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Politica

Vaccini e M5S, intervista a Stefano Montanari

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Recentemente il Movimento 5 Stelle sembra aver drasticamente cambiato diverse sue posizioni sostenute in passato rispetto al tema Salute e alla lotta ai poteri forti. In particolare, ha molto colpito l’uscita di Beppe Grillo che chiede ai farmacisti di ritirare dalle farmacie i farmaci omeopatici, perché da lui considerati inutili.

Parliamo di questi “cambiamenti” con il Dr. Stefano Montanari, che con il leader-comico pentastellato ha avuto molto a che fare.



Dottor Montanari, dalla campagna elettorale al governo attuale, dove il Movimento 5 Stelle ha un ruolo fondamentale, sembrano cambiate molte cose, soprattutto in tema di vaccini. Questo la sorprende?

Mi sorprenderebbe il contrario. L’Italia è sempre stata molto accogliente nei riguardi di partiti politici che, per statura politica, culturale e morale, non mi pare abbiano riscontro nei paesi che pretendono l’aggettivo di avanzato o civile. I grillini, presi singolarmente, non hanno la più pallida idea di che cosa stiano sostenendo ora, di che cosa sostenessero ieri e di che cosa sosterranno domani. Il grillismo, se esiste la parola, è la traduzione tragica di quello che era un tempo la filosofia e il personaggio di Quelo, l’asse di legno con qualche chiodo piantato sopra che era visto come una specie d’incarnazione divina e muta e che, trattandosi di scenette divertenti, era spacciato come la fonte di buffe idiozie. Allora il comico Corrado Guzzanti credeva di aver inventato la caricatura di un personaggio archetipico, grottesco sì ma non di fatto esistente. Ora Quelo esiste sul serio e gli adepti di quella bislacca religione si contano a milioni. Se uno per uno i grillini sono così, immagini che cosa può essere la somma di ognuno di loro.

I grillini, presi singolarmente, non hanno la più pallida idea di che cosa stiano sostenendo ora, di che cosa sostenessero ieri e di che cosa sosterranno domani

 

Di Maio ha definito “una scelta scellerata” quella dei genitori che non vaccinano i propri figli.

Vabbè: stiamo parlando di Di Maio. Il giovane è un perfetto incompetente e tutto ciò che dice quando si esprime al di fuori del suo sapere, un sapere che, ammetto, ignoro quale possa essere, è semplicemente l’opinione del classico frequentatore di bar. Senza entrare in particolari scientifici che, di certo, troverebbero Di Maio spiazzato, sarebbe buffo chiedergli, se mai fosse in grado di capire la domanda, che ne dice di quanto i suoi correligionari, lui fra loro, raccontassero anche solo pochi mesi fa.


Però non è tutto: il Ministro del Lavoro ci ha tenuto a precisare, dopo le polemiche sul Milleproroghe, che la scuola inizierà con l’applicazione della legge Lorenzin. Il ché cambierebbe poco, o anzi nulla. Sbaglio?

Cornuti e contenti, becchi e bastonati… Il trattamento riservato agli ingenui che hanno votato per le stelline sta in quelle coppie di aggettivi. Un tempo, a Napoli, si facevano voti a San Gennaro implorando che facesse un certo miracolo. Se, poi, la cosa sperata avveniva e, dunque, la grazia veniva concessa, del voto si ci dimenticava subito e si diceva: «San Genna’, t’aggio fregato!»




Il Ministro Sig.ra Giulia Grillo, invece, continua a ribadire l’importanza della copertura vaccinale, e dice che l’obbligo deve essere flessibile in base alle coperture di ogni territorio. Cosa ne pensa?

Non mi faccia rischiare una querela. Posso solo consigliare alla ministra di studiare un po’. Non le farebbe male anche se acculturarsi le porrebbe qualche problema.

