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Monaci di Kiev, cosa accadrà ora alla Lavra?

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Renovatio 21 ripubblica questa traduzione comparsa sul sito della Parrocchia ortodossa San Massimo di Torino (Patriarcato di Mosca) dello scritto di Konstantin Shemljuk apparso l’11 marzo sul sito dell’unione dei giornalisti ortodossi (UOJ).

Il governo ha dichiarato che la Chiesa ortodossa ucraina dovrebbe «liberare» la Lavra delle Grotte di Kiev. Questo è già accaduto negli anni ’20 e ’60 in epoca sovietica. Cosa ci attende ora?

Il 10 marzo 2023, il ministero della Cultura ha pubblicato un documento in cui si afferma che i monaci della Chiesa ortodossa ucraina devono lasciare la Lavra delle Grotte di Kiev entro il 29 marzo 2023. Tutto ha portato a questo evento, ma sembrava ancora incredibile.

Il metropolita Kliment, commentando questo documento, ha affermato che non ci sono motivi legali per liberare la Lavra. Pertanto, è possibile che i monaci del monastero vengano espulsi senza questi motivi legali, utilizzando il solito schema: con la forza.

Poco dopo, lo studioso religioso tedesco Nikolaj Mitrokhin ha osservato che negli ultimi cento anni la Chiesa ortodossa ucraina è stata espulsa dalla Lavra due volte: alla fine degli anni ’20 e poi sotto Khrushchev nel 1961.

«Ogni volta che la Lavra è stata restituita alla Chiesa, si è scoperto che alcuni di coloro che erano stati espulsi l’ultima volta erano ancora vivi – e sono tornati a viverci, a differenza di coloro che avevano espulso i monaci usando il potere e la forza», ha scritto Mitrokhin.

Allora, cosa attende la Lavra se in meno di un mese le autorità obbligheranno i monaci a lasciare questo luogo santo? Per rispondere a questa domanda, passiamo alla storia. Tanto più che i nostri avversari non la conoscono.

La Lavra dopo la rivoluzione

Dopo la rivoluzione del 1917, il primo martire e confessore ucciso dai senza Dio fu il metropolita Vladimir (Bogojavlenskij) di Kiev e Galizia, fucilato il 25 gennaio (calendario giuliano) 1918, vicino alle mura della Lavra delle Grotte di Kiev.

Dopo il 1919, la comunità monastica continuò ad esistere come laboratorio artistico. Dall’inizio del 1924, la Lavra era sotto la diretta supervisione del patriarca Tikhon.

Ma alle autorità questo non piaceva molto (il patriarca Tikhon era sottoposto a sanzioni), quindi al cosiddetto incontro pre-conciliare pan-ucraino (rinnovazionista) tenutosi a Kharkov dall’11 al 15 novembre 1924, sulla base del rapporto del metropolita rinnovazionista di Kiev Innokentij (Pustynskij), fu adottata una risoluzione sulla necessità di trasferire la Lavra alla giurisdizione del Santo Sinodo pan-ucraino (rinnovazionista), in data 15 dicembre 1924.

Cioè, gli scismatici dell’epoca esigevano che la Lavra fosse trasferita a loro, cosa che le autorità, che avevano scommesso proprio su di loro, fecero immediatamente (letteralmente entro un mese).

Il 29 settembre 1926, il Comitato esecutivo centrale pan-ucraino e il Consiglio dei commissari del popolo della Repubblica socialista sovietica ucraina adottarono una risoluzione: “«Riconoscimento dell’ex Lavra delle Grotte di Kiev come riserva statale storica e culturale e sua trasformazione in una città museo pan-ucraina».

Il graduale spostamento della comunità monastica dal museo fu completato all’inizio del 1930 con la completa liquidazione del monastero. Parte dei fratelli fu portata via e fucilata, mentre il resto fu imprigionato o esiliato. La Lavra fu saccheggiata.

Cosa succederà ora?

