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Salute

I malori della 46ª settimana 2023

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Meduno, provincia di Pordenone: «Marito e moglie deceduti, l’autopsia: entrambi sono morti di malore». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Pordenone: «malore in bagno di notte: muore a 36 anni, lo trovano i genitori». Lo riporta Il Messaggero.

 

Milano: «il direttore creativo di Moschino stroncato da un malore a 46 anni». Lo riporta Il Messaggero.

 

Gesturi, provincia di Cagliari: «Corsa in ospedale per un malore: muore a 48 anni». Lo riporta Cagliaripad.

 

Rottofreno, provincia di Piacenza: «Malore alla guida, perde il controllo dell’auto e si schianta». Lo riporta Il Piacenza.

 

Gorizia: «Malore mentre è in coda al valico di Casa Rossa, migrante in ospedale». Lo riporta Il Goriziano.

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Mogliano Veneto, provincia di Treviso: «Entra al bar per mangiare un tramezzino: malore lo stronca davanti alla moglie». Lo riporta Treviso Today.

 

Poggio, Isola d’Elba, provincia di Livorno: «malore fatale per il “pescatore” amico di tutti: aveva 54 anni». Lo riporta Il Tirreno.

 

Rrogozhinë, Albania: «Il calciatore ghanese Dwamena muore dopo un malore sul campo». Lo riporta RaiNews.

 

Harare, Zimbabwe: «George Chigova è morto: un malore ha stroncato il portiere dello Zimbabwe». Lo riporta il Corriere della Sera.

 

Valdilana, provincia di Biella: «morto a 62 anni il medico colto da malore durante le visite in ambulatorio». Lo riporta La Stampa.

 

Civitanova Marche, provincia di Macerata: «Malore fatale in auto, morto il fotografo». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Palermo: «Morto l’uomo colto da malore in via Roma, i suoi organi saranno donati». Lo riporta BlogSicilia.

 

Cremona: «Malore in strada, niente da fare per una 91enne». Lo riporta La Provincia.

 

Corteno Golgi, provincia di Brescia: «Improvviso malore, uomo muore in mezzo alla strada». Lo riporta Brescia Today.

 

Calci, provincia di Pisa: «Malore fatale a 42 anni, donna trovata morta nella sua auto». Lo riporta La Nazione.

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Cavriana, provincia di Mantova: «Anziano stroncato da un malore nel giardino di casa». Lo riporta La Gazzetta di Mantova.

 

Oggiono, provincia di Lecco: «Malore sul lavoro a Oggiono: è morto l’operaio 50enne». Lo riporta Prima Lecco.

 

Taviano, Reggio Emilia: «Malore improvviso nella notte: muore nel sonno a 47 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

San Bellino, provincia di Rovigo: «Malore nella notte, morto a 56 anni il presidente di Aido Veneto». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Mesagne, provincia di Lecce: «accusa un malore su un’impalcatura: imprenditore edile muore nel cantiere». Lo riporta il Corriere Lecce.

 

Martina Franca, provincia di Bari: «Esce per cercare funghi nel bosco, 64enne muore per un malore». Lo riporta l’edizione barese del Corriere della Sera.

 

Gambassi Terme, città metropolitana di Firenze: «Muore cercando funghi. Giro in bosco, poi il malore. Senza scampo un 60enne». Lo riporta La Nazione.

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Ficarolo, provincia di Rovigo: «Malore mentre è a caccia da solo: Marzio Romanini trovato morto in campagna». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Roma: «Clochard morto sotto il ponte di via Nomentana: ipotesi malore». Lo riporta il Corriere Roma.

 

Manaus, Brasile: trovata «morta per un malore» di casa Vanessa Mancini, 41 anni, influencer. Il corpo sarebbe stato trovato in bagno dai genitori. Lo riporta Il Fatto Quotidiano.

 

Ancona: «Malore improvviso, un uomo muore nello studio medico». Lo riporta VeraTV.

 

Ancona: «Malore improvviso in ufficio, choc in piazza Pertini: 64enne in gravissime condizioni». Lo riporta Ancona Today.

 

Ancona: «Malore alla guida, muore a 61 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Ischia, città metropolitana di Napoli: «donna muore in strada a seguito di un malore». Lo riporta Il Dispari.

 

Canepina, provincia di Viterbo: «Stroncata da un malore, domani l’ultimo saluto». Lo riporta Etrurianews.

 

Scafati, Salerno: «Colto da malore, l’ambulanza tarda ad arrivare: 60enne muore in ospedale». Lo riporta Salerno Today.

 

Roma: «”Malore” a Ballando con le Stelle: ecco cosa è successo a Rosanna Lambertucci». Lo riporta Il Giornale.