Un’epidemia è la diffusione rapida di una malattia infettiva che, in una popolazione, colpisce in brevissimo tempo una quantità di soggetti in netto eccesso rispetto a quanto statisticamente ci si può attendere. Al di fuori di questo siamo alla presa per i fondelli

 


Il Ministero della Salute, nella bozza recentemente redatta, dice anche che ci potrà essere coercizione nel caso di epidemia. Ma chi decide la definizione di epidemia?

Di epidemia ci sono varie definizioni: da quella corretta alle mille e una che fanno comodo a chi conta. Un’epidemia è la diffusione rapida di una malattia infettiva che, in una popolazione, colpisce in brevissimo tempo una quantità di soggetti in netto eccesso rispetto a quanto statisticamente ci si può attendere. Al di fuori di questo siamo alla presa per i fondelli, azione, a quanto pare, praticata con lena e con successo da chi conta.


Allora avremo da preoccuparci? La Grillo ha parlato, poco più di una settimana fa, di una confermata epidemia di morbillo avvenuta lo scorso anno.

Temo che la ministra non solo non conosca il significato della parola epidemia ma non sia stata informata di ciò che dice. In Italia non c’è né c’è stata in tempi recenti alcuna epidemia. Sarebbe divertente se l’onorevole dottoressa ci facesse vedere i dati e, magari, fosse disponibile a fare due chiacchiere, meglio se in pubblico e senza censure.


Accadono però altre cose curiose: come saprà, Davide Barillari, consigliere regionale dei 5 Stelle in Lazio, è stato firmatario di una proposta di legge che richiedeva l’isolamento da 4 a 6 settimane per i bambini appena vaccinati, come d’altronde consigliano alcuni bugiardini. 

Prima o poi qualcuno deciderà che l’accelerazione di gravità ha cambiato valore, che il principio di conservazione della massa non esiste, cosa, peraltro, sostenuta dai luminari che vivono e prosperano di corruzione, che il ciclo di Krebs è abolito… Barillari ha detto semplicemente una banalità ovvia e non c’è bisogno di una legge per qualcosa che fa parte della medicina elementare. Chiunque abbia anche solo una briciola di conoscenza nel settore sa che l’isolamento per i vaccinati è indispensabile per settimane. I produttori stessi dei farmaci sono chiari in proposito. Chiunque neghi quell’ovvietà si copre di ridicolo, cosa che, mi pare, non spaventa e non scoraggia certi personaggi. Resta il fatto che mandare a scuola un vaccinato a contatto con un bambino immunodepresso grida vendetta. Questo dal punto di vista medico. Di business non m’intendo abbastanza e così di psichiatria.

Chiunque abbia anche solo una briciola di conoscenza nel settore sa che l’isolamento per i vaccinati è indispensabile per settimane. I produttori stessi dei farmaci sono chiari in proposito

 

Nessuno, né Di Maio né la Grillo, ha proferito parola. Dopo pochi giorni però insorge Davide Casaleggio il quale, da privato cittadino quale dovrebbe essere, detta la linea:  «Il Movimento 5 Stelle prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. La linea sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo votato dagli iscritti e portata avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo».

Io ho avuto la sventura di conoscere Casaleggio padre e quello mi è bastato. Quanto al ragazzo, nessuna obiezione: quella delle stelline è una ditta privata e non c’è niente d’insolito se ad occuparsene è un uomo d’affari. Ma, se lei dà un’occhiata alla Costituzione, si accorgerà che tutti i parlamentari sono privati cittadini. Se Casaleggio figlio ritiene di potersi esibire in campo sanitario, sono fatti suoi. Rendersi ridicoli non è reato e contro certe patologie non ci sono vaccini.

 

Dottor Montanari, ma allora chi comanda in questo partito politico? 

Le potrei rispondere Quelo. Pensi a qualcuno che si porta in casa un tale Guido Silvestri e si risponda da solo.

 

Qual è il vero volto della Casaleggio e Associati, secondo lei, e quale ruolo ricopre nelle politiche pentastellate?

