Spirito
Fra Francesco Ielpo nuovo Custode di Terra Santa
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Leone XIV ha approvato l’elezione della nuova guida della presenza francescana nei Luoghi Santi sulle orme del santo di Assisi. Italiano, 55 anni, prende il posto di fra Francesco Patton giunto al termine del suo mandato. Il ministro generale dei frati minori conventuali Fusarelli: «il particolare contesto di conflitto e di violenza rende ancora più urgente la nostra missione a Gerusalemme e in tutto il Medio Oriente».
Papa Leone XIV ha confermato l’elezione di fra Francesco Ielpo come nuovo Custode di Terra Santa, cioè il ministro provinciale per la provincia dei frati minori conventuali che da ormai 800 anni sulle orme del proprio fondatore svolge il suo ministero a Gerusalemme e nei Luoghi Santi. Italiano, 55 anni, fra Ielpo raccoglie il testimone di fra Francesco Patton, che guidava la Custodia dal 2016 e per statuto non era più riconfermabile nel suo mandato.
Il nuovo Custode proviene dalla provincia dei frati minori dell’Italia settentrionale. Nato in Basilicata, è cresciuto a Buscate, in provincia e diocesi di Milano. Ha vestito l’abito francescano nel 1993 ed emesso i voti nel 1998, venendo poi ordinato sacerdote il 10 giugno 2000. Nell’ultimo triennio ha ricoperto gli incarichi di delegato del Custode di Terra Santa in Italia e di presidente della Fondazione Terra Santa.
Dal 2013, a Milano, era già stato per vari anni commissario di Terra Santa di Lombardia e, in seguito, di tutta l’Italia settentrionale. Un compito – questo – che lo ha visto accompagnare tanti pellegrini a Gerusalemme in questi anni.
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Il Custode di Terra Santa ha la sua sede nel convento di San Salvatore nel cuore della città vecchia a Gerusalemme e mantiene anche il titolo di Guardiano del Monte Sion, con riferimento al luogo santo del Cenacolo dove nei primi anni risiedevano i francescani. Mantiene la giurisdizione sui frati minori conventuali del Medio Oriente (Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Palestina, Siria) e su alcuni altri conventi legati alla Terra Santa che si trovano in diversi Paesi del mondo (Argentina, Grecia, Italia, Spagna, Stati Uniti). Coordina anche i 66 commissariati e i 31 vice-commissariati di Terra Santa presenti in ben 51 nazioni, che promuovono i pellegrinaggi a Gerusalemme e sostengono le attività pastorali dei frati al servizio dei cristiani della Terra Santa.
In una lettera inviati ai frati della Custodia di Terra Santa in occasione dell’elezione, il ministro generale dei francescani conventuali, fra Massimo Fusarelli, sottolinea il momento delicatissimo in cui Ielpo viene chiamato a questo ministero.
«Il particolare contesto di conflitto e di violenza che proprio in Terra Santa e nel Medio Oriente viola la dignità della vita umana, soprattutto dei più piccoli e indifesi – scrive fra Fusarelli – rende ancora più urgente e ‘martiriale’ la nostra missione in quei Luoghi e ci richiama alla nostra vocazione di testimoni e operatori di riconciliazione e di pace. Proprio questa situazione ci aiuti a superare visioni umane parziali e a concentrarci su quanto chiede questa missione fondamentale».
«A nome della Chiesa e dell’ordine – scrive ancora il ministro generale ai frati della Terra Santa – vi ringrazio per la vostra testimonianza, che vi fa restare in Terra Santa, accanto e con la gente, come fratelli e minori e non come mercenari che scappano».
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Spirito
«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
Qui legit intelligat
Omelia nella Prima Domenica di Avvento
Terra vestra deserta; civitates vestræ succensæ igni: regionem vestram coram vobis alieni devorant, et desolabitur sicut in vastitate hostili.
Il vostro paese è desolato, le vostre città consumate dal fuoco, i vostri campi li divorano gli stranieri, sotto i vostri occhi; tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari.
