Spirito
Mons. Viganò: «la Santa Sede stessa è ora lo strumento istituzionale degli eretici che la hanno occupata»
Renovatio 21 pubblica la traduzione dell’intervista rilasciata da monsignor Carlo Maria Viganò alla testata statunitense Catholic Family News.
Nella sua nuova dichiarazione (qui), Lei distingue la «Chiesa conciliare» dalla Chiesa cattolica in modo tale da affermare che ci sono «due Chiese, certamente», mentre in passato (qui) ha affermato che: «Ovviamente non ci sono due Chiese, cosa che sarebbe impossibile, blasfema ed eretica». Sembra quindi che la sua posizione sia cambiata. Ora ritiene che la «Chiesa conciliare» sia completamente separata dalla Chiesa cattolica, piuttosto che una setta sovversiva che esiste all’interno della vera Chiesa?
La mia posizione non è cambiata: vi è una sola vera Chiesa, ed è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ma vi sono di fatto due realtà sovrapposte, per così dire, di cui una è la vera Chiesa, appunto; e l’altra è la falsa chiesa, la deep church. Se presta attenzione, nella mia dichiarazione J’accuse ho espressamente scritto «two churches» con l’iniziale minuscola, a sottolineare l’anomalia di questa compresenza.
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Cosa c’è di nuovo in questa setta rispetto alle altre che nel corso della storia hanno messo in discussione i dogmi della Chiesa?
La Chiesa si è confrontata con mille eresie nel corso dei secoli. Gli eretici sostenevano di avere «scoperto» la vera dottrina e accusavano la Chiesa di aver errato, sottraendosi alla sua autorità. La Chiesa, dal canto suo, condannava l’eresia e gli eretici erano allontanati dal corpo ecclesiale. Continuavano a fare danni, ma almeno era chiara la loro separazione dalla Chiesa Cattolica e i fedeli si tenevano lontano da essi.
Questa volta invece abbiamo degli eretici (e apostati) i quali sapevano che se si fossero separati dalla Chiesa di Roma, avrebbero fatto la fine miserabile di tutti gli eresiarchi. Si sono perciò organizzati per essere loro al vertice della Chiesa, così da poter promulgare l’eresia dal Soglio di Pietro imponendola come verità da credersi in forza dell’autorità del Romano Pontefice; e per poter mettere a tacere con sanzioni canoniche e scomuniche ogni voce di dissenso, e allo stesso tempo usare i pulpiti, le cattedre, i seminari e gli atenei per diffondere sistematicamente l’errore.
In precedenza ci si poteva rivolgere alla Santa Sede per dirimere questioni dottrinali e disciplinari, mentre oggi è la Santa Sede stessa che è lo strumento istituzionale degli eretici che la hanno occupata.
Come avviene nel mondo civile, dinanzi a palesi violazioni della Legge da parte dell’autorità, è impossibile ottenere giustizia da quella stessa autorità corrotta, che si avvale proprio della complicità di tutti gli organi amministrativi e giudiziari che rendono possibile la sua azione.
In teoria, quell’autorità è usurpata e nulla, ma di fatto, essa agisce indisturbata. Occorre prendere atto dell’usurpazione della Sede Apostolica – che non è meramente vacante, ma occupata – per porre fine ad una gravissima situazione; senza dimenticare che l’illegittimità di Bergoglio comporta anche la nullità di tutti gli atti di governo e di magistero da lui compiuti, cancellando undici anni di errori e di orrori.
Chi riconosce come valida e legittima quell’autorità o lo fa perché è suo complice e non vuole essere scoperto nel proprio tradimento, o perché non vuole accettare le conseguenze necessarie che ne derivano: prima fra tutte, prendere atto che questo colpo di stato è iniziato con il Concilio Vaticano II.
Ammettere di essere caduti in un inganno terribile richiede anzitutto umiltà, e sinora nessuno tra Cardinali e Vescovi ha avuto il coraggio di riconoscere che la Chiesa Cattolica è stata ostaggio di eretici per decenni, e che questi eretici l’hanno umiliata e screditata dinanzi al mondo proprio per toglierle autorevolezza.
Tutto questo risponde ad uno schema preciso?
