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Salute

Microplastiche tossiche trovate in ogni placenta umana testata: studio

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Nella placenta umana sono state trovate microplastiche dannose, alcune delle quali sono note per scatenare l’asma, danneggiare il fegato, causare il cancro e compromettere la funzione riproduttiva. Lo riporta Epoch Times.

 

Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences lo scorso 17 febbraio, ha esaminato la questione dell’inquinamento da nano e microplastiche (NMP) negli esseri umani.

 

I ricercatori hanno scoperto che tutti i 62 campioni di placenta testati contenevano microplastiche, con concentrazioni comprese tra 6,5 ​​e 790 microgrammi per grammo di tessuto. La placenta è un organo che si sviluppa nell’utero durante la gravidanza. Fornisce ossigeno e sostanze nutritive al bambino rimuovendo anche i prodotti di scarto dal sangue del bambino.

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La microplastica più diffusa trovata nei campioni era il polietilene, che rappresentava il 54% di tutti gli NMP rilevati ed è stato «rilevato costantemente in quasi tutti i campioni». Il polietilene è stato associato a diverse complicazioni di salute come asma, disturbi ormonali che influiscono sulla riproduzione e lievi dermatiti o gonfiore e irritazione della pelle.

 

Il cloruro di polivinile (PVC) e il nylon rappresentavano ciascuno circa il 10% degli NMP in peso. Il PVC è stato collegato a danni al fegato e al sistema riproduttivo, ed è considerato come sostanza cancerogena.

 

Sebbene il nylon stesso sia considerato innocuo, il materiale viene sottoposto a trattamenti chimici durante i processi di produzione che possono comportare rischi per la salute.

 

Il restante 26% delle microplastiche trovate nelle 62 placente testate era rappresentato da altri nove polimeri. Matthew Campen, professore presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’UNM, che ha guidato il team che ha condotto lo studio, ha espresso preoccupazione per la presenza in costante aumento di microplastiche e le sue potenziali implicazioni sulla salute.

 

Mentre la plastica stessa è tradizionalmente considerata biologicamente inerte, le microplastiche sono così piccole che possono attraversare le membrane cellulari, ha osservato. Il dottor Campen ha trovato preoccupante la concentrazione di microplastiche nella placenta poiché il tessuto aveva solo otto mesi quando è stato testato.

 

Il ricercatore ritiene che l’accumulo di microplastiche nei tessuti umani potrebbe spiegare lo sconcertante aumento di alcuni problemi di salute come il cancro al colon tra le persone di età inferiore ai 50 anni, le malattie infiammatorie intestinali e la diminuzione del numero di spermatozoi.

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«La situazione non fa altro che peggiorare e la tendenza è che raddoppierà ogni 10-15 anni», ha affermato lo scienziato a Epoch Times. «Quindi, anche se dovessimo fermarlo oggi, nel 2050 sullo sfondo ci sarà una quantità di plastica tre volte superiore a quella attuale. E non lo fermeremo oggi».

 

Parlando del volume crescente di microplastiche nell’ambiente, Campen ha dichiarato che «se vedessimo effetti sulla placenta, allora tutta la vita dei mammiferi su questo pianeta potrebbe esserne influenzata. Questo non è buono».

 

La presenza di microplastiche nelle placente è stata identificata per la prima volta nel 2020 in uno studio italiano. I ricercatori avevano analizzato sei placente e hanno identificato 12 frammenti di microplastica in quattro di esse. «Sono state trovate microplastiche in tutte le porzioni della placenta: membrane materne, fetali e amniocoriali», veniva affermato. «Le microplastiche portano con sé sostanze che agendo come interferenti endocrini potrebbero causare effetti a lungo termine sulla salute umana».

 

Nel 2022 sono state scoperte per la prima volta microplastiche nei polmoni di un essere umano vivente. Dei 13 campioni polmonari, 11 presentavano la presenza di 39 microplastiche. I ricercatori hanno identificato 12 tipi di microplastiche comunemente presenti in bottiglie, imballaggi, indumenti e corde.

