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Economia

Apocalisse e decrescita: a lavoro solo con il Green Pass. Confindustria discute la distruzione dell’articolo 1 della Costituzione Italiana?

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Secondo lo scoop del quotidiano romano Il Tempo, una lettera circolante nelle alte sfere di Confindustria – la maggiore organizzazione che rappresenterebbe le grandi aziende italiani – starebbe discutendo il green pass come condizione necessaria per accedere alle aziende in cui si lavora. Se il dipendente non volesse sottomettersi, si dovrebbe pensarlo o a relegarlo ad altre mansioni o – come già nel caso dei sanitari – lasciarlo a casa senza stipendio.

 

«Nonostante la campagna vaccinale abbia registrato finora un buon andamento, numerose imprese associate hanno segnalato la presenza di percentuali consistenti di lavoratori che scelgono liberamente di non sottoporsi alla vaccinazione, esponendo di fatto ad un maggior rischio di contrarre il virus se stessi e la pluralità di soggetti a cui direttamente o indirettamente entrano in contatto condividendo in maniera continuativa gli ambienti di lavoro».

 

La contorsione è encomiabile: pare addirittura che ai lavoratori non vaccinati si voglia levare il lavoro (e i mezzi di sussistenza: a loro e alle centinaia di migliaia di famiglie che sostengono) per il loro bene. Del resto, i geni confindustriali stanno alla larga dalla logica per cui ad essere in pericolo non può essere la «pluralità di soggetti» vaccinati che entra in contatto con l’operaio no-vax

La contorsione è encomiabile: pare addirittura che ai lavoratori non vaccinati si voglia levare il lavoro (e i mezzi di sussistenza: a loro e alle centinaia di migliaia di famiglie che sostengono) per il loro bene. Del resto, i geni confindustriali stanno alla larga dalla logica per cui ad essere in pericolo non può essere la «pluralità di soggetti» vaccinati che entra in contatto con l’operaio no-vax. Perché, se i vaccinati sono a rischio, cosa si sono vaccinati a fare?

 

Sorvoliamo pure sull’idea, oramai corroborata anche in dichiarazione TV di vari «esperti» ultravaccinisti, per cui a creare le varianti non sarebbero i non-vaccinati, ma proprio i vaccinati: non possiamo chiedere alla compagine dei sedicenti padroni del vapore, per tanti anni ossequiosi di agenti della Necrocultura come alcuni membri della famiglia Agnelli, troppi sforzi di intelligenza.

 

La lettera prosegue:

 

«Al fine di tutelare tutti i lavoratori e lo svolgimento dei processi produttivi, nel pieno rispetto delle libertà individuali, Confindustria ha proposto l’estensione dell’utilizzo delle certificazioni verdi (green pass) per accedere ai contesti aziendali, avviando interlocuzioni con il governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso».

 

Capito? Per tutelare i lavoratori (che interessano i padroni delle mega-aziende sempre moltissimo) e i «processi produttivi» (che interessano ancora di più), è la stessa associazione industriale a muovere sul governo per poterli lasciare a casa. Viene da pensare al malizioso: non è che sia quello il fine recondito? Avere la giustificazione, in un quadro di economia in contrazione spaventosa, di licenziare masse intere di lavoratori nel silenzio di politica e sindacati? Sono pensieri maliziosi da cui ci dissociamo: sono gli stessi che fanno quei complottisti che credono che ciò che sta accadendo serva ad un piano di riduzione della popolazione terrestre, di eliminazione nemmeno più graduale delle masse umane parassite del pianeta, come era suggerito in un video emanato dal fondatore di un partito al governo.

 

Dall’espansione si passa al decremento – la decrescita di cui si riempiono la bocca le varie sfumature di ecofascismo ora al potere in Italia e in tutti gli ambiti transnazionali. Le grandi aziende, che dovrebbero avere come imperativo per sé e per i propri stakeholder (e i propri lavoratori…) la crescita economica, si stanno solo adeguando

Dall’espansione si passa al decremento – la decrescita di cui si riempiono la bocca le varie sfumature di ecofascismo ora al potere in Italia e in tutti gli ambiti transnazionali. Le grandi aziende, che dovrebbero avere come imperativo per sé e per i propri stakeholder (e i propri lavoratori…) la crescita economica, si stanno solo adeguando. Della mutazione in corso Renovatio 21 ha pubblicato alcuni articoli del professore della New York University Michael Rectenwald: il capitalismo sta mutando profondamente, al punto che (molto controintuitivamente) pare non sia più nemmeno il profitto a muovere le scelte economiche delle grandi aziende.