Possiamo presumere che presto la Lavra diventerà ancora un museo. Perché? Diversi fattori giocheranno qui un ruolo:

I fedeli non andranno alla Lavra per il culto dagli scismatici. Proprio come adesso non vanno quasi mai nei monasteri di san Michele, Vydubitskij e di san Teodosio. E se le autorità riusciranno a costringere alcuni monaci a rimanere nella Lavra delle Grotte di Kiev, non potranno far andare i fedeli nelle chiese di Dumenko per il culto. Così come non riescono a farlo nemmeno con i bus gratis delle regioni, con panini e ore pagate. Coloro che sostengono il trasferimento della Lavra alla «Chiesa ortodossa dell’Ucraina» non hanno nulla a che fare con la Chiesa e non andranno alle funzioni, così come non ci vanno ora.

La «Chiesa ortodossa dell’Ucraina», che attualmente sta vivendo una grave carenza di personale, semplicemente non ha nessuno con cui popolare la Lavra. Pertanto, molto probabilmente, i nuovi “proprietari” del monastero cercheranno di convincere i fratelli a restare. È del tutto possibile che ad alcuni di loro venga promesso il rango di «vescovo» (soprattutto perché è prevista un’ulteriore interdizione della Chiesa ortodossa ucraina, il che significa che saranno assolutamente necessari nuovi «vescovi»).

Se la Lavra si svuota, la «Chiesa ortodossa dell’Ucraina» dovrà cercare fondi per pagare le enormi bollette della Lavra. Probabilmente, alcuni dei locali del monastero saranno semplicemente chiusi, alcuni saranno affittati e altri saranno trasferiti allo Stato.

Cosa succederà con queste premesse? Cadranno in rovina. E poi entrerà in gioco «l’effetto della finestra rotta»: se non si sostituisce immediatamente un vetro rotto, l’intero edificio potrebbe essere gradualmente distrutto. Pertanto, se alcuni dei locali della Lavra vengono trasformati in magazzini/musei/caffè, l’intera Lavra diventerà gradualmente un museo.

L’unica via d’uscita è trovare fondi per mantenere il monastero. Ci sono diverse opzioni.

1. Lo sponsor principale della «Chiesa ortodossa dell’Ucraina», Matsola, rifiuterà di finanziare il monastero di san Michele e dirigerà i suoi fondi alla Lavra. Ma capite la differenza di scala? Il finanziamento per il sostegno di Dumenko al monastero delle cupole d’oro e il denaro per il mantenimento della Lavra non sono la stessa cosa.

2. Cercheranno da soli fondi per il monastero. Sappiamo esattamente come la «Chiesa ortodossa dell’Ucraina» cerca denaro per sostenere i suoi luoghi di culto. Per esempio, nel monastero Vydubitskij, confiscato negli anni ’90, offrono corsi di yoga. Al monastero di san Teodosio (proprio di fronte alla Lavra), affittano semplicemente stanze come in un albergo. È possibile che trasformino la stessa Lavra in un complesso alberghiero e turistico con centri termali e sale massaggi, lezioni di yoga e centri fitness.

3. Trasferiranno la Lavra al bilancio statale. In realtà, appartiene già allo stato. Da quando i bolscevichi hanno nazionalizzato i beni ecclesiastici, nulla è cambiato al riguardo. Lo stato dovrà cercare fondi per mantenere la Lavra. Ma è improbabile che lo Stato se ne occupi meglio di quanto abbia fatto la Chiesa.

Chiesa e potere: lezioni dalla storia

C’è un quarto fattore che indica che i rappresentanti della «Chiesa Ortodossa dell’Ucraina» non dovrebbero cantare vittoria troppo presto e che è improbabile che il monastero della Lavra rimanga a loro. Questo fattore è l’illusione del sostegno alla «Chiesa ortodossa dell’Ucraina» da parte delle autorità.

