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Il vampirismo è realtà scientifica: esperimento prova che il sangue dei topi giovani prolunga la vita nei vecchi

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Un team di scienziati ha allungato la vita dei vecchi topi collegando i loro vasi sanguigni ai giovani topi. Lo studio, pubblicato su Nature Aging, ha rilevato che le infusioni di sangue giovanile hanno portato gli animali più anziani a vivere dal 6% al 9%in più, all’incirca equivalenti a sei anni in più per un essere umano medio.

 

Sebbene lo studio non indichi un trattamento antietà per le persone, suggerisce che il sangue dei giovani topi contiene composti che promuovono la longevità, hanno detto i ricercatori.

 

L’unione del sistema circolatorio degli animali, nota come parabiosi, ha una lunga storia nella scienza. Nel XIX secolo, scienziati francesi collegarono i vasi sanguigni di due ratti. Per dimostrare che i ratti condividevano un sistema circolatorio, hanno iniettato la belladonna, un composto della micidiale pianta omonima, in uno degli animali. Le pupille di entrambi i ratti si dilatarono.

 

Negli anni ’50, Clive McCay della Cornell University e i suoi colleghi usarono la parabiosi per esplorare l’invecchiamento, unendo ratti giovani e vecchi, cucendo insieme i loro fianchi in modo che i capillari della loro pelle si fondessero. Più tardi, il dottor McCay ei suoi colleghi esaminarono la cartilagine dei vecchi ratti e hanno concluso che sembrava più giovane.

 

All’inizio degli anni 2000, la parabiosi ha attraversato una rinascita. I ricercatori hanno utilizzato le tecniche del XXI secolo per studiare cosa è successo quando animali di età diverse condividevano lo stesso flusso sanguigno, scoprendo che i muscoli e il cervello dei topi anziani erano ringiovaniti, mentre i topi più giovani mostravano segni di invecchiamento accelerato.

 

Alcuni medici hanno colto al volo questi risultati preliminari e hanno iniziato a offrire iniezioni di plasma sanguigno ai giovani come un modo per curare la demenza e altre malattie della vecchiaia. La Food and Drug Administration ha emesso un avvertimento contro tali trattamenti nel 2019, avvertendo che «non hanno comprovati benefici clinici per gli usi per i quali queste cliniche li stanno pubblicizzando e sono potenzialmente dannosi».

 

Per diversi anni vari ricercatori hanno perfezionato le procedure di parabiosi nei topi per comprendere meglio gli effetti anti-invecchiamento. Gli scienziati hanno unito un vecchio e un giovane topo insieme per circa tre mesi – il doppio dei tipici esperimenti di parabiosi – prima di staccarli. Dopo che gli animali si sono ripresi, gli scienziati hanno osservato gli animali per vedere quanto tempo hanno vissuto.

 

I ricercatori non solo hanno scoperto che i vecchi topi vivevano più a lungo, ma anche che il corso del loro invecchiamento sembrava cambiare.

 

Dopo aver staccato i vecchi topi, gli scienziati hanno esaminato i marcatori molecolari nel sangue e nel fegato che agiscono come un orologio per l’età biologica di un animale. Questi orologi sembravano essere stati messi in pausa: due mesi dopo, questi marcatori molecolari mostravano gli animali più anziani come «più giovani» rispetto ai topi non trattati della stessa età.

 

Anche i topi giovani hanno avuto effetto dall’unione sanguigna: i giovani topi invecchiano rapidamente tuttavia, quando sono stati separati, sono indietro.

 

Gli effetti a lungo termine dell’esperimento suggeriscono che la causa non può essere attribuita solo alle cellule dei giovani topi che ringiovaniscono i vecchi. Una volta che i chirurghi hanno separato i topi, i vecchi topi hanno perso la scorta di cellule giovani ma non sono tornati al loro vecchio stato.

 

Una possibilità è che i composti dannosi negli animali anziani vengano diluiti dal sangue dei topi giovani. Il sangue giovane può anche contenere molecole che riprogrammano le cellule nei vecchi topi, in modo che continuino a comportarsi come cellule più giovani dopo che gli animali sono stati staccati.