 

Uno studio pubblicato di recente ha rilevato microplastiche nella maggior parte degli alimenti proteici come pollo, maiale, frutti di mare, manzo e alternative alla carne a base vegetale. Gli alimenti campionati nello studio includevano articoli trasformati, non trasformati e minimamente trasformati.

 

Circa la metà delle microplastiche identificate erano fibre, il che, secondo i ricercatori, è coerente con altri studi. Quasi un terzo delle microplastiche erano frammenti di plastica.

 

Uno studio del 2023 sui topi ha scoperto che l’esposizione di tre settimane alle microplastiche ha provocato «cambiamenti comportamentali e alterazioni dei marcatori immunitari nel fegato e nei tessuti cerebrali. Inoltre, abbiamo notato che questi cambiamenti differivano a seconda dell’età, indicando un possibile effetto dipendente dall’età».

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Un altro studio condotto sui topi ha scoperto che le particelle di dimensioni nanometriche raggiungevano il cervello degli animali appena due ore dopo essere state esposte. Un terzo studio ha scoperto che le particelle microplastiche e nanoplastiche inalate possono «alterare l’attività infiammatoria, cardiovascolare ed endocrina».

 

Microplastiche sono state trovate anche nel latte materno. I ricercatori dello studio hanno definito la scoperta «grande preoccupazione» dato che le nanoparticelle sono state scoperte anche nella placenta umana.

 

«In effetti, le sostanze chimiche eventualmente contenute negli alimenti, nelle bevande e nei prodotti per la cura personale consumati dalle madri che allattano possono essere trasferite alla prole, esercitando potenzialmente un effetto tossico», scrivono i ricercatori. «È quindi obbligatorio aumentare gli sforzi nella ricerca scientifica per approfondire la conoscenza dei potenziali danni alla salute causati dall’internalizzazione e dall’accumulo di MP (microplastiche), soprattutto nei neonati, e per valutare modi innovativi e utili per ridurre l’esposizione a questi contaminanti durante la gravidanza e allattamento».

 

Dagli anni ’50, l’uso della plastica a livello globale è cresciuto in modo esponenziale, portando alla generazione di una tonnellata di rifiuti di plastica per ogni individuo nel mondo. Circa un terzo della plastica prodotta è ancora in uso, e gran parte della rimanente viene scartata o inviata alle discariche dove inizia a deteriorarsi.

 

Il Campen ha sottolineato che molte materie plastiche hanno una lunga emivita, che si riferisce al tempo necessario affinché metà campione si degradi.

 

«Quindi, il tempo di dimezzamento di alcune cose è di 300 anni e il tempo di dimezzamento di altri è di 50 anni, ma tra oggi e i 300 anni parte di quella plastica si degraderà. Le microplastiche che vediamo nell’ambiente hanno probabilmente 40 o 50 anni», ha detto.

 

Come riportato da Renovatio 21, una nuova indagine del sito americano Consumer Reports ha trovato plastica in «quasi tutti gli alimenti» testati, affermando che queste sostanze chimiche rimangono «diffuse» in ciò che mangiamo nonostante i rischi che rappresentano per la nostra salute.

 

Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello. Un altro studio ha provato la presenza di plastica nelle nuvole della pioggia.

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Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.

 

La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.

 

PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, molecole usate tra le altre cose per rendere scivolose le superfici di piumini e padelle antiaderenti) e ftalati – che in America chiamano «forever chemicals», ossia sostanze chimiche perenni, vista la loro incapacità di degradarsi – rappresentano una ubiqua minaccia per la salute degli esseri umani, soprattutto per il loro ruolo di endocrine disruptors, ossia per il loro effetto dirompente sull’equilibrio ormonale.

 

Come riportato da Renovatio 21recenti studi danesi hanno mostrato che nel caso degli individui maschi l’esposizione ai PFAS durante il primo trimestre potrebbe ridurre il numero di spermatozoi dei figli.

 

I PFAS avevano sollevato molte preoccupazioni anche in Italia, che, dopo un incidente industriale dei primi anni 2000, avrebbero contaminato le acque sotterranee di zone del Vicentino.

 

Si tratta del più grave inquinamento delle acque della storia italiana: tre province, 350 mila persone coinvolte, 90 mila cittadini a cui fare check up clinici.