 

Il compianto Gianni Collu lo aveva capito più di 40 anni fa. Studioso marxista, si era resto conto che mentre le lotte operaie sognavano ancora una rivoluzione di fabbriche che fabbricano e proletari e fanno prole, i padroni del vapore – ad esempio il Club di Roma, dove i grandi industriali come gli Agnelli e i Rockefeller si accompagnavano a reali e potenti di ogni parte del globo – non volevano fabbricare più nulla, anzi: volevano deindustrializzare l’economia, e, più importante, de-umanizzare il pianeta. Concetti di fallacia assoluta come quello di «Bomba demografica» (inventato dall’entomologo Paul Ehrlich, le cui previsioni sono state sbugiardate tutte; era dimenticato, lo ha ripescato il Vaticano di Francesco invitandolo ai suoi lavori di econazismo anticristico) o di «Limiti della crescita» (titolo dello MIT che Peccei finanziò al MIT di Boston) nacquero lì, e da lì il loro traino su giornali, riviste, TV, film, università… sino a Casaleggio (che elogia il Club di Roma nei suoi libri) e Greta Thunberg.

 

Il titolo del libro, ora introvabile (e, ad occhio, de-amazonizzato), era Apocalisse e rivoluzione. Dall’idea della rivoluzione, diceva il marxista Collu, siamo passati all’idea di apocalisse. Dall’espansione alla contrazione: il cambio di paradigma è totale, e il suo costo è misurabile in vite umane perdute, impedite, spente, sacrificate al niente.

 

Ma restiamo terra-terra.

Dall’espansione alla contrazione: il cambio di paradigma è totale, e il suo costo è misurabile in vite umane perdute, impedite, spente, sacrificate al niente

 

«La posizione assunta da Confindustria – continuano stralici della lettera captata da Il Tempo  citati anche da La Verità – è che l’esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro. In diretta conseguenza di ciò, il datore ove possibile potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione; qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dall’azienda».

 

Fermi tutti: i maliziosi che pensano che una simile situazione potrebbe permettere licenziamenti facili si sbagliano di grosso. Ci immaginiamo la fila di aziende che, in un impeto filantropico travolgente, cercano forsennatamente nuove mansioni a cui affidare «il soggetto», e notate bene l’uso di questa parola, che non suona né come «lavoratore» né come «persona». Insomma, tante aziende, invece che lasciare a casa i «soggetti» non-vaccinati con sgravio rilevante sul loro bilancio in tempo di crisi, non vedranno l’ora di pagarli per fare qualcosa per cui non sono nemmeno stati assunti.

 

Non una grinza.

In realtà, per sistemare i «soggetti» in azienda potrebbero non servire leggi e circolari governative, sindacali, confindustriali: basterà, ne siamo certi, l’emarginazione quando non la vera e propria persecuzioni da parte dei colleghi  siringati a cui la classe lavoratrice bio-dissidente sarà esposta

 

In realtà, per sistemare i «soggetti» in azienda potrebbero non servire leggi e circolari governative, sindacali, confindustriali: basterà, ne siamo certi, l’emarginazione quando non la vera e propria persecuzioni da parte dei colleghi  siringati a cui la classe lavoratrice bio-dissidente sarà esposta.

 

Renovatio 21 ha raccolto nelle ultime ore diverse testimonianze raccapriccianti che ricoprono tutto l’arco delle professioni umane, perché i redpillati, coloro che si sono svegliati davanti a questo disegno di morte, sono in tutti i lavori, in tutte le etnie, in tutte le classi sociali, in tutti i background culturali.

 

Un impiegato che teme gli sarà interdetto di entrare nel suo ufficio.

 

Un’indossatrice a cui, in barba a diritti, decreti, Privacy, GDPR, etc. viene chiesto un certificato anche solo per indossare degli abiti in un grande stanzone.

