Connettiti con Renovato 21

Spirito

Mons. Strickland: i commenti di Papa Francesco secondo cui tutte le religioni sono vie per raggiungere Dio sono «eresia»

Pubblicato

il

Renovatio 21 pubblica la traduzione di uno scritto di monsignor Joseph Strickland apparso su LifeSiteNews.

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

 

«Ti adoriamo, o Cristo, e ti lodiamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo». Questa preghiera familiare offerta come parte delle Stazioni della Croce è familiare ai cattolici, e a ragione. Esprime in modo succinto la nostra fede e l’unica realtà di Gesù Cristo, il Divino Figlio di Dio, come unico Salvatore di tutta l’umanità.

 

Siamo obbligati ad adorare e lodare Gesù Cristo perché è il Figlio di Dio e perché ha portato la salvezza al nostro stato decaduto. Dobbiamo aggrapparci tenacemente alla verità che solo Gesù Cristo è il Salvatore e che ha vissuto, sofferto, è morto ed è risorto per tutta l’umanità per sempre. Il suo amorevole sacrificio della Sua stessa vita per redimerci è il più grande dono che l’umanità abbia mai ricevuto.

 

Questa semplice preghiera esprime il nocciolo della nostra fede che siamo obbligati a proclamare al mondo se desideriamo vivere come suoi discepoli. La Chiesa esiste per proclamare questa Verità al fine di indicare alla famiglia umana, da ogni nazione e razza, i mezzi della nostra salvezza. Non c’è altro nome con cui possiamo essere salvati, e nessun altro movimento, religione o sforzo umano ci salverà. Solo Cristo è il nostro Salvatore. Possiamo davvero guadagnare il mondo intero e ritrovarci comunque perduti se non abbracciamo Gesù Cristo e la sua Croce.

Iscriviti al canale Telegram

Mentre leggete questo, posso immaginare che la vostra reazione potrebbe essere che io stia semplicemente affermando l’ovvio esprimendo il kerygma di base della nostra gloriosa fede in Gesù Cristo, il nostro amorevole Signore e Redentore, e avete ragione. Ma dobbiamo aprire gli occhi alla realtà che troppi all’interno della Chiesa, il Corpo Mistico di Cristo, stanno rifiutando questa espressione più basilare della nostra fede e, di fatto, stanno rifiutando Gesù Cristo stesso.

 

Dobbiamo anche riconoscere che i leader della Chiesa di rango più elevato stanno conducendo il mondo non verso Gesù Cristo, ma lontano da lui.

 

Papa Francesco, parlando di recente a un gruppo di giovani a Singapore, ha rilasciato questa affermazione:

 

«Una delle cose che più mi ha colpito di voi giovani, di voi qui, è la capacità del dialogo interreligioso. E questo è molto importante, perché se voi incominciate a litigare: “La mia religione è più importante della tua…”, “La mia è quella vera, la tua non è vera…”. Dove porta tutto questo? Dove? Qualcuno risponda, dove? [qualcuno risponde: “La distruzione”]. È così. Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono – faccio un paragone – come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E poiché Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio. “Ma il mio Dio è più importante del tuo!”. È vero questo? C’è un solo Dio, e noi, le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare a Dio. Qualcuno sikh, qualcuno musulmano, qualcuno indù, qualcuno cristiano, ma sono diversi cammini».

 

Questa affermazione è un’eresia teologica, chiamata indifferentismo. L’indifferentismo sostiene che tutte le religioni hanno lo stesso valore e tutte conducono alla stessa verità divina. Ciò contraddice direttamente la dottrina della Chiesa secondo cui esiste una sola vera fede e che la Chiesa cattolica è l’unica via per la salvezza.

 

Sebbene la tolleranza e la libertà religiosa siano importanti, noi nella Chiesa dobbiamo difendere la nostra fede con convinzione e condividere la verità con certezza. Come disse Gesù, «Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me». (Gv 14,6)

 

Nel 1928, papa Pio XI discusse l’indifferentismo nella sua enciclica papale Mortalium Animos. Ha dichiarato:

 

«Persuasi che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi sentimento religioso, sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune dottrine, come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio».

Sostieni Renovatio 21

Papa Gregorio XVI nella sua enciclica papale Mirari Vos (1832) condannò l’idea che si potesse raggiungere la salvezza in qualsiasi religione. Papa Pio IX nel Sillabo degli errori (1864) condannò la proposizione che «è libero ciascun uomo di abbracciare e professare quella religione che, sulla scorta del lume della ragione, avrà reputato essere vera».

 

Ho spesso, in varie occasioni, espresso la mia profonda preoccupazione per il verificarsi di eresie e l’atmosfera di apostasia che emana dal Vaticano a Roma, ma ora devo porre questa domanda: «Dov’è il grido dei pastori? Dove sono il coraggio e la convinzione per difendere la nostra fede?»

 

Quando papa Pio X era preoccupato che il Modernismo avrebbe unito la Chiesa al mondo con la sua enfasi sull’umanesimo, ordinò che ogni vescovo desse la caccia a questa eresia e la schiacciasse, e richiese un giuramento come prerequisito per ricevere gli Ordini Sacri, che rimase in vigore fino al 1978.

 

Una volta, quando a papa Pio X fu chiesto se avrebbe dovuto adottare un tono più conciliatorio e forse cercare più dialogo, affermò: «Vogliono essere trattati con olio, sapone e carezze, ma devono essere battuti con i pugni! In un duello non conti o misuri i colpi, colpisci come puoi! La guerra non è fatta con la carità, è una lotta, un duello».

