Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Il ministro della Difesa tedesco afferma che le truppe sono pronte a uccidere i russi. Il Cremlino: Germania «di nuovo pericolosa»

Pubblicato

il

Le truppe tedesche sono pronte a uccidere i soldati russi se Mosca attaccasse un membro della NATO, ha ipotizzato il ministro della Difesa Boris Pistorius. Lo riporta il Financial Times.

 

In una densa intervista al FT pubblicata domenica, Pistorius ha sottolineato che le forze tedesche, alcune delle quali sono state recentemente ridistribuite in Lituania, non esiterebbero a ricorrere a misure letali se necessario.

 

«Se la deterrenza non funziona e la Russia attacca, cosa succederà? Sì», ha detto Pistorius. «Ma vi consiglio semplicemente di andare a Vilnius e parlare con i rappresentanti della brigata tedesca lì. Sanno esattamente qual è il loro compito».

 

Secondo Pistorius, qualsiasi discussione sulla pace e sulla distensione potrebbe essere possibile solo «a parità di condizioni» e «da una posizione di forza».

 

«Non per intimidire nessuno, ma per chiarire che sappiamo cosa possiamo fare: vogliamo vivere in pace con voi, ma non pensate che siamo deboli o che non ci difenderemo», ha aggiunto.

Sostieni Renovatio 21

Mosca ha ripetutamente liquidato le speculazioni secondo cui la Russia intende attaccare la NATO come «sciocchezze», sostenendo di non avere alcun interesse a farlo. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha anche criticato quelli che ha descritto come tentativi di allarmismo da parte dei leader occidentali, affermando: «hanno trasformato la Russia in un mostro per giustificare la decisione di aumentare la spesa per la difesa della NATO al 5% del PIL».

 

Peskov ha anche definito il cancelliere tedesco Friedrich Merz «un feroce sostenitore dello scontro con la Russia», accusandolo di «mobilitare aggressivamente l’Europa». I funzionari tedeschi hanno anche discusso di un possibile ritorno a una qualche forma di coscrizione militare per rinforzare l’esercito nel caso in cui non ci fossero abbastanza volontari per riempire i ranghi.

 

Come riportato da Renovatio 21 il ritorno della leva obbligatoria in Germania è stato ipotizzato apertis verbis dal presidente della Repubblica Federale Walter Steinmeier.

 

Il ministro Pistorius si è impegnato a concludere «rapidamente e silenziosamente» un accordo per fornire all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa missilistica Patriot di fabbricazione americana, dopo i colloqui con il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth a Washington.

 

Pistorius e Hegseth si sono incontrati al Pentagono lunedì, poche ore dopo che il presidente Donald Trump aveva promesso più armi statunitensi a Kiev – finanziate dagli stati europei della NATO – e aveva minacciato Mosca di «dazi severi» se non si fosse raggiunto un accordo di pace entro 50 giorni.

 

«Abbiamo concordato di discutere [i dettagli] molto, molto rapidamente, in modo discreto e rapido, a livello operativo», ha detto Pistorius ai giornalisti dopo l’incontro, sottolineando che le questioni tecniche, logistiche e finanziarie restavano aperte, ma sembravano risolvibili.

 

Secondo Pistorius, la decisione di trasferire almeno due batterie Patriot all’Ucraina potrebbe essere finalizzata «entro pochi giorni o settimane», anche se la consegna effettiva potrebbe richiedere mesi.

 

Sebbene Berlino abbia indicato la propria disponibilità a coprire il costo dei sistemi – stimato in circa 1 miliardo di dollari ciascuno – non è ancora chiaro da dove arriveranno i lanciatori. Pistorius aveva precedentemente dichiarato al Financial Times che la Germania ha solo sei sistemi Patriot rimanenti, avendo già fornito a Kiev tre batterie dall’escalation del conflitto nel 2022.

 

Trump ha dichiarato che «diverse nazioni» sono pronte a fornire sistemi missilistici dai loro arsenali, tra cui un paese, il cui nome non è stato specificato, che presumibilmente «ha 17 Patriot pronti per la spedizione». Non è chiaro se si riferisse a singoli lanciatori o a batterie Patriot complete, che includono diversi veicoli, sistemi radar e componenti di comando e controllo.