Certamente! Il modus operandi è lo stesso che la massoneria utilizza per delegittimare i governi e appropriarsi della sovranità nazionale. Prima le logge minano la formazione professionale e morale della futura classe dirigente; poi corrompono questi politici in gran parte incompetenti, facendo sì che i loro scandali screditino la politica e le istituzioni che presiedono; poi additano la corruzione della politica e delle istituzioni per privatizzare i servizi pubblici, con enormi profitti; e alla fine assumono i politici corrotti nelle loro aziende o fondazioni per continuare a manovrarli.
Anche nella Chiesa Cattolica la corruzione morale e la formazione ereticale del Clero sono state strumentali all’accettazione dei cambiamenti in materia dottrinale, morale e liturgica. Ma una volta che il vincolo di complicità che lega indissolubilmente il deep state e la deep church sarà portato alla luce, l’orrore che circonderà questi criminali sarà tale da costituire una vera e propria Apocalisse, nel senso etimologico del termine, ossia «svelamento», «rivelazione».
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Lei ha spesso creato un parallelo tra quanto avviene nel mondo civile e nella Chiesa.
Nella sfera civile stiamo assistendo ad un colpo di Stato organizzato da una lobby eversiva, nel quale i capi di governo, i ministri e i funzionari dello Stato che dovrebbero essere i rappresentanti dei cittadini agiscono contro l’interesse dei popoli a vantaggio della lobby che li ha designati.
Sono funzionari statali? Sì. Sono traditori? Sì. Non dovrebbero esserlo, in un mondo normale, ma di fatto chi ricopre l’autorità nello Stato è quasi ovunque asservito a una forza nemica che vi si è infiltrata per usarlo a proprio vantaggio e distruggerlo. Sono due stati? No: uno è lo Stato, l’altro è il deep state, la sua contraffazione, che proprio in quanto tale riesce ad agire e a farsi obbedire.
Ci troviamo dinanzi alla medesima situazione nella sfera ecclesiastica. La stessa lobby massonica che da oltre due secoli demolisce sistematicamente i governi civili, è riuscita a penetrare nella Chiesa Cattolica, a farvi nominare i propri emissari, ad eliminare progressivamente ogni opposizione interna e a imporre una serie di cambiamenti radicali che sovvertono l’insegnamento magisteriale di duemila anni.
Lo scopo di queste quinte colonne è stato quello di appropriarsi dell’autorità della Chiesa per demolirla dall’interno, usando la forza della legge per lo scopo opposto a quello che la legittima. Sono due chiese? certo che no: una è la vera Chiesa, l’altra è la deep church, ossia la sua contraffazione, la controchiesa, l’anti-chiesa dell’Anticristo.
L’Arcivescovo Fulton Sheen scrisse: «il Falso Profeta avrà una religione senza croce. Una religione senza un mondo a venire. Una religione per distruggere le religioni. Ci sarà una chiesa contraffatta. La Chiesa di Cristo [la Chiesa cattolica] sarà una. E il falso profeta ne creerà un’altra. La falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale. Sarà una federazione di chiese. E le religioni formeranno un certo tipo di associazione globale. Un parlamento mondiale delle chiese. Sarà svuotato di ogni contenuto divino e sarà il corpo mistico dell’Anticristo. Il corpo mistico sulla terra oggi avrà il suo Giuda Iscariota, e sarà il falso profeta. Satana lo assumerà tra i nostri vescovi».
Ma la deep church non si manifesta ufficialmente come tale, perché perderebbe immediatamente il proprio potere sui fedeli. Il suo scopo è di far accettare non tanto e non solo questo o quel cambiamento di dottrina, di morale, di liturgia, ma il cambiamento in sé, ossia l’idea di una rivoluzione permanente secondo cui l’insegnamento della Chiesa deve mutare e addirittura contraddirsi a seconda delle epoche e dei contesti.
Una volta che la deep church è riuscita a far accettare questo principio, essa può agire su tutti i fronti, contraddicendo ciò che la Chiesa ha insegnato fino al Vaticano II.