 

Papa Pio X vide l’estremo pericolo nel permettere all’eresia di rimanere incontrastata e non corretta, poiché l’eresia incontrollata porterà sicuramente molte anime lontano da Cristo e lontano dalla pienezza della fede vera e autentica, che si trova e si salvaguarda nella sua interezza solo nella Chiesa cattolica. E quindi, chiedo di nuovo: «Dov’è il grido dei pastori?»

 

Ritengo inoltre di fondamentale importanza in questo momento richiamare l’attenzione su importanti fonti di eresia e apostasia oltre a quelle provenienti dal Vaticano. Stiamo davvero vedendo cardinali opporsi a cardinali e vescovi opporsi a vescovi, ma per quanto questo sia devastante, dobbiamo notare che stiamo anche vedendo francescani contro francescani, domenicani contro domenicani e gesuiti contro gesuiti.

 

La dura realtà è che il rifiuto assoluto di Gesù Cristo non è un’esclusiva delle aule di Roma. Questo cancro dell’apostasia ha colpito anche coloro che sono nella vita consacrata. In alcuni casi, i leader delle comunità religiose sono stati in prima linea, allontanando questa carica precipitosa da Cristo e dalla Chiesa da Lui fondata.

 

I fondatori di ordini religiosi, come Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco d’Assisi, troverebbero la leadership delle loro comunità in questo XXI secolo irriconoscibile e distante dalle comunità da loro fondate. Questi grandi santi non hanno ispirato i loro seguaci a essere assistenti sociali militanti, ma a essere evangelisti che spesso hanno dato la vita a imitazione di Cristo stesso. La grandezza di questi ordini religiosi è sempre stata misurata dalla grandezza della loro devozione a Gesù Cristo e alla Sua missione.

 

Quando fu fondata da Sant’Ignazio nel 1540, la Compagnia di Gesù chiese ai gesuiti di essere missionari e di evangelizzare in tutto il mondo, e lo fecero, fondando scuole e insegnando il Vangelo. Erano educatori e monopolizzarono l’istruzione in Europa per oltre 200 anni. I gesuiti furono fondati appena prima del Concilio di Trento e aiutarono a contrastare lo scisma protestante in tutta l’Europa cattolica. I gesuiti spesso si frapponevano tra gli indigeni e la schiavitù. Gli studiosi gesuiti studiavano le lingue native e producevano grammatiche e dizionari.

 

I gesuiti erano organizzati come un esercito, con una struttura di autorità dall’alto verso il basso, forse perché fin da quando era giovane, Sant’Ignazio voleva essere un soldato. Tuttavia, dopo essere stato ferito e aver avuto il tempo di meditare sulla sua vita, si rese conto che non era una compagnia militare quella che era stato chiamato a reclutare e addestrare, ma piuttosto una compagnia spirituale.

 

Quando Sant’Ignazio fondò la Compagnia, vide chiaramente che il nemico era Lucifero e che le armi del suo esercito avrebbero dovuto essere soprannaturali/spirituali. E bisogna dire che l’organizzazione della Compagnia era esattamente ciò di cui aveva bisogno per combattere la guerra spirituale in corso, poiché nessun altro gruppo si è avvicinato a realizzare ciò che i gesuiti hanno fatto nell’evangelizzazione e nell’istruzione.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Tutto questo cambiò, tuttavia, negli anni Sessanta, dopo il Concilio Vaticano II. Lasciatemi fermarmi qui per menzionare un’altra cosa che accadde (o meglio, doveva accadere ma non accadde) negli anni Sessanta perché aiuta a chiarire il clima nella Chiesa in quel periodo. La Madonna disse a Suor Lucia Dos Santos, una delle tre veggenti della Madonna di Fatima, che il Terzo Segreto di Fatima sarebbe stato reso pubblico nel 1960, ma non lo fu, e questo, unito al fatto che la Russia non era ancora stata consacrata nel modo richiesto dalla Madonna, dà un’idea della mentalità del Vaticano durante quel periodo.

 

Papa Pio XII si era fortemente opposto al marxismo sovietico, ma con papa Giovanni XXIII, ci fu un approccio «finestre aperte, campi aperti» all’URSS e, di fatto, arrivò al punto di garantire all’URSS l’immunità dagli attacchi della Chiesa. Fu durante il suo papato, naturalmente, che il Terzo Segreto avrebbe dovuto essere rivelato, ma non lo fu, perché sembra che offendere la Russia fosse più preoccupante che eseguire le istruzioni della Nostra Beata Madre. Poi con papa Paolo VI, la politica di placare la Russia continuò, persino al punto di tradire il Primate d’Ungheria.

 

Fu anche in questo periodo che ci fu uno sforzo concertato per spostare la Chiesa da una Chiesa verticale che «guardava a Dio» a una chiesa orizzontale che «guardava al popolo». Sebbene il documento del Concilio Vaticano II sulla liturgia non dicesse nulla sulle posizioni liturgiche, le cose cambiarono comunque anche a questo riguardo, poiché la messa celebrata con il sacerdote rivolto verso il popolo (versus populum) non era comune prima del Vaticano II e, solo pochi anni dopo il Concilio, versus populum era il modo ordinario in cui veniva offerta la messa nella maggior parte del mondo. Sebbene ad orientem non scomparve, rimase quasi invisibile per diversi decenni.