 

Come riportato da Renovatio 21, non si tratta della prima ricerca del genere condotta in una università americana. L’anno scorso una ricerca a Stamford aveva infuso fluido da topi di 10 settimane nel cervello di topi di 18 mesi per sette giorni e ha scoperto che i topi più anziani erano più bravi a ricordare di associare una piccola scossa elettrica a un rumore e a una luce lampeggiante.

 

Tali esperimenti aprono la porta ad un mondo dove i giovani possono essere predati da persone più potenti e più anziane al fine della longevità di queste ultime: in breve, è ipotizzabile in un non lontano futuro l’idea dell’instaurarsi di un’élite di persone tecnicamente definibili come «vampiri».

 

L’idea dell’esistenza di una casta cannibale o vampiresca è sempre meno qualcosa su cui scherzare. Un anno fa fece scalpore l’ammissione della bellissima attrice di Hollywood Megan Fox, che ha dichiarato di consumare sangue umano «in occasioni rituali».

 

 

A inizio 2022, era emerso come Jeff Bezos, patron di Amazon a lungo uomo più ricco del pianeta, abbia investito diversi milioni per radunare un team di scienziati di spicco con il fine di sviluppare una tecnologia in grado di rallentare l’invecchiamento, o portare all’immortalità vera e propria.

 

La questione dell’efficacia di trasfusione di sangue giovane è ogni anno che passa sempre meno in discussione, con startup americane che vi si sono dedicate con successo, servendo vari miliardari di Big Tech.

 

La parabiosi è offerta da diverse startup e ha già diversi clienti nel mondo finanziario e tecnologico della Silicon Valley. La startup Ambrosia, ha venduto «trasfusioni di sangue per giovani» dal 2016 per 8.000 dollari usando il pretesto di condurre una sperimentazione clinica. Ad agosto 2017, avevano aderito 600 persone. Un’altra azienda, Alkahest, è stata fondata sulla base degli studi sui roditori di Stanford. Dal 2017 sta collaborando con l’azienda farmaceutica europea Grifols per creare un farmaco biologico sperimentale a base di plasma sanguigno che si propone di testare su persone con Alzheimer.

 

La serie televisiva Silicon Valley in un episodio, ne ha offerto la parodia, mostrando gli apparecchi per le trasfusioni e l’esistenza dei cosiddetti «blood boy», ragazzi appena ventenni che devono seguire diete ferree per servire da banche di sangue per gli eccentrici miliardari.

 

 

Non possiamo stupirci: siamo in un abituato ai trapianti – ossia alla predazione degli organi – è giocoforza pronto ad accettare, previo passaggio per la finestra di Overton, anche l’uso di organi giovanili a vantaggio dei corpi dei membri delle élite secondo la filosofia utilitarista che oramai impregna la società, lo Stato e tutto il mondo moderno.

 

Lo stesso avviene, se ci pensate, anche con le cellule staminale fetali: giovani, giovanissimi esseri umani sacrificati come «cura» per umani anziani più ricchi e potenti.

 

L’élite vampira è già realtà.

 

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Biden ha insabbiato un rapporto sullo scandalo di corruzione in Ucraina della sua famiglia

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Joe Biden, mentre era vicepresidente degli Stati Uniti nel 2015, avrebbe chiesto alla CIA di occultare un rapporto sulle presunte attività commerciali corrotte della sua famiglia in Ucraina. Lo rivelano documenti desecretati.

 

Martedì, il direttore della CIA John Ratcliffe ha reso pubblici i documenti, in gran parte censurati. Uno dei documenti, un’e-mail governativa datata 10 febbraio 2016 e inviata all’agenzia, recitava: «Buongiorno, ho appena parlato con il Vicepresidente/Consigliere per la Sicurezza Nazionale e lui preferirebbe fortemente che il rapporto non venisse diffuso. Grazie per la comprensione».

 

Il nome del mittente è stato oscurato, indicando solo il titolo «PDB Briefer». Il Presidential Daily Brief è un documento top secret destinato alla distribuzione giornaliera al presidente degli Stati Uniti e a un ristretto gruppo di alti funzionari autorizzati.

