Politica
Black Lives Matter chiede ai bianchi di cedere loro la casa
Un video girato fuori dalla città di Seattle mostra una folla di agitatori di Black Lives Matter che molestano un proprietario di casa e chiedono che ceda la loro proprietà per porre rimedio al razzismo. Lo riporta Summit News.
La clip mostra un manifestante maschio che individua una casa e fa una predica a quelli all’interno su come si viva «in un quartiere storicamente nero».
Quindi accusa i bianchi di acquistare terreni e case da persone di colore al di sotto del loro valore di mercato e di aver cacciato gli afroamericani.
«Dacci la tua casa, ridai ai neri le loro case, stai seduto lì comodamente»
Black Lives Matter mob demands White people move out of neighborhood and give their homes to black people. pic.twitter.com/K2ywb899zS
— Mark Dice (@MarkDice) August 14, 2020
«Apri il portafoglio!»
«Ora lo stiamo portando alla tua porta di casa, quindi che c***o pensi di fare al riguardo?»
«Dacci la tua casa, ridai ai neri le loro case, stai seduto lì comodamente… Vivevo in questo quartiere e la mia famiglia è stata cacciata e tu sei seduto lassù a divertirti con gli altri tuoi amici bianchi».
«Ora lo stiamo portando alla tua porta di casa, quindi che c***o pensi di fare al riguardo?» chiede il manifestante maschio mentre la folla continua a molestare il proprietario della casa.
Il video termina con il proprietario della casa che apparentemente spegne le luci nel tentativo di evitare ulteriori escalation.
«Il sequestro di proprietà di proprietà dei bianchi è stato a lungo uno degli obiettivi principali del movimento Black Lives Matter»
«Il sequestro di proprietà di proprietà dei bianchi è stato a lungo uno degli obiettivi principali del movimento Black Lives Matter» scrive Summit News.
«Nel 2017, la leader del BLM Chanelle Helm ha emesso un elenco di richieste, una delle quali era che i bianchi facessero la loro proprietà ai neri per dimostrare che non sono razzisti: “Bianco, se non hai discendenti, la tua proprietà verrà affidata a una famiglia Black [nera, ndr] o Brown [marrone, ndr]”, ha scritto».
«Bianco, se non hai discendenti, la tua proprietà verrà affidata a una famiglia Black o Brown»
«Bianco, se puoi permetterti di ridimensionare, rinuncia alla casa che possiedi e dalla ad una famiglia Black o Brown. Preferibilmente una famiglia in stato di povertà generazionale… Bianco, rifai il tuo budget mensile in modo da poter donare ai fondi ai neri per l’acquisto di terreni».
L’Italia sta ora subendo un’enorme iniezione di popolazione Black, anzi diremmo perfino black original, africani veri.
«Bianco, rifai il tuo budget mensile in modo da poter donare ai fondi ai neri per l’acquisto di terreni»
L’inesausta, eterna carta della povertà intergenerazionale degli afroamericani può tranquillamente essere giocata anche dai neri africani, che secondo la mentalità progressista se non fuggono da una guerra (menzogna che speriamo scomparirà) fuggono da uno stato di miseria causato dal colonialismo occidentale.
Il problema è che l’italiano, a differenza dell’americano, già aderisce automaticamente alla richiesta di Black Lives Matter: il nostro budget mensile – le nostre tasse – è già stato riformulato dallo Stato italiano al fine di dare tanti danari (miliardi di euro all’anno: c’è chi dice 3, c’è chi dice 7 o anche molto di più) ai black, che con evidenza stanno per lo più in condizione di felice nullafacenza totale e sfrecciano per le nostre città con abiti nuovi e telefonini ultima generazione, non più solo in bicicletta: se ne stanno avvistando molti anche in monopattino elettrico.
Come non pensare che la protesta dell’esproprio di case e terreni di bianchi (già visto in Zimbabwe, ora proposto da partiti in Sud Africa) arriverà anche sotto le vostre porte?
Rebus sic stantibus, chiediamo al lettore: come non pensare che la protesta dell’esproprio di case e terreni di bianchi (già visto in Zimbabwe, ora proposto da partiti in Sud Africa) arriverà anche sotto le vostre porte?
Cos’altro ci vuole per capire che la dinamica è oramai evidente, e può indicare solo un destino di scontro in cui si dovrà addirittura difendere la propria casa?
Immagine da screenshot di video YouTube.