 

È impossibile non osservare chiaramente all’opera nemmeno quell’idea di discriminazione per la quale la Nazionale di calcio ha stupidamente prestato il ginocchio. Di più: è impossibile non pensare che questo, che parte con microagressioni e ordini da kapò, non si possa trasformare in veri e propri pogrom contro i renitenti alla puntura di mRNA sintetico

Un lavoratore nel campo della metalmeccanica, attaccato durante la pausa pranzo da un collega che lo ha accusato, in quanto non vaccinato, di essere la causa di tutta questa situazione, e soprattutto delle varianti.

 

È impossibile non osservare chiaramente all’opera nemmeno quell’idea di discriminazione per la quale la Nazionale di calcio ha stupidamente prestato il ginocchio. Di più: è impossibile non pensare che questo, che parte con microagressioni e ordini da kapò, non si possa trasformare in veri e propri pogrom contro i renitenti alla puntura di mRNA sintetico.

 

E poi ancora: hanno scritto e telefonato in molti a Renovatio 21 perché, fuor di COVID, piovono lettere ai genitori degli alunni che devono andare alle elementari: la legge non prevede che il bambino non vaccinato non sia ammesso allo studio, tuttavia lettere in cui si invita rigidamente a presentare la documentazione fioccano ovunque, talvolta anche sotto forma di raccomandata.

 

Ma torniamo ai lavoratori – non ci siamo dimenticati , soprattutto qui a Renovatio 21 – che questo monstrum civile è già la dura realtà dei sanitari (nell’attesa che lo diventi anche per gli insegnanti), con l’orrendo DL 44, votato dalla compagina di governo più ampia della storia della Repubblica.

Ora ci chiediamo, davvero, cosa vogliamo fare della Costituzione Italiana (la più bella del mondo, diceva la sinistra ebete nelle sue marcette qualche anno fa) quando si arriva a negare direttamente il primo articolo?

 

Ora ci chiediamo, davvero, cosa vogliamo fare della Costituzione Italiana (la più bella del mondo, diceva la sinistra ebete nelle sue marcette qualche anno fa) quando si arriva a negare direttamente il primo articolo?

 

Qui non pensiamo che la Costituzione Italiana sia la più bella del mondo – anzi. Ci riconosciamo in una battuta attribuita a Silvio Berlusconi: la Costituzione Italiana ha un sapore sovietico. A cosa si riferiva il Cavaliere? All’articolo 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

 

Il «lavoro» inserito nella prima riga del documento di fondazione del nuovo Stato era un segnale chiaro, diciamo un’insegna al neon, della vittoriosa presenza del PCI di Togliatti – e quindi di Stalin e dell’Unione Sovietica.

Senza Costituzione, quale Stato di diritto è possibile? Senza Stato di diritto, quale Stato è possibile? Senza Costituzione, quale Stato di diritto è possibile? Senza Stato di diritto, quale Stato è possibile?

 

Si mormora, del resto, che De Gasperi mandò avanti i giovani democristiani scalpitanti come La Pira & co. perché, con la lungimiranza nulla che qualcuno poi gli riconoscerà, preferiva dedicarsi alle cose serie. I democristiani che scrissero la Costituzione con i comunisti fan assoluti del concetto di «lavoro» accettarono ogni compromesso, anzi indietreggiarono ancora di più – dissero OK nonostante l’assenza della parola «Dio» dalla Costituzione, che all’epoca a qualcuno sembrava ancora una cosa strana.

 

E così ci trovammo la Costituzione della Repubblica fondata sul lavoro sin dal suo primo verso. Ora, dopo quanto stiamo vedendo accadere sotto i nostri occhi, non abbiamo idea di come sia possibile credere agli altri 138 articoli e 18 disposizioni transitorie.

 

Senza Costituzione, cosa succede? Lo Stato che dovrebbe basarvisi, quale legittimità può avere, se non quella della forza bruta contro i propri cittadini?

Noi sappiamo tuttavia una cosa, e la stiamo vedendo accadere con i nostri stessi occhi: una sorta di guerra civile, basata su una discriminazione biologico-molecolare, potrebbe manifestarsi.

 

Senza Costituzione, quale Stato di diritto è possibile? Senza Stato di diritto, quale Stato è possibile?

