salire di numero forse un motivo ci sarà: se ne deve prendere atto, diceva per l’appunto la conduttrice Valentina Petrini.

 

E infatti dall’alto della Sanità se ne sono accorti. Tant’è che sono già pronte tutte le direttive di dialogo per convincere la popolazione che i vaccini sono buoni, non hanno controindicazioni ma, soprattutto, vanno fatti assolutamente perché le malattie contro le quali dovrebbero agire aspettano tutte al varco, pronte a colpire chiunque non si sia sottoposto a vaccino-profilassi, specie fra i bambini.
Come sono queste direttive di dialogo, vi chiederete. Fondate su studi? No. Fatte in modo democratico? Men che meno. Costituzionalmente ineccepibili? Non se ne parla!Invece che dimostrare, parlare e capire queste rimostranze da parte di tantissimi genitori, il Ministero della Salute, dall’alto dei falsi principi democratici (i quali meno male, a volte, si rivelano: facendo conseguire e comprendere la vera essenza ingannevole della democrazia) ha varato il famoso “Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019” [da ora PNPV], nel quale sono enunciate tantissime “nuove” vaccinazioni fin dalla primissima fascia di età del bambino.

 

La risposta alle perplessità è stata di fatto un’aggiunta immediata dell’oggetto che genera il problema, ergo i vaccini. Ma la cosa sconvolgente riguarda il modo in cui è stato voluto questo Piano Nazionale, contorniato da un’aura di infallibilità e di intimidazione parimenti vergognosa.
Sono infatti stati introdotti e diffusi elementi di confusione degni di una certa intellighenziamediatica, sempre in linea con ciò che è il volere di “Stato”, e vediamo perché.

 

Per prima cosa è doveroso far notare che il PNPV 2017-2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 2017, rappresenta solamente un’offerta vaccinale destinata ai cittadini, ma non vale assolutamente come Legge di Stato a sancire un obbligo vaccinale per tutti i vaccini inseriti; seconda cosa, il Piano pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 2017  è valso come versione discussa, ma non approvata all’unanimità nella Conferenza Stato-Regioni del 19 gennaio 2017: il testo è stato pubblicato infatti sulla Gazzetta Ufficiale nonostante non si sia raggiunto alcun accordo netto e chiaro fra Stato e Regioni [2]. Le regioni hanno infatti diverse visioni su questa tematica così delicata, che vanno da quelle ferree – per non dire anticostituzionali – di Emilia-Romagna e Toscana, a quelle come la Liguria, il Veneto e l’Umbria dove non si ravvisa alcuna necessità di introdurre obblighi. Fino ad arrivare a Regioni come la Lombardia dove si evidenzia addirittura uno scontro politico tra i vertici della Regione. In ultimo si potrebbe pure menzionare la Calabria, dove è stata emanata una Legge Regionale a ribadire l’obbligatorietà dei soli quattro vaccini obbligatori per Legge nazionale [difterite – tetano – poliomielite – epatite B]. Insomma un potpourri di approcci che a tutto può far pensare fuorché ad un accordo comune e senza scontri. Eppure la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato, senza se e senza ma – almeno apparenti.

 

Il PNPV 2017-2019 rappresenta di fatto un’operazione di marketing vaccinale dove sono definite strategie in grado di raggiungere obiettivi ben precisi sullo scibile umano.
Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) non ha tenuto nascosto di voler impugnare il Piano Nazionale al Tar del Lazio per richiedere la sospensione urgente del provvedimento [3], questo perché trattasi di un piano vaccinale pattuito fra soggetti – pubblici e privati che sono – i quali collaborano costantemente con le case farmaceutiche, non potendo così fungere da garanzia per i cittadini, come ha spiegato l’associazione dei consumatori.
(Prospetto dell’offerta vaccinale inserita nel PNPV 2017-2019 a fronte delle sole vaccinazioni obbligatorie per Legge)
(Prospetto dell’offerta vaccinale inserita nel PNPV 2017-2019 a fronte delle sole vaccinazioni obbligatorie per Legge)

