Politica
Donald Trump jr.: sopravvivere a un tentativo di assassinio ha cambiato mio padre

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato «cambiato in modo permanente» dall’attentato alla sua vita avvenuto nel fine settimana e sarà una figura più moderata in futuro, ha detto ad Axios suo figlio, Donald Jr.
Trump ha evitato per un pelo la morte durante un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania, sabato, quando il proiettile di un assassino gli ha tagliato l’orecchio mentre gli sfrecciava accanto alla testa. Sparando da un tetto a circa 150 metri dal palco, l’uomo armato ha ucciso uno spettatore al comizio e ne ha feriti altri due prima di essere colpito a morte dai cecchini dei servizi segreti.
Parlando ad Axios a margine della Convention nazionale repubblicana (RNC) tenutasi martedì nel Wisconsin, Trump Jr. ha dichiarato che stava pescando con la sua famiglia quando la sua fidanzata gli ha detto che suo padre era stato colpito.
«Kim mi ha chiamato, “Tuo padre è stato colpito”», ha ricordato Trump Jr., aggiungendo che «sono passati 90 minuti prima che sapessi anche solo che era vivo».
Trump si è rialzato quasi immediatamente dopo la sparatoria, agitando il pugno in aria e dicendo ai suoi sostenitori di «combattere!» prima di essere portato via dagli agenti dei servizi segreti.
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Tuttavia, la sfida di Trump ha apparentemente lasciato il posto a un approccio più conciliatorio alla politica. Parlando al New York Post domenica, il candidato repubblicano alla presidenza ha detto di aver scritto «un discorso estremamente duro… tutto sulla corrotta, orribile amministrazione» da tenere al RNC giovedì, ma di averlo «buttato via» e di aver iniziato a lavorare a un discorso per «unire il nostro Paese» dopo il tentativo di assassinio.
«Sai, penso che duri», ha detto Trump Jr. a proposito dell’apparente ammorbidimento di suo padre. «Ci sono eventi che ti cambiano per un paio di minuti e ci sono eventi che ti cambiano in modo permanente».
«Ora è di nuovo Trump, quindi sarà ancora reattivo», ha aggiunto Don junior. «sarà sempre un combattente, questo non cambierà mai, ma farà, penso, del suo meglio per moderarlo dove è necessario».
«Sarà duro quando dovrà esserlo», ha continuato. «L’abbiamo visto, non cambierà mai. Ma penso che ci sarà qualcosa. Penso che queste siano occasioni importanti che cambiano le persone in modo permanente».
Trump Jr. ha detto ad Axios di aver lavorato con suo padre al discorso originale, che ha descritto come «caldo».
«E a proposito, penso che probabilmente avrebbe dovuto essere in quel momento», ha detto. «Ma ancora una volta, molto cambia una volta che ti hanno sparato in faccia».
Trump ha fatto la sua prima apparizione pubblica dopo la sparatoria al RNC di lunedì, visibilmente emozionato mentre entrava all’evento tra fragorosi applausi.
Lunedì è stato ufficialmente confermato come candidato del suo partito per sfidare il presidente Joe Biden alle elezioni di novembre e giovedì dovrebbe parlare alla convention.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il primo ministro giapponese ha annunciato ieri le dimissioni dopo settimane di tensioni con i membri del Partito Liberaldemocratico, in difficoltà di fronte alla perdita di consenso tra gli elettori conservatori. Diversi candidati si sono già fatti avanti segnalando la volontà di succedere a Ishiba nella presidenza del partito, ma resta il nodo della guida del governo senza la maggioranza in parlamento.
A meno di un anno dal suo insediamento, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato ieri le dimissioni, aprendo una nuova fase di incertezza politica. La decisione è una conseguenza delle crescenti pressioni all’interno del suo stesso partito, il Partito Liberaldemocratico (LDP), che alle ultime elezioni ha subito significative sconfitte, arrivando a perdere la maggioranza in entrambe le Camere.
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Ishiba si è assunto la responsabilità per i pessimi risultati dell’LDP alle elezioni della Camera dei Consiglieri a luglio e ha sottolineato che le sue dimissioni servono a prevenire un’ulteriore spaccatura all’interno del partito. Già a luglio, il quotidiano giapponese Mainichi aveva per primo riportato che Ishiba si sarebbe dimesso, basandosi su informazioni raccolte tra il premier e i suoi più stretti collaboratori.
