Spirito
Leone XIV visto da un peso massimo del Sacro Collegio
Figura chiave del Palazzo Apostolico e profondo conoscitore dei misteri del Vaticano, il cardinale Fernando Filoni ha appena condiviso la sua visione di un nuovo pontificato che, a giudicare dalle righe, dovrebbe essere significativamente diverso da quello conclusosi con la chiamata di Papa Francesco a Dio il giorno dopo Pasqua.
A 79 anni, il cardinale Filoni può vantare di appartenere al club molto esclusivo dei «papisti». Italiano stimato, vicesegretario di Stato con Benedetto XVI e poi prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli – uno dei dicasteri più importanti della Curia riformata – non nasconde a Le Figaro la sua soddisfazione per la recente elezione al sovrano pontificato di papa Leone XIV, scelta nella quale non sembra aver avuto un ruolo secondario.
Commentando la sua prima apparizione alla loggia, il cardinale Filoni insiste sul fatto che Leone XIV pose la pace al centro del suo messaggio: un modo per distinguere il nuovo pontefice dal precedente, sottolineando la preoccupazione per «unità» e «riconciliazione» del primo papa americano che, al momento del suo insediamento, chiese consiglio ai cardinali e insistette sul ruolo centrale della curia romana nel suo governo.
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Per l’alto prelato, questo doppio movimento – apertura e valorizzazione della Curia – suggerisce una governance più equilibrata e meno incentrata sulla sola figura del pontefice. È interessante vedere come il cardinale Filoni decifra le priorità che emergono da questo pontificato.
Ascoltandolo, Leone XIV, consapevole delle vivaci discussioni delle congregazioni pre-conclave, dichiarò che «non avrebbe dimenticato nulla» di questi scambi in cui «avevamo parlato molto, e di tutto!». Questo ascolto attento dei cardinali testimonia una volontà diversa rispetto al pontefice argentino: «i cardinali sanno bene che la scelta di Leone XIV è frutto di una visione comune: fedeltà alla tradizione, sensibilità alle realtà quotidiane», spiega il cardinale.
Un pontificato di rifocalizzazione, forse, concependo la sinodalità in modo leggermente diverso da quello di papa Francesco: così, se il pontificato di Francesco è stato segnato da una sinodalità a volte percepita come «troppo orizzontale», per usare le parole di mons. Filoni, quello di Leone XIV dovrebbe ristabilire una «comunione» più profonda tra il Supremo Pastore e le Chiese particolari.
«Leone XIV avrà però bisogno di tempo per regolare meglio la vita della sua Curia», ha detto il cardinale, consapevole dei cambiamenti necessari – che in genere avvengono con calma e senza fretta, come vuole la tradizione vaticana – per adattare questo organo di governo alle aspettative del nuovo pontificato.
Laddove, secondo il cardinale Filoni, il pontefice argentino favoriva una sinodalità talvolta percepita come «miracolistica» – cercando soluzioni rapide ai problemi più complessi – Leone XIV sembra voler ristabilire un equilibrio tra tradizione e modernità, tra autorità pontificia e collegialità episcopale.
E l’alto prelato ha ribadito il concetto spiegando che il «riequilibrio» che Leone XIV dovrebbe attuare non significa un rifiuto dell’eredità di Francesco, ma piuttosto una «reinterpretazione» delle sue «intuizioni» all’interno di un quadro più strutturato.
Un modo cortese ma abbastanza chiaro per dire che, oltretevere, il vento era cambiato e la barca di Pietro avrebbe dovuto impostare una nuova rotta. Per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime, speriamo. Ma è ancora troppo presto per dire da dove soffierà questo vento e in quale direzione andrà.
Articolo apparso su FSSPX.News
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Immagine di Simon Liu / 總統府 (Office of the President) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Spirito
«Siamo stati creati per la gloria»: omelia nella festa di Ognissanti di mons. Viganò
Vos, purpurati martyres, Vos candidati præmio Confessionis, exsules Vocate nos in patriam.
Rabano Mauro Inno Placare, Christe
Dopo la solenne celebrazione della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’ultima Domenica di Ottobre, il primo Novembre è dedicato a coloro che con Cristo hanno combattuto il bonum certamen, meritando di trionfare con Lui nella vittoria sfolgorante sul demonio. Il giorno seguente, 2 Novembre, viene ricordato un altro sterminato esercito di anime sante: quelle di coloro che il fuoco del Purgatorio purifica, come l’oro nel crogiuolo, per renderle degne di essere ammesse alla gloria della contemplazione della Maestà divina.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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Spirito
Lo stile di Leone XIV: conservare il vero senza rigettare il falso?
In una Nota sullo stile di Papa Leone XIV del 1° giugno 2025, pubblicata sul suo blog e riproposta da Sandro Magister su Settimo Cielo il 2 giugno, Leonardo Lugaresi, esperto di Padri della Chiesa, si sforza di «cogliere un aspetto dello stile di pensiero e di governo di Papa Leone XIV, che mi sembra emergere chiaramente nei suoi primi discorsi; un tratto che merita la massima attenzione per il suo valore paradigmatico, non solo nei contenuti ma anche, e direi soprattutto, nel metodo».