Va ricordato che il periodo in cui i bolscevichi sostennero gli interessi dei rinnovazionisti è stato molto breve, solo circa 9 anni. Non appena il governo sovietico si rese conto che poteva costruire il suo stato senza i «popi», cambiò immediatamente la sua politica nei confronti degli scismatici.

I complici del regime sovietico del giorno prima furono fucilati, mandati in prigione e costretti a rinunciare agli ordini sacri. Certo, non con la stessa intensità, ma furono comunque repressi. Il criterio con cui una persona era identificata come nemica era il solo fatto che indossasse una tonaca. Pertanto, tutti coloro che avevano qualche legame con la religione furono presi di mira dai senza Dio.

E se capiamo che le autorità di oggi sono gli stessi comunisti di ieri, non è difficile capire che per loro le parole «Chiesa», «sacerdote» e «Ortodossia» sono parole offensive. Ci sono molte prove. Ricordate l’episodio dello show «Quartiere 95» [Kvartal 95, trasmissione comica televisiva che rese famoso Zelens’kyj, trasmessa nel canale TV dell’oligarca Kolomojskij, ndr]? Pertanto, molto presto inizieranno a combattere contro l’Ortodossia come fenomeno a sé, non solo da un punto di vista di «opportunità politica».

Tuttavia, alla fine, perderanno comunque. La Chiesa è infatti colonna e fondamento della verità, e i suoi persecutori scompaiono in disgrazia dall’arena della storia.

Tuttavia, come ha giustamente affermato Mitrokhin, «quelli che pensavano che la Chiesa potesse essere chiusa a chiave, derubata e trasformata in un museo, e che questo potesse essere pubblicizzato sui giornali come una decisione del popolo, non hanno imparato nulla dalla storia. Soprattutto se la storia non la conoscono».

Konstantin Shemljuk

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La sinodalità come sovversione. Mons. Viganò con i Figli del Santissimo Redentore

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Renovatio 21 pubblica questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. La lettera di ripudio della chiesa sinodale da parte della comunità dei Figli del Santissimo Rendentore è stata pubblicata pochi giorni fa.

 

«Tolle Missam, tolle Ecclesiam»

Dichiarazione dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò a proposito della Comunità religiosa dei Figli del Santissimo Redentore

 

 

Verrà il giorno,
in cui non si sopporterà più la sana dottrina,
ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo,
gli uomini si circonderanno di maestri
secondo le proprie voglie,
rifiutando di dare ascolto alla verità.

2 Tim 4, 3

 

Pochi giorni or sono, dopo diciassette anni di tensioni con il Vaticano e con il vescovo di Christchurch in Nuova Zelanda, culminate con un ordine di espulsione dalla Diocesi confermato con un decreto dalla Santa Sede, la Comunità dei Redentoristi Transalpini ha diramato una Lettera Aperta nella quale denuncia i principali errori della chiesa conciliare-sinodale, la sua aperta ostilità nei riguardi della Messa Apostolica e le malversazioni di cui i Figli del Santissimo Redentore sono stati oggetto. Nella Lettera Aperta i padri Redentoristi affermano che «si è spezzata la catena di comando» all’interno della Gerarchia: «Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (IIa IIæ, q. 104, a. 5)».

 

La crisi dell’Autorità nella Chiesa Cattolica è ormai palese. Nel piano degli eversori, essa deve condurre alla dissoluzione del corpo ecclesiale, per sostituire la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con un surrogato di origine umana e di ispirazione massonica. Strumento principale di questo sovvertimento è la sinodalità, ossia l’applicazione dei principi rivoluzionari della democrazia e della rappresentatività popolare ad una istituzione di origine divina che il suo Fondatore Gesù Cristo ha voluto monarchica e gerarchica. In questo modo, spezzato il vincolo di obbedienza a Dio, l’Autorità diventa assoluta e tirannica, non dovendo rispondere delle proprie decisioni né a Nostro Signore Gesù Cristo né al popolo cristiano.

