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Macabra scoperta in Messico: 381 corpi ammassati in un crematorio privato

La polizia ha scoperto 381 corpi accatastati in un crematorio privato a Ciudad Juarez, nel nord del Messico, come riportato dalla procura locale, che ha denunciato la grave negligenza dei gestori della struttura.
Eloy Garcia, responsabile della comunicazione della procura di Chihuahua, ha dichiarato che i 381 corpi, tutti imbalsamati, erano «irregolarmente depositati» nel crematorio, ammassati alla rinfusa in diverse stanze, «gettati uno sopra l’altro sul pavimento» senza essere cremati.
Nonostante ciò, alle famiglie sono stati consegnati materiali diversi al posto delle ceneri. Le autorità ritengono che alcuni corpi possano essere rimasti abbandonati nella struttura per oltre due anni, a causa della capienza limitata del crematorio.
La Fiscalía de #Chihuahua confirmó que se han encontrado 381 cuerpos en un crematorio a la salida de Ciudad Juárez, en la carretera Panamericana.
Aproveche @AndreaChavezTre para que ayude a contar cuerpos al alcalde morenista @CruzPerzCuellar @reynaldolarar @AztecaNoticias… pic.twitter.com/PXab3zR36d
— José Díaz (@JJDiazMachuca) June 29, 2025
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Garcia ha attribuito la situazione all’«indolenza e irresponsabilità» dei proprietari, sottolineando che le aziende di cremazione dovrebbero accettare solo un numero di corpi gestibile in base alla loro capacità giornaliera. Uno dei responsabili del crematorio è stato interrogato dai magistrati, che stanno valutando ipotesi di reato per accertare le responsabilità penali.
Il sistema forense messicano, già sovraccarico a causa dell’alto numero di vittime della guerra tra narcos e della carenza di fondi e personale, fatica a gestire un tale volume di cadaveri.
Non è chiaro se i 381 corpi rinvenuti nel crematorio di Ciudad Juarez siano direttamente collegati a omicidi commessi dai narcos, poiché le autorità non hanno ancora confermato la causa della morte.
Secondo diverse fonti, la violenza legata al narcotraffico in Messico ha causato un numero significativo di vittime: dal 2006, anno di inizio della guerra al narcotraffico sotto il presidente Felipe Calderón, si stimano circa 400.000–450.000 morti totali, di cui il 70% circa attribuibili alla violenza dei cartelli.
Negli ultimi anni, il numero di omicidi annuali si è mantenuto elevato:2017: circa 25.339 omicidi, considerati l’anno più violento fino ad allora.
- 2018: circa 33.341 omicidi, con un aumento del 28% rispetto al 2017.
- 2019–2020: oltre 34.000 omicidi all’anno.
- 2021: circa 33.308 omicidi, con una media di 91 al giorno.
2023: oltre 30.000 omicidi, con più di 800 solo nello stato di Sinaloa in 5 mesi. - 2024: si stima che il Messico abbia raggiunto nuovamente una media di circa 100 morti al giorno legate alla violenza dei cartelli.
Inoltre, si contano almeno 90.000–120.000 desaparecidos dal 2006, molti dei quali presumibilmente vittime dei narcos, anche se non sempre inclusi nelle statistiche degli omicidi.
Questi dati riflettono l’intensa attività criminale dei cartelli, come quello di Sinaloa e Jalisco Nueva Generación, che si contendono il controllo del territorio e del traffico di droga, spesso con il coinvolgimento di istituzioni corrotte. La frammentazione dei cartelli (circa 200 gruppi attivi nel 2024) ha ulteriormente intensificato la violenza.
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Immagine da Twitter
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Caos nella più grande piantagione di cannabis del mondo: arrivano gli agenti anti-immigrazione di Trump

INSURRECTION: Unhinged insurgents are attacking military personnel and vehicles in Camarillo, California. pic.twitter.com/szXAdkgz78
— @amuse (@amuse) July 10, 2025
INSURRECTION: Insurgents confronting federal agents in Ventura County… pic.twitter.com/agjsCR183l
— @amuse (@amuse) July 10, 2025
NEW: Anti-ICE scum trying to stop Federal Agents in Camarillo CA are getting crushed—tear gassed, body slammed, face planted into the dirt & thrown from vehicles they cling to.
Sweeping force is a consequential deterrent. pic.twitter.com/7l5yFiir3G — Dapper Detective (@Dapper_Det) July 10, 2025
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A protester was seen apparently firing some kind of weapon at federal agents during the immigration raid at a farm near Camarillo on Thursday. It’s unknown if anyone was injured in the chaos. https://t.co/tZBT2XnVEH pic.twitter.com/p4YZ3qkHnM
— ABC7 Eyewitness News (@ABC7) July 10, 2025
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🚨 Federal Agents Clash With Protesters During Immigration Raid at California Cannabis Farm
Federal agents conducting an immigration raid at a cannabis farm in Camarillo, Southern California, on July 10, 2025, encountered fierce resistance from anti-ICE protesters. The operation… pic.twitter.com/qg7S3jQky7 — The Tradesman (@The_Tradesman1) July 11, 2025
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Medvedev: il segretario NATO Rutte «si è abbuffatto di funghi allucinogeni»