 

 

Mosca ha sottolineato che nessun aiuto militare occidentale all’Ucraina può cambiare il corso del conflitto, ma serve solo a prolungare lo spargimento di sangue e a inasprire le ostilità. L’esercito russo afferma di aver distrutto alcuni sistemi missilistici forniti dall’Occidente nel corso del conflitto.

 

Il nuovo piano per armare Kiev è stato annunciato ufficialmente lunedì, mentre Trump ospitava il Segretario Generale della NATO Mark Rutte alla Casa Bianca. «L’Unione Europea li sta pagando. Noi non paghiamo nulla… Questo sarà un affare per noi», ha sottolineato Trump, senza chiarire quali altri armamenti saranno forniti.

 

La Germania ha a disposizione solo sei sistemi di difesa aerea Patriot di fabbricazione statunitense, ha detto a FT Pistorius. Il funzionario ha aggiunto che Berlino non può più esaurire le proprie scorte per armare Kiev.

 

Sebbene l’Ucraina abbia ricevuto numerose unità Patriot da quando il suo conflitto con la Russia si è intensificato nel febbraio 2022, di recente il presidente Volodymyr Zelens’kyj ha esortato sempre più i suoi sostenitori occidentali a fornirne altre.

 

In un’intervista al FT pubblicata domenica, Pistorius ha affermato che «ne sono rimasti solo sei in Germania», rivelando che due unità Patriot del paese erano state prestate alla Polonia, mentre un’altra non era disponibile per manutenzione o addestramento.

 

«È davvero troppo poco, soprattutto considerando gli obiettivi di capacità NATO che dobbiamo raggiungere. Non possiamo assolutamente dare di più», ha sottolineato il ministro della Difesa tedesco.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Parlando ai giornalisti domenica sera, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha manifestato la sua disponibilità a fornire diversi Patriot all’Ucraina. Tuttavia, non ha specificato se si riferisse a sistemi di difesa aerea completi o solo ai missili necessari.

 

«Ma l’Unione Europea sta pagando per loro. Noi non stiamo pagando nulla per loro… Questo sarà un affare per noi», ha sottolineato Trump. Il commento è arrivato poco dopo che il Pentagono aveva revocato la decisione di tagliare parte degli aiuti militari a Kiev.

 

Di recente il presidente degli Stati Uniti ha inasprito la sua retorica nei confronti del suo omologo russo, Vladimir Putin, accusandolo di non essere disposto a porre fine alle ostilità.

 

Commentando il sistema Patriot, il cui valore si aggira intorno a 1 miliardo di dollari a batteria, Trump ha affermato all’inizio di questo mese che «è un peccato dover spendere così tanti soldi» per sostenere l’Ucraina. L’esercito russo sostiene di aver distrutto alcuni sistemi di difesa aerea Patriot forniti dall’Occidente nel corso del conflitto.

 

La Germania ha quindi chiesto agli Stati Uniti di acquistare i lanciamissili a medio raggio Typhon a causa delle tensioni con la Russia sull’Ucraina, ha dichiarato il Pistorius. L’impiego dei Typhon sarebbe stato vietato ai sensi dell’ormai defunto Trattato sulle Forze Nucleari a Medio Raggio (INF) del 1987.

 

 

Pistorius ha confermato lunedì che Berlino ha inviato a Washington una richiesta formale per l’acquisto del sistema Typhon, in grado di lanciare missili da crociera Tomahawk e missili multiruolo SM-6. Il Typhon ha una gittata operativa di circa 2.000 km e, se lanciato dal territorio tedesco, potrebbe raggiungere obiettivi ben oltre Mosca.

 

Il sistema colmerebbe un vuoto di capacità finché i paesi europei non produrranno i propri missili a lungo raggio, un’operazione che potrebbe richiedere dai sette ai dieci anni, ha affermato Pistorius.

 

Tuttavia, ha ammesso l’incertezza sul fatto che gli Stati Uniti mantengano l’impegno a schierare missili a lungo raggio in Germania a partire dal 2026, nell’ambito di un piano annunciato per la prima volta nel 2024 dall’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden. «Sono molto fiducioso che l’accordo dello scorso anno sia ancora valido, ma siamo ancora in attesa di una decisione definitiva», ha affermato il ministro.

 

L’annuncio dello schieramento di missili a lungo raggio ha suscitato una dura critica da parte di Mosca, che ha avvertito che si sarebbe considerata «libera» da una moratoria unilaterale sullo schieramento di missili simili.