 

E insieme a questo, le cose stavano cambiando nella Compagnia di Gesù. Infatti, con l’elezione del Padre Generale dei Gesuiti Pedro Arrupe nel 1968, ci fu un completo capovolgimento. Divenne presto evidente che i Gesuiti stavano anche immaginando un «nuovo tipo di Chiesa», una Chiesa non con un’autorità centrale, ma con l’autorità nelle mani del «popolo di Dio».

 

La storia della Compagnia dopo quel periodo rivela che molti Gesuiti iniziarono a muovere guerra, non contro Lucifero, ma contro «nemici» in carne e ossa, coloro che vedevano come responsabili di ingiustizia sociale, economica e politica, e sembravano perdere il loro obiettivo di salvare le anime.

 

Anche in questo periodo e in effetti avvolta nei cambiamenti, la teologia della liberazione trovò la sua strada nella Compagnia di Gesù. La teologia della liberazione condivide la fede modernista nell’umanesimo. La teologia della liberazione è una fede che l’oppressione economica, sociale e politica sono peccati e che possono essere sradicati solo quando gli oppressi prendono il controllo. Ai poveri viene detto che devono prendere in mano il proprio destino e che a volte è necessaria la «buona violenza». La salvezza è interpretata in termini di liberazione socio-politica e i suoi sostenitori credono che i poveri siano la fonte per comprendere la verità e la pratica cristiana.

 

Sebbene non tutti i gesuiti abbracciassero questa teologia, l’ordine la favorì nel suo complesso e i gesuiti non solo cessarono di essere «gli uomini del papa», ma divennero in molti modi il nemico del papato. Papa Giovanni Paolo II cercò ripetutamente di frenarli durante il suo papato. Aveva sperimentato la Polonia marxista ed era veementemente contrario a ciò che si stava svolgendo nella Compagnia. Ciò che divenne evidente durante questo periodo, negli scritti e nelle attività dei gesuiti, fu che il loro obiettivo era raggiungere una fratellanza e una sorellanza che fossero un sistema sociopolitico in cui l’autorità non era più vista come basata sul papato ma piuttosto sul «popolo di Dio».

 

L’espressione «teologia della liberazione» fu usata dal Padre Generale Pedro Arrupe nel 1968, e fu resa popolare dal sacerdote peruviano Gustavo Gutierrez, un domenicano e uno dei principali fondatori della teoria della liberazione. Nel 1979, papa Giovanni Paolo II criticò la teologia della liberazione radicale, affermando che «l’idea di Cristo come figura politica, come rivoluzionario, come sovversivo di Nazareth, non coincide con la catechesi della Chiesa».

 

Mentre i governi latinoamericani reagivano con la violenza per reprimere questo movimento, alcuni preti non solo iniziarono a sostenere le rivoluzioni di sinistra, ma alcuni si unirono persino a gruppi ribelli e si impegnarono in una guerriglia. Il movimento si diffuse a El Salvador, Nicaragua, Colombia, etc. Non entrerò nei dettagli di tutto ciò che questo movimento causò o portò avanti in questa lettera. Tuttavia, le regole di obbedienza che Sant’Ignazio scrisse per la Compagnia e che furono scritte con la massima sollecitudine affinché la Chiesa sostenesse il papato sembrarono cambiare radicalmente con la teologia della liberazione, poiché questo sistema era un movimento «dal basso verso l’alto».

 

Nel marzo 1983, il cardinale Joseph Ratzinger (in seguito papa Benedetto XVI), capo della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) del Vaticano, accusò padre Gutierrez di interpretare politicamente la Bibbia sostenendo il messianismo temporale, affermando che la predominanza dell’ortoprassi sull’ortodossia dimostrava un’influenza marxista. Riguardo alla teologia della liberazione, dichiarò: «il “popolo” è l’antitesi della gerarchia, l’antitesi di tutte le istituzioni, che sono viste come poteri oppressivi. In definitiva, chiunque partecipi alla lotta di classe è un membro del “popolo”; la “Chiesa del popolo” diventa l’antagonista della Chiesa gerarchica».

 

Da quando, al secondo Concilio Vaticano, venne avanzata l’idea della Chiesa come Popolo di Dio, molti trincerati nella teologia della liberazione se ne aggrapparono. papa Giovanni Paolo II si sforzò di tenere a bada i gesuiti, ma erano diventati, per la maggior parte, un’organizzazione che non viveva più nell’obbedienza all’ufficio papale e che non rispettava più la gerarchia della Chiesa.

 

Facciamo un salto ai giorni nostri e al movimento verso una «Chiesa sinodale». Ancora una volta, vediamo emergere il concetto di una «Chiesa del popolo». L’11 settembre 2013, papa Francesco ha ospitato Gutierrez nella sua residenza e ha concelebrato la messa con lui.

Aiuta Renovatio 21

Il 18 gennaio 2014, papa Francesco ha incontrato Arturo Paoli, un prete italiano che il papa conosceva dall’Argentina e che è un sostenitore della teologia della liberazione. Miguel d’Escoto, un prete del Nicaragua che era stato sanzionato con una sospensione divinis dalle funzioni pubbliche nel 1984 da papa Giovanni Paolo II a causa della sua attività politica nel governo sandinista di sinistra, ha visto la sua sospensione revocata da papa Francesco nell’agosto 2014.