 

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Questa rivoluzione permette di manipolare i fedeli e far loro credere che le innovazioni e le eresie introdotte dalla Gerarchia siano richieste dalla base, mentre in realtà sono imposte da una lobby di deviati nella Fede e nella Morale.

 

Non posso che lodare il coraggio di questi Redentoristi, la cui denuncia si aggiunge alle altre che con sempre maggiore frequenza mostrano lo scandalo e il grande malessere del Clero e del popolo di Dio nei riguardi di una Gerarchia ribelle e apostata. Non siamo più all’ecumenismo conciliare verso le sette acattoliche (pur condannato dai Pontefici fino a Pio XII), ma all’accettazione e alla legittimazione di tutte le false religioni e idolatrie, e dei punti programmatici dell’Agenda globalista (pansessualismo LGBTQ+, immigrazionismo, ecologismo), ai quali la «chiesa sinodale» è totalmente allineata.

 

Questa crisi ha è di natura teologica e non canonica. Essa riguarda lo smantellamento sistematico della perenne Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e la dissoluzione del Depositum Fidei: è dunque con argomenti teologici che può essere affrontata. Giudicare i singoli casi individualmente alla luce del Diritto Canonico, senza correlarli tra loro nel contesto più vasto di un’azione eversiva pianificata da decenni e attuata con la cooperazione attiva e consapevole di gran parte dell’Episcopato, non fa che dare riconoscimento ufficiale ad un’Autorità deviata e deviante, a usurpatori che si avvalgono del potere di cui si sono impadroniti contro la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, ai danni dei Fedeli, per scopi opposti a quelli che Nostro Signore ha stabilito per la Sua Chiesa.

 

Esorto i Figli del Santissimo Redentore e i loro fedeli con le parole di San Pietro: Resistete forti nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi nel mondo (Pt 5, 9). La Fondazione Exsurge Domine – con la quale i Redentoristi Transalpini hanno già relazioni di fraterna amicizia – io stesso come arcivescovo e successore degli Apostoli; insieme ai Chierici della Fraternità della Familia Christi, anch’essi perseguitati e «cancellati» dalla «chiesa bergogliana»; insieme ai tanti Sacerdoti e Religiosi sparsi nel mondo che seguo stabilmente, assicuriamo loro il nostro pieno sostegno, nella latitanza e nel silenzio complice dei Pastori pavidi e codardi.

 

Poiché sta scritto: Se questi taceranno, grideranno le pietre (Lc 19, 40).

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

17 Ottobre MMXXV
S.ctæ Margaritæ Mariæ Virg.

 

NOTE

1) Togliete la Messa, distruggete la Chiesa. È una citazione di Martin Lutero tratta dal suo libello De abroganda missa privata Martini Lutheri sententia del 1522.

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Papa Leone XIII sarebbe pronto a sciogliere l’Opus Dei

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Papa Leone XIV sarebbe in procinto di dividere l’Opus Dei in parti indipendenti. Lo riporta InfoVaticana, un organo di stampa spagnolo legato alla prelatura personale.   Sono state completate le riforme che «comporterebbero la rottura definitiva della struttura originaria», hanno dichiarato due fonti indipendenti. Le fonti affermano che la rottura sarà avviata dal papa entro poche settimane.   Secondo quanto riferito, i nuovi statuti dividerebbero l’Opus Dei in tre parti distinte: una Prelatura Clericale, composta solo da sacerdoti incardinati dell’Opus Dei, ora «significativamente ridotta»; la Società Sacerdotale della Santa Croce, composta da sacerdoti diocesani che desiderano partecipare al carisma dell’Opus Dei, ora non è più affiliata alla prelatura; un’Associazione di fedeli laici, un’associazione ora completamente indipendente per tutti i membri laici, compresi numerari, associati, soprannumerari e cooperatori, che in precedenza erano inclusi nella prelatura.   Pertanto, l’Opus Dei «cesserà di esistere come entità giuridica e spirituale».   Bergoglio aveva già avviato una riforma strutturale dell’Opus Dei, emanando un motu proprio nel 2022, in cui stabiliva che non sarebbe più stata guidata da un vescovo, affermando che «è necessaria una forma di governo basata più sul carisma che sull’autorità gerarchica».