Come le ho detto, il partito è un’impresa privata e come tale si comporta. Se, poi, deborda un po’ prendendosi gioco dei suoi clienti, beh, ricordi che siamo in Italia. Tempo fa io restai esterrefatto quando vennero allestite quelle caricature di elezioni primarie in cui si votava solo dopo aver superato la censura preliminare, i voti arrivavano ad un sito Internet e lo spoglio avveniva al di fuori di qualunque controllo. Una cosa del genere avrebbe chiarito immediatamente tante cose. Eppure, a sostenere quella ditta sono in diversi milioni. Hanno ragione loro: uno vale uno e il quoziente intellettivo non fa numero.

 

Pensa possano esserci interessi con le lobby farmaceutiche? 

Se lei mi chiede un’opinione, le dico che sì: le lobby farmaceutiche sono pesantemente intrecciate con il partito di Grillo. Se lei mi chiede se ne ho una prova, le rispondo di no. Insomma, mi astengo. Chiunque rifletta sul loro comportamento e si faccia la sua opinione.

Se lei mi chiede un’opinione, le dico che sì: le lobby farmaceutiche sono pesantemente intrecciate con il partito di Grillo.

 

Ha letto l’ultima agghiacciante uscita di un suo vecchio conoscente, Beppe Grillo, a proposito dei farmaci omeopatici che secondo Grillo andrebbero ritirati dalle farmacie?

Ricordi sempre che stiamo parlando di un tale Giuseppe Piero Grillo la cui cultura scientifica è molto prossima allo zero assoluto. Se ha detto bestialità del genere, ripensi alla domanda che mi ha fatto sulle lobby farmaceutiche. Va da sé che anche lo scemo del villaggio ha diritto di espressione ed è giusto che Grillo, che sarà sì ignorantissimo di scienza ma che ha un’intelligenza che tutti gli invidiano, si esprima.

 

Come spiega questa uscita? 

Evidentemente qualcuno gli ha detto che cosa doveva sottoscrivere, atteggiamento non nuovo al personaggio. Chi si ricorda del giochetto del microscopio portato via sa di che cosa parlo.

 

Per saperne di più di Grillo e dei suoi rapporti intercorsi con lui bisogna leggere “Il Grillo Mannaro”. Riusciremo mai a vederlo in formato libro?

Certo che no. Comunque quel libro è ormai datato e ha solo un valore storico, se quell’aggettivo è applicabile a qualcosa di accaduto pochi anni fa. Oggi non sarei in grado di aggiornarlo perché da molto tempo non m’interesso di personaggi al di sotto di un certo livello.

 

Un’ultima domanda, legata ad un fatto di strettissima attualità. La vicenda del Ponte Morandi pone grandi interrogativi sulle politiche e sulle priorità delle precedenti legislazioni. Pensa che vi siano delle responsabilità gravi su quanto accaduto?

Non ci sono dubbi: le responsabilità ci sono e sono quelle dei criminali del salottino buono. In Italia le opere pubbliche nascono quasi di regola precedute da gare d’appalto allestite ad hoc per favorire l’amico. I materiali usati sono troppo spesso scadenti per ridurre le spese e intascare di più e pensi, al proposito, ai viadotti che sono crollati negli ultimi pochissimi anni. Ma basta andare per strada e contare i buchi. Da un po’ i cementi contengono percentuali molto significative di ceneri da rifiuti, il che, oltre a renderli tossici, ne abbassa la qualità e le proprietà meccaniche. Poi non si fa manutenzione o, se la si fa, può avvenire che il compito sia affidato ad un amico un po’ frettoloso. In aggiunta, le responsabilità sono rimpallate senza che mai si arrivi alla radice e accade che non di rado a pagare sia qualche pesce piccolo, cosicché chi ha incassato può farla franca in attesa del prossimo lavoro da eseguire. Quando arriva il guaio, poi, si risolve tutto con qualche piagnisteo televisivo, qualche intervista ai parenti delle vittime e, magari, il lutto al braccio dei calciatori quanto non il rimandare due partite: si voleva di più? Le confesso che io trovo tutto questo nauseante: a me delle partite rimandate o delle interminabili riproposizioni delle stesse immagini di macerie o del giornalista che strilla non importa un fico secco. Io vorrei che le opere pubbliche fossero fatte e mantenute come si deve ma, evidentemente, qui si andrebbero a toccare interessi troppo grossi: molto meglio una lacrimuccia in TV.