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Microbioma

I ricercatori identificano 168 sostanze chimiche tossiche per i batteri intestinali benefici

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Secondo i ricercatori dell’Università di Cambridge, queste sostanze chimiche di origine umana inibiscono la crescita dei batteri intestinali, ritenuti vitali per la salute. La maggior parte di queste sostanze, che probabilmente entrano nell’organismo attraverso il cibo, l’acqua e l’esposizione ambientale, non si pensava in precedenza che avessero alcun effetto sui batteri.   Uno screening di laboratorio su larga scala condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge su sostanze chimiche di origine umana ha identificato 168 sostanze chimiche tossiche per i batteri presenti nell’intestino umano sano.   Queste sostanze chimiche inibiscono la crescita dei batteri intestinali ritenuti vitali per la salute. La maggior parte di queste sostanze, che probabilmente penetrano nel nostro organismo attraverso cibo, acqua ed esposizione ambientale, non si pensava in precedenza che avessero alcun effetto sui batteri.

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Man mano che i batteri modificano la loro funzione per cercare di resistere agli inquinanti chimici, alcuni diventano resistenti anche ad antibiotici come la ciprofloxacina. Se ciò accade nell’intestino umano, le infezioni potrebbero diventare più difficili da trattare.   La nuova ricerca, condotta dall’Università di Cambridge, ha testato in laboratorio l’effetto di 1.076 contaminanti chimici su 22 specie di batteri intestinali.   Tra le sostanze chimiche che hanno un effetto tossico sui batteri intestinali rientrano i pesticidi, come gli erbicidi come il glifosato, e gli insetticidi che vengono spruzzati sulle colture alimentari, nonché le sostanze chimiche industriali utilizzate nei ritardanti di fiamma e nelle materie plastiche.   Il microbioma intestinale umano è composto da circa 4.500 diversi tipi di batteri, tutti impegnati a mantenere il nostro organismo in perfetta efficienza. Quando il microbioma si sbilancia, possono verificarsi effetti di vasta portata sulla nostra salute, tra cui problemi digestivi, obesità e ripercussioni sul sistema immunitario e sulla salute mentale.   Le valutazioni standard sulla sicurezza chimica non prendono in considerazione il microbioma intestinale umano perché le sostanze chimiche sono formulate per agire su bersagli specifici; ad esempio, gli insetticidi dovrebbero colpire gli insetti.   I ricercatori hanno utilizzato i loro dati per creare un modello di apprendimento automatico per prevedere se le sostanze chimiche industriali, già in uso o in fase di sviluppo, saranno dannose per i batteri intestinali umani. La ricerca, incluso il nuovo modello di apprendimento automatico, è pubblicata sulla rivista Nature Microbiology.

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Indra Roux, Ph.D., ricercatrice presso l’Unità di Tossicologia del Medical Research Council (MRC) dell’Università di Cambridge e prima autrice dello studio, ha affermato: «Abbiamo scoperto che molte sostanze chimiche progettate per agire solo su un tipo di bersaglio, come insetti o funghi, agiscono anche sui batteri intestinali. Siamo rimasti sorpresi che alcune di queste sostanze avessero effetti così intensi.   «Ad esempio, si pensava che molti prodotti chimici industriali, come i ritardanti di fiamma e i plastificanti, con cui entriamo regolarmente in contatto, non avessero alcun effetto sugli organismi viventi, ma è così».   Kiran Patil, Ph.D., professore presso l’Unità di Tossicologia MRC dell’Università di Cambridge e autore principale dello studio, ha affermato:   «Il vero punto di forza di questo studio su larga scala è che ora disponiamo dei dati per prevedere gli effetti delle nuove sostanze chimiche, con l’obiettivo di passare a un futuro in cui le nuove sostanze chimiche siano sicure fin dalla loro progettazione».   Stephan Kamrad, Ph.D., dell’Unità di Tossicologia MRC dell’Università di Cambridge, anch’egli coinvolto nello studio, ha affermato:   «Le valutazioni di sicurezza delle nuove sostanze chimiche destinate all’uso umano devono garantire che siano sicure anche per i nostri batteri intestinali, che potrebbero esservi esposti attraverso il cibo e l’acqua».   Sono disponibili pochissime informazioni sugli effetti diretti delle sostanze chimiche presenti nell’ambiente sul nostro microbioma intestinale e, di conseguenza, sulla nostra salute.