Is 1, 7
Intervenendo all’Assemblea Generale della CEI ad Assisi (1), il card. Matteo Zuppi ha detto che «la Cristianità è finita», e che questo fatto dev’essere considerato positivamente, come un’occasione, un καιρός. Non vi sfuggirà l’uso del lessico globalista, secondo il quale ogni crisi indotta dal Sistema è anche un’opportunità: la cosiddetta pandemia COVID, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica, l’islamizzazione delle nazioni occidentali. Zuppi – uno dei principali esponenti della chiesa sinodale – si guarda bene però dal riconoscere che la distruzione dell’edificio cattolico e la cancellazione della presenza cattolica nella società siano l’effetto logico e necessario dell’azione eversiva del Concilio Vaticano II e dei suoi sviluppi remoti e recenti, ostinatamente imposta dalla Gerarchia stessa. D’altra parte, nel momento in cui viene spodestato Cristo Re e Pontefice sostituendolo con la volontà della base – prima la collegialità, oggi la sinodalità – non poteva che accadere nella Chiesa Cattolica ciò che duecento anni prima era accaduto nella cosa pubblica.Sostieni Renovatio 21
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Spirito
Il cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»
In un contributo apparso questa settimana sul suo blog personale, il cardinale Joseph Zen, 93enne porporato cinese in quiescenza, ha formulato un’ulteriore aspra reprimenda al Sinodo sulla sinodalità e al compianto pontefice Francesco.
Francesco ha lasciato in eredità «caos e disgregazione», ha asserito Sua Eminenza. «La nostra aspirazione più profonda è che papa Leone XIV ricompatti la Chiesa sulle basi della verità, radunando tutti noi nella missione evangelizzatrice. Offriamo le nostre invocazioni e le nostre rinunce per papa Leone».
Zen non ha mai celato le sue apprensioni sul cammino sinodale. In seguito alla scomparsa di Francesco, il cardinale aveva ammonito i porporati convocati al conclave che la Chiesa si trova di fronte a un «dilemma esistenziale» nel confronto con esso. In un’analisi divulgata a febbraio 2024, Sua Eminenza aveva espresso l’auspicio che «questo Sinodo sulla ‘sinodalità’ possa giungere a una conclusione dignitosa».
Nel testo odierno, Zen ha manifestato timore che la Chiesa cattolica si stia «trasformando nella Chiesa anglicana» e che stia «commettendo un suicidio assimilandosi» al mondo secolare.
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«Senza dubbio… i fedeli debbono contribuire agli indirizzi ecclesiali, ma il primato dei vescovi non può essere eluso», ha precisato in merito al sinodo. Tuttavia, «l’assemblea del 2024 sulla sinodalità non ha più costituito un Sinodo nella accezione classica… ha inaugurato un’ibrida “assemblea consultiva dei battezzati”».
Il porporato cinese ha quindi censurato il documento conclusivo del sinodo, bollandolo come «vago e innovativo», attribuendo alla Fiducia supplicans – che autorizza la benedizione delle «coppie» omosessuali – il merito di aver generato «turbamenti marcati e fratture profonde» nell’ambito della Chiesa.
Sua Eminenza ha pure confidato che, qualora Dio lo convocasse al martirio, lo accoglierebbe come una «grazia immensa», e ha deplorato la difficoltà, in quest’epoca, di discernere e diffondere la verità e la sapienza per le anime. La verità, ha soggiunto, non risiede nelle opinioni individuali, bensì nella consapevolezza di «essere figli di Dio» e nel sacrificio redentore di Cristo per i nostri falli.
Per lustri, Zen ha redarguito la Santa Sede per la sua linea conciliante verso il Partito Comunista Cinese sulla designazione dei vescovi. Nondimeno, ha chiuso il suo intervento ribadendo la propria fedeltà alla Cattedra di Pietro.
«La mia contestazione a taluni atti pontifici scaturisce proprio dalla mia devozione profonda al papa», ha chiarito, evocando passi evangelici quali Matteo 14 e Luca 22: il primo, in cui san Pietro – non ancora Pontefice – vacilla sulla superficie dell’acqua dubitando del Signore; il secondo, in cui Cristo preannuncia il triplice rinnegamento di Pietro.
A ottobre, il cardinale aveva condannato il pellegrinaggio LGBT ospitato nella Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era al corrente dell’iniziativa con anticipo, ma non ha elevato alcuna protesta successiva. Lo riteniamo del tutto inspiegabile!», aveva esclamato, invitando a pratiche di penitenza quali preghiera e astinenza.
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Spirito
Un papa mette, un altro toglie
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