Politica
Uomo picchiato a morte da un rom, il governo sloveno vara misure di sicurezza
Il governo sloveno ha presentato un pacchetto di riforme radicali in materia di sicurezza e assistenza sociale in seguito all’omicidio di un uomo picchiato a morte da un membro della comunità rom a Novo Mesto.
Ales Sutar, 48 anni, è stato aggredito la scorsa settimana mentre si dirigeva in un bar del centro per prendere il figlio, il quale aveva riferito di essere stato minacciato da un gruppo di rom. L’uomo ha subito un grave trauma cranico ed è deceduto in ospedale. La polizia ha arrestato un ventunenne in relazione all’aggressione.
L’episodio ha innescato proteste di massa: migliaia di persone sono scese in piazza accusando il governo di aver abbandonato i cittadini e di aver ignorato anni di violenza legata agli insediamenti rom. I manifestanti hanno chiesto misure di sicurezza più rigorose e le dimissioni del primo ministro Robert Golob.
STOP romskemu nasilju❗️ Danes smo bili znova na protestu proti romskemu nasilju na obrobju Ljubljane, ki se ga je udeležilo več kot 500 ljudi, med katerimi je bilo tudi ogromno mladih. Zgodbe, ki jih pripovedujejo domačini, so grozne in nepredstavljive za ostalo Slovenijo. V… pic.twitter.com/fQBbWHO5F0
— SDM (@organizacijaSDM) July 16, 2025
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Mercoledì i ministri dell’Interno e della Giustizia si sono dimessi ufficialmente, citando la loro «responsabilità oggettiva» per il peggioramento della sicurezza nella Slovenia sudorientale, dove si è intensificata la violenza che coinvolge i rom.
Il governo ha inoltre annunciato un disegno di legge omnibus d’emergenza che conferirebbe alla polizia poteri più ampi, tra cui la facoltà di effettuare irruzioni e allontanare individui dagli spazi pubblici senza ordine del tribunale in caso di minaccia immediata. Gli agenti potranno chiudere temporaneamente bar o assembramenti pubblici in cui si verificano reati o incitamento alla violenza.
Alla polizia sarà consentito entrare in proprietà private senza mandato quando le azioni di una persona compromettano gravemente l’ordine pubblico, nonché utilizzare droni, videosorveglianza e sistemi di riconoscimento targhe nelle aree ad alto rischio.
Le riforme prevedono anche di limitare o sequestrare i benefici sociali ai recidivi, di imporre multe attingendo ai pagamenti di assistenza precedentemente protetti e di abolire gli assegni familiari per madri minorenni, che secondo Golob sono diventati «un modello finanziario che trascina le ragazze in schiavitù negli insediamenti rom».
Golob ha sottolineato che le riforme mirano a contrastare la criminalità, non a colpire un gruppo etnico specifico. «Questa non è una lotta contro i rom. È una lotta contro la criminalità», ha dichiarato.
Il disegno di legge, intitolato ad Ales Sutar, dovrebbe arrivare in parlamento il mese prossimo e potrebbe essere approvato entro la fine di novembre.
Le tensioni con le comunità rom sono risalenti, con gli sloveni a parlare di furti e atti di vandalismo, riportava tre anni fa Euronews.
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Trump definisce il New York Times una «minaccia alla sicurezza nazionale»
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Politica
Funzionari USA ammettono: gravi violazioni delle elezioni del 2020
I funzionari elettorali dello Stato americano della Georgia hanno riconosciuto gravi infrazioni alle procedure di certificazione dei voti nel corso delle elezioni presidenziali del 2020. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, battuto da Joe Biden, ha più volte sostenuto che le consultazioni elettorali fossero state «rubate» e compromesse da frodi e irregolarità diffuse.
La rivelazione, avvenuta all’inizio di questo mese, è scaturita da una denuncia depositata dall’attivista per l’integrità elettorale David Cross, il quale ha imputato alla contea di Fulton, la più popolosa della Georgia, di aver certificato in modo illegittimo almeno 315.000 schede elettorali nel 2020.
Biden ha superato Trump in Georgia, Stato che assegna 16 grandi elettori, con un margine inferiore a 12.000 voti, per poi prevalere nel Collegio elettorale con 306 voti contro i 232 dell’avversario.
La disputa verte sui nastri tabulatori generati dalle macchine per il voto anticipato. In base alle norme statali, ciascun tabulatore è tenuto a produrre nastri di chiusura sottoscritti dagli scrutatori per attestare i totali dei voti conteggiati.
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Dopo aver inoltrato una richiesta di accesso ai documenti alla contea di Fulton, Cross ha individuato almeno 134 nastri di tabulazione sprovvisti di firme, il che implica che le schede elettorali collegate non potevano essere certificate legalmente.
Cross ha inoltre avanzato accuse relative all’assenza di «nastri zero» finalizzati a verificare che le macchine partissero da zero all’avvio del conteggio, unitamente a incongruenze sui numeri di serie degli scanner e su orari di chiusura dei seggi insolitamente protratti.
Nel corso di una recente audizione presso la Commissione elettorale statale, Ann Brumbaugh, legale della Commissione elettorale e di registrazione della contea di Fulton, ha dichiarato che la contea «non contesta le accuse», ammettendo che l’omissione rappresenta una violazione delle regole della commissione elettorale.
I componenti del consiglio statale hanno definito i riscontri come «molto preoccupanti» e hanno rimesso il caso al procuratore generale della Georgia, sollecitando eventuali sanzioni civili di 5.000 dollari per ciascun nastro privo di firma e ulteriori misure esecutive.
L’esito della Georgia è rimasto al centro delle più estese rimostranze di Trump sulle elezioni del 2020, respinte dai democratici e alla base di numerose azioni legali intentate contro di lui.
Da quando si è rieinsediato alla Casa Bianca, Trump ha impegnato a riformare il sistema elettorale statunitense, prevedendo requisiti più rigorosi per l’identificazione dei votanti, restrizioni al voto per corrispondenza e un ritorno alle schede cartacee, argomentando che tali modifiche siano indispensabili per ricostruire la fiducia nelle elezioni.
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Immagine di Infrogmation of New Orleans via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Putin offre a Zelens’kyj un accordo sulle elezioni
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