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I ricercatori affermano che è probabile che i nostri batteri intestinali siano regolarmente esposti alle sostanze chimiche testate, ma le concentrazioni esatte che raggiungono l’intestino sono sconosciute. Saranno necessari studi futuri che monitorino l’esposizione dell’intero organismo per valutare il rischio.   Patil ha detto: «Ora che abbiamo iniziato a scoprire queste interazioni in laboratorio, è importante iniziare a raccogliere più dati sull’esposizione chimica nel mondo reale, per vedere se ci sono effetti simili nei nostri corpi».   Nel frattempo, i ricercatori suggeriscono che il modo migliore per cercare di evitare l’esposizione agli inquinanti chimici è lavare la frutta e la verdura prima di mangiarle e non usare pesticidi nel giardino.  
Pubblicato originariamente da Sustainable Pulse.
  © 12 dicembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Salute

I malori della 50ª settimana 2025

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Da

Chieri, provincia di Torino: «Malore all’interno del bar pasticceria Avidano, morto a 79 anni nonostante i soccorsi con il defibrillatore». Lo riporta TorinoToday.

 

Solbiate con Cagno, provincia di Como: «Malore improvviso in casa: morto a 39 anni». Lo riporta La Provincia di Como.

 

Collemeto, provincia di Lecce: «Malore alla guida mentre si reca sul posto di lavoro: muore manutentore di 59 anni». Lo riporta LeccePrima.

Verona: «Malore fatale alla guida, muore un 74enne in corso Porta Nuova». Lo riporta L’Arena.

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Livigno, provincia di Sondrio: «Malore fatale in pista, muore turista polacco». Lo riporta La Provincia Unica TV.

 

Castelnuovo di Recanati, provincia di Macerata: «Malore improvviso in casa, muore a 39 anni: il grido d’aiuto del compagno, i soccorsi, un’intera comunità in lutto». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Jesi, provincia di Ancona: «Malore fatale in casa, morta 48enne: inutili i soccorsi». Lo riporta AnconaToday.

 

Jesi, provincia di Ancona: «Malore choc in negozio, muore a 62 anni l’editrice». Lo riporta Corriere Adriatico.

 

Salò, provincia di Brescia: «Il dolore per la vittima di un malore: aveva solo 19 anni». Lo riporta Brescia Oggi.

 

Montopoli Valdarno, provincia di Pisa: «Parrucchiere muore per un malore mentre è in bicicletta: intera comunità in lutto». Lo riporta La Nazione.

 

Latina, provincia di Latina: «Malore in palestra, morto un 63enne». Lo riporta Il Messaggero.

 

Martinengo, provincia di Bergamo: «Un malore si è portato via il noto ristoratore, città in lutto». Lo riporta Prima Treviglio.

 

San Pancrazio Salentino, provincia di Brindisi: «Malore mentre monta un’insegna: muore operaio 65enne». Lo riporta Antenna Sud.

 

San Giorgio su Legnano, provincia di Milano: «Si schianta con l’auto dopo un malore: morto». Lo riporta Malpensa24.

 

Udine, provincia di Udine: «Malore durante lo sciopero in Piazza Venerio: anziano di 80 anni sviene e batte la testa». Lo riporta UdineToday.

 

Verona, provincia di Verona: «Colpito da un malore mentre guida, 74enne muore in Corso Porta Nuova». Lo riporta VeronaSera.

 

Montopoli in Val d’Arno, provincia di Pisa: «Montopoli, muore a 55 anni mentre va in bici». Lo riporta Il Tirreno.

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Montiano, provincia di Grosseto: «Malore in bici: gravissima una donna». Lo riporta La Nazione.

 

Ceccano, provincia di Frosinone: «Malore alla guida, muore un pilota di rally durante una manifestazione motoristica». Lo riporta Ciociaria Oggi.

 

Val d’Aveto, provincia di Genova: «Chiama i soccorsi e aspetta 45 minuti: muore stroncato da un malore, polemica sui tempi di intervento». Lo riporta Il Secolo XIX.