 

Nel gennaio 2019, durante la Giornata mondiale della gioventù a Panama, papa Francesco ha discusso con un gruppo di gesuiti dell’America centrale di possibili cambiamenti di atteggiamento nei confronti della teologia della liberazione.

 

In sintesi, devo affermare che ormai ci troviamo di fronte quasi quotidianamente a eresia e apostasia anche all’interno delle più alte cariche della Chiesa. Ci sono delle pene, o dovrebbero esserci delle pene, per chi commette questi crimini canonici. Il canone 1364, sezione 1, afferma che «un apostata dalla fede, un eretico o uno scismatico incorre in una scomunica latae sententiae».

 

Commettendo apostasia, una persona porta su di sé la sentenza di scomunica. Ciò differisce da una scomunica «ferendae sententiae», in cui la scomunica è imposta dall’autorità ecclesiastica competente. Tuttavia, viviamo in un’epoca in cui difficilmente si sente una parola dai pastori della Chiesa quando qualcuno fa affermazioni eretiche o che rappresentano apostasia dalla fede. Invece, sono coloro che sottolineano l’eresia o l’apostasia che spesso incontrano delle pene.

 

Imploro tutti i miei confratelli vescovi a sollevarsi e a proteggere il Deposito della Fede! E imploro tutti i fedeli a prendere a cuore queste parole dell’arcivescovo Fulton Sheen:

«Chi salverà la nostra Chiesa? Non i nostri vescovi, non i nostri preti e religiosi: tocca a voi, al popolo. Avete la mente, gli occhi e le orecchie per salvare la Chiesa. La vostra missione è di fare in modo che i vostri preti agiscano come preti, i vostri vescovi agiscano come vescovi e i vostri religiosi agiscano come religiosi».

 

«Ti adoriamo, o Cristo, e ti lodiamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo».

 

Che Dio Onnipotente continui a benedirvi e che la nostra Santa e Immacolata Madre vi conduca nella Verità al Suo Divin Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Joseph Strickland

vescovo emerito

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Gender

Il curriculum pro-LGBT del nuovo cardinale di Bergoglio cancellato da Wikipedia

Pubblicato

il

Da

Negli ultimi due anni, la voce di Wikipedia relativa al neo-nominato cardinale di Bergoglio, Timothy Radcliffe, è stata modificata per rimuovere i riferimenti alla sua promozione delle tematiche LGBT. Lo riporta LifeSiteNews.   In un annuncio non programmato dopo l’Angelus del 6 ottobre, Bergoglio ha rivelato i nomi dei 21 nuovi cardinali che creerà l’8 dicembre. Tra i più noti della lista, uno dei 20 aventi diritto di voto per il prossimo papa, c’è padre Timothy Radcliffe OP, un controverso domenicano che ha raggiunto una rinnovata importanza sotto Francesco.   Per i cattolici sorpresi dall’inclusione del domenicano inglese nel Collegio dei cardinali e desiderosi di saperne di più su di lui, la voce Wikipedia dedicata al sacerdote si rivelerà insufficiente, a causa della giudiziosa potatura effettuata negli ultimi due anni.

Iscriviti al canale Telegram

Questa modifica ha avuto luogo in particolare quando Radcliffe stava riacquistando una rinnovata importanza nella Chiesa, grazie alla nomina da parte di Bergoglio come membro e predicatore del ritiro del Sinodo sulla sinodalità.   Padre Radcliffe è stato Maestro dell’Ordine Domenicano dal 1992 al 2001, per poi mantenere un profilo più discreto fino al suo coinvolgimento nel Sinodo.   Tuttavia, il suo background è più noto per le sue posizioni sulle tematiche LGBT e per l’apertura verso i comportamenti omosessuali. Questo aspetto della vita di Radcliffe non si trova più su Wikipedia, come dimostra uno sguardo alla voce attuale relativa al cardinale eletto.   L’articolo è stato modificato un numero significativo di volte da agosto 2022, quando è stata pubblicata l’ultima voce che documentava la promozione di questioni LGBT da parte di padre Radcliffe. La voce web ora visibile in archivio nota che Radcliffe era un celebrante alle famigerate messe LGBT a Soho, Londra; questo è assente nell’elenco attuale.   Tuttavia, padre Radcliffe stesso ha confermato di aver celebrato messe per il gruppo LGBT a Soho. Proprio all’inizio di quest’anno aveva ricordato di avere «ricordi così felici del periodo in cui ero in servizio per celebrare la messa per i nostri fratelli e sorelle LGBT+ a Soho prima che la messa venisse trasferita alle cure dei gesuiti in Farm Street».   La voce Wiki ora archiviata ha anche documentato secondo cui l’emittente cattolica statunitense EWTN aveva annullato i piani per coprire la «Divine Mercy Conference» irlandese nel 2014 a causa della partecipazione di padre Radcliffe all’evento. «Molti cattolici in Irlanda sono preoccupati” per la presenza di Radcliffe alla conferenza, aveva affermato la conduttrice di EWTN ed ex parlamentare europea Kathy Sinnott, a causa delle sue “dichiarate opinioni sulla sessualità umana e in particolare sull’omosessualità». Questa informazione è assente anche nell’attuale voce di Wikipedia.   La voce di agosto 2022 includeva una citazione di Radcliffe, ora cancellata, in cui paragonava l’attività sessuale omosessuale al dono di sé di Cristo nell’Eucaristia. Affermava, mentre contribuiva al rapporto anglicano del 2013 sull’etica sessuale umana, che «non tutti i matrimoni sono fertili» e che «sicuramente è nelle parole gentili e curative che ci offriamo a vicenda che tutti condividiamo la fertilità di quel momento più intimo».   «Come tutto questo ha a che fare con la questione della sessualità gay? Non possiamo iniziare con la domanda se sia permessa o proibita! Dobbiamo chiederci cosa significhi e fino a che punto sia eucaristica. Certamente può essere generosa, vulnerabile, tenera, reciproca e non violenta. Quindi, in molti modi, penserei che possa essere espressione del dono di sé di Cristo. Possiamo anche vedere come possa essere espressione di fedeltà reciproca, una relazione di alleanza in cui due persone si legano l’una all’altra per sempre».   Al contrario, l’attuale voce su padre Radcliffe presenta – sul tema dell’omosessualità – una citazione isolata da un articolo del 2012 in cui affermava che la Chiesa cattolica «non si oppone al matrimonio gay. Lo considera impossibile». Mentre questa linea sembra difendere l’insegnamento cattolico, padre Radcliffe sosteneva nello stesso articolo che «questo non significa denigrare l’amore impegnato per le persone dello stesso sesso. Anche questo dovrebbe essere amato e sostenuto, ed è per questo che i leader della chiesa stanno lentamente arrivando a sostenere le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il Dio dell’amore può essere presente in ogni vero amore».