 

Diverse sono pure le incongruenze riscontrabili in questo piano marketing, prima di tutto perché, come già detto, ci si scorda sempre di dire che i vaccini obbligatori per Legge rimangono quattro. Quattro e non plus ultra.
E sono:
vaccinazione contro la difterite – resa obbligatoria con la Legge 6/6/1939 n. 891, cui hanno fatto seguito le Norme per l’attuazione [vaccinazione questa già compresa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro il tetano – resa obbligatoria con la Legge 5/3/1963 n. 292, seguita dal Regolamento di esecuzione del 7/9/1965. La Legge è stata successivamente modificata più volte: 20/3/1968 n. 419; DM 22/3/1975 e DM 16/9/1975. Le ultime modifiche sono state apportate col DM 7/4/1999, con la Circolare Ministeriale 7/4/1999 n. 5 e con il DPR 7 novembre 2001 n. 464 [anche questa compresa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro la poliomielite – resa obbligatoria con la Legge 4/2/1966 n. 51; successivamente fu emanato il DM 25/5/1967, relativo alla quantità e al tipo di vaccino da impiegare in quel momento [vaccino OPV Sabin]. Con il DM del 18 giugno 2002 si passò alla schedula con 4 dosi di vaccino IPV [vaccinazione compresa anch’essa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro l’epatite virale B – resa obbligatoria con la Legge 27/5/1991 n.165, seguita dal Protocollo emanato col DM 3/10/1991 [vaccinazione tranquillamente compresa nel PNPV 2017-2019].

 

Al netto di queste facili illustrazioni, emerge il problema esiziale di tutta la questione vaccini, e cioè che nell’attuale stato di cose non vi è alcuna possibilità per i genitori di sottrarsi al vaccino esavalente nel caso in cui volessero osservare l’obbligo di vaccinazione per tutte quelle obbligatorie. Le inascoltate e numerose segnalazioni da parte dei genitori di bambini i quali hanno appena compiuto i tre mesi sono tante, e viene lamentato di essere costretti a praticare ai propri figli un vaccino esavalente pur avendo deciso di sottoporre i piccoli alle sole quattro vaccinazioni obbligatorie per Legge, poiché non sono disponibili presso le ASL di riferimento i singoli quattro vaccini dei previsti dallo Stato. Non si tratta già di una sbalordente assurdità? Presso le ASL e i centri di vaccinazione pediatrica sono somministrati a tavoletta solo due vaccini: ovviamente esavalenti.
Il più utilizzato è nominato Infanrix Hexa, prodotto e commercializzato dalla GlaxoSmithKline, il quale contiene le quattro vaccinazioni obbligatorie e due facoltative, ossiaantipertossico e anti haemophilus influenzae tipo b;
È disponibile anche il nuovo vaccino esavalente nominato Hexyon, prodotto e commercializzato dalla Sanofi, contenente le stesse sei vaccinazioni sopraelencate, due delle quali, come già detto, “facoltative”; eppure già presenti in questa massiccia dose. Ambedue sono reperibili nel “Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

 

Va da sé che vi è un’evidente impossibilità di vedersi somministrare unicamente e singolarmente i quattro vaccini obbligatori per Legge, fatto poi nostro un motivo ben preciso: manca in commercio uno dei quattro vaccini obbligatori, ossia il vaccino singolo antidifterico. Il perché, per ora, lo lasciamo in sospeso.
Così come lasciamo in sospeso l’accanimento di alcune Regioni che, in accordo con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, consce del fatto di non essere riuscite a cambiare una legge che prevede solo quattro vaccinazioni obbligatorie, nonostante i tentativi mediatici di far apparire il PNPV come qualcosa che sancirà ulteriori obbligatorietà, hanno già proposto e infine stabilito un altro genere di ricatto: tirannico, infondato e a scapito dei bambini.
Cristiano Lugli
Articolo originariamente apparso qui.