 

Il potenziale dispiegamento di lanciatori Typhon e di altri assetti a lungo raggio presenta alcuni parallelismi con la controversa decisione della NATO di schierare missili Pershing II a capacità nucleare con una gittata di oltre 2.000 km nella Germania Occidentale negli anni ’80. La mossa scatenò massicce proteste in tutta Europa e una nuova spirale di tensioni tra Unione Sovietica e Stati Uniti, che portò infine a una distensione e alla firma del Trattato INF.

 

L’impiego dei lanciatori Typhon sarebbe stato vietato dal Trattato INF, con il quale l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti avevano concordato di eliminare tutti i missili con base a terra con gittata compresa tra 500 e 5.500 km.

 

Il patto è crollato nel 2019, quando Washington si è ritirata, citando le violazioni russe. La Russia ha negato le accuse, accusando gli Stati Uniti di aver sviluppato i missili vietati. Il presidente Vladimir Putin ha avvertito che il crollo dell’INF eroderà significativamente il quadro di sicurezza globale.

Iscriviti al canale Telegram

Nel frattempo giungono le reazioni del Cremlino

 

La Germania sta diventando «di nuovo pericolosa», ha dichiarato lunedì il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, rispondendo alle dichiarazioni del Pistorius, il quale ha insinuato che le truppe tedesche siano pronte a distruggere quelle russe.

 

In un’intervista al quotidiano economico RBK, Peskov ha affermato che è difficile credere che Pistorius abbia effettivamente rilasciato quelle dichiarazioni: «ma, purtroppo, è così».

 

«La Germania sta diventando di nuovo pericolosa», ha aggiunto.

 

Il mese scorso Peskov aveva ipotizzato che il blocco abbia bisogno di un «mostro» per giustificare la propria esistenza e i crescenti costi della difesa. «Hanno trasformato la Russia in un mostro per giustificare la decisione di aumentare la spesa per la difesa della NATO al 5% del PIL», ha dichiarato il portavoce del Cremlino.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Orban come John Snow

Pubblicato

il

Da

Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.   In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».   Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.   In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.  

Iscriviti al canale Telegram

Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».   Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube
Continua a leggere

Geopolitica

Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha accusato i funzionari dell’UE di «violazione sistematica della legge» per il loro piano di privare gli Stati membri del diritto di veto sul congelamento degli asset russi.

 

Venerdì pomeriggio la Commissione Europea ha votato una proposta per attivare l’articolo 122 dei trattati UE, una clausola di emergenza che permette di adottare decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità. Tale misura consentirebbe all’Unione di mantenere indefinitamente il blocco dei beni sovrani russi e di destinare i profitti o gli interessi generati a sostegno dell’Ucraina, anche in presenza di opposizioni da parte di singoli Stati membri.

 

«Con la procedura di oggi, i burocrati di Bruxelles aboliscono con un solo tratto di penna l’obbligo di unanimità, un atto palesemente illegale», ha scritto Orban su X venerdì. «Lo stato di diritto nell’Unione Europea sta giungendo al termine e i leader europei si pongono al di sopra delle regole. Anziché garantire il rispetto dei trattati UE, la Commissione Europea viola sistematicamente il diritto europeo».

 

Orban ha denunciato che i «burocrati» e i guerrafondai dell’UE stanno spingendo per «protrarre la guerra in Ucraina, un conflitto che è chiaramente impossibile vincere».

 


Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Con questo passo, lo stato di diritto nell’UE viene sostituito dal governo dei burocrati. In altre parole, si è instaurata una dittatura di Bruxelles», ha aggiunto. «L’Ungheria protesta contro questa decisione e farà tutto il possibile per ripristinare un ordine legittimo».

 

Dopo l’escalation del conflitto ucraino nel 2022, i partner occidentali di Kiev hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, la maggior parte dei quali depositati presso Euroclear a Bruxelles. Nelle ultime settimane è scoppiata una forte controversia tra i Paesi europei favorevoli all’utilizzo di tali fondi come garanzia per un «prestito di riparazione» a Kiev e quelli contrari, che invocano rischi legali e finanziari.

 

L’attivazione della clausola di emergenza per un congelamento a tempo indeterminato toglierebbe a Stati oppositori come l’Ungheria la possibilità di veto sul rinnovo semestrale. Secondo il piano, il blocco rimarrebbe in vigore fino al pagamento da parte della Russia delle riparazioni post-conflitto all’Ucraina e fino a quando l’UE non riterrà cessata «una minaccia immediata» ai propri interessi economici derivante da possibili ritorsioni legali.

