Economia
Distributismo, un convegno a Bergamo
Si terrà a Bergamo domani sabato 21 e domenica 22 settembre 2024 il primo «Festival Distributista Italiano», organizzato dal Movimento Distributista Italiano.
Il distributismo è una teoria economica che afferma che le risorse produttive mondiali dovrebbero essere possedute su larga scala anziché concentrate. Sviluppato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il distributismo si basava sui principi dell’insegnamento sociale cattolico, in particolare quelli di Papa Leone XIII nella sua enciclica Rerum novarum (1891) e di Papa Pio XI in Quadragesimo anno (1931).
Il titolo dell’evento, «La via d’uscita dallo Stato Servile: il pensiero politico di G.K Chesterston, H. Belloc e padre V.McNabb», mette insieme quattro grandi pensatori distributisti di cui Renovatio 21 ha pubblicato sintesi degli scritti.
Il programma prevede interventi sui punti fondamentali della filosofia economica distributista, con interventi del professor John Medaille (che per l’occasione viene dagli Stati Uniti), di Don Samuele Ceccotti e del dottor Paolo Gulisano. Il convegno sarà chiuso dalla relazione del presidente del Movimento Distributista Italiano, il dottor Matteo Mazziariol.
Il convegno si terrà presso la Sala Galmozzi della Biblioteca Casersazzi, via Torquato Tasso 4, Bergamo. Domenica 22 settembre è prevista una Santa Messa ed un pranzo conviviale con soci e simpatizzanti.
Per informazioni: info@movimentodistributistaitaliano.it
Riportiamo sotto locandina e comunicato del Movimento Distributista Italiano.
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Immagine di hozinja via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata ed ingrandita.
Economia
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Economia
La BCE respinge il ladrocinio dei fondi russi congelati proposto dalla Von der Leyen
La Banca Centrale Europea ha declinato di avallare il progetto della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per un finanziamento di 140 miliardi di euro a beneficio dell’Ucraina, da assicurare mediante i patrimoni russi immobilizzati. Lo riporta il Financial Times, attingendo a fonti informate sui negoziati.
Il quotidiano britannico ha precisato che la BCE ha ritenuto l’iniziativa della Commissione – che fa leva sugli attivi sovrani russi custoditi presso Euroclear, la società depositaria belga – estranea al proprio ambito di competenza.
Bruxelles ha impiegato mesi a sondare l’utilizzo delle riserve congelate della banca centrale russa per strutturare un «mutuo di indennizzo» da 140 miliardi di euro (equivalenti a 160 miliardi di dollari) in appoggio a Kiev. Il Belgio ha più volte espresso allarmi su potenziali controversie giudiziarie e pericoli finanziari in caso di attuazione del meccanismo.
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In base alla bozza elaborata dalla Commissione, i governi degli Stati membri dell’UE offrirebbero garanzie pubbliche per distribuire il peso del rimborso del prestito ucraino.
Tuttavia, i rappresentanti della Commissione hanno segnalato che i Paesi UE potrebbero non riuscire a reperire celermente risorse in scenari di urgenza, con il pericolo di generare turbolenze sui mercati finanziari.
A quanto risulta, i funzionari UE hanno sollecitato alla BCE se potesse intervenire come prestatore estremo per Euroclear Bank, la branca creditizia dell’ente belga, al fine di scongiurare una carenza di liquidità. Gli esponenti della BCE hanno replicato alla Commissione che tale opzione è impraticabile, ha proseguito il Financial Times, basandosi su interlocutori vicini alle consultazioni.
«Un’ipotesi di tal genere non è oggetto di esame, in quanto verosimilmente contravverrebbe alla normativa dei trattati UE che esclude il finanziamento monetario», ha chiarito la BCE.
Bruxelles starebbe ora esplorando vie alternative per assicurare una provvista temporanea a supporto del mutuo da 140 miliardi di euro.
«Assicurare la liquidità indispensabile per eventuali obblighi di restituzione dei beni alla banca centrale russa costituisce un elemento cruciale di un eventuale mutuo di indennizzo», ha dichiarato FT, citando un portavoce della Commissione.
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La direttrice di Euroclear, Valerie Urbain, ha ammonito la settimana scorsa che l’iniziativa verrebbe percepita a livello mondiale come una «espropriazione delle riserve della banca centrale, che erode il principio di legalità». Mosca ha reiteratamente definito qualsiasi ricorso ai suoi attivi sovrani come un «saccheggio» e ha minacciato ritorsioni.
L’urgenza del piano si inserisce in un frangente in cui l’UE, alle prese con vincoli di bilancio, deve reperire risorse per Kiev nei prossimi due anni, aggravata dalla congiuntura di liquidità critica ucraina, con gli sforzi per attingere ai fondi russi che si acuiscono mentre Washington avanza una nuova proposta per dirimere il conflitto. Gli analisti prevedono che l’Ucraina affronterà un disavanzo di bilancio annuo di circa 53 miliardi di dollari nel quadriennio 2025-2028, al netto degli stanziamenti militari extra.
L’indebitamento pubblico e garantito dal governo del Paese ha raggiunto picchi storici, oltrepassando i 191 miliardi di dollari a settembre, ha comunicato il Ministero delle Finanze. Il mese scorso, il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato al rialzo le stime sul debito ucraino, proiettandolo al 108,6% del PIL.
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Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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