Aiuta Renovatio 21

Il curriculum teologico del cardinale entrante sull’omosessualità è in gran parte in contrasto e contraddice l’insegnamento cattolico sull’argomento.   Poco prima che il Vaticano pubblicasse il suo documento del 2005 che riaffermava il divieto di ammettere uomini con «tendenze omosessuali» nei seminari, padre Radcliffe si era opposto pubblicamente alla misura. Scrivendo al London Times, padre Radcliffe ha sostenuto che «qualsiasi pregiudizio radicato contro gli altri, come l’omofobia o la misoginia, sarebbe motivo di rifiuto di un candidato al sacerdozio, ma non il suo orientamento sessuale».   Il Radcliffo aveva anche scritto un articolo per The Tablet, dove scrive «non ho dubbi che Dio chiami gli omosessuali al sacerdozio, e sono tra i sacerdoti più dedicati e impressionanti che abbia mai incontrato».   «Possiamo presumere che Dio continuerà a chiamare al sacerdozio sia gli omosessuali che gli eterosessuali, perché la Chiesa ha bisogno del dono di entrambi», avrebbe detto durante un ritiro in Canada nei primi anni del 2000.   Rispondendo a LifeSiteNews durante il Sinodo del 2023, «Radcliffe sembrava suggerire che gli omosessuali potrebbero essere felici di essere sacerdoti, a patto che non facciano della loro sessualità “la parte più importante della loro identità”».   Nel 2012, il domenicano inglese scrisse sul quotidiano goscista Guardian che «è incoraggiante vedere l’ondata di sostegno ai matrimoni gay. Mostra una società che aspira a una tolleranza aperta verso tutti i tipi di persone, un desiderio di vivere insieme in reciproca accettazione». Ciò è avvenuto nel contesto del dibattito pubblico sulla legalizzazione del «matrimonio» tra persone dello stesso sesso nel Regno Unito, che alla fine si è avuta nel 2013.   Lo stile particolare di padre Radcliffe nella scrittura e nell’oratoria spesso comporta la messa in discussione dell’insegnamento cattolico e la presentazione di dottrine consolidate come qualcosa che può essere discusso in vista di un potenziale cambiamento.   Egli sostiene anche che i divorziati e i «risposati» ricevano la Santa Comunione, in particolare alla luce della controversa esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia. Prima della pubblicazione dell’esortazione, il Radcliffe scrisse nel 2013 sul giornale dei gesuiti America di avere «due profonde speranze»:   «Che si trovi un modo per accogliere di nuovo nella comunione i divorziati risposati. E, cosa più importante, che alle donne venga data vera autorità e voce nella chiesa. Il papa esprime il suo desiderio che ciò possa accadere, ma quale forma concreta può assumere? Crede che l’ordinazione delle donne al sacerdozio ministeriale non sia possibile, ma il processo decisionale nella chiesa è diventato sempre più strettamente legato all’ordinazione negli ultimi anni. Questo legame può essere allentato? Speriamo che le donne possano essere ordinate al diaconato e quindi avere un posto nella predicazione dell’Eucaristia. In quali altri modi può essere condivisa l’autorità?»   Grazie ai ritiri tenuti al Sinodo sulla sinodalità nel 2023 e nel 2024, padre Radcliffe ha ottenuto una rinnovata attenzione internazionale e ha preparato il terreno per gli incontri con i quasi 400 partecipanti al Sinodo.   Sebbene Radcliffe sarà cardinale elettore solo fino al prossimo agosto, quando compirà 80 anni, la sua nomina testimonia la volontà personale del Bergoglio e la sua approvazione per l’affermazione di Radcliffe come promotore di ideali così vicini al cuore dell’uomo di Santa Marta.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube
Continua a leggere

Gender

La chiesa ortodossa loda la legge anti-«propaganda LGBT» in Georgia

Pubblicato

il

Da

La Chiesa Ortodossa Georgiana ha elogiato il Parlamento del Paese per aver approvato una legge che limita la diffusione di contenuti LGBT e vieta l’intervento di riassegnazione di genere, descrivendola come un «passo avanti positivo» per la nazione conservatrice post-sovietica.