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Reazioni avverse

La FDA rileva che i vaccini anti-COVID mRNA possono causare convulsioni nei bambini piccoli

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Secondo uno studio pubblicato mercoledì su JAMA Network Open, i ricercatori della FDA hanno rilevato un segnale di sicurezza per le convulsioni nei bambini di età compresa tra 2 e 4 anni dopo la vaccinazione mRNA contro il COVID-19. Uno studio preprint pubblicato il mese scorso ha trovato risultati simili.

 

Secondo uno studio pubblicato mercoledì su JAMA Network Open, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha rilevato un segnale di sicurezza per le convulsioni nei bambini piccoli dopo la vaccinazione mRNA contro il COVID-19.

 

I ricercatori che hanno analizzato i dati di monitoraggio quasi in tempo reale sui bambini vaccinati hanno identificato questo nuovo segnale di sicurezza nei bambini di età compresa tra 2 e 4 anni che hanno ricevuto il vaccino originale Pfizer (BNT162b2) e nei bambini di età compresa tra 2 e 5 anni che hanno ricevuto il vaccino originale Moderna (mRNA-1273).

 

I ricercatori hanno anche identificato un segnale di sicurezza per miocardite o pericardite a seguito del vaccino Pfizer negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni. Quel segnale era stato precedentemente identificato.

 

Uno studio preprint pubblicato il mese scorso, finanziato anche dalla FDA, ha rilevato che i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni che hanno ricevuto il vaccino mRNA contro il COVID-19 avevano 2,5 volte più probabilità di avere una convulsione febbrile entro un giorno dalla vaccinazione rispetto a quella di averne una tra otto e 63 giorni dopo la vaccinazione.

 

Gli autori del preprint, che hanno analizzato gli stessi dati degli autori del nuovo studio JAMA, hanno riscontrato anche un rischio più elevato di convulsioni febbrili tra i bambini di età compresa tra 2 e 4 anni il primo giorno successivo al vaccino Pfizer rispetto agli 8-63 giorni successivi. vaccinazione. Tuttavia, tale aumento del rischio non era statisticamente significativo, hanno riferito i ricercatori.

 

Nel frattempo, un rapporto finanziato dal governo pubblicato all’inizio di questo mese ha confermato un nesso causale tra i vaccini mRNA COVID-19 e la miocardite, ma ha respinto un nesso causale tra i vaccini e una serie di altri effetti avversi. Il comitato ha esaminato gli studi sugli eventi avversi relativi ai vaccini COVID-19 nei bambini sotto i 18 anni, ma ha affermato di non aver trovato prove sufficienti per trarre conclusioni specifiche per i bambini.

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La maggior parte delle crisi si è verificata entro tre giorni dalla vaccinazione

Gli autori del nuovo studio JAMA hanno analizzato i dati di oltre 4 milioni di bambini provenienti da tre database di indicazioni sulla salute gestiti da Optum, Carelon Research e CVS Health, integrati con informazioni sulle vaccinazioni provenienti dai sistemi statali e locali.

 

I database delle indicazioni sulla salute fanno parte del Biologics Effectiveness and Safety System della FDA , un sistema di monitoraggio della sicurezza dei farmaci progettato per monitorare l’emergere di segnali di sicurezza dopo la vaccinazione.

 

Un segnale di sicurezza è un segnale che un evento avverso può essere causato dalla vaccinazione, ma sono necessarie ulteriori ricerche per verificare un collegamento.

 

I ricercatori hanno esaminato 21 risultati sanitari prespecificati dopo la vaccinazione prima dell’inizio del 2023 tra i bambini di età compresa tra 6 mesi e 17 anni. Hanno selezionato gli esiti – come la sindrome di Guillain-Barré, l’encefalite, le convulsioni, la miocardite e la pericardite – sulla base di eventi gravi che hanno seguito altri vaccini o che potrebbero essere correlati alle nuove piattaforme di mRNA o agli adiuvanti.