 

Roma: «Malore per Caprarica a Ballando con le Stelle, si sente male mentre si esibisce nella samba». Lo riporta Il Messaggero.

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Mori, provincia autonoma di Trento: «sessantenne colto da malore scivola dal tetto e cade sul balcone». Lo riporta L’Adige.

 

Calolzio, provincia di Lecco: «Malore sul lungofiume: uomo batte la testa, è in condizioni serie». Lo riporta Prima Lecco.

 

Agnosine, provincia di Brescia: «Ha un malore alla guida e si schianta contro un trattore». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Genova: «Ha un malore mentre guida e provoca un incidente, ottantacinquenne in codice rosso». Lo riporta Genova 24.

 

Dorzano, provincia di Biella: «Malore alla guida, 63enne portato d’urgenza in ospedale». Lo riporta La Provincia di Biella.

 

Pisciotta, provincia di Salerno:«avverte malore durante la partita di calcio: salvato da amici». Lo riporta il Giornale del Cilento.

 

Torino: «Brivido Sinner contro Rune: malore sugli spalti, attimi di paura a Torino». Lo riporta il Corriere dello Sport.

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Essere genitori

Livelli pericolosamente elevati di metalli tossici nei giocattoli di plastica per bambini

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Un recente studio brasiliano ha rilevato concentrazioni allarmanti di metalli tossici nei giocattoli per bambini commercializzati nel Paese. Lo riporta Science Daily.   Ricercatori di due università brasiliane hanno esaminato un vasto campionario di giocattoli di plastica, sia di produzione nazionale che importati, conducendo l’indagine più completa mai realizzata sulla contaminazione chimica di questi articoli.   Il dato più inquietante riguarda il bario: in molti campioni la sua concentrazione è risultata fino a 15 volte superiore al limite di sicurezza previsto dalla normativa brasiliana. L’esposizione prolungata al bario è associata a gravi danni cardiaci e neurologici, inclusa la paralisi.   «Sono state rilevate anche elevate quantità di piombo, cromo e antimonio. Il piombo, associato a danni neurologici irreversibili, problemi di memoria e riduzione del QI nei bambini, ha superato il limite nel 32,9% dei campioni, con alcune misurazioni che hanno raggiunto quasi quattro volte la soglia accettata» scrive Science Daily. «L’antimonio, che può scatenare problemi gastrointestinali, e il cromo, un noto cancerogeno, erano presenti al di sopra dei livelli accettabili rispettivamente nel 24,3% e nel 20% dei giocattoli».

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Attraverso la spettrometria di massa al plasma, lo studio ha identificato ben 21 elementi tossici: argento (Ag), alluminio (Al), arsenico (As), bario (Ba), berillio (Be), cadmio (Cd), cerio (Ce), cobalto (Co), cromo (Cr), rame (Cu), mercurio (Hg), lantanio (La), manganese (Mn), nichel (Ni), piombo (Pb), rubidio (Rb), antimonio (Sb), selenio (Se), tallio (Tl), uranio (U) e zinco (Zn).   «Questi dati rivelano uno scenario preoccupante di contaminazione multipla e mancanza di controllo. Tanto che nello studio suggeriamo misure di controllo più severe, come analisi di laboratorio regolari, tracciabilità dei prodotti e certificazioni più stringenti, soprattutto per i prodotti importati», ha dichiarato uno degli autori principali della ricerca.   Gli studiosi hanno inoltre calcolato i tassi di rilascio delle sostanze: la percentuale che effettivamente passa dal giocattolo al bambino durante l’uso normale (inclusa la pratica di portarli alla bocca). I valori oscillano tra lo 0,11% al 7,33%, quindi solo una piccola parte del contaminante viene assorbita. Tuttavia, le elevatissime concentrazioni iniziali e l’esposizione quotidiana prolungata (per mesi o anni) rendono il rischio sanitario comunque significativo.   I ricercatori ritengono che i metalli pesanti entrino nei giocattoli soprattutto durante la produzione, in particolare con le vernici e i pigmenti utilizzati. Le correlazioni tra gli elementi rilevati suggeriscono, in molti casi, una fonte comune di contaminazione.   In studi precedenti, lo stesso gruppo aveva già documentato la presenza nei giocattoli di interferenti endocrini (sostanze che alterano l’equilibrio ormonale), associati a problemi di fertilità, disturbi metabolici e aumento del rischio oncologico.

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Salute

Le microplastiche potrebbero causare malattie cardiache

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Le microplastiche causano la formazione di placche arteriose nei topi, una condizione che porta a malattie cardiache. Lo riporta un nuovo studio.