 

Non ci aspettiamo che qualche solone della giurisprudenza, politico, boiardo governativo, personaggio TV a caso, magari strapagato con il sangue delle nostre tasse, ci risponda.

 

Noi sappiamo tuttavia una cosa, e la stiamo vedendo accadere con i nostri stessi occhi: una sorta di guerra civile, basata su una discriminazione biologico-molecolare, potrebbe manifestarsi.

 

Ripetiamolo: la guerra biotica si sta avvicinando. Qualcuno ci aiuti a fermare questa follia

Ripetiamolo: la guerra biotica si sta avvicinando.

 

Qualcuno ci aiuti a fermare questa follia.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Dalla guerra civile alla «guerra biotica»

Elisabetta Frezza: Gioventù terminali, generazioni telecomandate, artificializzate, geneticamente modificate. Formare il ritorno degli uomini liberi

 

 

 

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Economia

La Republic First Bank fallisce: la crisi bancaria USA non è finita

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La Republic First Bank (RFB), una piccola banca regionale con sede a Filadelfia, che aveva un patrimonio di 6 miliardi di dollari, è fallita il 26 aprile. Loriporta EIRN.

 

La Federal Deposit Insurance Corporation, che aveva  rilevato la Republic First Bank (dba Republic Bank), ha venduto la banca alla Fulton Bank con sede a Lancaster, Pennsylvania.

 

La Fulton Bank ha acquisito 4 miliardi di dollari di depositi della Republic First Bank e 2,9 miliardi di dollari di prestiti. Come parte dei termini della transazione, la FDIC fornirà 1 miliardo di dollari alla Fulton Bank, il che significa che la FDIC, di fatto una filiale del governo statunitense, assorbirà una parte di 1 miliardo di dollari delle perdite, una buona quota.

 

La Fulton Bank ora si vanta di essere una banca con un patrimonio di 32,8 miliardi di dollari. Ciò che non dice è che ora il 43% dei suoi prestiti – ovvero 14,1 miliardi di dollari – sono prestiti al mercato immobiliare commerciale statunitense da 23mila miliardi di dollari, che sta crollando di mese in mese.

 

Non si tratta di un caso isolato.

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A marzo, la New York Community Bank (NYCB) con un patrimonio di 114 miliardi di dollari, è fallita, anche se non è stato definito un fallimento, dal momento che un gruppo di investimento guidato dal segretario al Tesoro dell’ex presidente Trump Steve Mnuchin, ha acquistato la NYCB, con importanti finanziamenti governativi. assistenza. L’acquisizione della Republic Bank da parte della Fulton Bank e la acquisizione della NYCB da parte del gruppo Mnuchin dimostrano che la crisi bancaria statunitense è in atto e che i problemi vengono semplicemente riciclati, non risolti.

 

Secondo quanto riportato, Republic First Bancorp è una delle banche che è stata sotto crescente pressione a causa di tassi di interesse persistentemente elevati e di valori in rapida diminuzione sui prestiti immobiliari commerciali.  PNC Financial (l’ottava più grande d’America) e M&T Bank (la 21ª più grande d’America) hanno recentemente riportato cali di profitto a due cifre nei primi tre mesi di quest’anno poiché i tassi di interesse più alti intaccano i loro profitti.

 

«Il collasso della banca regionale degli Stati Uniti solleva bandiera rossa per grandi shock» gongola il quotidiano del Partito Comunista Cinese in lingua inglese Global Times. I cinesi riportano, a differenza di tanti giornali occidentali, la notizia di questa ulteriore crepa del sistema bancario e immobiliare USA – tuttavia, come noto, anche il Dragone ha i suoi problemi con palazzi e banche.

 

Come riportato da Renovatio 21, la crisi bancaria, che non è ancora manifestata nella sua vera forma, può avere come fine l’introduzione definitiva della moneta virtuale da Banca Centrale, cioè il bitcoin di Stato, che non tollererà come concorrente né il contante né le criptovalute, e che renderà obsolete ed inutili le banche: ogni transazione, ogni danaro del sistema apparterrà ad una piattaforma di Stato (o, nel caso dell’euro digitale, Super-Stato) che verrà usata anche per controllarvi, sorvegliando ed impedendo i vostri acquisti nelle modalità previste dal danaro programmabile (limitazioni di tempo, spazio, qualità dell’oggetto acquistato, etc.).