 

Per le 15 condizioni che disponevano di dati storici sufficienti, i ricercatori hanno confrontato i tassi di ciascun risultato successivo alla vaccinazione con i tassi storici annuali precedenti alla disponibilità del vaccino nel 2019, 2020 o entrambi.

 

Nel complesso, i ricercatori hanno identificato 72 casi di convulsioni tra bambini di età compresa tra 2-4 o 5 anni. La maggior parte si è verificata entro tre giorni dall’iniezione e la maggior parte delle convulsioni erano febbrili. Hanno trovato lo stesso segnale in tutti e tre i database analizzati.

 

Hanno anche trovato il segnale di miocardite e pericardite nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni in tutti e tre i database. Poiché quel segnale è già noto, non lo hanno indagato ulteriormente.

 

I ricercatori hanno notato che il segnale statistico per le convulsioni nei bambini non era stato precedentemente riportato negli studi di sorveglianza attiva dei vaccini, ma hanno affermato che ci sono rapporti nel database Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), che è un sistema di segnalazione passiva.

 

Nello studio VAERS, sono state identificate otto crisi dopo circa 1 milione di vaccinazioni con mRNA fino ad agosto 2022 in bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni. Sei di questi erano apiretici, il che significa che non erano causati dalla febbre.

 

Negli studi clinici condotti dalla Pfizer sui bambini piccoli si sono verificati anche cinque casi di convulsioni. La società ha riferito che solo uno di questi è stato considerato «possibilmente correlato al vaccino».

 

I punti di forza dello studio JAMA includono la popolazione ampia e geograficamente diversificata coperta dai database, hanno affermato gli autori dello studio. Le limitazioni includevano la mancanza di controllo per le variabili confondenti.

 

Lo studio ha incluso solo dati sul monitoraggio della sicurezza dei vaccini monovalenti COVID-19. Non ha valutato i booster bivalenti.

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La FDA sostiene che i benefici superano i rischi

Le conclusioni dei ricercatori hanno minimizzato il significato del segnale.

 

«Il nuovo segnale statistico relativo alle crisi epilettiche osservato nel nostro studio dovrebbe essere interpretato con cautela e ulteriormente indagato in uno studio epidemiologico più approfondito», hanno scritto.

 

Le convulsioni febbrili nei bambini piccoli, hanno detto, potrebbero non essere correlate alla vaccinazione. Hanno anche affermato che il segnale è cambiato o è scomparso quando hanno utilizzato dati di anni diversi per il confronto di fondo.

 

«La FDA conclude che i benefici noti e potenziali della vaccinazione contro il COVID-19 superano i rischi noti e potenziali dell’infezione da COVID-19», hanno aggiunto.

 

L’autrice corrispondente Patricia C. Lloyd, Ph.D., della FDA, non ha risposto alla richiesta di commento di The Defender.

 

Anche i principali siti web di notizie sulla salute come MedPage Today hanno minimizzato il significato del segnale.

 

MedPage ha citato il dottor Michael Smith, capo della divisione di malattie infettive pediatriche presso la Duke University School of Medicine di Durham, nella Carolina del Nord, che ha affermato di trovare rassicuranti i risultati complessivi dell’analisi.

 

«Sì, [gli autori dello studio] hanno riscontrato miocardite e pericardite, cosa nota. Hanno riscontrato un potenziale aumento dei sequestri dopo questi vaccini che è in fase di ulteriore analisi», ha affermato Smith. «Ma per tutti gli altri risultati [di sicurezza] esaminati, non c’era alcuna associazione. Ciò indica la sicurezza generale del vaccino[i]».