 

Ceva, provincia di Cuneo: «Rientrato a casa dopo una gita con la famiglia si sente male: tecnico muore a 53 anni». Lo riporta La Stampa.

 

Palazzo Pignano, provincia di Cremona: «Auto fuori controllo dopo un malore: corsa dei soccorsi per un 38enne». Lo riporta La Provincia di Cremona.

 

Verona: «Malore alla guida in corso Porta Nuova: muore un 74enne». Lo riporta TgVerona Telenuovo.

 

Porcari, provincia di Lucca: «Stroncato da un malore a Piacenza. La Piana piange il farmacista Biagi: “Sempre pronto ad aiutare gli altri”». Lo riporta La Nazione.

 

Paese, provincia di Treviso: «Anziano trovato morto in casa, è stato colpito da un malore sul divano». Lo riporta TrevisoToday.

 

Lusevera, provincia di Udine: «Malore nel bosco durante la caccia: 75enne soccorso con l’elicottero». Lo riporta Friuli Oggi.

 

Migliarino, provincia di Pisa: «Muore davanti agli occhi del nipote: malore in auto, disperati soccorsi in paese». Lo riporta La Nazione.

 

Lusevera, provincia di Udine: «Accusa un malore durante una battuta di caccia: 75enne elitrasportato in ospedale dopo un complicato intervento nel bosco». Lo riporta il Dolomiti.

 

Lovere, provincia di Bergamo: «Malore fatale per il medico e presidente della Tadini di Lovere». Lo riporta Radio Voce Camuna.

 

Collemeto, provincia di Lecce: «Salento, tragedia sulla statale 101: malore alla guida, muore il conducente». Lo riporta il Quotidiano di Puglia.

 

Porto Empedocle, provincia di Agrigento: «Cade in mare a causa di un malore mentre pesca polpi e affoga: morto ventottenne». Lo riporta AgrigentoNotizie.

 

Ponte di Legno, provincia di Brescia: «Ponte di Legno: cade sulla pista da sci, poi il malore. Ragazzo in ospedale». Lo riporta BresciaToday.

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Trento, provincia di Trento: «Il malore e l’incidente, muore a 41 anni». Lo riporta Rai News.

 

Collemeto, provincia di Lecce: «Malore alla guida mentre si reca sul posto di lavoro: muore manutentore di 58 anni». Lo riporta LeccePrima.

 

Cittiglio, provincia di Varese: «Mamma di 32 anni muore per un malore dopo il parto cesareo. Aperta un’indagine per omicidio colposo». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Treviso: «Muore a 47 anni per un malore in strada: tragedia nella notte». Lo riporta La Piazza Web.

 

Manduria, provincia di Taranto: «Malore per un 68enne durante una partita di calcetto: muore dopo una settimana in ospedale». Lo riporta il Quotidiano di Puglia.

 

Bigolino di Valdobbiadene, provincia di Treviso: «Malore in auto, lo salvano i controllori Mom». Lo riporta la Tribuna di Treviso.

 

Calitri, provincia di Avellino: «Giovane stroncato da un malore improvviso». Lo riporta Irpinia News.

 

Parma, provincia di Parma: «Bimbo morto al nido: tre educatrici indagate dopo il malore nel sonno». Lo riporta il Giornale La Voce.

 

Treviso: «Ucciso da un malore a 47 anni sul marciapiede vicino all’aeroporto». Lo riporta Il Mattino.

 

Ancona: «Malore in un appartamento: inutili i soccorsi per una 50enne». Lo riporta YouTVRS.

 

Spina di Marsciano, provincia di Perugia: «53enne trovato morto in casa: ipotesi malore». Lo riporta Virgilio.

 

Ascoli Piceno, provincia di Ascoli Piceno: «Malore fatale: addio al “custode” del cimitero». Lo riporta YouTVRS.

 

Pordenone: «Ingegnere ucciso dal malore a 66 anni durante la vacanza con la moglie e gli amici». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Campi Bisenzio, provincia di Firenze: «Muore in strada: esce dal locale, sale in auto e si schianta contro i mezzi in sosta». Lo riporta La Nazione.