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BlackRock si unisce al pressing sull’Arabia Saudita: deve uscire dai BRICS

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L’Arabia Saudita è oggetto di una pressione da parte di tutta la corte progettata per tirarla fuori dai BRICS e riallinearla con Londra e Washington.   Nello stesso momento in cui il Segretario di Stato americano Tony Blinken era in Arabia Saudita questa settimana per lavorare sulla «normalizzazione delle relazioni» tra Israele e Arabia Saudita – vale a dire, affinché i Sauditi riconoscano Israele in cambio di un patto militare con gli Stati Uniti – erano presenti nel regno wahabita anche Larry Fink e altri alti dirigenti di BlackRock per firmare un accordo con il governo saudita per il lancio della società BlackRock Riyadh Investment Management.   La nuova entità, detta anche BRIM, sarà una nuova «società di investimento multi-class» a Riyadh, con 5 miliardi di dollari di capitale iniziale di origine saudita, che dovrà «gestire fondi che investono principalmente in Arabia Saudita ma anche nel resto del Medio Oriente e del Nord Africa», ha riferito il Financial Times.   «L’obiettivo è attrarre ulteriori capitali esteri in Arabia Saudita e rafforzare i suoi mercati dei capitali attraverso una gamma di fondi di investimento gestiti da BlackRock», che ha in gestione una bella somma di 10,5 trilioni di dollari. Il CEO di BlackRock Larry Fink ha dichiarato in una nota che «l’Arabia Saudita è diventata una destinazione sempre più attraente per gli investimenti internazionali… e siamo lieti di offrire agli investitori di tutto il mondo l’opportunità di parteciparvi».

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L’Arabia Saudita aveva segnalato il suo interesse ad entrare nei BRICS ancora due anni fa.   Come riportato da Renovatio 21, pare che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – capo de facto del regno islamico – cinque mesi fa abbia snobbato i britannici per incontrare il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Negli stessi mesi il Regno aveva stipulato con la Cina un accordo di scambio per il commercio senza dollari.   Lo scambio di petrolio senza l’intermediazione del dollaro, iniziata nel 2022 con le dichiarazioni dei sauditi sulla volontà di vendere il greggio alla Cina facendosi pagare in yuan, porterà alla dedollarizzazione definitiva del commercio globale.   A gennaio 2023, il ministro delle finanze dell’Arabia Saudita Mohammed Al-Jadaan ha dichiarato al World Economic Forum che il Regno è aperto a discutere il commercio di valute diverse dal dollaro USA.   «Non ci sono problemi con la discussione su come stabiliamo i nostri accordi commerciali, se è in dollari USA, se è l’euro, se è il riyal saudita», aveva detto Al-Jadaan in un’intervista a Bloomberg TV durante il WEF di Davos. «Non credo che stiamo respingendo o escludendo qualsiasi discussione che contribuirà a migliorare il commercio in tutto il mondo».
  Il rapporto tra la Casa Saud e Washington, con gli americani impegnati a difendere la famiglia reale araba in cambio dell’uso del dollaro nel commercio del greggio (come da accordi presi sul Grande Lago Amaro tra Roosevelt e il re saudita Abdulaziz nel 1945) sembra essere arrivato al termine.  

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Economia

Un’altra gola profonda con legami Boeing muore improvvisamente

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Un informatore del fornitore della Boeing Spirit AeroSystems è morto martedì mattina in seguito a una lotta con una «infezione improvvisa e in rapida diffusione». Lo riporta il quotidiano Seattle Times.

 

Il 45enne Joshua Dean, ex ingegnere meccanico e revisore dei conti della qualità di Wichita, Kansas, aveva affermato che la leadership di Spirit ha ignorato i difetti di fabbricazione del grande aeroplano Boeing 737 MAX, parlando anche di «meccanici che hanno praticato impropriamente fori nella paratia di pressione di poppa del MAX».