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La FDA sostiene che i benefici superano i rischi

Le conclusioni dei ricercatori hanno minimizzato il significato del segnale.

 

«Il nuovo segnale statistico relativo alle crisi epilettiche osservato nel nostro studio dovrebbe essere interpretato con cautela e ulteriormente indagato in uno studio epidemiologico più approfondito», hanno scritto.

 

Le convulsioni febbrili nei bambini piccoli, hanno detto, potrebbero non essere correlate alla vaccinazione. Hanno anche affermato che il segnale è cambiato o è scomparso quando hanno utilizzato dati di anni diversi per il confronto di fondo.

 

«La FDA conclude che i benefici noti e potenziali della vaccinazione contro il COVID-19 superano i rischi noti e potenziali dell’infezione da COVID-19», hanno aggiunto.

 

L’autrice corrispondente Patricia C. Lloyd, Ph.D., della FDA, non ha risposto alla richiesta di commento di The Defender.

 

Anche i principali siti web di notizie sulla salute come MedPage Today hanno minimizzato il significato del segnale.

 

MedPage ha citato il dottor Michael Smith, capo della divisione di malattie infettive pediatriche presso la Duke University School of Medicine di Durham, nella Carolina del Nord, che ha affermato di trovare rassicuranti i risultati complessivi dell’analisi.

 

«Sì, [gli autori dello studio] hanno riscontrato miocardite e pericardite, cosa nota. Hanno riscontrato un potenziale aumento dei sequestri dopo questi vaccini che è in fase di ulteriore analisi», ha affermato Smith. «Ma per tutti gli altri risultati [di sicurezza] esaminati, non c’era alcuna associazione. Ciò indica la sicurezza generale del vaccino[i]».

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 25 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Cina

In disgrazia l’uomo del vaccino cinese anti-COVID: espulso dall’Assemblea del popolo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il provvedimento contro Yang Xiamong, il presidente della China National Biotec Group, ha scatenato i commenti dei netizen cinesi su Weibo. Secondo i media ufficiali è accusato di «gravi violazioni della disciplina e della legge». Dall’estate scorsa il settore farmaceutico è uno dei più coinvolti dalla campagna anti-corruzione, con centinaia di funzionari sotto inchiesta.   Il presidente della China National Biotec Group, il gruppo di ricerca che ha scoperto e prodotto il vaccino anti-COVID della Sinopharm utilizzato in Cina, è stato estromesso dall’Assemblea nazionale del popolo, il più importante organo politico della Repubblica popolare che conta 3000 personalità. L’espulsione di Yang Xiaoming, 62 anni, è stata annunciata dai media statali nel fine settimana e motivata con «gravi violazioni della disciplina e della legge», l’espressione utilizzata solitamente per le persone indagate per corruzione in Cina.   Yang era stato il responsabile del team Sinopharm che ha sviluppato il vaccino BBIBP-CorV, il primo approvato e utilizzato massicciamente nel 2021 nella Repubblica popolare cinese per la campagna vaccinale contro il COVID . Con un’efficacia stimata dall’Organizzazione mondiale della sanità al 79% contro l’ospedalizzazione, fu poi diffuso in milioni di dosi anche in altri Paesi del mondo (…)

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Oltre a sviluppare il vaccino anti-COVID di Sinopharm, Yang era anche a capo del progetto cinese sui vaccini nell’ambito del programma 863, che mira a rendere Pechino più indipendente sviluppando tecnologie avanzate interne.   La notizia dell’epurazione di Yang è diventata virale sul social network cinese Weibo, con circa 180 milioni di visualizzazioni che, per diverse ore, l’hanno reso l’argomento più caldo della giornata di ieri. Per molti utenti è stata l’occasione per tornare a parlare della gestione della pandemia, anche se finora non ci sono notizie ufficiali di un legame tra le accuse contro di lui e il vaccino anti-COVID.   In realtà è tutto il settore sanitario cinese a essere da mesi tra i più toccati dalla campagna anticorruzione voluta da Xi Jinping. Vi sono state indagini contro centinaia di rettori e segretari di ospedali, con accuse pesanti di corruzione tra fornitori di farmaci e strutture sanitarie. Un terremoto che – ad agosto – aveva portato anche a un crollo in Borsa dei valori delle azioni del settore farmaceutico, arrivando addirittura a bruciare in un solo giorno un valore di mercato stimato in 27 miliardi di dollari.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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Cancro

