Pensiero

Il conto della mancanza di gas russo è 1,6 trilioni. È il prezzo della vostra schiavitù

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Finalmente qualcuno ha messo un numero. 1,6 trilioni di euro, per il solo 2023.

 

Le sanzioni europee e l’abbandono volontario del gas russo – per il quale negli anni aveva (aveva…) costruito immani tubature transcontinentali, hanno ora un costo calcolato.

 

Yakov & Partners è l’ex divisione russa della (molto controversa) multinazionale della consulenza americana McKinsey. L’azienda ha prodotto uno studio su sull’attuale situazione energetica europea che è stato visto da Vedomosti, il secondo quotidiano economico della Russia. Gli studiosi rilevano dapprima come i Paesi dell’UE hanno lanciato «interventi normativi e finanziari attivi», nel tentativo di mitigare l’impatto della crisi energetica in corso.

 

Tuttavia, l’attenzione della ricerca si sposta subito sulla possibile perdita di competitività e la conseguente chiusura di alcune delle industrie più energivore a causa della mancanza di gas e del generale aumento dei prezzi dei prodotti energetici.

 

«La crisi comporterà un aumento del numero di fallimenti e un effetto domino nel settore finanziario. La domanda dei consumatori diminuirà, le aziende chiuderanno i loro programmi di investimento. Alcuni dei settori a più alta intensità energetica potrebbero non essere competitivi a causa della carenza di gas e dell’aumento dei costi energetici. Di conseguenza, le aziende potrebbero ridurre la produzione del 10-60% rispetto ai livelli del 2021. Inoltre, potrebbero essere a rischio 16 milioni di posti di lavoro».

 

«La realizzazione degli interventi porterà a un disavanzo di bilancio fino a 2 trilioni di euro all’anno con il livello dell’onere del debito del settore statale dell’UE al 100% del PIL», conclude Yelena Kuznetsova, coautrice dello studio e partner di Yakov & Partners».

 

Questa è la valutazione della crisi energetica europea: in pratica, la fine del mondo. È lo sfascio definitivo della società così come la conoscevamo. È una cosa immensa, come mai nei abbiamo vedute, mostruosa come nemmeno riusciamo ad immaginare.

 

È la deindustrializzazione realizzata. È la regressione del continente culla della Civiltà al Medioevo: ma non per le storielle tipo «il diritto all’aborto» (oggi difeso dalla destra e dalla gerarchia eccelsiastica); no, per il fatto che oggi sono le stesse istituzione dello Stato moderno (Polonia, Moldavia Germania, finanche) a suggerire ai cittadini di raccogliere legna per l’inverno, come secoli fa.

 

La domanda che si fanno tutti è cosa succederà ora. Nel senso, fuor di analisi del disegno complessivo, che ne sarà di noi – come pagheremo le bollette.

 

Chi segue questo sito lo sa: tedeschi, inglesi, francesi… ovunque fette consistenti della popolazione si mobilitano e giurano che non pagheranno la follia recapitata loro in cassetta della posta dai colossi energetici nazionali.

 

È così: si tratta di cifre inesigibili, impossibili da cancellare, neppure con il decreto magico di cui parlava il candidato Di Maio, al quale alla fine non hanno creduto neanche i famigli, vista la quantità di voti rimediata.

 

Pensiamo che sia vero: non pagheremo quelle bollette. È impossibile. Nemmeno i Paesi che stanno nazionalizzando le loro imprese nazionali energetiche (Parigi con l’EDF, Germania con Uniper, a Londra ci pensano – parentesi: in Italia di ri-nazionalizzare ENI e ENEL non ha parlato nessuno nemmeno come sparata da campagna elettorale) potranno scalfire la montagna che si sta accumulando anche mentre leggete questo articolo.

 

E quindi, come faranno? Semplice: in mancanza del gas dei russi, e nella bizzarra incapacità di trovarlo altrove (magari in Adriatico?), il conto ce lo faranno pagare tutto, ma a rete.

 

Cartolarizzeranno. Si dice così: finanziarizzeranno. Il vostro debito verrà trasformato costrutto monetario astratto, che dovrete comunque pagare, ma in dieci anni.

 

In pratica, vi renderanno debitori, anche se mai avete fatto qualcosa per mai diventarlo, avete solo acceso la stufa e fatto andare il frigo.