 

 

Cristiano Lugli

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Politica

Macron riconferma Lecornu come primo ministro

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Il presidente francese Emmanuel Macron ha reinsediato Sébastien Lecornu come primo ministro, a soli quattro giorni dall’accettazione delle sue dimissioni.

 

Lecornu aveva rassegnato le dimissioni lunedì, meno di un mese dopo il suo insediamento. Secondo un comunicato dell’Eliseo rilasciato venerdì, sarà lui a guidare la formazione del nuovo governo. La decisione rappresenta una svolta sorprendente dopo giorni di negoziati politici per superare l’attuale impasse parlamentare in Francia.

 

«Accetto, per senso del dovere, la missione conferitami dal Presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per dotare la Francia di un bilancio entro la fine dell’anno e affrontare i problemi quotidiani dei nostri concittadini», ha scritto Lecornu su X.

 

«Dobbiamo mettere fine a questa crisi politica che esaspera il popolo francese e a questa instabilità che danneggia l’immagine e gli interessi della Francia», ha aggiunto.

 

 

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Nominato appena un mese fa, Lecornu ha affrontato crescenti pressioni nelle ultime settimane, dovendo gestire l’approvazione di un bilancio in un Parlamento francese profondamente frammentato e l’aggravarsi della crisi del debito.

 

Le sue dimissioni erano arrivate dopo che la proposta di composizione del governo aveva suscitato critiche sia da destra che da sinistra, per la presenza di troppe figure legate al precedente esecutivo guidato dall’ex primo ministro François Bayrou.

 

La riconferma ha scatenato reazioni immediate e aspre da tutto l’arco politico francese.

 

Jordan Bardella, leader del partito di destra Rassemblement National, ha definito la decisione «una pessima farsa e un’umiliazione per il popolo francese». La domina del RN Marina Le Pen ha promesso di bloccare qualsiasi nuovo governo francese.

 

Mathilde Panot, del partito di sinistra La France Insoumise, ha accusato Macron di aggrapparsi al potere nonostante la sua crescente impopolarità. «Mai un Presidente aveva desiderato così tanto governare suscitando disgusto e rabbia», ha dichiarato Panot in un post su X. «Lecornu, dimessosi lunedì, è stato reinsediato da Macron venerdì. Macron rinvia pateticamente l’inevitabile: la sua uscita di scena», ha aggiunto, proponendo di avviare una procedura di impeachment contro il presidente.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso l’agenzia di rating Fitch ha declassato l’economia francese da un punteggio creditizio di AA- a uno di A+, il livello più basso mai registrato.

 

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L’editore ritira il libro in cui si sostiene che Epstein abbia presentato Melania a Trump

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HarperCollins UK si è scusata con Melania Trump e ha ritirato un libro che affermava che Jeffrey Epstein, condannato per reati sessuali, l’avesse presentata al marito, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.   Mercoledì, la casa editrice ha dichiarato in una nota di aver «deciso di rimuovere diverse pagine» da una biografia non autorizzata del principe Andrea, scritta dallo storico Andrew Lowine. I passaggi in questione riportavano accuse non verificate secondo cui Epstein avrebbe favorito l’incontro tra la coppia presidenziale statunitense.   «Le copie del libro che includono tali riferimenti saranno rimosse definitivamente dalla distribuzione. HarperCollins UK si scusa con la First Lady», si legge nella dichiarazione. Melania Trump ha successivamente condiviso il messaggio sul suo account X.  