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Lettera aperta di un Congregazione tradizionalista: «ripudiare la Chiesa sinodale»

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I Figli del Santissimo Redentore, una congregazione cattolica tradizionalista con sede a Papa Stronsay in Scozia, hanno pubblicato una lettera aperta «ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli» in seguito al loro Capitolo generale. Lo riporta LifeSite.

 

La comunità, spesso chiamata «Redentoristi Transalpini», è stata fondata da padre Michael Mary Sim nel 1987 sotto gli auspici dell’arcivescovo Marcel Lefebvre e della Fraternità San Pio X, su incoraggiamento del Cardinale Édouard Gagnon. Si è riconciliata con il Vaticano nel 2012 e opera negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda.

 

Nel luglio 2024, il vescovo Michael Gielen ha ordinato ai Redentoristi di lasciare la diocesi di Christchurch entro 24 ore. La comunità ha negato le accuse di Gielen e intraprese azioni canoniche contro l’avviso di sfratto.

 

La lettera aperta non indica se intendono ora riprendere a collaborare con la Fraternità Sacerdotale San Pio X o intraprendere un’altra strada. La dichiarazione e la sua introduzione sono riportate di seguito.

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Lettera aperta ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli

Cara anima cattolica,

 

Abbiamo appena concluso il nostro Capitolo Generale, in cui abbiamo preso in esame la nostra Congregazione e la sua vocazione nella Chiesa e nella Diocesi di Christchurch, Nuova Zelanda, dove il Vescovo ne aveva decretato l’espulsione.

 

La lettera allegata esprime le convinzioni della nostra Congregazione.

 

Questo non è un compito che accettiamo alla leggera. Abbiamo considerato la gamma di possibili punizioni che la gerarchia potrebbe usare contro di noi – tutte mentalmente terrificanti, in realtà, ma rafforzate dalla consapevolezza che la gerarchia ha infranto la catena di comando, rendendola umana e spiritualmente nulla. Ma quando è in gioco l’onore di Nostro Signore, il silenzio diventa una forma di tradimento.

 

Intraprendiamo quindi quest’opera con cuore tremante ma con ferma convinzione, desiderando solo difendere il Santo Nome di Gesù Cristo e la purezza della Sua Sposa, la Chiesa.

 

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CONGREGAZIONE DEI FIGLI DEL SANTISSIMO REDENTORE
REDENTORISTI TRANSALPINI

Lettera aperta ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli del Capitolo generale della Congregazione dei Figli del Santissimo Redentore che si tiene a Papa Stronsay, Scozia, Santa Teresa di Gesù Bambino, 3 ottobre – San Gerardo Maiella 16 ottobre 2025

 

 

Cari fedeli,

 

Viva Gesù nostro amore e Maria nostra speranza!

 

È con il cuore pesante e con grande tristezza che vi scriviamo. Ciò che ci unisce è il nostro grande amore per la nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica e Sposa di Gesù Cristo, per la quale i martiri hanno versato il loro sangue e i santi hanno dato la loro vita. È questo amore che ci spinge a esprimere una verità difficile, seppur essenziale. (Lc 12, 4-9)

 

Proprio come voi, anche noi abbiamo nutrito una grande speranza per molti anni. Credevamo che fosse possibile vivere come figli fedeli della Tradizione all’interno delle strutture della Chiesa moderna. Credevamo che le antiche e meravigliose tradizioni della nostra fede, in particolare la Messa latina di sempre, ci sarebbero state legittimamente restituite. Questo ci ha dato speranza, soprattutto durante il periodo di Benedetto XVI. Ci aspettavamo con fiducia di poter praticare liberamente la fede dei nostri Padri nella Chiesa. Non sapevamo quanto ci sbagliassimo!