 

Uno studio pubblicato sulla rivista Environment International ha rilevato un marcato aumento dell’accumulo di placca nelle arterie di topi maschi esposti a microplastiche, a dosi paragonabili a quelle riscontrabili nell’ambiente reale.

 

I ricercatori hanno inoltre osservato alterazioni a livello cellulare e nell’espressione genica direttamente associate alla formazione di placca.

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Va sottolineato che i topi non hanno sviluppato né obesità né ipercolesterolemia, fattori classicamente legati alla patologia aterosclerotica; del resto, l’«ipotesi lipidica-cardiaca» che attribuisce al colesterolo il ruolo di causa principale delle malattie cardiovascolari è stata largamente screditata fin dagli anni Cinquanta.

 

Curiosamente, le topi femmine non hanno mostrato lo stesso effetto in presenza delle microplastiche. Gli autori ipotizzano che l’ormone estrogeno, tipico dell’organismo femminile, possa svolgere un ruolo protettivo contro la formazione di placca.

 

«Questo studio mette in evidenza l’urgenza di ridurre drasticamente l’esposizione umana alle microplastiche e di adottare misure concrete per limitarne la produzione», ha dichiarato Timothy O’Toole, professore associato di medicina presso l’Università di Louisville.

 

«Sebbene le microplastiche siano state già rilevate nei vasi sanguigni e nei cuori di pazienti malati, e i loro livelli risultino correlati alla gravità della malattia e al rischio di eventi futuri, il loro ruolo diretto nello sviluppo delle patologie cardiovascolari è rimasto finora incerto», ha aggiunto.

 

Si calcola che tra il 1950 e il 2017 siano state prodotte oltre nove miliardi di tonnellate di plastica, più della metà delle quali dopo il 2004. La quasi totalità di questa plastica finisce prima o poi nell’ambiente, dove si frammenta – per azione degli agenti atmosferici, dei raggi UV e degli organismi viventi – in particelle sempre più piccole: microplastiche e, successivamente, nanoplastiche.

 

All’interno delle nostre case, le principali fonti di microplastiche sono le fibre sintetiche di abbigliamento, mobili e tappeti: si accumulano nella polvere domestica, restano sospese nell’aria e vengono inalate quotidianamente.

 

Nuovi studi continuano a uscire con regolarità e collegano l’esposizione alle microplastiche a pressoché tutte le principali malattie croniche: dalla sindrome dell’intestino irritabile all’obesità, dall’autismo al cancro, fino ad Alzheimer e infertilità.

 

Come riportato da Renovatio 21, il tema dell’infertilità, come quello del cancro, era stato toccato da altri studi che investigavano le microplastiche presenti nell’inquinamento atmosferico.

 

Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello. Un altro studio ha provato la presenza di plastica nelle nuvole della pioggia.

Come riportato da Renovatio 21, uno studio di mesi fa ha collegato l’esposizione a microplastiche alle nascite premature. Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences a inizio anno aveva trovato nella placenta umana microplastiche dannose, alcune delle quali sono note per scatenare l’asma, danneggiare il fegato, causare il cancro e compromettere la funzione riproduttiva.

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Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.

 

La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.

 

Come riportato da Renovatio 21un nuovo studio emerso mesi fa ha stabilito che le comuni bustine da tè realizzate in fibre polimeriche rilasciano enormi quantità di micro e nanoplastiche tossiche nel liquido durante l’infusione.

 

L’onnipresenza della microplastica è provata dalla presenza nei polmoni degli uccelli e persino strati di sedimenti non toccati dall’uomo moderno.

 

Secondo nuove ricerche, le microplastiche sarebbero in grado inoltre di rendere batteri come l’E.Coli più resistente agli antibiotici.

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Cancro

I tatuaggi collegati ad un rischio più elevato di cancro della pelle. Per il fegato chiedete alla Yakuza

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Un recente studio ha rilevato che chi porta tatuaggi corre un rischio del 29% superiore di ammalarsi di una variante aggressiva di tumore cutaneo.   Gli studiosi hanno indagato il nesso tra tatuaggi e melanoma cutaneo, una neoplasia che origina dalle cellule preposte alla produzione di melanina, il pigmento responsabile della colorazione di pelle, capelli e iride.   Il melanoma cutaneo è ritenuto la forma più insidiosa di cancro della pelle e, se non curato per tempo, può metastatizzare con rapidità ad altre zone del corpo. Pur potendo insorgere in qualunque distretto corporeo, tipicamente si manifesta nelle zone cutanee esposte ai raggi solari. I ricercatori hanno vagliato le cartelle cliniche di oltre 3.000 svedesi tra i 20 e i 60 anni, riscontrando un incremento del 29% nella probabilità di melanoma cutaneo tra i tatuati.

