Geopolitica
348° giorno di guerra

– Shoigu: Le perdite ucraine a gennaio superano 6,5 mila militari. Inoltre, le forze armate ucraine hanno perso 26 aerei, 7 elicotteri, 341 carri armati.
– Mikhail Podolyak, consigliere dell’ufficio di Vladimir Zelensky, si è opposto anche a un cessate il fuoco temporaneo in Ucraina. «Qualsiasi concessione è una resa e non lo permetteremo in nessuna circostanza. Una tregua temporanea porterà solo alla fase successiva della guerra in Ucraina».
– Il ministro della difesa ucraino Reznikov passa al ministero per le industrie strategiche. Lo sostituisce Budanov, capo della direzione principale dei servizi.
– La rete elettrica ucraina si sta avvicinando al collasso totale. Gli ucraini sono già abituati a continui blackout, ma chiaramente non c’è abbastanza elettricità in Ucraina. La rete elettrica nazionale si sta avvicinando al completo collasso, il che significa che il paese diventerà completamente inabitabile, scrive Foreign Affairs. Il crollo della rete elettrica ucraina potrebbe anche causare una crisi umanitaria e migratoria in Europa, la distruzione di reattori nucleari, inondazioni dovute al crollo di dighe idroelettriche e una grave crisi alimentare in quei paesi dipendenti dalle esportazioni alimentari dall’Ucraina.
– Il capo ad interim della DPR Denis Pushilin ha denunciato l’uso di armi chimiche da parte dei militari ucraini sul fronte di Artyomovsk e Ugledar. Le munizioni proibite da tutte le convenzioni vengono lanciate dai droni. Si registrano i casi di avvelenamento di militari russi.
– Quasi la metà delle aziende chimiche tedesche prevede di tagliare gli investimenti a causa dei costi elevati dell’energia elettrica, scrive Bloomberg. BASF SE, Dow Inc., Lanxess AG e molti altri sono pronti a tagliare migliaia di posti di lavoro e ritirare gli investimenti dalla Germania. Trinseo Plc, uno dei maggiori produttori mondiali di polistirene, ha avviato trattative con il sindacato per chiudere il suo sito produttivo a Beelen. Le prospettive per le aziende chimiche, del vetro e delle costruzioni in Germania, dove gas ed elettricità rappresentano fino a un terzo dei costi, rimangono fosche. I prezzi dell’energia nel paese oggi sono significativamente più alti rispetto alle zone industriali concorrenti negli Stati Uniti e in Asia. Ad esempio, 1 milione di unità termiche britanniche ottenute dal gas negli Stati Uniti costa 2,4 dollari, in Europa – 18,5 dollari. Oltre a costi giganteschi, le imprese industriali notano un calo della domanda sullo sfondo di una recessione economica globale, ovvero è impossibile uscire dalla situazione aumentando i prezzi.
– Vladimir Zelens’kyj parteciperà al vertice dei leader della UE a Bruxelles, che si terrà il 9-10 febbraio, «Per motivi di sicurezza, il programma della visita è tenuto segreto», si legge nel comunicato.
– La società americana di analisi dei dati Palantir è «responsabile della maggior parte del targeting in Ucraina». In particolare, il software dell’azienda aiuta a colpire carri armati e artiglieria russi, ha affermato alla Reuters l’ad di Palantir Alex Karp.
– Ministero degli Esteri cinese: la Cina sostiene l’espansione dei BRICS, la cooperazione finanziaria tra i membri dell’organizzazione ha un effetto positivo sulla ripresa economica.
– Attesa in Russia per il discorso di Putin alle camere riunite, che potrebbe tenersi il 20 o il 21 febbraio.
– Prigozhin si è rivolto a Zelens’kyj dal Su-24 di ritorno da un raid su Bakhmut. «Domani salirò a bordo di un MiG-29, se lei desidera, ci incontreremo in cielo. Se vincerete, prendete Artyomovsk, altrimenti andremo fino al Dnepr».
– Surreale vicenda giudiziaria a Mosca. Due anni fa Prigozhin aveva denunciato il giornalista liberale Venediktov per avere detto che lui era il capo di Wagner, vincendo. Prigozhin aveva poi ammesso che Wagner era sua, e Venediktov aveva appellato. Nulla da fare: sebbene Prigozhin fosse comparso in tribunale dicendosi orgoglioso di dare ragione al suo avversario, l’appello è stato comunque respinto.
– L’Ucraina chiede a Israele di condannare pubblicamente l’operazione speciale russa e chiede di approvare un prestito di 500 milioni di dollari, scrivono i media israeliani. Il ministro degli Esteri israeliano dovrebbe visitare Kiev questa settimana, ora fonti affermano che il suo potenziale incontro a Zelens’kyj dipende dalla disponibilità di Israele a prendere provvedimenti a favore dell’Ucraina ed è necessario «non per un servizio fotografico».