 

Dopo anni di prove ed esperienze siamo giunti alla triste conclusione che la fede cattolica tradizionale, la fede di tutti i tempi e dei santi, è incompatibile con la nuova Chiesa moderna, frutto del Concilio Vaticano II. Semplicemente non possono coesistere in un unico corpo.

 

Poiché nutriamo e onoriamo profondamente la Messa latina tradizionale e non possiamo rinunciare alla Santa Messa dei secoli e dei santi, questa nuova Chiesa non ci vuole. A causa della nostra fedeltà, siamo stati considerati ostinati, difficili e ribelli; siamo stati incastrati e calunniati in un’acrimonia senza fine.

 

Questa lettera si rivolge a tutti coloro che avvertono che qualcosa non va nella Chiesa o che pensano che la nuova Chiesa e la Fede immutabile possano coesistere pacificamente. Ahimè! Permetteteci di affermare la triste verità: la nostra esperienza dimostra chiaramente che ciò è impossibile. Sicuramente questa nuova Chiesa sconvolgerebbe tutti i santi Papi che hanno ripetutamente dichiarato che l’indifferentismo religioso è un male gravissimo, assolutamente incompatibile con la fede cattolica.

 

Vi diciamo che non saremo complici del silenzio in questa continua distruzione della Chiesa. Dobbiamo parlare prima o poi, e quale momento migliore di questo? Dopo 17 anni come comunità all’interno delle strutture della Chiesa, siamo stati continuamente isolati e vessati. Soprattutto in questi ultimi anni il Vescovo di Christchurch ci ha ridotto a spazzatura o feccia della terra.

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Con i suoi numerosi Decreti e il ricorso a Roma ha cercato di espellere i nostri monaci dalla diocesi. Vuole che quindici vocazioni locali siano esiliate per sempre dalle loro famiglie e dalla loro patria. Vi diciamo ora che un dovere superiore lo proibisce. Finché ci sarà una sola anima che ci chiede il Santo Sacrificio della Messa, i Sacramenti o l’aiuto spirituale, con la grazia di Dio non la abbandoneremo. Il Buon Pastore ci esorta a dare la vita per le Sue pecore e a tenere a bada il lupo affamato. È nostro dovere nella carità, nella teologia e nel Diritto Canonico.

 

Perché? Perché la catena di comando è stata spezzata. L’autorità nella Chiesa è ministeriale (servire Nostro Signore), non assoluta (fare ciò che vuole): ci vincola perché è essa stessa vincolata a Cristo, al deposito della Fede, al Magistero costante. Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (ST, IIa IIæ, q. 104, a. 5)

 

Questi ecclesiastici disobbediscono a Dio. E poi, avendo spezzato la catena del comando di Dio, tentano di invocare l’obbedienza religiosa per questioni che impoveriscono la Chiesa, e aboliscono la Santa Messa. Tolle Missam, Tolle Ecclesiam – Togliete la Messa, distruggete la Chiesa (Lutero). No! Dobbiamo obbedire a Dio prima che all’Uomo.

 

E perciò, aderendo con tutte le nostre forze alla nostra profonda comunione con la nostra Santa Madre Chiesa, il nostro dovere davanti al Signore Gesù Cristo e verso le anime esige che:

 