 

«Nel corso degli anni, sia il Patriarcato della Georgia sia la maggior parte della popolazione hanno preso una posizione ferma su questo tema, impegnandosi ciascuno a proteggere i valori della famiglia in mezzo a sfide crescenti» scrive un comunicato dello scorso venerdì.

 

Il Patriarcato non è nuovo alla lotta intorno al tema. Qualche anno fa, i libri di testo per studenti e insegnanti avevano scatenato aspre critiche da parte del Patriarcato della Georgia, poiché alcuni argomenti in quei libri di testo, ritenevano i religiosi, sembravano promuovere apertamente l’erosione dei valori familiari.

Iscriviti al canale Telegram

Firmata dal presidente del Parlamento georgiano Shalva Papuashvili lo scorso giovedì, la legge «Sui valori della famiglia e la protezione dei minori» proibisce il riconoscimento delle unioni omosessuali, proibisce alle persone transgender di adottare bambini o di sottoporsi a interventi di cambio di sesso e proibisce rappresentazioni positive di relazioni LGBT e incestuose nei media o nei materiali didattici.

 

Nella dichiarazione di venerdì rilasciata dal servizio di pubbliche relazioni del patriarcato della Chiesa ortodossa georgiana si definisce la legislazione «un passo avanti positivo», descrivendola come «un passo importante e decisivo per proteggere i valori tradizionali che determinano l’identità della nazione georgiana».

 

Sia il Patriarcato che «la maggioranza della popolazione georgiana» si oppongono alle ideologie LGBT, dice il comunicato, che ricorda come la chiesa abbia fatto pressioni per anni contro l’inclusione di questo materiale nei libri di testo negli anni scorsi.

 

«Inoltre, la diffusione della propaganda LGBTQ ha spesso creato significative divisioni sociali nella società ed è persino diventata uno strumento di tensione nelle mani di coloro che cercano di approfondire la polarizzazione», ha aggiunto il Patriarcato. «Ci auguriamo che questa legge produca risultati fruttuosi per il benessere della nostra società, poiché rappresenta un passo cruciale e decisivo verso la protezione dei valori tradizionali che definiscono l’identità della nazione georgiana», conclude la dichiarazione.

 

La legge è stata sostenuta dal partito al governo Sogno Georgiano, ma condannata dagli Stati Uniti, dall’UE e dai partiti di opposizione filo-occidentali in Georgia. La presidente Salomé Zourabichvili, da lungo tempo sostenitrice dei diritti LGBT e di relazioni più strette con l’Occidente, ha rifiutato di firmare il disegno di legge, ma non ha posto il veto, restituendo invece il documento al Parlamento affinché Papuashvili decidesse se firmarlo o meno.

Sostieni Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, la presidente Zourabichvili, già ministro degli Esteri, in passato aveva fatto dichiarazioni interessanti riguardo alla cosiddetta «Rivoluzione delle Rose », la «rivoluzione colorata» del 2003 che portò al potere a Tbilisi il controverso filoamericano Mikhail Saakashvili, personaggio politico ora in carcere, dopo essere fuggito in Ucraina dove il presidente Poroshenko lo aveva fatto governatore dell’oblast’ di Odessa.

 

L’ora presidente alla rivista del francese Institute Herodoteaveva parlato di «istituzioni» che «sono state la culla della democratizzazione, in particolare la Fondazione Soros… tutte le ONG che gravitano attorno alla Fondazione Soros hanno innegabilmente portato avanti la rivoluzione. Tuttavia, non si può concludere la propria analisi solo con la rivoluzione e si vede chiaramente che, in seguito, la Fondazione Soros e le ONG sono state integrate al potere».

 

L’influenza di enti stranieri è per l’appunto l’ulteriore oggetto del contendere tra maggioranza ed opposizione in Georgia e tra il governo di Tbilisi e Bruxelles.

 

L’UE ha minacciato di revocare un accordo di viaggio senza visto con la Georgia in risposta alla legge e alla legislazione – molto simile peraltro alla legge FARA che vige in USA – che obbliga le ONG finanziate dall’estero a registrarsi come agenti stranieri e a rivelare i propri donatori.

 

La Georgia è un candidato all’UE e ha ottenuto alcuni privilegi nel suo percorso verso l’adesione al blocco europeo, ma Bruxelles ha accusato Tbilisi di «declino democratico» e ha avvertito che l’approvazione dell’ultima legge avrebbe «importanti ripercussioni» sulle prospettive di adesione della Georgia.

Aiuta Renovatio 21

Secondo un sondaggio del 2021, l’84% dei georgiani ritiene che l’omosessualità sia «sempre sbagliata». La Costituzione della Georgia definisce il matrimonio come un’unione strettamente tra un uomo e una donna. Tuttavia, il Paese ha anche leggi antidiscriminatorie che proteggono i membri della comunità LGBT.

 

L’adozione della legge antidiscriminazione è stata raccomandata dal Country Progress Report 2013 della Politica Europea di Vicinato (ENP) per la Georgia come prerequisito per la finalizzazione del Visa Liberalization Action Plan tra Georgia e Unione Europea. Il capo della Chiesa Ortodossa Georgiana, il Patriarca Elia II ha affermato che la legge «non sarà accettata dai credenti» e ha aggiunto che «rendere l’illegalità una legge è un peccato enorme».