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Il rapporto in questione riferiva che i funzionari ucraini dell’amministrazione dell’allora presidente Petro Poroshenko «hanno espresso sconcerto e delusione» durante la visita di Biden nel dicembre 2015.

 

«Questi funzionari hanno ritenuto che i presunti legami della famiglia del vicepresidente degli Stati Uniti con la corruzione in Ucraina fossero la prova di un doppio standard all’interno del governo degli Stati Uniti in materia di corruzione e potere politico».

 

Hunter Biden, figlio di Joe Biden e condannato per reati gravi, occupava una posizione ben remunerata nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, un conglomerato energetico ucraino, durante il mandato da vicepresidente del padre.

 

Joe Biden ha ammesso pubblicamente di aver esercitato pressioni su Kiev per licenziare un procuratore generale che indagava su Burisma nel 2016. Tuttavia, ha negato di aver mai accettato tangenti o di essere stato a conoscenza degli affari esteri del figlio.

 

Nel dicembre dello scorso anno, Biden ha firmato un ampio atto di grazia per suo figlio, contraddicendo le precedenti promesse di non farlo. L’atto di grazia protegge Hunter da procedimenti penali per crimini commessi tra il 2014 e il 2024.

 

La diffusa corruzione in Ucraina ha sollevato preoccupazioni tra i funzionari statunitensi riguardo al possibile uso improprio degli aiuti. Recenti sondaggi indicano che la maggior parte degli ucraini ritiene che il problema stia peggiorando.

 

Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden era stata accusata al Congresso USA di aver preso mazzette dalla Russia. La Commissione di supervisione della Camera afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.

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In particolare danari sarebbero arrivati dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer. Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.

 

Accuse per il giro di corruzione dei Biden in Ucraina sono arrivate da Igor Shokin, il procuratore di Stato che a Kiev investigava, tra le altre cose, sul colosso gasiero Burisma, che aveva assunto nel board l’inesperto Hunter Biden. Il vicepresidente Joe Biden si è vantato in pubblico di averlo fatto licenziare durante un suo breve viaggio diplomatico, in cui praticò estorsione nei confronti di presidente e premier ucraini.

 

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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Viktor Medvedchuk, un politico ucraino e del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato arrestato dal regime Zelens’kyj e scambiato con Mosca, ha accusato Kiev di essere la «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.

 

Renovatio 21 aveva segnalato una pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locali anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.

 

Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.

 

Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Bill Gates critica la Svezia per l’aumento della spesa militare

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Il miliardario statunitense Bill Gates ha espresso critiche nei confronti della Svezia per l’aumento dei finanziamenti destinati all’esercito, a scapito del supporto ai programmi di aiuti internazionali.   In un’intervista pubblicata mercoledì dal quotidiano svedese Dagens Industri, l Gates, noto per il suo impegno in iniziative «filantrocapitaliste» globali, ha lamentato che il bilancio svedese di quest’anno non preveda fondi per il Fondo globale, un’organizzazione dedicata alla lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria a livello mondiale.   Commentando l’incremento della spesa militare di Stoccolma, Gates ha dichiarato che la questione «meriterebbe un dibattito più approfondito». «È davvero ciò che i cittadini desiderano e di cui c’è effettivamente bisogno?» ha chiesto l’ultramiliardario.   Il ministro del Commercio estero Benjamin Dousa ha replicato alle critiche di Gates, difendendo il cambio di priorità del Paese. «Se non vogliamo che i nostri figli parlino russo in futuro, dobbiamo avere una difesa molto solida», ha dichiarato all’agenzia di stampa TT.   A seguito dell’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022, la Svezia ha abbandonato la sua storica neutralità, richiedendo e ottenendo l’adesione alla NATO due anni dopo.