Politica
Tokyo, governo sconfitto alle suppletive, sempre più basso il consenso per Kishida
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si è votato in tre circoscrizioni che hanno visto l’affermazione del partito costituzionale democratico. Il partito del premier non è riuscito a tenere nemmeno il seggio nella prefettura di Shimane, considerata una roccaforte conservatrice. A pesare gli scandali sulla raccolta irregolare di fondi ma anche il deprezzamento dello yen.
Il partito liberaldemocratico del Giappone (PLD), da cui proviene anche il premier Fumio Kishida, ha perso tre seggi nelle elezioni suppletive per la Camera dei rappresentanti che si sono tenute ieri. Si tratta di una sconfitta che certifica lo scarso sostegno dell’opinione pubblica al partito al governo in seguito a una serie di scandali che hanno coinvolto diversi ex ministri e parlamentari.
Tutti i seggi in palio (che prima di diventare vacanti appartenevano alla formazione liberaldemocratica) sono stati vinti dal partito costituzionale democratico (PCD), guidato da Kenta Izumi: il PLD non aveva schierato candidati nelle circoscrizioni di Tokyo e Nagasaki, ma si era concentrato a difendere il seggio delle prefettura occidentale di Shimane, nota per essere una roccaforte conservatrice. Invece proprio qui ha prevalso la candidata Akiko Kamei, nonostante nell’ultimo mese il premier Kishida avesse visitato due volte la prefettura in sostegno del liberaldemocratico Norimasa Nishikori.
Kamei ha detto che la vittoria nel «regno conservatore» di Shimane, invia un «importante messaggio» a Kishida, criticato per non aver impedito il deprezzamento dello yen e non aver ottenuto un aumento dei salari superiore alla crescita dei prezzi.
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Un sondaggio di Kyodo News mostra inoltre che il 77% degli intervistati ha votato «in considerazione» dello scandalo sui fondi raccolti in maniera irregolare all’interno del PLD, che negli ultimi mesi ha costretto alle dimissioni diversi ministri e parlamentari.
A novembre dello scorso anno è stata resa pubblica un’indagine della procura giapponese secondo cui alcuni membri del PLD appartenenti alla «corrente Abe» non avrebbero dichiarato – tenendoli per sè – almeno 500 milioni di yen (circa 3,2 milioni di euro) ottenuti grazie alle raccolte fondi del partito.
Nel frattempo il tasso di approvazione nei confronti di Kishida è sceso al di sotto della soglia del 30%, considerata, da parte degli analisti, «di pericolo» per il governo.
La pesante sconfitta del PLD a Shimane probabilmente minerà una nuova candidatura del premier nella corsa per le prossime elezioni presidenziali. Il segretario generale del partito, Toshimitsu Motegi, il numero due dopo Kishida, dopo l’annuncio dei risultati si è rivolto ai giornalisti: «accetteremo umilmente i risultati», ha detto, aggiungendo che il PLD «ha bisogno di lavorare all’unisono per affrontare la sfida».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Bioetica
Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto
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La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!». Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans. La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane. Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.Joe Biden made the sign of the cross as the chair of the Florida Democratic Party spoke in favour of abortion yesterday. Apparently he was so horrified at the notion of Ron DeSantis limiting abortions to six weeks that he had to bless himself. Report: https://t.co/m4sOjcWTtI pic.twitter.com/HZ8pC81GCx
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 24, 2024
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Politica
Elezioni USA 2020, un elettore per corrispondenza su cinque ha ammesso la presenza di frode elettorale: sondaggio
Un quinto degli elettori che hanno votato per corrispondenza durante le elezioni presidenziali del 2020 ha ammesso di aver commesso almeno un tipo di frode elettorale, secondo i risultati di un recente sondaggio condotto da Rasmussen Reports e The Heartland Institute.
Tucker Carlson ha fatto uscire nelle ultime ore una sconvolgente intervista con Just in Haskins, direttore del Centro di ricerca sul socialismo presso l’Heartland Institute, in cui quest’ultimo ha spiegato come un sondaggio condotto insieme a Rasmussen Reports ha rivelato una diffusa attività elettorale illegale tra gli elettori per corrispondenza durante le elezioni del 2020.
Il sondaggio è stato pubblicato per la prima volta nel dicembre 2023.
About one in five mail-in ballots in the last election was fraudulent, handing Biden the presidency. We know this because the people who committed the fraud have admitted it in a new poll. pic.twitter.com/fxHL9hT4sw
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) April 26, 2024
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Agli intervistati che hanno indicato di aver votato per posta alle elezioni del 2020 sono state poste una serie di domande che indagavano su attività illegali e fraudolente, sebbene le domande non etichettassero esplicitamente queste attività come «frode».