115.000 morti in eccesso in Giappone in seguito al terzo vaccino COVID: studio

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Un nuovo studio sui danni derivanti dal vaccino COVID è stato pubblicato l’8 aprile sulla rivista americana di scienze mediche peer-reviewed Cureus. Si tratta dello studio più ampio fino ad oggi sugli effetti avversi del vaccino COVID. «I risultati sono scioccanti, per usare un eufemismo», scrive Epoch Times che offre un approfondimento della ricerca già discussa la settimana passata.

 

Nello studio, intitolato «Aumento della mortalità per cancro adattata all’età dopo la terza dose di vaccino con nanoparticelle mRNA-lipidiche durante la pandemia di COVID-19 in Giappone», cinque scienziati giapponesi hanno utilizzato un intero set di dati sui 123 milioni di abitanti del paese (il Giappone ha il tasso di vaccinazione più alto tasso nel mondo) per studiare l’eccesso di mortalità per cancro in coincidenza con la vaccinazione di massa contro il COVID.

 

Gli autori della ricerca forniscono anche una valida spiegazione del motivo per cui queste morti si sono verificate dopo l’iniezione mRNA.

 

Lo studio mostra che ci sono stati 1.568.961 decessi totali in Giappone nel 2022. Sulla base di previsioni statistiche che utilizzano informazioni pre-pandemiche erano attesi circa 1.453.162 decessi, il che significa che ci sono stati 115.799 decessi in eccesso nel 2022.

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Il «numero di decessi in eccesso adeguato all’età» di 115.799 nel 2022 si è verificato dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza dose di vaccino COVID.

 

Sulla base dei dati del Ministero della Salute giapponese, l’estensore dell’articolo di Epoch Times Joe Wang, ex ricercatore, ha calcolato che nel 2022 sono stati segnalati 39.060 decessi per COVID. Pertanto, la maggior parte delle morti in eccesso in Giappone nel 2022 non sono state causate dall’infezione da COVID, ma piuttosto sono fortemente associate alla vaccinazione.

 

Lo studio mostra che nel 2020, dopo che il Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Giappone ma prima che la vaccinazione fosse disponibile, il numero di decessi aggiustato per età è stato di 28.000 in meno rispetto a quanto previsto. E nel 2021, mentre il virus continuava e la vaccinazione contro il COVID-19 era limitata (è iniziata a febbraio), ci sono stati 25.000 decessi in più rispetto a quanto previsto.

 

Sulla base del numero di decessi in eccesso nel 2022, gli scienziati giapponesi hanno concluso: «Aumenti statisticamente significativi dei tassi di mortalità aggiustati per età di tutti i tumori e di alcuni tipi specifici di cancro, vale a dire cancro ovarico, leucemia, prostata, cancro del labbro/orale/faringeo, cancro al pancreas e al seno sono stati osservati nel 2022 dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza o la successiva dose di vaccino SARS-CoV-2 mRNA-LNP».

 

«Questi aumenti particolarmente marcati dei tassi di mortalità di questi tumori sensibili all’ERα possono essere attribuibili a diversi meccanismi della vaccinazione mRNA-LNP piuttosto che all’infezione da COVID-19 stessa o alla riduzione delle cure contro il cancro a causa del blocco», hanno scritto gli autori.

 

«In parole povere, questo studio ha rivelato che il vaccino COVID tramite mRNA è probabilmente la causa dei decessi aggiuntivi avvenuti in Giappone» conclude lo Wang Su ET.