 

Come riportato da Renovatio 21, la Georgia rappresentava una delle capitali del cosiddetto «turismo riproduttivo», dove l’utero in affitto era praticato e filierizzato in un’industria fiorente. Un anno fa era emerso che la Georgia intendeva chiudere l’industria, varando dapprima un disegno di legge per mettere al bando l’utero in affitto per gli stranieri.

 

Lo scorso agosto il partito al governo Sogno Georgiano aveva proposto di designare il cristianesimo ortodosso come religione di Stato.

 

L’attuale primate della Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana è il 91enne Elia II, che è in carica dal 1977 e possiede i titoli di Catholicos Patriarca di tutta la Georgia, arcivescovo di Mtskheta e Tbilisi e vescovo metropolita di Abcasia e Bichvinta.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Saeima via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

Continua a leggere

Spirito

Bergoglio annuncia 21 nuovi cardinali: tra di essi un sostenitore della causa catto-LGBT

Pubblicato

il

Da

Papa Francesco ha annunciato un concistoro per l’8 dicembre in cui creerà 21 nuovi cardinali da tutto il mondo. Tra di essi, un acceso predicatore e sostenitore della causa catto-LGBT, padre Timothy Radcliffe, che ora sarà cardinale elettore.   Concludendo il suo Angelus domenicale ieri 6 ottobre, papa Francesco ha fatto un annuncio a sorpresa riguardo alla creazione di nuovi cardinali. In un concistoro l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, Francesco creerà 21 nuovi cardinali per la Chiesa, di cui 20 saranno cardinali elettori, in quanto di età inferiore agli 80 anni.   L’elenco completo è il seguente:   1. Arcivescovo Angelo Acerbi: Nunzio Apostolico emerito e l’unico troppo anziano per votare in conclave. È stato prelato emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta.   2. Arcivescovo Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio: Arcivescovo di Lima, Perù.   3. Arcivescovo Vicente Bokalic Iglic CM: Arcivescovo di Santiago del Estero, primate dell’Argentina.   4. Mons. Luis Gerardo Cabrera Herrera, OFM: Arcivescovo di Guayaquil, Ecuador.   5. Mons. Fernando Natalio Chomali Garib: Arcivescovo di Santiago del Cile (Cile).

Iscriviti al canale Telegram

6. Arcivescovo Tarcisio Isao Kikuchi, SVD: Arcivescovo di Tokyo, dal luglio 2021 segretario generale della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia, dal febbraio 2022 presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone e dal 13maggio 2023 presidente di Caritas Internationalis.   7. Vescovo Pablo Virgilio Siongco David: Vescovo di Kalookan, Filippine, e presidente della Conferenza Episcopale Filippina.   8. Mons. Ladislav Nemet SVD: Arcivescovo di Belgrado – Smederevo, Serbia, appartenente alla società del Verbo Divino (i «verbiti»).   9. Arcivescovo Jaime Spengler OFM: Arcivescovo di Porto Alegre, Brasile. Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Brasile e del Consiglio Episcopale Latinoamericano dal 2023   10. Arcivescovo Ignace Bessi Dogbo: Arcivescovo di Abidjan, Costa d’Avorio. Dal 2017 al 2023 presidente della Conferenza episcopale della Costa d’Avorio   11. Mons. Jean-Paul Vesco OP: Arcivescovo di Algeri (Algeria). Domenicano a capo dei domenicani francesi dal 2010 al 2012   12. Vescovo Mons. Paskalis Bruno Syukur OFM: Vescovo di Bogor, Indonesia.   13. Arcivescovo Dominique Joseph Mathieu, OFM Conv.: Arcivescovo di Teheran Esfahan, Iran. Frate minore conventuale belga, già incardinato nella Custodia Provinciale d’Oriente e di Terra Santa.   14. Arcivescovo Roberto Repole: Arcivescovo di Torino. Ai lettori di Renovatio 21 è noto per l’imbarazzo della messa interrotta dagli attivisti di Extinction Rebellion, che però volevano solo leggere brani dalla Laudato Sii di Bergoglio.   15. Mons. Baldassarre Reina: Vescovo ausiliare di Roma, già Vicegerente e, da oggi, Vicario generale per la Diocesi di Roma.   16. Arcivescovo Francis Leo, Arcivescovo di Toronto. Dal 2015 al 2021 segretario generale della Conferenza episcopale canadese   17. Vescovo Mons. Rolandas Makrickas: Arciprete Coadiutore della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Lituano, già diplomatico per la segreteria di Stato.   18. Mons. Mykola Bychok, CSR: Vescovo dell’Eparchia cattolica ucraina dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne. Nato a Ternopol’, nell’Ucraina occidentale un tempo parte della Polonia, consacrato vescovo a Leopoli nel 2020.   19. Padre Timothy Peter Joseph Radcliffe, OP. (vedi sotto)   20. Padre Fabio Baggio, CS: Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Di Bassano del Grappa (provincia di Vicenza), è noto per difendere l’apertura di porte legali per migranti e rifugiati   21. Mons. George Jacob Koovakad: Funzionario del Segretario di Stato, Responsabile dei Viaggi