  • Ripudiamo Amoris Laetitia che permette la Santa Comunione alle coppie che vivono nel peccato.
  • Ripudiamo la persecuzione della Messa e dei cattolici da parte di Traditionis Custodes
  • Ripudiamo Fiducia Supplicans che permette la benedizione delle coppie dello stesso sesso
  • Ripudiamo «Il Documento sulla Fratellanza Umana» che afferma che Dio vuole tutte le religioni
  • Ripudiamo la falsa teologia delle «Chiese sorelle» e della «comunione parziale»
  • Ripudiamo i falsi pastori che hanno trionfalmente portato in processione l’idolo della Pachamama in San Pietro.
  • Ripudiamo Francesco che si è scusato per l’eroico cattolico che ha gettato quell’idolo nel Tevere.
  • Ripudiamo il flagello dell’indifferenza religiosa in Nuova Zelanda e in tutta la Chiesa.
  • Ripudiamo gli atti dei vescovi neozelandesi di chiusura delle chiese e di negazione dei sacramenti in una codarda sottomissione all’oppressione del COVID-19.
  • Ripudiamo il vescovo di Christchurch che ha ricevuto le sue ceneri il Mercoledì delle Ceneri dal vescovo anglicano di Christchurch.
  • Ripudiamo la corruzione dei bambini e lo scandalo dato agli innocenti attraverso programmi catechetici malvagi.
  • Ripudiamo l’insegnamento di Francesco secondo cui tutte le religioni sono lingue diverse e la domanda: «il mio Dio è più importante del tuo?».
  • Ripudiamo il silenzio di quei vescovi che non si sono pronunciati contro quel tradimento della Fede.
  • Ripudiamo la Chiesa sinodale come distinta dalla Chiesa cattolica divinamente costituita.
  • Ripudiamo la continua distruzione e umiliazione della nostra Santa Madre Chiesa.
  • Ripudiamo coloro che attaccano o minano la Chiesa nei suoi dogmi, nella sua morale, nei suoi sacramenti o nella sua disciplina con un nuovo culto dell’uomo.

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A tutti coloro che leggono questo: per quanto tempo durerà tutta questa assurdità? Qualunque cosa ci costi, con l’Apostolo dobbiamo dire: Anatema!

 

«Ma anche se noi stessi o un angelo del Cielo venisse ad annunziarvi [un Vangelo] diverso da quello che vi abbiamo annunziato noi, sia egli anàtema». (Gal 1, 8-9)

 

Non tacete! Difendete la fede dei nostri Padri!

 

«Anche se tutte le genti obbedissero al re Antioco, e tutti s’allontanassero dalla legge de’ padri loro per fare secondo il comando di lui; io ed i miei figli ed i miei fratelli obbediremo alla legge dei padri nostri». (1 Maccabei 2, 19-20)

 

«Al contrario, è scritto (At 5, 29): Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Ora, talvolta le cose comandate da un superiore sono contro Dio. Pertanto, non si deve obbedire ai superiori in ogni cosa». — San Tommaso d’Aquino (ST, IIa IIæ, q. 104, a. 5)

 

Expecta Dominum, Viriliter Age et Confortetur cor tuum. Spera nel Signore: mostrati uomo e si conforti il tuo cuore, e confida nel Signore! (Sal, 26,14)

 

Gaude, Maria Virgo… Rallegrati, o Vergine Maria; tu sola hai schiacciato tutte le eresie nel mondo intero.

 

Firme:

Padre Michael Mary. F.SS.R.

Padre Anthony Mary, F.SS.R.

Fratel Nicodemo Maria, F.SS.R.

Fratel Paul Mary, F.SS.R.

Fratel Dominic Mary, F.SS.R.

Padre Magdala Maria, F.SS.R.

Padre Martin Mary, F.SS.R.

Fratel Xavier Maria, F.SS.R.

Fr. Alfonso Maria, F.SS.R.

Padre Seelos Maria, F.SS.R.

Padre Celestino Maria, F.SS.R.

Fratel Raffaele Maria, F.SS.R.

Fratel Maksymilian Maria, F.SS.R.

Fratel Charles-Marie, F.SS.R.

Fratel Damaso Maria, F.SS.R.

Fratel Bogumił Maria, F.SS.R.

Fratel Francisco Maria, F.SS.R.

Fratel Ernest Maria, F.SS.R.

Fratel Giacinto Maria, F.SS.R.

Fratel Gabriel Maria, F.SS.R.

Fratello Dysmas

Fratel George Marie

Fra Ignazio Maria

Fratel Aloysius Maria

Fratel Zaccheo Maria

Fratel Gerardo

Fratello William

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