 

Lo studio ha presentato i numeri relativi ai decessi per tutte le cause, ma ha anche esaminato i dettagli dei decessi causati dal cancro. Ha scoperto che dei 20 tipi di cancro, sei di loro – ovarico, leucemia, prostata, labbro/orale/faringeo, pancreas e seno – hanno avuto un eccesso di mortalità statisticamente significativo nel 2021 e sono aumentati ulteriormente nel 2022.

 

Il significativo aumento della mortalità per i sei specifici tipi di cancro non può essere attribuito a una carenza di servizi sanitari durante la pandemia. La riduzione dello screening e dell’assistenza sanitaria per il cancro dovuta ai lockdown dovrebbe aumentare i decessi per tutti i tumori. Tuttavia, un tale aumento non è stato osservato in altri tipi di cancro in Giappone nel 2022.

 

I tipi di tumore citati sono tutti conosciuti come tumori sensibili al recettore degli estrogeni alfa (ERα). Gli scienziati hanno spiegato perché questi tumori non solo si sono verificati dopo la vaccinazione, ma hanno anche ucciso le persone in un breve periodo di tempo dopo aver ricevuto l’iniezione.

 

Gli ER (recettori degli estrogeni) sono un gruppo di proteine ​​presenti all’interno delle cellule. Sono recettori che possono essere attivati ​​dagli ormoni sessuali estrogeni. ERα è una delle due classi di ER, un importante regolatore del sistema riproduttivo del corpo.

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Una ricerca pubblicata sulla rivista peer-reviewed Science Advances nel novembre 2022 ha esaminato 9.000 proteine ​​umane per vedere quale proteina si lega meglio con la proteina spike (S) di SARS-CoV-2 e ha scoperto che la proteina S si lega specificamente a ERα. Il legame «sovraregola l’attività trascrizionale ERα».

 

«In altre parole, la proteina S del SARS-CoV-2 (da infezione o vaccinazione), quando introdotta nel corpo umano, si lega a ERα e funziona come coregolatore del recettore nucleare, interferendo con la normale funzione della cellula e portando al malfunzionamento del sistema cellule e organi» scrive lo Wang. «Ciò potrebbe spiegare perché la morte causata dai sei tipi di tumori sensibili all’ERα è aumentata nel 2022 in Giappone dopo che due terzi della popolazione hanno ricevuto la terza dose del vaccino mRNA».

 

«Il vaccino trasporta il gene S della SARS-CoV-2, dirottando le cellule ospiti per produrre proteine ​​S» continua la spiegazione di Epoch Times. «Le proteine ​​S si producono all’interno della cellula, quindi si legano all’ERα, interrompendo la normale funzione della cellula e portando allo sviluppo del cancro».

 

«È stato dimostrato che il vaccino mRNA non solo ha il potenziale per provocare il cancro, ma può anche indebolire la capacità del sistema immunitario di riconoscere e reprimere i tumori cancerosi» scrive il giornale americano, per poi riferire di una ricerca dell’ottobre 2023. «In uno studio pubblicato lo scorso ottobre, Konstantin Fohse e colleghi hanno riferito che la vaccinazione con BNT162b2 modulava le risposte immunitarie innate, con conseguente indebolimento dell’immunosorveglianza del cancro».

 

«Lo studio giapponese è stato scritto prima dell’ottobre 2023 utilizzando informazioni del 2022 e precedenti. Poiché la vaccinazione contro il COVID continua in molti paesi, è spaventoso pensare quante persone potrebbero morire o sviluppare il cancro se la tendenza del 2022 dovesse continuare».

 

Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei cosiddetti «turbocancri» sta creando vaste domande nei medici che osano ancora porsene, mentre è ignorato completamente dai rapporto istituzionali come quelli dell’OMS sull’aumento dell’incidenza dei tumori anche nei giovani.

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