 

Corio, provincia di Torino: «Malore in bici sulla provinciale 22: ciclista contro il guardrail, è grave». Lo riporta il Giornale La Voce.

 

Catania: «Colto da malore mentre pranzava in un ristorante: gli agenti delle volanti salvano la vita ad un 81enne». Lo riporta CataniaToday.

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Udine: «Malore alla manifestazione di Udine: soccorso un anziano». Lo riporta Friuli Oggi.

 

Piombino, provincia di Livorno: «Malore all’imbarco, defibrillatore provvidenziale». Lo riporta QuiNews Val di Cornia.

 

Trieste: «Un malore improvviso al Palazzo di Giustizia, un giovane carabiniere interviene e salva un anziano». Lo riporta il Giornale La Voce.

 

Corigliano, provincia di Cosenza: «Malore sul lavoro: soccorsa una giovane nella zona industriale». Lo riporta l’Eco dello Jonio.

 

Salerno, provincia di Salerno: «Malore per un uomo tra la folla di Luci d’Artista: dramma sventato». Lo riporta SalernoToday.

 

Gubbio, provincia di Perugia: «Eugubino 75enne soccorso per un malore a Fontevole: tra le abitazioni è atterrato l’Elisoccorso». Lo riporta Cronaca Eugubina.

 

Taranto: «Malore a bordo, scontro sulla Statale 7: auto fuori strada». Lo riporta Buonasera24.

 

Vermiglio, provincia autonoma di Trento: «Scialpinista ha un malore al passo del Tonale: decolla l’elicottero, una persona è stata trasportata all’ospedale». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Livorno, provincia di Livorno: «Accusa un malore mentre lavora in porto, grave 50enne». Lo riporta LivornoToday.

 

Calice Ligure, provincia di Savona: «Accusa malore durante un’arrampicata sulla Falesia del Priore: soccorso dall’elicottero». Lo riporta IVG.

 

Santa Sofia, provincia di Forlì-Cesena: «Accusa un malore, ma non c’è campo telefonico: l’amico si lancia in una corsa disperata e salva il collega». Lo riporta ForlìToday.

 

Maniago, provincia di Pordenone: «Maniago, malore sul sentiero: soccorso un anziano». Lo riporta PordenoneToday.

 

Romania: «Perde il controllo dell’auto per un malore: il veicolo “vola”‘ sopra la rotonda». Lo riporta Leggo.

 

Porto d’Ascoli, provincia di Ascoli Piceno: «Malore dopo una discussione coi tifosi, presidente della Samb in ospedale». Lo riporta Il Resto del Carlino.

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Occhieppo Superiore, provincia di Biella: «Malore per strada, donna di 37 anni in arresto cardiaco ricoverata in Rianimazione». Lo riporta La Stampa.

 

Ospedaletti, provincia di Imperia: «Suv con una famiglia finisce contro un traliccio forse a causa di un malore». Lo riporta La Stampa.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Malore durante lite con tifosi, presidente Samb in ospedale». Lo riporta SportMediaset.

 

Roma: «Emma Bonino dimessa dall’ospedale. “Condizioni stabili” dopo il malore». Lo riporta il Quotidiano.net.

 

Milano: «Malore per Riccardo Chailly durante la replica di Una lady Macbeth del distretto di Mcensk al Teatro alla Scala, con sospensione dell’opera e ricovero in ospedale». Lo riporta RaiNews.

 