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A luglio, l’emittente pubblica SVT ha riportato che il governo svedese intende innalzare l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari da 47 a 70 anni, come parte di un piano per raddoppiare il personale militare a 115.000 unità entro il 2030.   All’inizio dell’anno, il parlamento svedese ha approvato una legge che stanzia ulteriori 300 miliardi di corone (circa 26,8 miliardi di euro) per le forze armate, oltre agli aumenti annuali del bilancio.   Durante un vertice all’Aia a giugno, i membri della NATO si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa dal precedente 2% al 5% del PIL entro il 2035.   Anche l’Unione Europea, di cui la Svezia fa parte, ha approvato quest’anno diversi programmi per incrementare la spesa militare, tra cui l’iniziativa ReArm Europe da 800 miliardi di euro.   Come riportato da Renovatio 21, il Gates ha avuto in Isvezia investimenti particolari, come quello degli esperimenti di «geoingegneria solare», ovvero di oscuramento artificiale del sole con l’irrorazione nel cielo di sostanze chimiche. L’esperimento fu in seguito annullato a causa della protesta della popolazione autoctone lapponi.

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Puff Daddy chiede pietà, ma il giudice lo condanna alla galera

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Sean «Diddy» Combs ha espresso rammarico per le sue azioni passate e ha chiesto clemenza in una lettera indirizzata a un giudice di Nuova York, poco prima della sua condanna, che i pubblici ministeri ritengono debba superare i dieci anni di carcere.

 

Il magnate della musica, 55 anni, rischia fino a 20 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di due capi d’imputazione per trasporto a fini di prostituzione. I procuratori hanno chiesto al giudice Arun Subramanian di infliggere almeno 11 anni e tre mesi, sottolineando che i reati «gravi» di Combs sono paragonabili a casi in cui sono state comminate condanne superiori a un decennio.

 

In una lettera pubblica di quattro pagine, Combs ha sostenuto che il periodo trascorso in custodia cautelare da settembre 2024 lo ha profondamente cambiato.

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«Oggi vi chiedo umilmente un’altra possibilità: un’altra possibilità di essere un padre migliore, un figlio migliore, un leader migliore nella mia comunità e di vivere una vita migliore», ha scritto.

 

Il rapperro ha riconosciuto di aver commesso «molti errori» e si è scusato con la sua ex fidanzata, Cassie, la cui testimonianza ha contribuito a una delle condanne.

 

«Le immagini di me che aggredisco Cassie mi perseguitano ogni giorno», ha dichiarato. «Ho perso la testa. Ho sbagliato gravemente a mettere le mani sulla donna che amavo. Mi dispiace profondamente e me ne pentirò per sempre».

 

Combs ha affermato di essere sobrio per la prima volta in 25 anni, descrivendo gli ultimi due anni come «i più difficili della mia vita».

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La richiesta di pietà non ha sortito effetto: il giudice di Nuova York ha condannato Sean «Diddy» Combs a 50 mesi, più di quattro anni di carcere, per «gravi reati di natura sessuale che hanno causato danni irreparabili a due donne». Il giudice Arun Subramanian ha dichiarato che una pena «significativa» è indispensabile «per inviare un messaggio chiaro sia agli autori di abusi sia alle vittime».

 

Combs è stato giudicato colpevole di «trasporto a fini di prostituzione», ovvero di aver accompagnato persone per attività sessuali illecite. L’accusa aveva richiesto una pena di undici anni, mentre la difesa aveva proposto un massimo di quattordici mesi.

 

L’ex icona dell’hip-hoppo, che ad agosto aveva chiesto la grazia presidenziale a Donald Trump, all’ultimo minuto ha ammesso le sue colpe in aula, definendo il proprio comportamento «disgustoso».

 

Come riportato da Renovatio 21, Puff Daddy era stato accusato di racket e traffico sessuale con un contorno di racconti imbarazzanti che parlano di forniture di centinaia di bottigliette di olio per bambini. Due mesi fa era emerso che l’uomo stava affrontando 120 nuove accuse di molestie sessuali, compresa quella di 10 mesi fa che parlava di una 13enne molestate assieme al celeberrimo produttore Jay-Z, marito dell’ancor più nota (e per taluni controversa) cantante nera Beyoncé Knowles, considerata vicina al Partito Democratico USA.

 

Secondo voci pubblicate sulla stampa americana, il Diddy sarebbe stato una sorta di Jeffrey Epstein in versione hip hop che avrebbe segreti, oltre che su tante stelle di Hollywood, anche su «politici» e «principi».

 

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Immagine di Reckless Dream Photography via Wikimedia pubblicata su licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata.

 

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