Politica
Il ministro israeliano: «tutta Gaza sarà ebraica»
Il ministro del patrimonio israeliano Amichai Eliyahu ha affermato che Israele non dovrebbe preoccuparsi della fame a Gaza, suscitando condanne da tutto lo spettro politico.
Il politico di estrema destra di Otzma Yehudit ha respinto i rinnovati allarmi delle Nazioni Unite su una carestia provocata dall’uomo nell’enclave assediata, affermando che il governo israeliano sta «correndo verso la cancellazione di Gaza».
«Grazie a Dio stiamo cancellando questo male. Tutta Gaza sarà ebraica», ha detto Eliyahu a Radio Kol Barama giovedì, secondo Ynet.
«Non dovremmo avere a che fare con la fame a Gaza –Lasciate che il mondo si prenda cura di loro. Nessuna nazione nutre i propri nemici. Abbiamo perso completamente la testa? Dovremmo preoccuparci della loro cena?» ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro è noto per aver aperto mesi fa alla possibilità di nuclearizzare Gaza durante un’ulteriore intervista radiofonica.
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Il primo ministro israeliano Benjamino Netanyahu ha preso le distanze da queste dichiarazioni, sottolineando che Eliyahu non è un membro del Gabinetto di sicurezza, che determina la condotta della guerra.
«La politica di questo governo è chiara e unitaria. Le sue dichiarazioni non la rappresentano», ha detto Netanyahu.
Anche l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter, ha condannato le dichiarazioni dell’Eliyahu, definendole «sbagliate, sciocche e totalmente non rappresentative del governo e del popolo israeliano». In un post su X, ha insistito sul fatto che Israele si impegna a creare un meccanismo per fornire aiuti umanitari ai civili di Gaza «MA NON ATTRAVERSO HAMAS».
Secondo le autorità sanitarie locali, più di 59.000 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023, di cui almeno 113 morti di fame. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato mercoledì che il «blocco» imposto da Israele ha spinto Gaza sull’orlo della «fame di massa».
Philippe Lazzarini, direttore dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha chiesto a Israele di consentire l’accesso ai 6.000 camion di aiuti umanitari attualmente fermi in Egitto e Giordania.
Nel frattempo, i funzionari israeliani hanno accusato Hamas e altri gruppi armati di accumulare rifornimenti e di attaccare i civili nei punti di distribuzione.
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Politica
Satana Cheney muore a 84 anni
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Former VP Dick Cheney (the war criminal who pushed the Iraq WMD lie) signs a bottle he’s told is used for waterboarding with a smile: pic.twitter.com/wP9Nsd0DdS
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Politica
Video di violenza anale su detenuto palestinese, Netanyahu si esprime sul «più grave attacco di PR» subito da Israele
La fuga di notizie con il video che mostra presumibilmente soldati israeliani intenti ad abusare sessualmente di un prigioniero palestinese rappresenta «il più grave attacco di pubbliche relazioni contro Israele», ha affermato il primo ministro dello Stato Giudaico Benjamin Netanyahu. Lo riporta il Times of Israel.
Il filmato, registrato nella base di Sde Teiman, vicino al confine con Gaza, ritraeva i soldati che trascinavano via un detenuto bendato e lo circondavano con scudi antisommossa mentre presumibilmente perpetravano l’abuso. Trapelato sul canale israeliano 12, il video di violenza anale militare fu trasmesso nell’agosto 2024 e provocò un’ampia indignazione.
Il detenuto fu in seguito ricoverato per perforazione intestinale, gravi lesioni anali e polmonari e costole fratturate. Cinque riservisti furono inizialmente indagati per stupro, ma le accuse a loro carico vennero poi declassate a «grave abuso», stando a un atto d’accusa di febbraio. Tutti hanno respinto le imputazioni e il processo è ancora in corso.
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Lo scandalo è riesploso venerdì dopo che la principale avvocata militare delle Forze di difesa israeliane (IDF), la maggiore generale Yifat Tomer-Yerushalmi, ha ammesso di aver autorizzato la diffusione del video e ha rassegnato le dimissioni dall’incarico.