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Con il concistoro dell’8 dicembre, Francesco farà sì che il Collegio cardinalizio sia composto quasi esclusivamente da uomini da lui nominati.   Ad oggi, 92 degli attuali 122 cardinali aventi diritto di voto sono stati nominati da Francesco. Entro la fine del 2024, con i nuovi cardinali e con altri due che invecchiano (raggiungendo l’80° compleanno e diventando troppo anziani per votare in un conclave papale), Francesco avrà creato 111 dei 140 aventi diritto di voto.   Il documento Universi Dominici Gregis di Papa Giovanni Paolo II fissa il limite di voto a 120 cardinali, sebbene questo numero venga regolarmente superato in fase di concistoro, poiché i papi prendono in considerazione i cardinali che nel corso dell’anno successivo raggiungeranno l’età minima per essere eleggibili.   Le nuove scelte di Francesco sono caratteristiche del suo stile durante tutto il pontificato, sfidando le aspettative e aggirando sedi importanti che storicamente sarebbero state sedi cardinalizie.   Da notare che l’unico cardinale in arrivo dal Nord America è l’arcivescovo di Toronto Leo, nominato alla sede nel marzo 2023.   La nomina di padre Baggio e monsignor Koovakad direttamente da incarichi curiali al cardinalato è inaspettata e caratteristica dello stile di Francesco, soprattutto perché i due sono stati strettamente coinvolti in cause a lui care, in particolare Baggio che guida la gestione dei migranti e Koovakad che è stato fortemente coinvolto nell’organizzazione dei viaggi papali, scrive LifeSite.   Tuttavia è l’inclusione di padre Radcliffe, O.P. che è il punto più notevole e controverso di questa nuova infornata di porporati.   Monsignor Radcliffe è stato maestro dell’Ordine domenicano dal 1992 al 2001, ma il suo nome è probabilmente più noto per la sua prominente e persistente promozione dell’ideologia LGBT in contraddizione con l’insegnamento cattolico.   Poco prima che il Vaticano pubblicasse il suo documento del 2005 che riaffermava il divieto di ammettere uomini con «tendenze omosessuali» nei seminari, padre Radcliffe si oppose pubblicamente al divieto previsto. Scrivendo al London Times, il Radcliffe sostenne che «qualsiasi pregiudizio radicato contro gli altri, come l’omofobia o la misoginia, sarebbe motivo di rifiuto di un candidato al sacerdozio, ma non il suo orientamento sessuale».   Poi in un articolo per The Tablet, ha detto: «non ho dubbi che Dio chiami gli omosessuali al sacerdozio, e loro sono tra i sacerdoti più dedicati e impressionanti che abbia mai incontrato».   Mesi dopo, incoraggiò i cattolici ad «accompagnare» e persino a vivere con gli omosessuali. «Dobbiamo accompagnarli mentre discernono cosa questo significhi, lasciando che le nostre immagini si estendano», disse in una conferenza di educazione religiosa del 2006 a Los Angeles. «Questo significa guardare Brokeback Mountain, leggere romanzi gay, vivere con i nostri amici gay e ascoltare con loro mentre ascoltano il Signore».   Rispondendo a questo corrispondente durante il Sinodo del 2023, Radcliffe sembrava ancora suggerire che gli omosessuali potrebbero essere felicemente sacerdoti a patto che non facciano della loro sessualità «la parte più importante della loro identità», scrive LifeSite.   Nel 2012, Radcliffe scrisse sulla rivista dissidente britannica The Tablet, difendendo l’insegnamento della Chiesa secondo cui il «matrimonio» tra persone dello stesso sesso è impossibile, ma aggiungendo:   «Questo non significa denigrare l’amore impegnato per le persone dello stesso sesso. Anche questo dovrebbe essere amato e sostenuto, motivo per cui i leader della chiesa stanno lentamente arrivando a sostenere le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il Dio dell’amore può essere presente in ogni vero amore».

Aiuta Renovatio 21

Successivamente, mentre contribuiva al rapporto anglicano del 2013 sull’etica sessuale umana, padre Radcliffe sostenne che l’omosessualità andava intesa alla luce del dono di sé di Cristo nell’Eucaristia. Affermò che «non tutti i matrimoni sono fertili» e che «sicuramente è nelle parole gentili e curative che ci offriamo a vicenda che tutti condividiamo la fertilità di quel momento più intimo».   «Come tutto questo ha a che fare con la questione della sessualità gay? Non possiamo iniziare con la domanda se sia permessa o proibita! Dobbiamo chiederci cosa significhi e fino a che punto sia eucaristica. Certamente può essere generosa, vulnerabile, tenera, reciproca e non violenta. Quindi, in molti modi, penserei che possa essere espressione del dono di sé di Cristo. Possiamo anche vedere come possa essere espressione di fedeltà reciproca, una relazione di alleanza in cui due persone si legano l’una all’altra per sempre».   Padre Radcliffe era uno dei celebranti abituali delle messe LGBT tenute a Londra, conosciute come «Messe di Soho».   Sotto Francesco, il Radcliffe ha avuto una rinascita in termini di importanza, in particolare nel Sinodo sulla sinodalità, in cui è stato predicatore nel 2023 e nel 2024 e ha partecipato all’evento. Sostiene che i divorziati e i «risposati» ricevano la Santa Comunione, in particolare alla luce della controversa esortazione di Papa Francesco Amoris Laetitia.   Francesco ha nominato padre Radcliffe come consultore del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace nel 2015. Il gruppo pro-LGBT New Ways Ministry ha accolto con favore la nomina di Radcliffe al Pontificio Consiglio, elogiando il suo «sostegno alle questioni LGBT, che è stato evidente almeno dagli anni ’90».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Yakov Fedorov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  
Continua a leggere

Più popolari