Questo stile, secondo lo studioso italiano, equivale a fare «giusto uso» della tradizione: «raccogliere ciò che c’è di buono in ogni persona, in ogni discorso, in ogni evento, e filtrare ciò che è cattivo».
Spiega: «Ma oggi sarebbe altrettanto sbagliato pretendere che spetti al papa compiere una sorta di “controriforma”. Se posso azzardare una previsione, credo che questo comunque non accadrà. Penso invece che da Leone XIV possiamo attenderci non tanto delle correzioni esplicite o delle formali ritrattazioni di certi aspetti ambigui, confusi e in qualche caso problematici del precedente pontificato, quanto un loro “giusto uso” che, se così posso esprimermi, li “rimetta al loro posto”».
E illustra il suo punto con un esempio: «ad alcuni è dispiaciuto che nel discorso del 19 maggio ai rappresentanti delle altre chiese e di altre religioni papa Leone abbia citato la controversa Dichiarazione di Abu Dhabi».
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«È vero che quel documento contiene il passaggio forse più “problematico” del pontificato di Francesco, perché vi si trova un’affermazione circa la volontà divina che gli uomini aderiscano a religioni diverse dalla fede cristiana che è pressoché impossibile interpretare in modo compatibile con la dottrina cattolica».
«Tuttavia, da parte di chi è ben saldo nella certezza (scritturistica e tradizionale!) che tutti gli uomini sono chiamati a convertirsi a Cristo, perché ‘in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati’ (At 4, 12), si può benissimo citare un altro passo, del tutto innocuo, di quello stesso documento, proprio nella logica che ho cercato di descrivere;»
«È anche in questo modo, io spero, che si realizzerà una sorta di ‘riassorbimento dell’eccezione bergogliana’ nel corpo vivo della tradizione»
«Ah! Con quanta galanteria vengono espresse queste cose!» [Molière, Il Misantropo, Atto I, Scena 2] Le affermazioni eretiche diventano “eccezioni” che devono essere «riassorbite”, diluite in affermazioni “innocenti” per renderle accettabili al «corpo vivo della tradizione»! Con un simile regime, c’è da temere che questo corpo non rimanga vivo a lungo! Ci si può accontentare di «filtrare» l’errore senza rifiutarlo esplicitamente?
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Leone XIV può accontentarsi di aggirare gli errori senza condannarli?
Nelle Res Novæ del 4 agosto, padre Claude Barthe scrive: «Leone XIV, è un fatto, è responsabile dell’eredità di Francesco. Questa eredità, fondamentalmente conciliare, se si escludono la sinodalità, che resiste a qualsiasi tentativo di definizione precisa, e l’impegno ecologico, può essere riassunta in tre testi: Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans, sulla morale del matrimonio, e Traditionis Custodes sulla liturgia tradizionale».
Sulla moralità del matrimonio, prosegue, «tutta la difficoltà di Amoris Laetitia si concentra nel paragrafo 301, da cui si potrebbe ricavare la seguente proposizione: “Alcuni di coloro che vivono in adulterio, anche se conoscono la norma che stanno trasgredendo, potrebbero non essere in stato di peccato mortale”».
«Leone XIV dovrebbe abbracciare questo insegnamento bergogliano, che mina gravemente la santità del matrimonio. Aggirarlo abilmente, indirettamente, non sarà sufficiente per invalidarlo. Dovrà necessariamente approvarlo o annullarlo. La Chiesa, infatti, è custode del contenuto della Rivelazione e della dottrina di fede e morale a cui bisogna aderire per essere salvati. […]»
«Non ci si può accontentare, a difesa della fede, di dichiarazioni che mitighino tale eterodossia o la controbilancino con insegnamenti contrari che tuttavia lascino intatta la dottrina difettosa. È necessario, per la salvezza delle anime, sradicare la falsa dottrina».
Riguardo alla Messa tradizionale, padre Barthe osserva che «a causa di papa Bergoglio, la questione è diventata molto semplice: tutto l’approccio repressivo di Traditionis Custodes si basa, infatti, sul suo articolo 1: ‘I libri liturgici promulgati dai santi pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità con i decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano (…)»
«Secondo Traditionis Custodes, a seguito della riforma conciliare, la liturgia romana precedente a questa riforma ha quindi perso il suo status di lex orandi. […] (Certamente) è estremamente auspicabile che il nuovo papa conceda a questa liturgia, direttamente o indirettamente, maggiore libertà. Ma, nonostante ciò, resta da insegnare nella Chiesa la seguente proposizione: “I libri liturgici in vigore prima della riforma di Paolo VI non esprimono la lex orandi del Rito Romano”»
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«La questione che il Magistero della Chiesa è ora chiamato a risolvere è questa: questa proposizione è vera o falsa? Se è falsa, deve essere condannata, con tutte le conseguenze che ne conseguono».
Pertanto, un uso sapiente della «tradizione vivente» per assorbire le «eccezioni bergogliane» sembra non solo insufficiente, ma soprattutto pericoloso. Anche in questo caso, solo il futuro potrà dirlo. E il futuro appartiene a Dio.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Lula Oficial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
Spirito
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