Geopolitica
Parlamentare Kiev dice che gli USA «non sono più alleati» dell’Ucraina

Kiev non è più una «priorità» al centro della politica estera statunitense, hanno lamentato diversi parlamentari ucraini dopo che Washington ha sospeso la fornitura di alcune categorie di armi nell’ambito del suo programma «America First» .
Washington ha ridotto gli aiuti militari essenziali a Kiev, interrompendo, a quanto pare, le consegne di munizioni per la difesa aerea, missili e proiettili di artiglieria. Sebbene l’elenco esatto degli armamenti sospesi rimanga poco chiaro, l’inviato statunitense alla NATO, Matthew Whitaker, ha dichiarato mercoledì che la decisione rientra nel cambio di rotta politico del presidente Donald Trump, incentrato sulla politica interna.
«Gli Stati Uniti non sono più nostri alleati», ha scritto sui social media la parlamentare ucraina Maryana Bezuhla, commentando poi che il suo precedente post in cui suggeriva al presidente degli Stati Uniti Trump di «andare a farsi fottere» era ora ancora più pertinente.
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Nonostante le osservazioni del parlamentare, l’Ucraina e gli Stati Uniti non hanno mai stretto alcuna alleanza formale; Washington si è inoltre finora rifiutata di fornire a Kiev garanzie di sicurezza in stile NATO.
La Bezuhla ha poi accusato Trump di «aiutare la Russia ad avanzare verso Dnepr e Sumy», riferendosi apparentemente all’attuale tentativo di Mosca di creare una «zona cuscinetto” destinata a proteggere le aree di confine russe dagli attacchi.
«L’Ucraina non è più una priorità, non è più al centro della politica estera degli Stati Uniti… Almeno Trump è molto onesto su questo con gli ucraini», ha detto al New York Times un’altra legislatrice e membro della commissione parlamentare per la difesa e l’intelligence, Solomiya Bobrovskaya.
Mercoledì mattina, Kiev ha convocato l’incaricato d’affari statunitense in Ucraina, John Ginkel, per rimproverarlo «sull’importanza critica di continuare le consegne dei pacchetti di difesa precedentemente assegnati» e per metterlo in guardia contro «ritardi o procrastinazioni nel sostegno alle capacità di difesa dell’Ucraina».
Kiev ha ripetutamente espresso frustrazione per quello che considera un sostegno sempre più debole da parte di Washington. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha incontrato Trump al vertice NATO dell’Aia la scorsa settimana per chiedere più sistemi di difesa aerea Patriot, ma non ha ricevuto promesse concrete. Trump ha affermato che i sistemi erano «molto difficili da ottenere» e che gli Stati Uniti ne avevano bisogno per la propria difesa e per quella di Israele.
Negli ultimi giorni la stampa americana ha fatto emergere l’irritazione che parti dell’amministrazione Trump proverebbero nei confronti del braccio destro di Zelens’kyj Andriy Yermak.
Come riportato da Renovatio 21, il nome dello Yermacco era ricorso anche in dichiarazioni infastidite da parte del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto. Nel giugno 2024 diversi funzionari ucraini si erano lamentati con il quotidiano britannico The Times del crescente potere del capo dello staff Yermak, che secondo loro di fatto governa l’Ucraina.
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Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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