I fedeli e i chierici che non conoscono questo inganno continuano ad appartenere alla Chiesa Cattolica, ovviamente, così come sarebbero appartenuti alla Chiesa di cent’anni fa. Quelli invece che si considerano membri della «chiesa conciliare», cent’anni fa sarebbero stati condannati come eretici, e quindi non si possono considerare nemmeno oggi come in comunione con la Chiesa Cattolica.
Il paradosso è che il capo della chiesa conciliare, che è eretico e apostata, possa essere considerato anche Pontefice della Santa Chiesa Cattolica Romana, e usurpare a Nostro Signore la voce della Sua Sposa per disonorare lei e Gesù Cristo stesso.
Anche in questo caso abbiamo una sovrapposizione delle due entità – Chiesa e anti-chiesa – in una medesima Gerarchia, ed è questo che costituisce il «colpo da maestro di Satana» che mons. Lefebvre denunciò sin dal principio.
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Nella sua nuova dichiarazione (qui) lei afferma che «la Gerarchia conciliare… appartiene a un’altra entità e quindi non rappresenta la vera Chiesa di Cristo», mentre in passato (qui) ha parlato della «compresenza di due entità in Roma: la Chiesa di Cristo è occupata ed eclissata dalla compagine modernista conciliare, la quale si è imposta nella stessa gerarchia ed usa l’autorità dei suoi Ministri per prevalere sulla Sposa di Cristo e Madre nostra». Lei ora ritiene che la «gerarchia conciliare» sia completamente separata dalla Chiesa cattolica? Inoltre, chi considera parte della «Gerarchia conciliare»?
La «chiesa conciliare» è dottrinalmente, moralmente e liturgicamente separata dalla Chiesa Cattolica, ma allo stesso tempo la sua gerarchia si definisce cattolica, e come tale pretende obbedienza dai fedeli della vera Chiesa. Questa gerarchia non rappresenta la vera Chiesa di Cristo, ma pretende di rappresentarla, perché se si separasse ufficialmente da essa non potrebbe più avvalersi dell’autorità e dell’autorevolezza della vera Chiesa e dovrebbe agire come qualsiasi setta eretica.
Il Modernismo, seguendo la strategia tipica delle sette massoniche, ha insegnato ai propri emissari a nascondersi, per arrivare indisturbati ai posti di comando. San Pio X, con un’organizzazione ferrea e avvalendosi di fedeli collaboratori, riuscì ad estirpare questa «cloaca di tutte le eresie», ma essa riprese vigore non appena il sistema di difesa voluto dal Santo Pontefice venne prima depotenziato per ingenuità e poi deliberatamente cancellato da chi allora deplorava i «profeti di sventura» come oggi si bollano i «complottisti».
Lo scopo è lo stesso di chi ha ispirato e finanziato il pacifismo: far disarmare l’avversario per poterlo conquistare senza che opponga resistenza. Il nemico ha potuto infatti appropriarsi di tutte le roccaforti che la Gerarchia ha lasciato colpevolmente sguarnite.
L’ultima roccaforte ancora rimasta dopo il postconcilio – quella della sacralità della vita – è oggi messa in grave pericolo dalla presenza di notori abortisti neomalthusiani tra i membri della Pontificia Accademia per la Vita (che hanno ricoperto o ricoprono ancor oggi ruoli di rilievo in organizzazioni apertamente ostili alla Chiesa Cattolica) e dalla ammissione alla Comunione di governanti favorevoli all’aborto – pensiamo ad esempio a Joe Biden e a Nancy Pelosi.
Il vergognoso silenzio della Gerarchia americana e della stessa Santa Sede sull’inserimento dei movimenti pro life da parte dell’Amministrazione Biden tra le organizzazioni terroristiche ci lascia inorriditi.
Il problema non è dunque se noi siamo nella Chiesa, ma piuttosto se sono parte della Chiesa coloro che usurpano la sua autorità per demolire la Chiesa. Sono loro a dover essere cacciati, e non noi a dovercene andare!
Costoro non sono parte della Chiesa di cui ne hanno usurpato l’autorità; pertanto non sono legittimati a fare ciò che fanno e non possono in alcun modo pretendere l’obbedienza dai fedeli.
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Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato
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Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»
Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.
Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.
L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».
«Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..
Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.
Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.
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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».
«Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.
Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.
I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.
Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).
La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Miseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
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