Geopolitica
Trump: Putin e Zelens’kyj pronti a fare un accordo
I leader di Russia e Ucraina sono pronti a raggiungere un accordo di pace, ha affermato giovedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sta cercando di mediare un cessate il fuoco tra i due vicini da febbraio.
Un reporter ha chiesto a Trump sull’Air Force One della sua comunicazione con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj. «Penso che sia pronto a fare un accordo. E penso che il presidente Putin sia pronto a fare un accordo», ha detto Trump. Ha rifiutato di entrare nei dettagli, ma ha aggiunto che gli Stati Uniti stavano avendo «molte buone conversazioni su Ucraina e Russia».
«Ci piacerebbe vedere il conflitto fermato il prima possibile perché migliaia di persone sono state uccise in una settimana», ha detto Trump. «L’Europa non ha avuto successo nel trattare con il presidente Putin, ma penso che ci riuscirò».
Trump ha fatto i suoi commenti mentre l’inviato per gli investimenti di Putin, Kirill Dmitriev, si recava a Washington, dove avrebbe incontrato l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Le parti hanno continuato a discutere principalmente delle misure per normalizzare le relazioni bilaterali congelate dall’amministrazione Biden nel 2022, ha detto Dmitriev ai giornalisti giovedì sera, notando la «dinamica positiva» dei colloqui, aggiungendo che sono necessari altri incontri per risolvere le divergenze.
L’inviato di Trump in Ucraina, Keith Kellogg, ha detto a Fox Business mercoledì che Trump è stato «frustrato» sia da Putin che da Zelens’kyj. È rimasto ottimista sui negoziati, affermando che le parti erano «sull’orlo» di un cessate il fuoco completo.
Mosca ha accusato Kiev di molteplici violazioni della tregua energetica mediata da Trump il mese scorso. Secondo il Ministero della Difesa russo, le truppe ucraine hanno colpito depositi di carburante, impianti di gas e la rete elettrica, nonostante avessero promesso di rispettare una pausa di 30 giorni su tali attacchi. Kiev, da parte sua, ha affermato che la Russia stava violando lo stesso accordo.
La Russia ha sostenuto che qualsiasi accordo a lungo termine sarebbe fattibile solo se gli Stati Uniti e l’Ucraina affrontassero le «cause profonde» del conflitto. Mosca chiede che Kiev abbandoni i suoi piani di entrare nella NATO e riconosca la Crimea e altre quattro ex regioni ucraine come territorio russo.
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Geopolitica
Truppe israeliane subiscono perdite in un’incursione in Siria
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🚨 IDF releases footage of counterterror raid in southern Syria that ended in arrests and a fierce firefight
The IDF has published video showing the arrest of two members of the al-Jama’a al-Islamiyya terror organization in the village of Beit Jinn overnight, along with a clash… pic.twitter.com/eoh20Xsn41 — Israel War Room (@IsraelWarRoom) November 28, 2025
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Geopolitica
Trump «molto soddisfatto» della nuova leadership siriana
Il presidente statunitense Donald Trump ha espresso «grande compiacimento» per l’operato del nuovo esecutivo siriano insediatosi al potere.
Una coalizione capitanata dal fronte jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), affiliato regionale di Al-Qaeda, ha espugnato Damasco e spodestato il trentennale capo di Stato Bashar al-Assad alla fine dello scorso anno.
«Gli Stati Uniti sono estremamente soddisfatti dei progressi conseguiti» dopo l’ascesa al governo, ha proclamato Trump lunedì su Truth Social.
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Il neopresidente siriano Ahmed al-Sharaa, ex comandante dell’HTS conosciuto come al-Jolani, «si prodiga con impegno affinché si verifichino sviluppi positivi e che Siria e Israele instaurino un legame duraturo e fruttuoso», ha precisato.
È essenziale che Gerusalemme «non ostacoli la metamorfosi della Siria in una nazione fiorente», ha aggiunto Trump.
Qualche giorno prima, testate israeliane avevano reso noto che le Forze di difesa (IDF) avevano subito perdite in uno scontro con miliziani armati nel meridione siriano, dove l’anno scorso Israele ha annesso una fascia territoriale adiacente alle alture del Golan sotto occupazione.
Di recente, l’area ha ospitato pure azioni coordinate tra Stati Uniti e Siria. Le truppe americane e il dicastero dell’Interno siriano hanno smantellato oltre 15 magazzini di armamenti e narcotici riconducibili all’ISIS nel sud della nazione la settimana scorsa, come comunicato domenica dal Centcom.
Al-Sharaa ha ribadito il proprio impegno contro lo Stato Islamico nel corso della sua visita a Washington all’inizio del mese.
Dall’insediamento dei jihadisti nella stanza dei bottoni damascena ondate di violenza interconfessionale si sono ripetute, con migliaia di persone delle minoranze druse, alawite e cristiane uccise senza pietà.
Jolani, ex comandante jihadista legato ad Al-Qaeda e in passato nella lista nera del governo statunitense che aveva posto su di lui una taglia da 10 milioni di dollari, ha destituito il leader storico siriano Bashar Assad nel dicembre 2024. Da allora si è impegnato a ricostruire il Paese devastato dalla guerra e a tutelare le minoranze etniche e religiose.
Nonostante le promesse di al-Jolani di costruire una società «inclusiva», il suo governo «luminoso e sostenibile» è stato segnato da ondate di violenza settaria contro le comunità druse e cristiane, suscitando la condanna degli Stati Uniti.
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Pochi giorni prima della visita di Jolani alla Casa Bianca, Stati Uniti, Gran Bretagna e Nazioni Unite hanno rimosso al-Sharaa/ Jolani dalle rispettive liste di terroristi. Lunedì, Washington ha prorogato per altri 180 giorni la sospensione delle sanzioni, mentre la Siria cerca di normalizzare i rapporti bilaterali e ampliare la cooperazione in materia di sicurezza. Trump aveva ordinato una revisione della de-designazione come «terrorista» del Jolani ancora quattro mesi fa, all’altezza del loro primo incontro a Riadh.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa, proprio a ridosso dell’anniversario della megastrage delle Due Torri, al-Jolani visitò Nuova York per la plenaria ONU, venendo ricevuto in pompa magna dal segretario di Stato USA Marco Rubio e dall’ex generale americano, già direttore CIA, David Petraeus.
Come riportato da Renovatio 21, al-Jolani sta incontrando alti funzionari israeliani in un «silenzioso» sforzo di normalizzazione dei rapporti tra Damasco e lo Stato degli ebrei in stile accordi di Abramo.
Intanto, i massacri sono vittime dei massacri takfiri della «nuova Siria».
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Geopolitica
Papa Leone dice che l’unica soluzione è uno Stato palestinese
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