L’ex presidente russo Demetrio Medvedev ha deriso il Segretario Generale della NATO Mark Rutte per aver insinuato che Pechino potrebbe chiedere a Mosca di attaccare il territorio NATO in Europa come diversivo qualora la Cina decidesse di attaccare Taiwan.
Rutte, parlando al New York Times sabato scorso aveva affermato che il presidente cinese Xi Jinping potrebbe dire alla sua controparte russa, Vladimir Putin: «lo farò io, e ho bisogno che tu li tenga occupati in Europa attaccando il territorio NATO». L’ex premier neerlandese anche sollecitato un rafforzamento delle difese della NATO, avvertendo che «se non lo faremo, dovremo imparare il russo».
«Il Segretario Generale Rutte si è chiaramente abbuffato di troppi dei funghi allucinogeni tanto amati dagli olandesi», ha dichiarato su X Medvedev, che attualmente è vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. «Vede una collusione tra Cina e Russia su Taiwan, e poi un attacco russo all’Europa. Ma ha ragione su una cosa: dovrebbe imparare il russo. Potrebbe tornare utile in un campo siberiano», ha scherzato Medvedev, alludendo alle dure condizioni dei campi di prigionia remoti della regione.
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Pechino, che considera Taiwan un territorio indipendente in base alla sua politica «Una sola Cina», ha ripetutamente chiesto agli Stati Uniti e ai suoi alleati di smettere di interferire negli affari interni della Cina. Washington, tuttavia, continua a fornire armi a Taiwan.
La Russia sostiene la posizione cinese, condannando le vendite di armi occidentali e le visite diplomatiche sull’isola. Mosca ha anche ripetutamente respinto le affermazioni secondo cui intende attaccare la NATO, definendo tali dichiarazioni infondate e parte del terrorismo occidentale. Il Cremlino ha sostenuto che «si tratta semplicemente di tentativi di creare un nemico esterno artificiale per giustificare una linea così militarista per militarizzare l’Europa». Funzionari russi hanno anche sostenuto che i paesi europei della NATO stanno usando la presunta minaccia russa per distogliere l’attenzione dai propri problemi interni. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito la «vecchia storia dell’orrore sull’orso russo» una facile scusa alla luce della stagnazione economica e del calo del tenore di vita in Europa.
Al recente vertice, i membri della NATO hanno discusso di un aumento degli obiettivi di spesa per la difesa al 5% del PIL, sebbene non sia stato raggiunto alcun accordo formale. Alcune nazioni europee hanno espresso la preoccupazione che tale livello rappresenti un pesante onere finanziario, potenzialmente gravante sui bilanci nazionali e sul sostegno pubblico alle politiche di difesa.
I funghi allucinogeni non sono mai stati completamente legali nei Paesi Bassi, ma fino al 2008 erano tollerati in forma fresca e venduti nei cosiddetti «smart shop». La vendita di funghi freschi contenenti psilocibina era consentita, mentre quelli secchi furono dichiarati illegali nel 2002 a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione olandese, poiché la psilocibina era già considerata una sostanza controllata.
Tuttavia, a partire dal 1° dicembre 2008, i funghi allucinogeni freschi e secchi sono stati ufficialmente vietati nei Paesi Bassi, sia per la vendita che per la coltivazione, a causa di incidenti legati al loro uso, come il caso di una turista francese nel 2007. La decisione è stata motivata dai rischi legati agli effetti psichedelici e ai comportamenti imprevedibili indotti dalla psilocibina.
Nonostante il divieto sui funghi, i tartufi magici (sclerotia), che contengono la stessa sostanza psicoattiva (psilocibina), rimangono legali nei Paesi Bassi. Questo perché i tartufi non sono tecnicamente considerati funghi secondo la legge olandese, creando una zona grigia che ne consente la vendita negli smart shoppi.
Sotto i governi di Rutte (guidati dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, VVD, di centro-destra), la politica di tolleranza per le droghe leggere è stata preservata, ma con misure per limitare il cosiddetto «turismo della droga». Ad esempio, nel 2012 è stato introdotto il wietpas (tessera per i coffeeshop) in alcune città, con l’obiettivo di limitare l’accesso ai soli residenti olandesi, anche se questa misura è stata poi abbandonata in molte aree a causa delle proteste e della sua inefficacia.
Nel 2019, il governo Rutte II ha avviato un esperimento di legalizzazione controllata della cannabis, permettendo la coltivazione regolamentata per rifornire i coffeeshop, con l’obiettivo di ridurre il mercato nero e migliorare la tracciabilità (ad esempio, controllando i livelli di THC e CBD). Questo esperimento, iniziato ufficialmente nel 2024, rappresenta un passo verso una regolamentazione più strutturata, ma non una legalizzazione totale.
Rutte non ha mai spinto per una legalizzazione completa della cannabis, come invece avvenuto in paesi come Uruguay o Canada. In un’intervista del 2016, ha dichiarato che una legalizzazione sul modello del Colorado (dove lo Stato regola e tassa la produzione e la vendita) renderebbe l’Olanda «lo zimbello d’Europa», suggerendo una preferenza per il mantenimento del sistema di tolleranza piuttosto che per una legalizzazione aperta.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; immagine modificata
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La produzione mondiale di cocaina raggiunge il massimo storico: rapporto ONU

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