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La biografia, pubblicata a metà agosto, analizzava il rapporto tra il principe Andrea e Epstein, il finanziere americano morto in carcere nel 2019 in attesa di processo per accuse di traffico sessuale. NBC News aveva precedentemente riferito che il libro sosteneva che Epstein avesse «facilitato» l’incontro tra Melania e Donald Trump, in un articolo che descriveva in dettaglio i suoi tentativi di prendere le distanze dall’uomo d’affari caduto in disgrazia.   Un portavoce della first lady statunitense (FLOTUS) ha riferito ad Axios che il suo team legale è «attivamente impegnato a garantire immediate ritrattazioni e scuse da parte di coloro che diffondono falsità maligne e diffamatorie», sottolineando che nelle sue memorie Melania afferma di aver conosciuto Donald Trump nel 1998 a una festa a New York tramite un’altra conoscenza.   Durante la campagna presidenziale del 2024, Donald Trump aveva promesso di rendere pubblici i «file Epstein», che si presume dettagliassero i legami del finanziere con figure influenti. Tuttavia, dopo il suo insediamento, Trump ha definito l’esistenza di tali documenti una «bufala democratica», una svolta che, secondo i critici, servirebbe a distogliere l’attenzione dai suoi precedenti rapporti con Epstein.   Melania Trump ha già ottenuto una ritrattazione dal Daily Beast e da un podcast condotto dallo stratega democratico James Carville per affermazioni simili.   Come riportato da Renovatio 21, al contrario, per le sue affermazione sulla FLOTUS, suo marito ed Epstein Hunter Biden ha rifiutato di scusarsi. Melania Trump ha minacciato di fargli causa per un miliardo di dollari, ma il figlio già tossicodipendente di Biden ha risposto a maleparole.   Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Politica

Trump non vince il Nobel. Premiato pure lo scrittore nemico di Orban

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato escluso dalla lista dei candidati al Premio Nobel per la Pace 2025, assegnato venerdì alla politica dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado.

 

Trump ha più volte dichiarato di meritare il premio per aver, a suo dire, risolto numerosi conflitti internazionali da quando è entrato in carica a gennaio, incluso il più recente a Gaza.

 

Il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Steven Cheung, ha commentato la notizia affermando che il comitato «ha dimostrato di anteporre la politica alla pace» e ha aggiunto che Trump «continuerà a stipulare accordi di pace, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane».

 

Il Comitato norvegese per il Nobel ha lodato la Machado, nota critica del presidente venezuelano Nicolas Maduro, «per la sua instancabile difesa delle libertà democratiche in Venezuela e il suo impegno nel realizzare una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia». Maduro ha accusato Machado di aver convogliato fondi americani verso gruppi antigovernativi «fascisti», definendola una pedina per l’ingerenza di Washington negli affari venezuelani.

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La Machado ha mantenuto stretti legami con il governo statunitense per decenni. Nel 2005, fu ricevuta nello Studio Ovale dall’allora presidente George W. Bush.

 

Durante il primo mandato di Trump, gli Stati Uniti e diverse nazioni occidentali riconobbero il rappresentante dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó come «presidente ad interim» del Paese, sebbene i tentativi di Guaidó di prendere il potere attraverso proteste e colpi di stato siano falliti.

 

Da quando è tornato al potere a gennaio, Trump ha intensificato la pressione su Caracas con sanzioni e operazioni militari, descritte dalla sua amministrazione come azioni antidroga.

 

Critici, tra cui il senatore repubblicano Rand Paul e Juan Gonzalez, ex diplomatico di alto livello nell’amministrazione di Joe Biden, sostengono che la Casa Bianca stia perseguendo una strategia di cambio di regime già sperimentata. Il Segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, noto oppositore di Maduro, è considerato il principale promotore di questa linea.

 

All’inizio di questa settimana, il Comitato per il Nobel ha assegnato il Premio per la Letteratura allo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai, critico del primo ministro ungherese Viktor Orban, uno dei più fedeli alleati di Trump in Europa.

 

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