«Ad esempio, abbiamo chiesto alle persone: “Hai votato in uno Stato in cui non risiedi più legalmente? Se non risiedi permanentemente in uno stato, non puoi votare lì. Il 17% delle persone, quasi una su cinque, ha detto di sì», ha detto Haskins a Carlson.
Ha inoltre condiviso che il 21% degli elettori per corrispondenza ha ammesso di aver compilato una scheda elettorale per conto di qualcun altro, un’altra attività illegale, e il 17% ha ammesso di aver falsificato una firma per conto di qualcun altro, «con o senza il suo permesso».
«Quindi, tutto sommato, almeno una scheda elettorale su cinque ha coinvolto qualche tipo di attività fraudolenta», ha detto Haskins.
Di tutti gli elettori intervistati – sia quelli che hanno votato per posta che quelli che hanno votato di persona – il 10% ha affermato che «un amico, un familiare, un collega o un altro conoscente» ha ammesso di aver votato per posta in uno stato diverso da quello in cui sono registrati come stato di residenza permanente.
«I risultati di questo sondaggio sono a dir poco sorprendenti», ha osservato Haskins dopo i risultati del sondaggio. «Negli ultimi tre anni, agli americani è stato ripetutamente detto che le elezioni del 2020 sarebbero state le più sicure della storia. Ma se i risultati di questo sondaggio riflettono la realtà, è vero esattamente il contrario. Questa conclusione non si basa su teorie del complotto o su prove sospette, ma piuttosto sulle risposte fornite direttamente dagli elettori stessi».
«Una repubblica democratica non può sopravvivere se le leggi elettorali consentono agli elettori di commettere facilmente frodi, e questo è esattamente ciò che è accaduto durante le elezioni del 2020», ha continuato. «Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi in più di una dozzina di stati dalla conclusione delle elezioni del 2020, è necessario molto più lavoro nella maggior parte delle regioni degli Stati Uniti. Se le leggi elettorali americane non miglioreranno presto, elettori e politici continueranno a mettere in dubbio la veridicità e l’equità di tutte le future elezioni».
Il Carlson ha sottolineato che le affermazioni secondo cui i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 sarebbero basati su voti fraudolenti sono ora considerate un «reato penale» negli Stati Uniti, almeno nella misura in cui «quel crimine sembra costituire la base di una delle accuse pendenti di Trump». L’accusa in questione afferma che Trump ha utilizzato «false accuse di frode elettorale per ostacolare la funzione del governo federale mediante la quale tali risultati vengono raccolti, conteggiati e certificati».
Sono emerse numerose prove di frodi nelle elezioni generali del 2020, ma ciò è stato ampiamente ignorato dai media mainstream.
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Ad esempio, nel 2022, un articolo sottoposto a revisione paritaria dell’esperto economista ed ex ricercatore senior del Dipartimento di Giustizia (DOJ), John Lott, ha compilato prove statistiche di frode elettorale nelle elezioni del 2020, in particolare, di circa «255.000 voti in eccesso, forse fino a 368.000, per Joe Biden in sei Stati indecisi dove Donald Trump ha presentato accuse di frode».
La notte delle elezioni sono stati segnalati gruppi di voti che sono stati conteggiati in modo sospetto e schiacciante per Biden, invertendo un precedente vantaggio di Trump in stati come Pennsylvania e Wisconsin. E prima delle elezioni, Project Veritas aveva pubblicato un video che mostra gli elettori corrotti e persuasi a votare per i democratici, anche modificando i loro voti nella scheda elettorale.
Come riportato da Renovatio 21, truccare qualsiasi elezione, negli USA, non è un lavoro difficile, come ha attestato la testimonianza di un frodatore elettorale al New York Post. L’operativo della politica, in forza ai Democratici, aveva detto che la frode è più la regola che l’eccezione. «Questa è una cosa reale. E ci sarà una cazzo di guerra in arrivo il 3 novembre su questa roba» aveva dichiarato in riferimento alle elezioni in arrivo nel 2020.
Gli Stati Uniti – Paese occidentale che guida la trasformazione della società verso un incubo di sorveglianza tecnocratica – sono altresì teatro della demenziale – ma provvidenziale, per i frodatori elettorali – mancanza di obbligo di esibire qualsiasi documento quando si va a votare.
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