 

Mosca ha condannato come illegittimo qualsiasi tentativo di appropriazione dei suoi beni. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato questa settimana che la Russia reagirà a ogni espropriazione, aggiungendo che «derubare» il Paese rappresenta l’ultima carta rimasta ai sostenitori europei dell’Ucraina per continuare a finanziare Kiev nel conflitto con Mosca.

 

L’Ungheria si oppone da tempo a ulteriori aiuti a Kiev: Orban li ha paragonati al «mandare un’altra cassa di vodka a un alcolizzato». Budapest non è tuttavia isolata: anche il Belgio, che custodisce la maggior parte dei fondi, ha criticato duramente il piano, con il primo ministro Bart De Wever che lo ha definito «equivalente a rubare» denaro russo.

 

I capi di Stato e di governo dell’UE voteranno la proposta al vertice della prossima settimana.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Manfred Weber via Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0

Continua a leggere

Geopolitica

Trump fa pressione su Zelens’kyj affinché ceda terreni alla Russia

Pubblicato

il

Da

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta esercitando forti pressioni su Volodymyr Zelens’kyj affinché accetti di cedere territori alla Russia per porre fine alla guerra tra Kiev e Mosca. Lo riporta il giornale tedesco Bild, citando fonti anonime.   Sabato il quotidiano ha scritto che la Casa Bianca sta «esercitando una pressione intensa sul leader ucraino per ottenere concessioni». Secondo l’articolo, Trump potrebbe «sfruttare la vulnerabilità interna di Zelens’kyj» causata da uno scandalo della corruzione miliardaria di Kiev.   Il mese scorso le agenzie anticorruzione ucraine, sostenute dall’Occidente, hanno reso noti i risultati preliminari di un’inchiesta su presunte tangenti per circa 100 milioni di dollari nel settore energetico, coinvolgendo figure vicine all’entourage del presidente. A seguito dello scandalo si sono dimessi la ministra dell’Energia Svetlana Grinchuk, il ministro della Giustizia German Galushchenko e il principale consigliere nonché stretto collaboratore di Zelens’kyj, Andrey Yermak.   La Bild sostiene che i negoziati di pace promossi dagli Stati Uniti si trovino nella fase più avanzata dall’inizio dell’escalation del conflitto in Ucraina, nel febbraio 2022. Trump starebbe cercando di chiudere un accordo tra Mosca e Kiev in tempi brevi, indicando il Natale come possibile scadenza.

Iscriviti al canale Telegram

Kiev ha sempre escluso il riconoscimento delle ex regioni ucraine del Donbass come territorio russo. Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk hanno aderito alla Federazione Russa in seguito ai referendum del 2022. Zelensky ha tuttavia ammesso che l’Ucraina potrebbe indire un referendum su eventuali concessioni territoriali.   Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha replicato che il Donbass è territorio sovrano russo e che Mosca, prima o poi, riprenderà il controllo sulle aree ancora occupate dalle forze ucraine, aggiungendo che Zelens’kyj si è finora opposto al ritiro delle truppe dalla regione, nonostante questa richiesta figuri tra le proposte di pace avanzate da Washington.   Giovedì Trump ha dichiarato ai giornalisti alla Casa Bianca che «a parte il presidente Zelens’kyj, il suo popolo ha apprezzato il concetto dell’accordo di pace» da lui proposto il mese scorso. Il presidente americano ha precisato che il processo è «un po’ complicato perché si tratta di dividere il territorio in un certo modo».   Nel frattempo, le truppe russe proseguono la loro avanzata nel Donbass, avendo recentemente liberato la importante piazzaforte di Seversk.   In un’intervista rilasciata a Politico lunedì, Trump ha affermato che lo Zelens’kyj «dovrà rimboccarsi le maniche e cominciare ad accettare le cose».   Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi giorni Trump ha esortato l’ex attore ucraino ad essere «realista», chiosando che «in Ucraina tutti tranne Zelens’kyj hanno apprezzato il mio piano». Lo stesso presidente americano, che si era detto «deluso» dalla mancata risposta di Kiev alla sua proposta di pace, aveva quindi esortato il presidente ucraino ad indire le elezioni.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Continua a leggere

Più popolari