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Non è emersa alcuna correlazione tra l’estensione del tatuaggio e un pericolo accresciuto di insorgenza tumorale. «I tatuaggi policromi, sia isolati sia abbinati a neri o grigi, paiono legati a un lieve innalzamento del rischio di melanoma cutaneo», hanno osservato gli autori. «Non si è rilevato che i tatuati con forte esposizione ai raggi UV manifestino un pericolo maggiore di melanoma cutaneo rispetto a quelli con minor irraggiamento. Dunque, i nostri risultati indicano che la scomposizione accelerata dei pigmenti indotta dai raggi UV non amplifica il rischio di melanoma oltre quello intrinseco all’esposizione ai tatuaggi stessi».   La ricerca ha pure evidenziato che il picco di vulnerabilità si registra tra chi esibisce tatuaggi da 10 a 15 anni.   L’inchiostro tatuato è percepito dal corpo come un corpo estraneo, scatenando una reazione immunitaria: i pigmenti vengono racchiusi dalle cellule del sistema immunitario e convogliati ai linfonodi per lo stoccaggio.   Secondo i dati disponibili, il numero di italiani tatuati sarebbe stimato intorno ai 7 milioni, pari a circa il 12,8-13% della popolazione over 12 anni. Questa cifra proviene principalmente da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2015, su un campione di oltre 7.600 persone rappresentative della popolazione italiana dai 12 anni in su, e confermata in report successivi di altri enti. Se si includono gli “ex-tatuati” (chi ha rimosso il tatuaggio), la percentuale sale al 13,2%.   In Italia le donne sono leggermente più tatuate (13,8%) rispetto agli uomini (11,7-11,8%). I minorenni (12-17 anni) costituirebbero circa il 7,7-8% dei tatuati, con l’età media del primo tatuaggio intorno ai 25 anni. La fascia d’età in cui il tattoo è più diffuso è quella dei 35-44 anni (23,9% tra i tatuati).   Alcuni articoli e sondaggi parlano di un 48% della popolazione tatuata, che renderebbe l’Italia il paese più tatuato al mondo, prima di Svezia 47% e USA 46%. Tuttavia alcuni non ritengono questa cifra attendibile.   Secondo quanto riportato solo il 58,2% degli italiani è informato sui rischi (infezioni, allergie, ecc.). Il 17-25% dei tatuati vorrebbe rimuoverlo, per un totale di oltre 1,5 milioni di potenziali rimozioni.   La categoria sociale più vastamente tatuata del mondo è probabilmente quella dei mafiosi giapponesi, i famigerati Yakuza. Secondo varie fonti storiche, giornalistiche e culturali, i membri di alto livello della Yakuza (i cosiddetti oyabun o boss) soffrono spesso di problemi epatici gravi, come cirrosi o insufficienza epatica, e i tatuaggi tradizionali (irezumi) sono considerati un fattore contributivo importante   I tatuaggi Yakuza sono estesi (coprono spesso schiena, braccia, petto e gambe in un «body suit» completo) e realizzati con tecniche tradizionali manuali (tebori), usando aghi di bambù o metallo e inchiostri a base di carbone (sumi). Ciò può portare al blocco delle ghiandole sudoripare, con la densità dell’inchiostro e le cicatrici multiple impediscono al sudore di evaporare normalmente dalla pelle. Il sudore aiuta a eliminare tossine (come alcol e metaboliti), quindi il fegato deve «lavorare di più» per processarle, accelerando il danno epatico. Questo è un problema comune tra i boss anziani, che hanno tatuaggi completati in anni di sessioni dolorose.

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Vi sarebbe inoltre il rischio di infezioni e epatite C: gli aghi non sterilizzati (comuni nelle sessioni tradizionali) trasmettono facilmente virus come l’epatite C, che attacca direttamente il fegato causando infiammazione cronica e cirrosi. Molti boss hanno contratto l’epatite proprio durante i tatuaggi, e questo è un fattore dominante nei casi documentati.   Infine, la tossicità dell’inchiostro: i pigmenti tradizionali possono causare febbri sistemiche e accumulo di metalli pesanti (come piombo o cromo), che sovraccaricano il fegato nel tempo, specialmente con un abuso di alcol (comune nella Yakuza per «festeggiamenti» e rimedio allo stress).   L’esempio più noto è quello di Tadamasa Goto (ex-boss del clan Goto-gumi, noto come «il John Gotti del Giappone»): nel 2001, a 59 anni, ha dovuto volare negli USA per un trapianto di fegato al UCLA Medical Center, saltando una lista d’attesa di 80 persone – secondo quanto scrissero i media, pagando 1 milione di dollari e fornendo info all’FBI. La sua cirrosi era dovuta a epatite C da tatuaggi non sterili, alcolismo e stile di vita.  

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