 

Tuttavia, quando il Dean ha sollevato la questione con la direzione, ha detto che non era stato fatto nulla al riguardo. L’uomo aveva presentato un reclamo di sicurezza all’ente di controllo dell’aviazione americana FAA, asserendo poi che l’azienda lo aveva usato come capro espiatorio mentre mentivano all’agenzia sui difetti.

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«Dopo il mio licenziamento, la Spirit AeroSystems non ha fatto nulla per informare la FAA e il pubblico» riguardo ai difetti delle paratie, affermava il Dean nella sua denuncia.

 

A novembre, la FAA ha suggerito a Dean in una lettera che le sue affermazioni erano fondate, scrivendo che «l’indagine ha stabilito che le tue accuse sono state adeguatamente affrontate nell’ambito di un programma di sicurezza approvato dalla FAA», aggiungendo che «tuttavia, a causa delle disposizioni sulla privacy di tali programmi, non è possibile rilasciare dettagli specifici».

 

Il Dean aveva in seguito deposto in una causa contro gli azionisti di Spirit.

 

«A dicembre è stata intentata una causa contro gli azionisti secondo la quale il management di Spirit avrebbe nascosto informazioni sui difetti di qualità e danneggiato gli azionisti. A sostegno della causa, Dean ha fornito una deposizione che dettagliava le sue accuse» scrive il Seattle Times. «Dopo che un pannello ha fatto esplodere un aereo Boeing 737 MAX a gennaio, attirando nuova attenzione sulle carenze di qualità di Spirit, uno degli ex colleghi di Spirit di Dean ha confermato alcune delle accuse di Dean».

 

Secondo quanto riportato, l’uomo era in buona salute ed «era noto per avere uno stile di vita sano». Nelle ultime due settimane, tuttavia, versava in condizioni critiche, secondo una zia che ha dichiarato che si è ammalato ed è andato in ospedale a causa di difficoltà respiratorie. È stato intubato, dopo di che ha sviluppato una polmonite e poi l’MRSA, un’infezione batterica umana provocata da ceppi di Staphylococcus aureus particolari, in quanto resistenti ad alcuni antibiotici come penicilline.

 

«Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente ed è stato trasportato in aereo da Wichita a un ospedale di Oklahoma City» scrive il quotidiano di Seattle citando la parente. «Lì è stato messo su una macchina ECMO, che fa circolare e ossigena il sangue di un paziente fuori dal corpo, assumendo il controllo della funzione cardiaca e polmonare quando gli organi del paziente non funzionano da soli».

 

I medici avevano preso in considerazione l’amputazione di entrambe le mani ed entrambi i piedi. «Quello che ha passato è stato brutale», ha detto la zia. «Straziante».

 

Dean è stato licenziato nell’aprile 2023, dopo di che ha presentato una denuncia al Dipartimento del Lavoro, sostenendo di essere stato licenziato come ritorsione per aver denunciato. Era rappresentato dallo studio legale della Carolina del Sud che rappresentava la gola profonda della Boeing John «Mitch» Barnett, trovato morto in un «apparente suicidio» a marzo a Charleston.

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Il Barnett stava rilasciando deposizioni che suggerivano che la Boeing avesse reagito contro di lui per denunce relative a problemi di qualità quando fu trovato morto per una ferita da arma da fuoco.

 

Come scrive Zerohedge, a marzo si vociferava che Boeing fosse in trattative per acquisire Spirit, poiché entrambe le società sono state sotto crescente pressione da parte dei clienti delle compagnie aeree e dei regolatori federali per sostenere i problemi di qualità a seguito di un incidente del 5 gennaio in cui un tappo della porta è esploso durante il volo su un aereo 737 MAX.

 


Quattro giorni dopo, la United Airlines aveva trovato «chiavistelli allentati» sulle porte del 737 MAX a seguito di un’ispezione di emergenza.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel marzo 2019, un Boeing 737 MAX appartenente all’Ethiopian Airlines si è schiantato subito dopo il decollo, uccidendo tutti i 157 passeggeri e l’equipaggio. L’incidente è avvenuto cinque mesi dopo l’incidente del 737 MAX della Lion Air in Indonesia che ha ucciso tutte le 189 persone a bordo. Le tragedie portarono alla messa a terra per 20 mesi della linea di aerei 737 MAX della compagnia.

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Immagine di Aka The Beav via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic.

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