– Il tetto al prezzo dei derivati del petrolio russo imposto dalla UE esclude sia i derivati dal petrolio russo prodotti fuori dalla Russia, sia quelli fatti con miscele di petrolio russo e non.
– Secondo il Ministero delle Finanze russo, a gennaio le entrate sono diminuite del 35% rispetto a gennaio 2022. Nello stesso periodo le spese sono aumentate aumentato del 59%. La Russia sta tamponando il deficit attingendo alle riserve valutarie.
– Difficile capire a che gioco giochi l’ex consigliera di Zelen’skyj Arestovich. Dice che la guerra potrebbe non andare come sperano gli Ucraini e che una soluzione coreana potrebbe avere dei vantaggi.
– I media turchi, citando le stime dei servizi segreti israeliani, hanno pubblicato le cifre delle perdite delle parti nel conflitto in Ucraina: Esercito ucraino: 157.000 (probabilmente inclusi 2.458 stranieri) Forze armate russe: 18.480
– Netanyahu: con Putin abbiamo trovato un accordo di non interferenza: «Noi non ci immischiamo nei tuoi affari in Siria e tu non ti immischi nei nostri», «abbiamo deciso di farci i fatti nostri, ciascuno dal suo lato».
– L’ex premier israeliano Bennett: ho portato avanti le trattative in accordo con i paesi occidentali, ma ho dovuto interromperle perché alla fine quelli hanno deciso che Putin doveva essere schiacciato.
– L’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett: Putin mi ha promesso di non uccidere Zelens’kyj.
– Il celebre «grafico Minard» che riassume l’invasione napoleonica della Russia. La linea è molto spessa (= esercito numeroso) all’ andata (nocciola) assottigliandosi via via. Alla fine della ritirata (nero) è poco più di un tratto di penna.
– Financial Times: militari ucraini sono arrivati al campo tedesco Eckernförde per l’addestramento sui carri armati Leopard2. Due di loro hanno chiesto asilo politico in Germania «per la loro riluttanza a morire in una guerra senza senso». Sostengono inoltre che un aumento della fornitura di armi non contribuirà in alcun modo alla vittoria dell’Ucraina, ma aumenterà solo il numero delle vittime civili.
– Shoigu ha incaricato il comandante del contingente russo in Siria a prestare i soccorsi alla popolazione colpita dal terremoto.
L’esercito russo si è messo all’opera, riferisce Il Ministero della Difesa.
– Wall Street Journal: Mosca e Teheran stanno portando avanti i piani per costruire una nuova fabbrica in Russia che potrebbe produrre almeno 6.000 droni progettati dall’Iran per la guerra in Ucraina. I due paesi mirano a costruire droni più veloci e con un maggiore raggio di volo. Il commento di Peskov: abbiamo i nostri programmi per la loro produzione.
– La struttura della centrale nucleare di Akkuyu in costruzione in Turchia non ha subito alcun danno a seguito del terremoto, ha affermato Rosatom. Nel sito della centrale nucleare sono state avvertite scosse di magnitudo 3, ma non sono stati riscontrati danni a strutture o attrezzature. Gli specialisti stanno conducendo una diagnostica approfondita per garantire che la costruzione possa procedere in sicurezza.
– Von der Leyen a Kiev. La presidente della commissione europea ha promesso all’Ucraina un aumento delle forniture elettriche.
– Sfuma l’idea di un boicottaggio delle olimpiadi di Parigi causa ammissione degli atleti Russi e Bielorussi. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno fatto sapere che ci saranno comunque.
– Le autorità russe comunicano l’abbattimento di un drone a Kaluga. La città si trova a circa due terzi di una linea immaginaria che va dal confine ucraino a Mosca.
– L’UE ha avvertito la Georgia di possibili sanzioni in caso di ripresa dei collegamenti aerei con la Russia.
– Ministero dell’energia ungherese: L’UE dovrà affrontare la carenza di carburante e l’aumento dei prezzi a causa delle sanzioni del 5 febbraio. «Finora la metà del fabbisogno di diesel della UE proviene da fonti russe. Adesso l’Europa è costretta a fare affidamento su fonti più lontane come l’India, il Medio Oriente e la Cina […] Prodotti petroliferi da regioni molto più lontane e a prezzi molto più alti».
– 63 prigionieri russi sono stati rimpatriati dopo negoziazioni molto complessi, riferisce il ministero della Difesa russo. Il gruppo di militari russi comprende persone di una «categoria sensibile», il cui scambio è diventato possibile grazie alla mediazione degli Emirati Arabi Uniti. A Kiev sono tornati 116 militari ucraini, due dei quali ufficiali. Gli altri sono soldati e sergenti. Lo ha detto il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Andrey Yermak. Sono stati restituiti anche i corpi di due stranieri morti, Christopher Matthew Perry e Andrew Tobias Matthew.
Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia.
Immagine da Telegram
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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