Economia

Citibank: Il pacchetto di aiuti energetici da 200 miliardi della Germania potrebbe innescare il collasso finanziario globale

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Christian Schulz, vice capo economista europeo della banca di credito ordinario Citibank, ha dichiarato all’emittente statunitense CNBC il 3 ottobre che Wall Street è preoccupata per un’incombente crisi finanziaria in tutta l’Unione Europea.

 

La causa immediata della loro preoccupazione, affermano, è un piano di aiuti energetici da 200 miliardi di dollari annunciato dal governo tedesco di Olaf Scholz, progettato per mitigare l’effetto sui consumatori dell’aumento dei prezzi dell’energia e della drammatica carenza questo inverno.

 

Per finanziare i piani Berlino venderebbe buoni del tesoro. La mossa del governo Scholz, come riportato dalle testate mainstream, parrebbe indispettito i partner europei, compreso il primo ministro italiano uscente Mario Draghi.

 

La decisione all’inizio di questo mese del nuovo governo Truss britannico di lanciare un simile programma di prestito e spesa, insieme a enormi tagli alle tasse per i ricchi, ha finito per far esplodere il mercato dei gilt britannici, titoli di Stato a tasso fisso emessi da Londra con scadenza da 1 a 50 anni.

 

L’uomo di Citibank ha detto lunedì alla trasmissione Street Signs Europe della CNBC che «il rischio è che altri possano seguire quell’esempio citando il recente crollo del mercato obbligazionario del Regno Unito dopo i tagli fiscali non finanziati dal governo (…) Il rischio è che questa stessa dinamica [come visto in Gran Bretagna] si evolva ora anche nel continente».

 

Come riportato, Berlino la settimana scorsa titoli di stato emessi dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con scadenze da 1 a 50 anni.

 

La cifra di 200 miliardi era stata citata un mese fa dal presidente dell’Istituto Tedesco per la Ricerca Economia (DIW) come entità della perdita cui sta andando incontro il Paese in via di deindustrializzazione causata dalla fine della fornitura di gas russo: questo nonostante la potente privatizzazione del colosso energetico nazionale Uniper realizzata dalla Germania due settimane fa.

 

La Germania ad aprile aveva già preso in prestito 40 miliardi per tamponare la situazione a seguito della crisi ucraina, riservandosi al contempo di cambiare la Grundgesetz (la «legge base», cioè la Costituzione) per aumentare il tetto di spesa per i militari: e noi che pensavamo che una Germania che si riarma fosse un babau che spaventava tutti..

 

I numeri sparati dalle analisi di banche e istituzioni (crollo del PIL tedesco del 12,7%, contrazione economica europea del 3%, 2 trilioni di euro bollette in più che si fumano il 20% del bilancio famigliare) sono tutti da prendere cum grano salis, perché la situazione peggiuora di ora in ora. Il quadro è certamente molto più fosco di quello già estremamente drammatico che ci stanno proponendo.

 

Come riportato da Renovatio 21, è stato calcolato che sanzioni e assenza di gas costeranno all’economia europea, di cui Berlino è notoriamente la locomotiva, almeno 1,6 trilioni di euro.

 

Lo tsunami finanziario globale sta finalmente arrivando, come da programma?

 

 

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