 

Potete aver fatto di tutto per evitare gli usurai: mai preso soldi in prestito, mai comprato in modo ratealizzato, potete magari aver evitato le banche mettendo materialmente i soldi sotto: non importa, siete diventati debitori del sistema – per il solo fatto di consumare, cioè di esistere.

 

Siete gli schiavi del XXI secolo.

 

Lo siete divenuti di colpo, ma in verità sono anni che diciamo che i segni c’erano già tutti. Prima del COVID. Prima di Zelens’kyj.

 

Ci è impossibile, a questo punto, credere che tutto questo sia accidentale, frutto di congiunture economiche, di guerre geopolitiche, di incompetenze finanziarie: solo uno stolto può vedere il caso dietro a questo quadro di distruzione.

 

Su Renovatio 21 abbiamo citato spesso la confisca – cioè, la rapina – dei 300 miliardi di dollari appartenenti alla Banca Centrale russa depositati presso le altre banche, il complotto internazionale ordito, ha scritto il Financial Times, con la grande iniziativa di Draghi: la mossa è stata definita come il primo vero esempio di guerra economica nella storia dell’uomo.

 

La verità è che la guerra economica non è stata lanciata contro Putin. La guerra economica è stata programmata e scatenata contro la popolazione europea – in attesa di sistemare il resto dell’umanità che ne dipende.

 

«La guerra è dunque un atto di forza che ha per iscopo di costringere l’avversario a sottomettersi alla nostra volontà» scriveva Carl Von Klausewitz.

 

Come non vedere quanto ben s’attaglia tale definizione alla nostra condizione nell’ora presente. Ci sfiancano per sottometterci, ci vessano affinché ci abbandoniamo alla loro volontà. Con COVID e green pass è funzionato esattamente così. Questa ulteriore è però una fase assai più barbara: perché, come tutte le guerre vere anche la guerra contro di voi farà male.

 

La bollette che state per ricevere, le fabbriche che chiudono in massa, sono strumenti di questa guerra. Le rivolte, le crudeltà a cui assisteremo, sono parte del programma. Così come il freddo, la fame. Sarete così sfiniti, così impauriti, così disperati che vi lascerete fare qualsiasi cosa. Altre modificazioni genetiche, microchip, cessione di ogni proprietà, come sosteneva quella strana lettera dal Canada e pure il World Economic Forum di Klaus Schwabnon possiederai niente e sarai felice»).

 

Diventeremo servi telecomandati, mandati in giro con qualche monetina che potranno creare demiurgicamente sul nostro telefonino – ecco il senso dell’inevitabile euro digitale, la famosa CBDC (Central Bank Digital Currency) che magari se accetterai di usare ti garantirà sconti in bolletta, altrimenti niente luce acqua gas: non è fantascienza distopica, è la diligente conseguenza della meccanica sociale premiale convalidata con il certificato verde, e la necessaria conseguenza dello Stato che si trasforma in piattaforma elettronica. La bolletta, come le tasse e le multe, ti sarà prelevata direttamente dal portafoglio elettronico, senza il quale, di fatto, non potrai vivere: sì, come nell’Apocalisse di San Giovanni e nei video di Casaleggio.

 

Ora sappiamo che la schiavitù del continente culla della Civiltà ha un prezzo. Lo stiamo già pagando, ma non è la cosa più tremenda che stiamo perdendo.

 

Perché tutto questo è fatto per togliere all’essere umano la libertà e la dignità assegnategli da Dio stesso. Perderle significa dimenticarsi di lui. Del suo amore, della sua ira, e del fatto che siamo fatti a sua immagine, un dono infinito ma anche, nel momento in cui il principe di questo mondo manomette il DNA dei popoli, un tesoro da difendere a prezzo del sangue.

 

La prima cosa da capire è facile-facile: c’è una guerra vera che sta infuriando. Non è contro l’Ucraina, né contro la Russia. È una guerra contro di voi, fatta per rendervi schiavi. E non per questioni economiche: perché vi odiano, come odiano le vostre famiglie, come odiano soprattutto i vostri figli.

 

Realizzare questa violenza è già cosa molto importante. Il resto poi sta a voi: la Cultura della Morte è qui per ucciderci, ma solo se glielo lasciamo fare.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

 

 

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