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Salute

Studio rivela che l’inchiostro dei tatuaggi si accumula nei linfonodi

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Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS) dimostra che l’inchiostro dei tatuaggi viene drenato nel sistema linfatico e si accumula nei linfonodi, riducendo l’efficacia delle cellule immunitarie. Questo accumulo di pigmento innesca un’infiammazione sia locale che sistemica che persiste per mesi.   «Nonostante le preoccupazioni sulla sicurezza relative alla tossicità dell’inchiostro per tatuaggi, nessuno studio ha riportato le conseguenze del tatuaggio sulla risposta immunitaria. In questo lavoro, abbiamo caratterizzato il trasporto e l’accumulo di diversi inchiostri per tatuaggi nel sistema linfatico utilizzando un modello murino», ha scritto la ricercatrice Arianna Capucetti nello studio.   «Dopo un rapido drenaggio linfatico, abbiamo osservato che i macrofagi catturano principalmente l’inchiostro nel linfonodo (LN)» scrive la scienziata. «Una reazione infiammatoria iniziale a livello locale e sistemico segue la cattura dell’inchiostro. In particolare, il processo infiammatorio si mantiene nel tempo, poiché abbiamo osservato chiari segni di infiammazione nel LN drenante 2 mesi dopo il tatuaggio. Inoltre, la cattura dell’inchiostro da parte dei macrofagi è stata associata all’induzione di apoptosi sia nei modelli umani che murini. Infine, l’ inchiostro accumulato nel LN ha alterato la risposta immunitaria contro due diversi tipi di vaccini».

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«Da un lato, abbiamo osservato una risposta anticorpale ridotta in seguito alla vaccinazione con un vaccino contro la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) basato sull’acido ribonucleico messaggero (mRNA), che è stato associato a una ridotta espressione della proteina spike nei macrofagi nel linfonodo drenante».   «Al contrario, abbiamo osservato una risposta più efficace quando siamo stati vaccinati con il vaccino antinfluenzale inattivato dai raggi ultravioletti (UV)» dice lo studio.   «Considerata la tendenza inarrestabile dei tatuaggi nella popolazione, i nostri risultati sono fondamentali per informare i programmi di tossicologia, i decisori politici e il pubblico in generale in merito al potenziale rischio della pratica del tatuaggio associato a una risposta immunitaria alterata».   Molti inchiostri per tatuaggi contengono sostanze chimiche classificate come cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.   Mentre gli inchiostri neri per tatuaggi utilizzano il nerofumo, gli inchiostri colorati contengono pigmenti progettati per applicazioni industriali come plastica e vernici. Ancora più preoccupante, gli inchiostri per tatuaggi sono molto meno regolamentati rispetto ai prodotti farmaceutici.   Uno studio svedese del 2024 che ha monitorato circa 12.000 persone ha scoperto che gli individui con tatuaggi avevano un rischio del 21% più alto di linfoma maligno rispetto a quelli senza inchiostro.   Uno studio danese sui gemelli, pubblicato all’inizio di quest’anno, ha rilevato tendenze simili. I partecipanti tatuati hanno mostrato tassi più elevati di cancro alla pelle.   Come riportato da Renovatio 21, un recente studio ha rilevato che chi porta tatuaggi corre un rischio del 29% superiore di ammalarsi di una variante aggressiva di tumore cutaneo.   L’inchiostro tatuato è percepito dal corpo come un corpo estraneo, scatenando una reazione immunitaria: i pigmenti vengono racchiusi dalle cellule del sistema immunitario e convogliati ai linfonodi per lo stoccaggio.

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Secondo i dati disponibili, il numero di italiani tatuati sarebbe stimato intorno ai 7 milioni, pari a circa il 12,8-13% della popolazione over 12 anni. Questa cifra proviene principalmente da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2015, su un campione di oltre 7.600 persone rappresentative della popolazione italiana dai 12 anni in su, e confermata in report successivi di altri enti. Se si includono gli “ex-tatuati” (chi ha rimosso il tatuaggio), la percentuale sale al 13,2%.   In Italia le donne sono leggermente più tatuate (13,8%) rispetto agli uomini (11,7-11,8%). I minorenni (12-17 anni) costituirebbero circa il 7,7-8% dei tatuati, con l’età media del primo tatuaggio intorno ai 25 anni. La fascia d’età in cui il tattoo è più diffuso è quella dei 35-44 anni (23,9% tra i tatuati).   Alcuni articoli e sondaggi parlano di un 48% della popolazione tatuata, che renderebbe l’Italia il paese più tatuato al mondo, prima di Svezia 47% e USA 46%. Tuttavia alcuni non ritengono questa cifra attendibile.   Secondo quanto riportato solo il 58,2% degli italiani è informato sui rischi (infezioni, allergie, ecc.). Il 17-25% dei tatuati vorrebbe rimuoverlo, per un totale di oltre 1,5 milioni di potenziali rimozioni.  

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