Nel corso di una riunione di gabinetto svoltasi domenica, Netanyahu ha condannato lo scandalo, sostenendo che la fuga di notizie «ha causato un enorme danno alla reputazione di Israele, delle IDF e dei nostri soldati».
«Si tratta forse dell’attacco alle pubbliche relazioni più grave che Israele abbia mai subito dalla sua fondazione: non ricordo nulla di così concentrato e intenso», ha dichiarato Netanyahu, scrive il Times of Israel, invocando «un’inchiesta indipendente e imparziale».
La fuga di notizie è seguita all’arresto dei riservisti accusati di abusi, che aveva scatenato sommosse tra i militanti di destra che ne reclamavano il rilascio. Nella lettera di dimissioni, la Tomer-Yerushalmi ha spiegato di aver diffuso il video a fronte di pressioni volte a ostacolare le indagini sull’episodio, ribadendo che il suo dovere era intervenire in presenza di «ragionevole sospetto di violenza contro un detenuto».
Nelle scorse ore la Tomer-Yerushalmi è stata arrestata, hanno riportato testate di tutto il mondo.
Diversi esponenti politici di destra, tra cui il ministro della Difesa Israel Katz, hanno in seguito sostenuto che la divulgazione dei filmati delle telecamere di sicurezza equivalesse a una «accusa del sangue» nei confronti dei soldati accusati ingiustamente, nonostante le incriminazioni a loro carico. La scorsa settimana è stata aperta un’indagine penale sulla fuga di notizie.
Il caso ha suscitato dure critiche da parte di una commissione ONU che indaga sul trattamento riservato da Israele ai palestinesi, la quale ha affermato che esso «rappresentava la punta dell’iceberg». La commissione ha constatato che i detenuti di Sde Teiman e di altri centri di detenzione israeliani venivano sistematicamente ammanettati, picchiati e sottoposti ad atti di natura sessuale. Queste e altre conclusioni emerse all’inizio di quest’anno hanno indotto l’ONU ad accusare Israele di genocidio contro i palestinesi.
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Come riportato da Renovatio 21, alcuni politici israeliani si sono sentiti di difendere lo stupro anale del prigioniero palestinese, con conseguente scandalo generale anche presso la stessa opinione pubblica dello Stato Ebraico.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa lo stesso esercito israeliano ha iniziato delle indagini riguardante il video che ritrae soldati dello Stato Ebraico che gettano cadaveri di palestinesi dai tetti.
Come riportato da Renovatio 21, abusi da parte dei militari israeliani sono diffusi sui social, come ad esempio il canale Telegram «72 vergini – senza censura», dove vengono caricati dagli stessi militari video ed immagini di quella che si può definire «pornografia bellica». Vantando «contenuti esclusivi dalla Striscia di Gaza», il canale 72 Virgins – Uncensored ha più di 5.000 follower e pubblica video e foto che mostrano le uccisioni e le catture di militanti di Hamas, nonché immagini dei morti.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Flickr
Politica
Scontri tra manifestanti e sostenitori del governo nelle strade di Belgrado
A lot of state-controlled and directed football hooligans on the streets of Belgrade tonight. pic.twitter.com/YHely3bbnR
— Lily Lynch (@lilyslynch) November 2, 2025
🇷🇸🔥 BREAKING: Chaos in Belgrade — Protest Turns into Clash Outside Serbian Parliament
Tonight, the streets of Belgrade erupted in confrontation after a grieving mother — whose child died in a building collapse — sparked a protest demanding accountability from Serbia’s… pic.twitter.com/rDoBNAjTnB — Slavic Networks (@SlavicNetworks) November 2, 2025
🚨🇷🇸JUST IN: Protests in Serbia Enter Second Year!
A massive crowd is now gathering in front of the Serbian Parliament in Belgrade! Riot police have been deployed in large numbers. pic.twitter.com/4zxtNkLQAM — Mario ZNA (@MarioBojic) November 2, 2025
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