Geopolitica
Il papa chiede all’Ucraina di arrendersi
Papa Francesco ha chiesto all’Ucraina di negoziare per porre fine al conflitto. Lo ha fatto durante un’intervista alla Radiotelevisione Svizzera che andrà in onda il 20 marzo ma di cui ampi stralci sono stati dati all’agenzia ANSA.
«È più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca» ha dichiarato il pontefice. «quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?».
«Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa» ha dichiarato ancora il Pontefice «negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta, e altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore».
Le parole pronunciate da Papa Francesco sono chiare. Eppure il direttore della sala stampa, Matteo Bruni, ha ritenuto opportuno agevolare interpretariato e sottotitoli: “Il Papa non chiede all’Ucraina la resa”. https://t.co/BuKmbYYqHK pic.twitter.com/LKulBCGHLd
— Maddalena Loy (@madforfree) March 9, 2024
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Il papa si è rivolto sia alla guerra ucraina che a quella in Palestina: «ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il Paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto».
Il papa, in pratica, invita l’Ucraina ad arrendersi. Si tratta di una mutazione chiara dall’equilibrismo vaticano di questi anni sul tema. «Il papa usa il termine bandiera bianca, riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato» ha cercato poi di spiegare il direttore della sala stampa della Santa Sede Matteo Bruni. «Riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: “il negoziato non è mai una resa”».
I tentativi di mediazione del papato nel caso della guerra ucraina sono ascrivibili alla categoria del goffo e del grottesco, portando talvolta il Sant’Uffizio ad umiliazioni diplomatiche inaudite nella storia della Chiesa.
Bergoglio aveva in passato fatto un timido appello per i monaci della Lavra di Kiev perseguitati dalla banda Zelens’kyj, a quanto pare inascoltato, o sommerso dalle velleità diplomatiche della nuova Santa Sede, che pure in assenza dell’antico prestigio e potere diplomatico, vorrebbe portare Mosca e Kiev ad un negoziato, ricevendo plateali porte in faccia pure quando ospita Zelens’kyj presso il Sacro Palazzo.
Mihailo Podolyak, ciarliero consigliere del presidente ucraino Zelens’kyj, in un’intervista al Corriere della Sera aveva definito il Papa uno «strumento della propaganda russa» a causa delle affermazioni del pontefice secondo cui i cattolici in Russia sono eredi di una grande tradizione storica. Secondo il controverso uomo del regime di Kiev, il papa «ha dimostrato di non essere un esperto di politica e continua a ridurre a zero l’influenza del cattolicesimo nel mondo».
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Va notato anche come un sacerdote greco-cattolico ucraino, quindi in comunione con Roma e Bergoglio, sia stato attaccato e costretto a scusarsi per essersi permesso una preghiera Dio per la pace durante un’omelia. Al momento, per questa grave violazione della libertà religiosa di un sacerdote cattolico, non una parola è stata detta dal Vaticano.
Bergoglio era tuttavia riuscito a complicare anche il rapporto con i russi. In questi mesi abbiamo visto anche il papa insultare intere etnie della Federazione Russa. Davanti alle giustissime proteste diplomatiche di Mosca, il Vaticano – fatto rarissimo – si era scusato.
Papa Francesco tornando dal viaggio apostolico in Ungheria dichiarò di aver incontrato il metropolita ortodosso Ilarione, millantando il fatto che potrebbero aver discusso di pace. Ilarione, considerato in Russia un modernista (e uno sfrenato vaccinista), era stato mandato a Budapest in una manovra che sembrava un siluramento da parte del poter centrare del Patriarcato ortodosso di Mosca.
Lo stesso Ilarione era considerato da sempre molto «filocattolico» e aveva incarichi riguardo le relazioni con Roma, tuttavia settimane fa ha dichiarato di essere scioccato dal documento per le benedizioni omosessuali Fiducia Supplicans, sottolineando che di fatto a questo punto il rapporto con il Vaticano è, per la chiesa ortodossa russa, compromesso.
Anche i vescovi cattolici ucraini hanno dichiarato distrutta l’immagine del papato dopo la Fiducia Supplicans.
Come riportato da Renovatio 21, abbiamo assistito, tra le follie permesse agli ucraini, anche alla vicenda del sacerdote greco-cattolico ucraino costretto a scusarsi per un appello alla pace. Il Vaticano, invece che difendere il suo prete che prega per la fine della guerra, tacque.
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Vanno ricordate qui anche le velleitarie, fallimentari, trattative di pace le proposte del cardinale Zuppi a Kiev, che seguono quelle dello stesso pontefice che lo ha ospitato a Roma, venendo umiliato da Zelens’kyj che si presenta in maglione con simbolo banderista e, a favore di telecamera, si siede prima che lo faccia il papa, in una violazione di protocollo impressionante.
Questo è il personaggio che vuole intestarsi il processo di pace tra russi e ucraini. Lo stesso, che, ricorderete, fece all’uopo quella strana consacrazione, dopo che il suo Segretario di Stato aveva parlato di armi. Su Renovatio 21 l’avevamo chiamata «Consacrazione a mano armata». Misteri grandi davvero.
Come riportato da Renovatio 21, c’è una religione pronta ad emergere per sostituire il cristianesimo in Ucraina, già praticata dai vari battaglioni neonazisti: il paganesimo rodnovery, versione slava dell’antica religione nordica. I segni di questa profonda trasformazione religiosa in corso sono ovunque – perché il processo, che richiede versamento di sangue, è rivendicato apertamente.
Non si tratta quindi solo di dinamiche di guerre e pace: l’Ucraina è divenuta il laboratorio del mondo nuovo, dove il portavoce dell’esercito è transessuale, la popolazione è controllata da una app, il cristianesimo è sostituito dal ritorno al paganesimo conformato alla struttura dello Stato e ai diktat del Superstato.
Nel mondo del futuro, plasmato nei laghi di sangue del Donbass, non c’è alcuno spazio per Gesù Cristo e per la chiesa cattolica.
Bergoglio che, dopo forse mezzo milioni di ragazzi sacrificati, chiede la pace – cioè la resa di Kiev e la riapertura del tavolo del negoziato come vuole Mosca – lo avrà finalmente capito?
Qui non ci facciamo troppe illusioni.
Roberto Dal Bosco
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Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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