Le prime indiscrezioni indicavano che i preparativi per la corsa alla presidenza dell’LDP sarebbero iniziati entro agosto. Ishiba, tuttavia, aveva pubblicamente smentito queste notizie e nelle sue affermazioni aveva sottolineato l’importanza di portare a termine le trattative sui dazi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva imposto il primo agosto come scadenza ultima.
Nel suo discorso di ieri, Ishiba ha spiegato che l’annuncio delle dimissioni a luglio avrebbe indebolito la posizione del Giappone: «chi negozierebbe seriamente con un governo che dice “ci dimettiamo”?», ha detto.
Ishiba ha poi cercato di placare le pressioni interne all’LDP minacciando di sciogliere la Camera dei Rappresentanti e indire elezioni anticipate, una mossa che ha esacerbato le divisioni e spinto il principale partner di coalizione, il partito Komeito, a ritenere inaccettabile la decisione. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, l’ex primo ministro Yoshihide Suga e il ministro dell’Agricoltura Shinjiro Koizumi entrambi tenuto colloqui con il premier sabato, evitando una scissione all’interno del partito e aprendo la strada all’annuncio delle dimissioni di ieri.
Ora l’attenzione si sposta sulla scelta del prossimo leader dell’LDP, che potrebbe assumere anche la carica di primo ministro se ci fosse una qualche forma di sostegno o di accordo anche con le opposizioni. Tra i principali contendenti ci sono membri del partito che avevano già sfidato Ishiba in passato, tra cui Sanae Takaichi, ex ministra per la sicurezza economica, che ha ricevuto il 23% dei consensi in un recente sondaggio di Nikkei. Takaichi fa parte dell’ala conservatrice e ha una forte base di sostegno tra i fedelissimi dell’ex primo ministro Shinzo Abe, di cui è considerata l’erede, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche, che potrebbero favorire una ripresa dei mercati azionari. Takaichi ha inoltre la reputazione di andare d’accordo con il presidente Donald Trump.
Anche Shinjiro Koizumi, attuale ministro dell’Agricoltura e figlio dell’ex leader Junichiro Koizumi, è un altro papabile candidato, dopo essere riuscito ad abbassare i prezzi del riso appena entrato in carica. Il sondaggio di Nikkei ha registrato un 22% dei consensi nei suoi confronti.
Altri membri del partito hanno segnalato la volontà di candidarsi, tra cui Yoshimasa Hayashi, attuale segretario capo del Gabinetto e portavoce principale del governo Ishiba, che si è classificato quarto nella corsa per la leadership del partito del 2024. Tra gli altri contendenti figurano Takayuki Kobayashi, un altro ex ministro per la sicurezza economica che gode di un maggiore sostegno all’interno dell’ala centrista, e Toshimitsu Motegi, ex segretario generale dell’LDP e il più anziano tra i candidati con i suoi 69 anni.
L’LDP oggi si trova in una posizione di forte debolezza. Molti elettori conservatori alle ultime elezioni hanno preferito il partito di estrema destra Sanseito anche a causa dell’allontanamento di Ishiba dall’ala conservatrice.
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Secondo un sondaggio di Kyodo, condotto prima che fossero riportate le dimissioni di Ishiba, l’83% degli intervistati ha dichiarato che un chiarimento pubblico del partito sulle ultime sconfitte non avrebbe comunque aumentato la fiducia degli elettori. È chiaro, quindi, che il compito del prossimo presidente di partito sarà quello di ripristinare la credibilità del centrodestra.
Chiunque verrà scelto si troverà davanti a un’importante decisione: se indire elezioni anticipate per cercare di riconquistare la maggioranza alla Camera bassa o rischiare di perdere il potere del tutto. Quest’ultima scelta rischierebbe di aprire una nuova fase di instabilità politica senza precedenti, che richiederebbe la ricerca di sostegno anche tra i partiti dell’opposizione per approvare le leggi e i bilanci.
Secondo diversi commentatori, il prossimo leader dovrà prima di tutto godere di una genuina popolarità sia all’interno che all’esterno del partito per affrontare sfide come l’invecchiamento della società, la forza lavoro in calo, l’inflazione e i timori che gli Stati Uniti possano abbandonare il loro ruolo di garanti della sicurezza nella regione asiatica.
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